The red rogue
Racconto partecipante al "May the Fourth be with you" contest organizzato dalla Libreria del Cappellaio Matto - Prompt 1
"Io sono il comandante Wedge Antilles, capitano dello squadrone rosso e responsabile dello squadrone Rogue. Arrendetevi e deponete le armi, avete perso!"
L'uomo si guardò nello specchio, i capelli scuri e gli occhi segnati dalla stanchezza, credendosi più ridicolo che mai: lui era solo un comunissimo essere umano, mentre su quella maledetta... cosa, che con estrema difficoltà riusciva a definire stazione non erano presenti solo uno, ben si DUE signori oscuri, di cui il primo era lo spietato Darth Vader e l'altro l'imperatore Palpatine in persona. Che cosa avrebbe fatto in caso di cattura? Avrebbe danzato davanti a loro pur di guadagnare tempo prezioso per la flotta? Gli avrebbe raccontato una barzelletta?
"Niente di tutto questo, amico mio"
Wedge sussultò e si girò di scatto, preso alla sprovvista dell'apparizione del suo sottoposto Corran Horn, il quale non aveva intrapreso le vie dei Jedi me ne condivideva le caratteristiche e i poteri. I due rimasero lì a fissarsi per un paio di minuti buoni prima che il comandante sospirasse, desolato, ed indicasse con la mano la poltrona alle sue spalle:
"Non restare lì impalato, accomodati! Che non si diffondano stupide voci sull'ospitalità dei Corelliani solo per colpa tua"
Il giovane ghignò in risposta, accomodandosi sui cuscini rossastri e sospirando per la stanchezza. Il comandante ritornò a fissare la propria immagine allo specchio, ma il suo compagno di squadra non voleva proprio saperne di lasciarlo stare:
"Sai, non c'è bisogno di disperarsi per una questione del genere: siamo piloti, se non evitiamo i colpi ci ammazzano e difficilmente veniamo catturati. Pensa, poi, a quante possano essere le possibilità che tu venga portato PROPRIO davanti all'imperatore e a Darth Vader in persona! Ma ti pare?"
"Mi preoccupo comunque, Corran, è la nostra ultima grande battaglia ed io sarò colui che vi darà gli ordini, sarò responsabile delle vostre azioni e del vostro futuro..."
"Perché, in questi ultimi anni cos'hai fatto? Ci cucinavi il pranzo per quando saremmo tornati dalla missione? Saremmo tutti morti, a quest'ora, se non fossi stato il nostro comandante"
Wedge sospirò e si tuffò sul letto, sul bordo più vicino all'amico, passandosi una mano tra i capelli scuri e chiudendo gli occhi con esasperazione.
"Mi sembra... Troppo. Chi sono, io, per ricoprire un ruolo del genere? Non ho neanche quarant'anni, i miei superiori lo sono diventati a quell'età, e di quali esperienze posso vantarmi?"
Corran si mise a tossire in modo teatrale, rischiando di cadere dalla poltrona come una pera cotta e guardando il suo comandante con occhi sbarrati:
"Oh, vediamo un po', sei solo sopravvissuto alla prima Morte Nera e alla Battaglia di Hoth; inoltre hai fondato lo squadrone Rogue ed hai protetto la base di Yavin IV durante l'evacuazione, salvando chissà quante vite, ed hai distrutto quel maledettissimo Super Distruttore Stellare pur di ottenere la navicella con cui Luke, il caro vecchio Luke, riuscirà ad infiltrarsi nello scudo nemico! Oltre a questo ti sei comprato una navicella con i tuoi stessi risparmi pur di rifornire Booster Terrik e la Ribellione, e chissà quante altri innumerevoli imprese hai compiuto prima che io diventassi Rogue Nove! Ti rendi conto di ciò che hai combinato in meno di vent'anni della tua vita, Wedge?"
Il soggetto in questione rimase a fissare sconvolto il tetto della stanza mentre si rendeva conto di quante avventure avesse davvero vissuto, di quanto si fosse distinto come membro della Ribellione e come miglior pilota della Galassia; Corran si alzò dalla sua postazione e si sedette affianco a Wedge, fissandolo negli occhi e pronunciando le sue ultime parole con un'enfasi delicata, quasi fin troppo sottile in confronto a quello che aveva detto prima:
"Ti sei meritato tutti i tuoi titoli, dal primo all'ultimo, e ne hai ancora altrettanti da ottenere: sei l'uomo del popolo, l'eroe delle persone comuni, ogni singolo individuo pensante in questo Universo aspira a raggiungere i tuoi stessi risultati e ad eguagliare la tua leggendaria bravura. Verrai ricordato come un mito, Wedge, e questo pensiero deve essere quello che ti farà forza: sei responsabile delle nostre vite, certo, ma io la mia te la offrirei su un piatto d'argento piuttosto che tuffarmi tra le braccia di un vecchio capitano da quattro soldi"
Il pilota si tirò su, sospirando, e i suoi occhi scuri, lucidi dall'emozione si posarono sul volto del suo compagno di volo, sul mitico Corran Horn che ne sapeva tanto della Forza quanto lui ne sapeva degli X-wing; lo abbracciò in un gesto fraterno, consolandosi con quella piccola azione piena di calore, e i suoi pensieri si concentrarono sulla battaglia in arrivo, isolandolo da tutto il resto e formando piano dopo piano nella sua mente.
"Che cosa ti dice la Forza, Corran?"
"Che è dalla nostra parte, amico mio, e che vinceremo questa maledetta guerra. Andiamo, mandiamo all'Inferno quei maledetti Imperiali!"
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