Punto Di Vista Di Birdman: È Vivo!

Traduzione fornita da @Shawnxmoon

"Ca*zo."

Lo mormoro fra me e me. Più osservo il piccolo chip dorato più mi sento pessimista. È pulito e asciutto, ma è ancora in un brutto stato. I graffi e i segni dei denti ci sono ancora. Sembra che qualcuno l'abbia messo sotto un carro armato e ci sia passato sopra più volte. Fra tutte le cose che mio figlio poteva ingoiare, aveva scelto questo.

Dovete scusare il mio cattivo umore. Sono così da questa mattina. Freddie non si è presentato allo studio oggi, quindi eravamo solo noi tre: io, Roger e Brian.

Dato che Brian il Prepotente (oh, l'ho detto ad alta voce? Non potete capire quanto mi dispiaccia) è praticamente il capo quando Freddie non c'è, siamo finiti per fare quasi solo quello che voleva lui. Roger ovviamente si é lamentato della velocità delle canzoni (Brian tende a rallentare le canzoni mentre Roger preferisce velocizzarle; nonostante siano pappa e ciccia, è una dura battaglia costante tra questi due), ma ha vinto Brian.

Peró non siamo riusciti a fare molto. Brian è molto intellettuale, pensa sempre troppo a ogni singola cosa, è scrupolosamente meticoloso quando lavora sulle sue canzoni. Oggi abbiamo fatto soprattutto cose tecniche, come espandere il calpestare dei piedi in "We Will Rock You", Brian ha usato una qualche strana formula fisica per decidere quante volte dovevamo sovrapporre i tuoni artificiali per ottenere un suono convincente in un'arena.

Che ci piaccia ammetterlo o meno, ci sono due menti principali in questa band -Freddie e Brian- e molto volte ci è capitato di dividerci in due squadre: Roger e Brian vs me e Freddie. Queste due menti non potrebbero essere più diverse, soprattutto per il modo in cui lavorano. Freddie è un perfezionista ma non perde mai troppo tempo su una canzone per non annoiarsi- il che succede facilmente. Fidatevi.

Ma non fraintendetemi. Io e Roger non diciamo sì e basta. Nessuno di noi lo fa. Di solito, circa il settantacinque percento delle volte, tutte e quattro le nostre voci trillano allo stesso volume, combattiamo con le unghie e con i denti quando è una cosa che ci tocca in prima persona.

Mi appoggio sullo schienale della sedia e stiracchio le braccia dietro dalla mia testa. Sto rimuginando su questo mio piccolo progetto da tutto il giorno. Mi piacerebbe che Freddie fosse venuto, almeno per l'ultima ora. Secondo Roger aveva delle commissioni oggi. Non so quali commissioni dovesse fare. Se chiedete a me, credo che lui e Eve semplicemente abbiano avuto dei problemi a riprendersi da ieri sera.

La mia mente ritorna agli avvenimenti di ieri, a partire dalla rissa all'Heatwave, fino ad arrivare a quel dolce e sincero momento condiviso da un Freddie e da una sua stressata "gatta randagia" ubriachi. Che nome buffo con cui chiamare qualcuno. Gatta randagia. Ma in qualche modo, le sta bene.

Stava succedendo qualcosa. L'avevo notato nei loro sguardi. Solo un completo idiota avrebbe potuto non vederlo. Mi sembrava vero, non che io sia un esperto. Ma c'era una sensazione, un'aura, che mi ricordava vagamente il modo in cui Freddie guardava Mary quando il resto dei Queen capitava nel loro monolocale o quando lei veniva a farci una visita occasionale allo studio.

Era solo un paio di anni fa?

Dio! Quante cose sono cambiate!

Ma Eve è diversa da Mary, lo so. Vero, sono entrambi dolci, con dei gentili sorrisi e delle voci tranquille. Ma Eve non è così calma, o così servizievole. Non che sia una cosa sbagliata. Forse "servizievole" non è nemmeno la parola giusta. Semplicemente Eve non sopporta le sue st*onzate.

