¹⁰. 𝘓𝘢 𝘊𝘰𝘭𝘭𝘪𝘯𝘢

Per arrivare alla Collina di Marwoleth Florian avrebbe dovuto percorrere solo una decina di chilometri, quindi decise di prendere la bicicletta elettrica per godersi il clima caldo di quella giornata. Possedeva anche una bicicletta muscolare, ma voleva evitare di arrivare alla Collina troppo sudato, e quindi impresentabile. Inoltre, la bici elettrica gli permetteva di preservare maggiormente il ginocchio, aiutandolo a diminuire la fatica della pedalata.

Quella mattina il traffico sembrava essere piuttosto rado. Gli oscuri nuvoloni che non avevano dato respiro alla città il giorno prima sembravano essersi dissolti, e al loro posto si stagliava un cielo terso di un azzurro accecante.

Aveva iniziato a pedalare con le cuffie nelle orecchie, collegate al walkman nella tasca del suo cappotto. Ogni tanto la musicassetta, una sonata per pianoforte, saltava leggermente: il segnale di una futura smagnetizzazione.

Lui ed Eddie non avevano gli stessi gusti, ma ogni tanto ascoltavano la musica dell'altro quando si trovavano in auto insieme. Tuttavia quello che Ian desiderava, in quel momento, era qualcosa che lo rilassasse e che gli facesse dimenticare la scena di calma irreale che aveva testimoniato quella mattina, appena sveglio.

Nella sua mente era già al lavoro una sorta di meccanismo di rimozione, che seppur a fatica stava riuscendo a sovrapporre una giornata di routine "normale" a quello che si sarebbe aspettato da una giornata post-sommosse. Decise, come aveva già fatto in altre occasioni, di provare a convincersi di aver immaginato il Quadrante che cambiava, e le persone che scendevano in strada. Ovviamente era consapevole di non avere le facoltà mentali per poter cancellare da sé un ricordo, ma fare un tentativo non gli sarebbe costato nulla.

Riflettendo, inchiodò la bici elettrica di fronte al semaforo rosso. Il motore vibrò un'ultima volta e poi si spense. Ian aprì la cerniera del cappotto per prendere aria, attendendo che il semaforo tornasse verde.

Nell'unica auto che si trovava alla sua destra stava un uomo di mezz'età con un occhio senza palpebra, dallo sguardo fisso. Sul suo cuoio capelluto faceva capolino una macchia di colore rosso estesa e frastagliata, che attirò Florian come una calamita.

Poco dopo distolse il volto, pensando a come piantare lo sguardo addosso alle particolarità di quell'uomo potesse risultare scortese. Suo malgrado, Ian spostò gli occhi sul Quadrante. Non sembrava ci fosse nulla di strano o anormale in esso, quel giorno. I numeri verdi si posavano sullo sfondo tranquilli come sempre, ferendogli gli occhi con le loro luci a led, che cercavano di contrastare sulla giornata troppo luminosa.

– Bella giornata, vero? – disse a un tratto l'uomo nell'auto. Florian ci mise qualche secondo a capire che stesse parlando proprio con lui. Premette un tasto sul walkman e attorcigliò le cuffie intorno al collo.

– Sì, non c'è male – gli rispose, un po' annoiato da quel contatto inaspettato.

L'altro stette in silenzio per un attimo, apparentemente pensando a come proseguire. – Anche ieri c'è stato un ottimo clima, non crede? – gli chiese infine.

Florian non capì. Se anche l'uomo abitava come lui a Malthesia, avrebbe dovuto sapere che il giorno precedente la pioggia non gli aveva dato tregua, a quanto pare allagando anche alcune parti della zona C. Si chiese se avesse dovuto negare quell'affermazione, assecondarla o semplicemente ignorarla. Decise per la prima.

– Qui ha piovuto tutto il giorno. Magari nella Sua città ha potuto godersi una bella giornata – gli disse, sperando che il discorso si chiudesse lì.

– Si sbaglia, io abito proprio qui a Malthesia. E ho visto un bel Sole, ieri. Lei non l'ha notato? – disse. L'uomo alzò un dito indicando il cielo e al contempo il Quadrante, che si stagliava in alto sulle loro teste.

Florian sentì una goccia di sudore freddo farsi strada tra i suoi ricci e gli occhiali. A un tratto comprese il vero linguaggio dell'uomo: gli stava chiedendo una conferma degli avvenimenti del giorno prima.

Lo sguardo del suo unico occhio funzionante continuava a muoversi dal Quadrante a lui, come a sottintendere ancora una volta la domanda. Il Regime non si era ancora espresso sull'accaduto, e Ian non sapeva come sarebbe stato socialmente accettabile rispondere. Comprese che l'incanto dell'oblio che stava cercando di impiegare su sé stesso non avrebbe funzionato, non quella volta.

