28. ALLA RICERCA DI ELLEN

La notizia che Izzy non solo era entrata nella Beta Gamma Delta, la più prestigiosa sorellanza del campus, ma che era già a buon punto sulla strada per eclissare tutte le altre api e diventare lei l'ape regina mi raggiunse al mattino. Avevo passato una notte quasi insonne, cosa pessima per me. Il riposo era essenziale, così come il non stressarsi. Purtroppo non ci potevo fare molto. Era tutta colpa di quello sciocco litigio e ora mi sentivo vuota. Fu Izzy stessa a darmi la notizia della sua rapida ascesa. Per l'occasione venne nella mia nuova stanza.

-Victoria, Victoria, tu non sai le ultime novità- esordì. Ovviamente quando la vidi arrivare compresi che, beh, aveva avuto fortuna in qualcosa.

-Fammi indovinare, hai trovato una corte di sfigati che ti adorano- le dissi, caustica.

Izzy fece spallucce e iniziò a raccontare di come fosse stata bravissima e intelligente. Io la ignorai. C'era altro a cui pensare.

Le lezioni sarebbero cominciate solo tra qualche giorno. Dovevo fare qualcosa, dovevo distrarmi, altrimenti sarei impazzita per davvero. Deglutii. Non dovevo pensare a Ethan. Mi costrinsi a non prendere in mano il cellulare. Avrei voluto scrivergli, ma non sapevo cosa. E poi avrei dovuto dirgli della mia malattia. Sospirai. E se lui si fosse tirato indietro? E se il mio litigio avesse rovinato tutto? Scacciai quei pensieri. Come odiavo le relazioni interpersonali! C'era però una cosa che dovevo fare prima.

Avevo deciso. Sarei andata da Ellen, dovevo parlarle, dovevo capire se sapeva qualcosa riguardo alla morte di Lauren. Sentii il cuore aumentare i battiti.

-Sarà pericoloso- disse la voce della mia defunta amica.

Annuii. -Lo so- però avrei dovuto farlo comunque.

Come si fa a farsi accettare in un gruppo di gioco di ruolo? Non ne avevo la più pallida idea. La cosa più sensata era presentarmi. Avevo preso qualche informazione chiedendo in giro. Sally non mi aveva saputo dire nulla, anzi, mi aveva guardata come se stessi parlando una strana lingua aliena composta da grugniti, non da parole. Non avevo neppure preso in considerazione l'idea di rivolgermi a Izzy, che avrebbe sottolineato il fatto che ero una sfigata oltre che una vampira. Alla fine avevo deciso di cercare direttamente su Internet. Avevo trovato le informazioni che cercavo nel giro di qualche secondo. Il gioco di ruolo dal vivo, così si chiamava per la precisione, si chiamava Weiress e si basava sulle Cronache di Weiress. A questo punto per poco non mi ero messa a urlare di gioia. Conoscevo quei romanzi a memoria, praticamente parlavo con il loro protagonista, cosa avrebbe potuto andare storto? Beh, lo avevo scoperto continuando a leggere la pagina Facebook ad esso dedicato -che poi a ben vedere Luver non può neppure sapere cos'è, visto che nel suo regno Internet non esiste. Per prima cosa non erano accettati nuovi membri. Sbuffai. E poi c'era il secondo punto. Il luogo del ritrovo si trovava in mezzo al bosco. Deglutii, la gola secca. Non mi andava di fare una passeggiata nel bosco. Chiusi stancamente gli occhi. Eppure dovevo farlo.

Arrancai tra le foglie secche, le radici che spuntavano dal terreno e le buche. A chi avrei dovuto far causa se fossi caduta lì e mi fossi rotta qualcosa? Sempre che fossi stata in grado di tornare indietro... e se non lo fossi stata, che qualcuno mi avesse trovata. Meglio non pensarci. Qualcosa mi colpì il braccio. Mi guardai intorno, confusa, certa che fosse caduto qualcosa dall'albero. Notai un movimento tra le foglie e il mio cuore prese a martellare forte nel petto. Cosa mi era venuto in mente? Poi sentii un altro colpo, al fianco. Mi voltai, furiosa, e questa volta vidi chiaramente un ragazzo che mi stava lanciando un sacchetto.

-Sei pietrificata- esclamò, balzando fuori dal suo nascondiglio. Era basso e abbastanza magro, con una lunga tunica verde con sopra un pentagono. Un mago, compresi. Nel mondo di Weiress la magia era abbastanza comune. Io però non avevo tempo né voglia di scherzare. Mi piegai e presi il sacchetto che mi aveva lanciato addosso, quindi mi tirai nuovamente su e glielo lanciai contro.

-Ehi, così non vale- si lamentò il giovanotto, massaggiandosi il braccio, dove lo avevo colpito.

-Non faccio parte del vostro gioco, non ancora perlomeno-

Il ragazzo parve deluso. -Peccato, sei carina-

Mi sfuggì una risata. -Grazie, mi puoi portare da Ellen?-

Lo sguardo del giovanotto brillò. -Perché vuoi parlare con Ellen?- chiese. Sembrava una domanda dettata dalla curiosità, ma qualcosa mi diceva che non era così, non solo per lo meno. Gli sorrisi.