Certo. Ecco la differenza. Eve risponde. Vede il suo inganno. Non so tutto quello che sia successo nella relazione tra Freddie e Mary, so solo quello che ho visto con i miei occhi. Ma non abbastanza sicuro che Mary abbia dovuto sopportare diverse cose interessanti e probabilmente lo fa ancora. Eve non ne tollera nemmeno un decimo. Mi chiedo se sia questa sfida ad attrarre Freddie a Eve o se questa cosa faccia da barriera fra i due.

Scrollo le spalle e mi strofino gli occhi. Veronica entra nella stanza e mi avvolge con le sue braccia da dietro. "Perché non lasci stare per una sera? È molto tardi e sei appena tornato a casa." Sussurra.

"Devo solo rimontare questa dannata cosa." Le dico. "Domani vedo se funziona."

Veronica annuisce e mi massaggia le spalle. "Come si fa?"

"Non ne ho la più pallida idea."

"Posso portarti qualcosa?"

"Sai, chiodo schiaccia chiodo..."

Rise. "Birra o gin?"

"Il più freddo."

"La birra allora. Un secondo."

Scomparve in cucina.

Sospirai e osservai il casino che Freddie chiamava Reliquia. Povero Robert. Non sapeva cosa stesse facendo. Il bambino ha a stento due anni, come poteva saperlo?

Veronica posa la bottiglia di birra sul tavolo. Con una vigorosa sorsata, prendo un respiro profondo e inizio a ricostruire il mostro. Infilo il cibo nel piccolo compartimento, poi vi infilo sopra la grande batteria quadrata. Il vetro è ancora crepato, ma non posso farci molto; non posso mica andare a cercare un pezzo da sostituire. Ho saldato insieme i pezzi della copertura, quindi man mano che aggiungo i diversi pezzi inizia a sembrare la creatura di Frankenstein dei telefoni, con punti di sutura e tutto quanto.

Dopo non molto tempo, l'apparecchio é riassemblato ed è posato davanti a me. La copertura è sopra il tastierino -è una cosa scorrevole che esce se premi un bottone sul lato- una funzione che mi aveva sorpreso la prima volta che l'avevo fatto. La parola NOKIA è l'unica che trovo familiare. Prima, ero convinto che fosse una sorta di telefono; si capiva dal tastierino. Ma è così piccolo e non c'è alcun cavo. Però è il "passaporto" di Eve, a quanto dice Freddie. Come diavolo funziona sta cosa?

Così tanti bottoni, così poche spiegazioni su a che cosa servano. Solo per farlo, premo il pulsante verde appena sotto lo schermo. Non succede niente. Vicino all'antenna c'è un altro cerchio -uno rosso con una linea che lo separa a metà. Lo schiaccio e senza prestare attenzione lo tengo premuto quando alzo lo sguardo, finalmente notando il profumo divino che esce dalla cucina.

"Cosa c'é per cena tesoro?" Urlo.

"È una sorpresa." Mi risponde urlando. "Ma ecco un indizio: non è né un toast né del formaggio."

"Molto divertente."

Mi alzo dalla scrivania e prendo la mia birra. Sto per andare a controllare Robert quando noto che lo schermo è cambiato. Mi avvicino. Sopra la ripetizione della parola NOKIA, l'immagine nera e sfocata di una grande mano tesa verso una più piccola, quella di un bambino, che mi ricorda la Cappella Sistina di Michelangelo, ora è mostrata sullo sfondo verde. Mi risiedo, il mio cuore batte all'impazzata.

"È acceso." Dissi incredulo. "Funziona."

Le mani spariscono e compare una schermata vuota con una sbarra riempita per due terzi. "Nessun Segnale" è il messaggio che leggo sulla parte superiore dello schermo. Funziona. Funziona davvero. Robert non l'ha ucciso!

"Questa cosa è indistruttibile!" Alzo le mani al cielo e urlo "WOOHOO!"