Arrendendosi a quel pensiero, strinse il pugno fino a farsi male, mentre il semaforo tornava verde. Nonostante ciò, i due non si mossero per qualche altro secondo, fermi come due cowboys impegnati in un duello di sguardi e silenzi. Ian spinse il piede sul pedale, riaccendendo il motore.

– Sì, in effetti c'era qualche raggio di Sole – sputò tutto in un fiato, evitando di guardare l'uomo. Con la coda dell'occhio notò che anche lui aveva rispostato lo sguardo davanti a sé, pronto a ripartire dopo aver ottenuto la sua risposta.

– Buona giornata – si affrettò a dirgli.

Ian sfrecciò via, lasciandolo indietro. Nonostante non avesse atteso la risposta dell'uomo, lo sguardo di quest'ultimo lo accompagnò comunque per qualche metro, riverberandosi severo nel suo specchietto anteriore.

***

La collina di Marwoleth era tecnicamente un cimitero, ma non faceva invidia a nessuno degli agglomerati urbani unitisi negli ultimi sessant'anni. Vecchie leggende narravano di congreghe di Levatrici Spirituali che avevano creato interi quartieri nascosti, in mezzo alle cripte e alle cappelle. Probabilmente si trattava solo di dicerie, ma osservando complessivamente la struttura, non c'era da esserne tanto sicuri.

Florian attraversò il cancello di Marwoleth e lasciò che il custode registrasse la sua entrata. C'era un grande afflusso di persone, come a ogni anniversario del post-Espiazione.

Quasi vent'anni prima, le sommosse che c'erano state in seguito alla Promulgazione avevano causato moltissime vittime, quindi non c'era da stupirsene. Inoltre, la sempre più ampia mole di defunti giornalieri faceva sì che ci fosse un perenne viavai di gente. Man mano che passavano gli anni, tuttavia, assieme ai defunti aumentava anche il numero di "famiglie fantasma", ovvero di nuclei familiari all'interno dei quali non vi erano più membri in vita che potessero far visita alle tombe.

Il tempo sembrava essersi fermato in quel luogo. Florian aveva letto abbastanza manuali di architettura da riconoscere le strutture gotiche e le colonne doriche, imitazioni di quelle dei templi antichi ormai esistenti solo sulle pagine dei libri. Ovunque si scorgevano vecchie icone e simboli di qualsiasi religione esistita in precedenza. Rimuovere quei rimasugli era un compito tedioso che nessuno aveva voluto addossarsi.

Florian non si considerava credente, ma per salvaguardarsi da ulteriori rogne fingeva di aderire, come tutti, al culto del Resettismo. Quel culto, organico alla Chiesa del Giudizio, aveva guadagnato velocemente popolarità promettendo una vita dopo la morte "resettata" da ogni male occorso al pianeta negli ultimi secoli. Chi veniva Concluso se ne andava con la convinzione di poter dimorare, sottoforma di anima, in un paradiso celestiale libero da inquinamento, guerre, in gran parte anche dalla tecnologia. Ian, da ragazzo, aveva sempre sorriso di quell'utopia primitivista, o almeno lo aveva fatto sino alla completa ascesa della Chiesa, che aveva reso obbligatoria l'aderenza a quel culto.

Osservando la mappa olografica che veniva consegnata a ogni visitatore all'entrata, Florian pensò alla conversazione avuta con l'uomo dell'auto. Scacciò velocemente quel pensiero, mettendosi a cercare con lo sguardo qualche gruppo di Levatrici. L'idea della richiesta che avrebbe fatto gli causò una punta di vergogna, che gli premette come un sassolino sul petto. Il suo piccolo peccato annuale.

Camminando per un po' senza meta, notò delle donne velate raggruppate in ginocchio sotto un chiosco, in atteggiamento di riflessione. Di fronte al gruppo stava la loro Madama superiora, che sembrava controllarle come marionette.

Florian notò che sotto i veli che le si scostavano dagli avambracci aveva una serie di cicatrici bianche frastagliate, probabilmente frutto di qualche episodio di Disallineamento. Ricordava che le Levatrici sceglievano quella carriera come "scambio", servendo per vent'anni nell'Ordine per evitare di incorrere in Riforme di qualsiasi tipo. Si trattava di una scelta che veniva compiuta quasi unicamente dalle donne.

La Madama ci mise qualche istante ad accorgersi di lui. Quando finalmente lo vide, rivolse una mano chiusa a pugno al resto delle novizie. In un attimo smisero tutte la posizione in ginocchio e si alzarono leggiadre, posando degli sguardi vuoti su di lui. Florian arrossì per quell'improvvisa attenzione rivoltagli.

– Possiamo fare qualcosa per Lei? – gli chiese la Madama, avvicinandosi.

– Sono qui per una Rievocazione. Ho tutto il necessario – le disse, battendo il palmo della mano sulla tracolla.

La donna non sembrava particolarmente entusiasta di quella richiesta, ma il protocollo del suo Ordine imponeva che continuasse a mostrarsi affabile.

