{Epilogo}
Un colpo improvviso alla porta della carrozza
ci fa sussultare e staccare,
interrompendo il nostro magico momento.
Avevamo entrambi perso ogni senso
del tempo e dello spazio,
eravamo persi totalmente l'uno nell'altra,
immersi in emozioni mai provate prima,
così intense e sublimi
da essere indescrivibili a parole.
《Colin!》
《Che c'è?!》
《Siamo a casa tua!》
《ODDIO!》
Smarrimento e delusione per essere stati interrotti
si mescolano alla consapevolezza di essere stati
colti in flagrante o, in ogni caso,
di essere alquanto in disordine:
un disordine inequivocabile per un uomo e una donna
chiusi da soli all'interno di una carrozza
nella complicità della notte.
Ma non ce ne importa niente:
se potessimo riportare indietro le lancette,
gli stessi baci, le stesse carezze, gli stessi sospiri
sarebbero le nostre colpe,
perché, se l'amore è una colpa,
noi siamo fieri di essere colpevoli.
《Non poteva evitare di fermarsi?!》
Scoppiamo a ridere,
cogliendo il lato comico della situazione.
Entrambi, all'unisono, in sintonia perfetta,
come i battiti ancora impazziti dei nostri cuori.
Cuori che s'appartengono, si chiamano, si amano.
《Credi che ci abbiano visti?
Ormai io non badavo più a niente!》
Sì, era proprio così,
nient'altro aveva importanza:
niente che non fosse la nostra pelle
o il nostro respiro o le nostre labbra
intenti alla scoperta di noi,
naufraghi della passione che travolge i sensi.
Ci scambiamo un ultimo bacio,
dolce, tenero, complice:
ora non siamo più soltanto amici,
ma due persone che si amano,
che bruciano dal desiderio di stare insieme,
che condividono una nuova intimità
fatta di brividi, baci e gemiti.
Questa notte è il promettente inizio
della nostra storia,
poiché adesso sappiamo che dobbiamo essere noi:
non può esistere nessun altro, per entrambi.
Io, Colin Bridgerton, voglio sposare questa donna,
voglio che tutti sappiano che è mia:
lo voglio gridare al mondo intero
quanto la trovo speciale, unica, perfetta per me.
Lo decido proprio in quest'istante,
mentre contemplo il suo sorriso luminoso,
le onde ramate dei suoi capelli sciolti,
il suo viso arrossato a causa mia,
la sua pelle liscia, chiara e vellutata.
Non ho alcun dubbio:
dev'essere lei la mia lei.
Le sistemo la spallina dell'abito verde e luccicante
con delicata lentezza e premura,
le sfioro un boccolo e il volto con un'ultima,
languida, affettuosa carezza
e la guardo imprimendo ogni dettaglio di lei
nella mia memoria.
Oh Pen, tu sei perfetta esattamente così come sei:
non cambiare mai, non lasciarmi mai.
Scendo dalla carrozza
senza dire una parola;
mi volto e la vedo confusa,
avverto il timore nella sua voce.
《Che cosa fai? Colin?》
Le porgo una mano, invitandola a scendere
come un perfetto gentiluomo.
《Non vieni con me?》
Cosa?! Colin dev'essere impazzito!
Voglio dire... Anche io stavo impazzendo poco fa,
a causa del suo tocco, delle sue dita,
del suo anello freddo contro la mia pelle,
del desiderio pulsante e reciproco...
Ma eravamo soli, io e lui, dentro alla carrozza...
E ora, vuole che io venga fuori,
col rischio di essere visti?
Cosa penserebbero sua madre, i suoi fratelli, Eloise?
Non posso farmi vedere,
sarebbe uno scandalo,
lo metterei nei guai, a meno che...
a meno che lui abbia deciso di...
Non può essere vero.
《Cosa? Ma la tua famiglia mi vedrà!》
Certo che ti vedrà, Pen, tutti ti vedranno
ed è proprio quello che voglio!
Ancora non l'hai capito?
Non ho agito d'impulso, sull'onda della passione:
so perfettamente cosa sto facendo
e sono sicuro che è la cosa giusta, per entrambi.
Perciò, sbrigati e scendi:
non farmi aspettare
e dimmi di sì.
《Per l'amor del cielo,
Penelope Featherington,
vuoi sposarmi o no?》
Sì, Colin Bridgerton:
lo voglio con tutta me stessa.
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