"Cos'è questo chiasso?" Urla Veronica.

"È vivo!" Urlo facendo una davvero brutta imitazione di Frankenstein Junior; sembravo più Marty Feldman che Gene Wilder. "É VIIIIIVO!"

Poi lo schermo si spegne di nuovo.

"Cosa? No, torna indietro, torna- oh mio Dio," dico fra me e me. Lo prendo in mano e schiaccio un pulsante a caso. La grafica dello schermo riappare; immagino che questo coso cercasse semplicemente di risparmiare energia. Prendo un sospiro di sollievo.

Veronica si avvicina. "Immagino che funzioni."

Annuisco entusiasticamente. "Oh, se funziona. Chissà a che cosa serve, penso che lo stia facendo ora."

"Papà!" Robert sgambetta verso di me, vedendomi allontanarmi dalla scrivania. Alza le braccia al cielo e io lo prendo in braccio, scompigliando i suoi capelli.

"La cena è pronta." Dice Veronica con un sorriso.

"L'hai sentito? Stiamo per mangiare, andiamo ad aiutare la mamma." Dico al piccolo bambino tra le mie braccia. Sta osservando la bottiglia di birra nella mia altra mano. Cerca di prenderla.

"No, dolcezza, sei troppo piccolo." Gli dice Veronica.

"Non lo so, Run, sta diventando così grande, fra circa un mese imparerà a guidare."

Veronica alza gli occhi al cielo. "Non ha nemmeno due anni e gli vuoi insegnare a bere e a guidare?"

"Prima o poi dovrà imparare. Ma questa potrebbe essere troppo forte per lui. Prendiamone una più leggera per lui."

Lei ride.

Con un piccolo urletto contento, Robert cerca di raggiungere qualcosa oltre la mia spalla. "Cosa Robbie? Cosa vedi?" Dico.

"Caramella!" 'Caramella' è la parola che usa per tutte le cose che gli piacciono e vuole infilarsi in bocca. Seguo il suo dito che mi sta indicando qualcosa. Sta guardando la scrivania; vuole la Reliquia.

Scuoto la testa. "Oh, no, no. Non ci ripasseremo un'altra volta!" Risi. Potrebbe finire tutto bene, alla fine. Grazie al cielo.

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È circa l'una di notte e tutti stanno dormendo. Ma i miei occhi non si vogliono chiudere e rimangono così. Qualcosa mi sta tenendo sveglio, ma non so cosa.

Avevo provato a chiamare l'appartamento di Freddie per dargli la bella notizia, ma aveva risposto Mary. Stava solo controllando i gatti un'ultima volta prima di andarsene; l'avevo beccata appena prima che uscisse dalla porta.

"Sarei felice di prendere un messaggio e riportarglielo," aveva detto "solo che non so dove sia."

"Non ha detto nulla?"

"No. Solo che ha lasciato il paese." Mary non mi diceva altro e io non volevo insistere. Ma mi chiedo ancora dove sia andato. Ovviamente ha portato anche Eve. Rido tra me e me. Magari si sono confessati il loro amore l'un l'altro questa mattina, e presi da una passione sfrenata e illogica passione, sono scappati a Las Vegas per sposarsi.

Ha. Freddie. Sposato. Non credo proprio.

Improvvisamente, sento un rumore strano provenire dallo studio dove si trova la mia scrivania. Mi sposto dal lato di mia moglie e mi infilo la vestaglia.

Quando esco dalla stanza il rumore diventa più forte. È un alto lamento metallico, suoni simili a quello del popcorn che scoppia riempiono l'aria.

Bip-bip-bip-bip-BEEP-bip-bip-bip-BEEP-bip-BEEP-BEEP...

La melodia del sintetizzatore viene dalla Reliquia. Mi avvicino, strizzando gli occhi, stancamente. Prendo la cosa in mano, accidentalmente schiacciando il pulsante sul lato nel farlo. La Reliquia si apre ma la musica continua a suonare. Sullo schermo si legge: "Chiamata in arrivo: T-Rod HQ."

