Una ferita ancora aperta

Pov's Narratore

Ormai era passata una settimana dalla scomparsa di Light e ancora non si sapeva niente.

La situazione alla creepyhouse era sempre più tesa.
I litigi erano all'ordine del giorno per Offenderman e Crystal, entrambi frustrati per non aver ancora ritrovato il figlio.

«Abbiamo controllato ovunque, non può essere sparito così!»

Era da un'ora che Offender cercava di calmare la sua ormai consorte, con scarsi risultati.

«Calmati per favore»

Disse, mettendogli una mano sulla spalla.

La Blood Rose lo scostò con rabbia, guardandolo con sguardo assassino.

«Nostro figlio e disperso, forse morto e tu mi dici di calmarmi?!?» urlò, mentre i suoi occhi si stringevano in due fessure colme di disprezzo e preoccupazione.

L'uomo, incubo e sogno di ogni donna, si abbassò il cappello non sapendo come ribattere.

Un paio di colpi dall'altra parte del muro, alle spalle dello stupratore, interruppe l'animata discussione.

«Volete tacere? C'è chi cerca di scopare!»

«Liu~ Ancora~»

I gemiti della coppia cominciarono a farsi sentire, facendo ghignare Offenderman e arrossire Crystal.

-Ma perché i muri sono così sottili?!?- pensò la donna coprendosi il viso imporporato con le mani.

Offenderman la guardò, tornando subito serio

«E se...»

Crystal si scoprì il viso, puntando uno sguardo gelido su di lui.

«Ne abbiamo già parlato, mi rifiuto di credere che possano essere così crudeli da accanire i loro risentimenti su nostro figlio! Inoltre, anche se fosse come dici tu, è impossibile che siano venute a conoscenze della sua esistenza...»

Affermò, rispondendo ai dubbi del marito, con un tono che non ammetteva repliche.

Offenderman non poté far altro che annuire, anche se le sue parole non dissolvevano i suoi dubbi.

~Nelle segrete~

Light non era più in grado di misurare il tempo trascorso tra quelle quattro mura, da quel giorno, quel uomo spaventoso non si era più fatto vedere, lo stesso valeva per il ragazzo che l'aveva frustato.

Mangiava, beveva e dormiva.

Non aveva le forze per fare altro.

Il cigolio della porta gli fece alzare lo sguardo, fece fatica a mettere a fuoco la figura che gli si stava avvicinando.

«Sei sveglio ragazzino?»

La voce era sottile ma decisa.

Light riuscì finalmente ad inquadrare colei che gli si parlava davanti.

Una donna dalle curve generose, i capelli argentei tendenti al bianco, indossava un abito bianco con ornamenti anche essi argentei, due fermagli della medesima fattura e ai polsi portava delle catene, ma nonostante queste, pareva essere più libera di lui.

«C-Chi sei?» la sua voce era appena udibile.

La sua pelle aveva un colore malato, non sapeva da quanto tempo non vedeva la luce del sole.

«Qualcuno che non avresti mai dovuto incontrare»

Aveva uno sguardo di ghiaccio, lo guardava come una regina guarda la feccia del proprio popolo.
Con disprezzo e disgusto.

«Ah, ecco dov'eri»

Una voce proveniente dall'uscio della porta fece distrarre la ragazza albina dal suo stato di supremazia.

«Smettila di perdere tempo, abbiamo del lavoro da sbrigare»

Una ragazza dai capelli corti corvini e gli occhi rossi poco più scuri della collega, li osservava spazientita.


«Bene, mi ero scocciata di fare la babysitter» commentò scocciata raggiungendo la ragazza sulla soglia.

«Ah giusto, ragazzino, presto avrai visite» annunciò la ragazza con l'abito bianco con un ghigno soddisfatto in volto.

A quelle parole, Light prese a tremare terrorizzato, all'idea di rincontrare uno dei suoi aguzzini.

Le due uscirono, lasciando il ragazzo col suo terrore.

«Dobbiamo sbrigarci»

Affermò la corvina frettolosa, la giovane donna al suo fianco si limitò ad annuire.

Entrarono in una stanza spoglia, in fondo al lungo corridoio appena percorso, l'unico oggetto degno di essere definito tale in mezzo a quei manufatti impolverati e mal ridotti, era uno specchio rivestito d'argento con delle rifiniture verdi e rosse; le due si posizionarono di fronte ad esso.
La corvina si avvicinò e pronunciò queste parole

"Alainfitah, walaintiqal 'iilaa alealam albasharii"

Non appena concluse la frase, la superficie cristallina dello specchio cominciò a deformarsi, come le increspature sull'acqua.

Le due fecero un passo avanti, fondendosi con esso e, poco dopo, si ritrovarono alla luce della luna piena.

~Alla creepyhouse~

La luce lunare filtrava attraverso la finestra del piano superiore, più precisamente nella camera di Jeff e Laughing Jack.

Il clown monocromatico stava osservando l'amato appoggiato sul suo petto, vederlo così rilassato gli procurava una grande pace, che in pochi nella creepyhouse avevano avuto la fortuna di provare prima di incontrare le loro metà.

Lj rimase ad accarezzare i capelli nero pece del ragazzo, assorto nei suoi pensieri.

Purtroppo, la quiete venne presto spezzata, non appena l'ormai demone avvertì una presenza estranea nella stanza.

Con tutta la delicatezza di cui era capace, si alzò dal letto cercando di non svegliare il killer.

Andò alla finestra, facendo il minor rumore possibile.
La strana presenza era sempre più intensa.

Avvicinò con cautela la mano alla maniglia.

«Laughing...»

A voce di Jeff lo fece sussultare, si girò verso il letto su cui era seduto il suo ragazzo.

«Scusa, non volevo svegliarti» gli si avvicinò, mettendo le mani sulle sue spalle e baciandogli la fronte.

«Che stavi facendo?» domandò il corvino strofinandosi gli occhi ancora assonnato

«Nulla, torniamo a dormire» rispose, non volendo farlo allarmare inutilmente.

Tornò a sdraiarsi al suo fianco, stringendolo a se.

Purtroppo quella di Laughing non era solo una percezione.

Fuori dalla finestra, un'ombra scrutava i due ragazzi all'interno, aspettando il momento propizio per agire.









It's me :D:

Ma buona seeeeeraaaa :D

Ho finalmente avuto modo di reintrodurre queste due persone belle XD

Comunque, la formula per lo specchio non è inventata, ma è in arabo😂

Stellinate e commentate

Adieuuu😘

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