– Le costerà 1200 dollari – gli rispose, con una voce melliflua che tuttavia nascondeva qualcosa di tagliente.

Florian perse il fiato. – Cosa? Ma fino all'anno scorso costava 500... – Non credette alle proprie orecchie. – È più che raddoppiato! –

– Queste sono le nuove regole della Chiesa. Fa parte della nuova campagna morale, che invita i cittadini a non indulgere troppo nei ricordi e a vivere nel presente – rispose la donna, visibilmente soddisfatta.

Ian si sentì mancare. Aveva risparmiato 1311 dollari durante tutto l'anno, e questo significava che avrebbe potuto richiedere una sola Rievocazione, e non due come ogni volta. Avrebbe voluto disperarsi, ma non aveva alcuna intenzione di dare spettacolo.

– Va bene, Madama. Per favore, mi chiami la Levatrice più esile e giovane tra voi. –

La donna allargò gli occhi e lo scrutò con disgusto, probabilmente considerandolo un pervertito. Nonostante ciò, non fece commenti e si inoltrò nel fitto drappello di donne velate.

Ne uscì meno di un minuto dopo, trascinando dal braccio una ragazza minuscola, vestita in maniera identica alle altre, ma che riusciva a spiccare lo stesso per via della sua statura sorprendentemente esile. Florian giudicò che fosse almeno mezzo metro più bassa di lui.

Le due donne gli si avvicinarono. La Madama, intanto, aveva avviato la modalità di pagamento sulla carta ID a nome dell'organizzazione.

– Ecco a Lei. Se non le dispiace preferirei prima saldare l'onorario, e poi le spiego – disse cercando di mantenere ancora una parvenza di gentilezza, nonostante lo sguardo che gli aveva rivolto poco prima.

Florian immise il suo lungo codice di pagamento (che aveva da tempo mandato a memoria) sul tastierino olografico, comparso in rilievo sulla carta. L'ologramma blu che rappresentava i 1200 dollari lampeggiò in aria uscendo dalla sua ID, e fece il gesto di inserirsi nella carta in mano alla Madama. Gli parve che la donna fosse divertita dalla sua costosissima debolezza.

– Può seguirmi da questa parte – disse iniziando a camminare verso delle casette a schiera, portando con sé anche la piccola ragazza. Ian vide che la mano della Madama le stringeva l'avambraccio con talmente tanta forza da farsi sbiancare le nocche. Si chiese il perché di tanta veemenza, e la seguì senza dire nulla. Le altre donne intanto, senza che nessuno avesse dato loro l'ordine, si raggomitolarono nuovamente a pregare, con gli occhi chiusi e le mani in grembo davanti a sé.

***

Si ritrovarono in una delle stanze allestite per le cerimonie di Rievocazione. Si trattava di un ambiente immacolato, composto unicamente da pareti bianche, luci a led e macchinari d'acciaio cromato, che, nonostante fossero addossati in un angolo, creavano comunque un effetto di contrasto col resto della stanza.

La Rievocazione era diventata un'attività gestita in monopolio dalle Levatrici Spirituali, che provvedevano a ogni aspetto della cerimonia. I prezzi erano andati aumentando di anno in anno, in quanto si trattava di un'attività dispendiosa, che richiedeva tempo e risorse per ottenere un buon risultato. Tuttavia, la parte di denaro impiegata per migliorare il servizio era molto ridotta, rispetto al profitto personale che poteva ricavarne l'Ordine. Ian aveva imparato sulla propria pelle quanto il Regime lucrasse sulle debolezze altrui.

Ricordava come qualche anno prima chiunque, con le tecnologie adatte, avrebbe potuto esercitare quel mestiere. Tuttavia, lo scandalo delle Rievocazioni sessuali aveva precluso l'esercizio di quell'impiego ai comuni cittadini, ed erano state promulgate molte leggi per regolamentarlo.

A quanto pareva, vi erano persone disposte a pagare profumatamente per avere rapporti sessuali con qualcuno che era stato Concluso, che si trattasse di partner, di conoscenti o di sconosciuti amati in vita. Anche peggio, vi erano Ospitanti disposti ad accontentare tale richiesta per una manciata di dollari.

La Chiesa aveva insabbiato l'avvenimento e si era affrettata a requisire tutti i relativi macchinari. Le notizie diffuse inizialmente erano state prontamente ritirate, e i cittadini avevano smesso di parlarne tra di loro in pubblico.

Florian non aveva dimenticato quello scandalo, suo malgrado. Si era sempre chiesto se le persone che Rievocavano qualcuno per averci rapporti sessuali pensassero alla mancanza di consenso all'atto, ovviamente non da parte dell'Ospitante, che rendeva possibile il tutto, ma da parte della persona Conclusa. Tuttavia, non gli era mai venuto difficile intuire la risposta.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top