Non sono certo di cosa fare. In realtà voglio solo che la musica si interrompa, è fastidiosa. Premo di nuovo il grande pulsante verde e la musica si ferma. Sorrido e decido, magari, di spegnere l'apparecchio così possiamo tutti dormire questa notte.

Ma ora c'è una crepitante e calma voce. "...Pronto? Pronto?"

È una specie di telefono! Lo porto al mio orecchio, poi, facendo una smorfia, mi preparo a chiedere di che cosa si tratti. "Pronto?" Inizio a dire.

"J! Sono K!" Dice la cauta, ma emozionata, voce dall'altro lato del ricevitore. Dietro di lui, altre venti voce urlano dalla gioia.

"Stavamo per perdere la speranza! Come sta andando lì?" Dice qualcun'altro, un pochino più lontano dal ricevitore.

"Come?" Chiedo.

"Julia? Sei tu?" Dice quello chiamato K dopo una lunga pausa.

Julia? Chi è Julia? Mi chiedo.

"Posso sapere chi sta parlando?"

"...Oh." Dice l'esitante e americano K. "Tu non sei Julia."

"No, sono John. John Deacon. Chi sei?"

"John Deacon?" Sussulta la seconda persona. "Il bassista?"

"Uhm, sì, sono io."

Il povero K ovviamente non sa come gestire questa informazione. "Mio Di- uh, be'...questa non me l'aspettavo..."

L'altra voce lo sovrasta. "Come hai fatto a mettere le mani su questo telefono?"

"Non-non avrei dovuto farlo?"

"Dov'è Julia?" Domanda.

"Chi è Julia? Questo telefono è di una ragazza che si chiama Eve."

"Eve?" Dice K. "Che aspetto ha?"

"Uhm, capelli castani, occhi nocciola, uno e settant-"

"È abbastanza silenziosa? Timida?"

"No, non proprio. Qual è il suo nome completo?"

"Julia Samue-" inizia a dire K.

"Zitto Steve!" Abbaia la seconda voce. "Non possiamo dirgli nulla!"

Samuels? Immediatamente torno a qualche giorno fa. Sì. Davanti alla biblioteca. Aveva accidentalmente detto che quello era il suo cognome, prima di correggersi e dire che era Dubroc."

"Conosco la signorina Samuels!" Dichiaro prima di abbassare la voce e sussurrare. "Allora, voi chi siete?"

"Non sono affari tuoi, dicci do-e-Julia!"

"State perdendo la connessione! Chi è? Perché è qui?"

"Chia-emo do-ni, trova J-lia, de-e to-re a -sa!"

"Cosa?"

"Tr-ala!"

"Non farò nulla finché non mi direte di che cosa si tratta!"

"Noi-" e la linea cade.

Appoggio la Reliquia, ma la osservo, quasi aspettandomi che suoni di nuovo. Hanno detto che chiameranno domani. Non ne dubito. Molto lentamente, mi siedo alla scrivania. Non sono sicuro di cosa sia successo.

Julia Samuels. Questo è il suo vero nome allora. È un bel nome, ma ora non importa. Quello che importa era quel coro di voci. Deve andare a casa, penso che sia questo quello che cercavamo di dire. Dove era la casa di Eve, uhm, Julia? Non l'aveva mai detto sinceramente. E cos'è questa cosa ultraterrena che stringo in mano, la Reliquia? Questa Reliquia con le mani di Michelangelo sullo schermo. Avevo riso quando Freddie aveva detto quello che pensavo fosse Eve. Avevo riso quando lei aveva detto di essere una veggente. No, non é una psichica, ma qualcosa di simile. Il suo arrivo qui non era casuale. Ora ne sono completamente certo. Non ne ho alcun dubbio. Allora perché è qui?

Signorina Julia, dico tra me e me, sembra che tu ci debba delle spiegazioni. A questo punto, crederò a tutto.

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