Avevo deciso che avrei dovuto essere sincera, per quanto possibile. -Voglio entrare a far parte del vostro gruppo-

Il ragazzo mi fissò per un lungo attimo, poi annuì. -Comunque io sono Bob- si presentò, con un profondo inchino.

-Io sono Victoria- gli risposi con un sorriso.

Lui annuì. -Sai che saresti un'ottima maga? Hai un tiro spettacolare-

Sorrisi. -Prenderò in considerazione la tua proposta-

Bob sorrise a sua volta. -Andiamo, non penso comunque che Ellen sarà felice di vederti-

Mi affrettai a raggiungerlo. -Non ama le visite?- gli chiesi.

-Ellen non ama praticamente nulla- mi rispose, mentre camminavamo fianco a fianco -non la conosci, vero?-

Scossi la testa. Il ragazzo non aggiunse altro. Si muoveva con agilità nel bosco. Io dovevo faticare molto per stargli dietro. Mi mancava l'aria e avevo delle fitte lungo la schiena. Sapevo già che il giorno seguente avrei avuto anche le gambe doloranti. Quasi certamente però non mi sarebbe venuto un attacco, o almeno lo speravo.

La radura comparve all'improvviso e io vidi subito Ellen. Sarebbe stato impossibile non vederla. Era seduta su un ampio trono, i capelli neri lasciati sciolti sulle spalle. Indossava un lungo abito verde. C'era qualcosa di autoritario in lei. Intorno c'erano diverse persone, tutti vestiti con abiti medioevali.

-Chi osa presentarsi?- chiese Ellen, la voce alta.

-Sono Victoria, voglio entrare in questo gruppo- dissi tutto d'un fiato, il cuore in gola.

-Verrai sottoposta a una prova- dichiarò, fissandomi con attenzione. Sapeva che ero amica di Lauren? Meglio non svelare tutto subito.

-Va bene- dichiarai. Che prova poteva essere?

-Non sarai sola, non sei l'unica che ha fatto questa richiesta- rispose lei

La cosa mi sorprese. Seguii il suo sguardo che si spostava fino a... lui. Ethan. Era appoggiato a un albero, le braccia conserte. Perfetto come sempre. Le sue labbra si piegarono in un sorriso, mentre mi si avvicinava.

-Cosa ci fai qua?- chiesi, fissandolo, il cuore che aumentava i suoi battiti.

Lui si fermò a un paio di passi da me e sorrise ancora di più, spavaldamente. -Sono qua per entrare nel gruppo, proprio come stai facendo tu-

-Tu non vuoi entrare nel gruppo- dissi, a voce bassa, in modo tale che solo lui potesse sentirmi.

-Neppure tu- mi rispose lui di rimando, spingendosi avanti. Inspirai il suo profumo alla lavanda. Deglutii, la gola secca, ignorando la sensazione di caldo piacere che mi provocava.

-Lo sai che non sei costretto a farlo, vero? Posso cavarmela da sola- gemetti, mettendomi a giocare nervosamente con una ciocca di capelli. Era una bugia. Io avevo bisogno di lui.

-Io ti sto vicino, considerami pure il tuo angelo custode-

Mi piantai le unghie nei palmi delle mani. Dovevo mantenere la calma. Cosa dovevo fare?

-Dai, ci divertiremo- continuò.

-Certo- sbuffai -perché lo fai?-

Ethan mi fissò per alcuni istanti, il viso completamente inespressivo, poi si strinse nelle spalle. -Senza offesa, ma non supererai mai questa prova da sola-

-Prova?- chiesi. Perché non avrei dovuto superarla? Io ne ero capacissima!

-C'è un duello- si affrettò ad aggiungere Ethan.

-Un duello?- chiesi confusa.

-Sì, non lo sai che nei regni di Weiress i duelli sono all'ordine del giorno?-

Certo che lo sapevo, Luver era continuamente coinvolto in duelli. Deglutii. -Non possono chiedermi di duellare-

-Potrebbero, per questo ci sono io- mi strizzò l'occhio.

Mi fermai, riflettendo sulle sue parole. Aveva indubbiamente ragione. Io non sapevo neppure da che parte si teneva una spada. -Tu sapresti duellare?-

-Certamente, ho fatto scherma durante gran parte dell'infanzia e della prima adolescenza- sorrise, quel suo sorriso da sbruffone che mi stringeva il cuore -ed ero anche molto bravo-

-Lo spero- mormorai, una strana sensazione di gioia. Mi faceva piacere che lui fosse vicino a me, che mi proteggesse, come un cavaliere protegge la sua principessa. Come Luver. -Grazie- sussurrai dopo l'ennesimo indugio.

Ethan non nascose la sua gioia. -Lo faccio volentieri- disse con un sorriso.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate di Ellen?

Ho avuto dei problemi a pubblicare il capitolo, per cui spero che non ci siano errori nel visualizzarlo.

A presto!

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