Il Punto di Vista di Birdman: Calpestando gli Alluci di Freddie
Traduzione fornita da Shawnxmoon
Lancio un'occhiata a Brian e mi chiedo se anche lui veda quello che sto vedendo io. Voglio che mi guardi, che mi dia qualche segnale, ma non lo fa. Sta guardando Freddie con un misto di ammirazione e fastidio che tiene da parte solo per lui. Non si riescono a leggere facilmente le espressioni di Brian. Lo stesso vale per me. È un dono, davvero. Nessuno sa mai quello a cui stai pensando se non lo diciamo ad alta voce. La differenza è questa: io non lo dico mai.
Freddie sta ricevendo l'attenzione di tutti nella casa del nostro manager, facendo ancora pubblicità alla sua piccola canzone jazz. "Allora, l'ho allungata un po' e penso che ora sia meglio." La suona per noi. Nonostante mi piaccia il jazz così come piace agli altri, non so se ha posto in un album di rock. Vero, questa versione è meglio, ma le manca qualcosa.
Brian sbuffa. "Ma è jazz Freddie."
"Allora?"
"Nel senso, una cosa è fare commedia musicale, fare 'Leroy Brown', 'Good Company', questo è diverso. Non è... semplicemente non è lo stesso."
Freddie ridacchiò. "Ah giusto scusa. Va bene solo il jazz con la chiara era elettrica e l'ukulele tipo George Formby, me ne ero completamente dimenticato."
"No, sto solo dicendo che è un po'...spoglia. Non ha un lato rock. Non è, non è abbastanza forte."
"Quindi ora ci siamo dei limiti, eh, Brian?"
"Non piace nemmeno a me." Si intromette Roger.
"Freddie non siamo artisti jazz, facciamo rock and roll. Un cambiamento va bene, ma deve essere un buon cambiamento.
Freddie alza un sopracciglio. "Oh caro, era molto intelligente, ci hai pensato da solo?"
Brian sta perdendo la pazienza. "Ascolta, Fred, non so cosa tu abbia così su per il cu*o che ti sta facendo diventare un c*etino del genere, ma fai un favore a tutti e tiralo fuori caz*o!"
Lui potrebbe non saperlo, ma io lo so. Mi ricordo molto bene ieri, stavo sistemando le stringhe del mio basso. L'avevo già fatto un milione di volte ma la nuova stringa non ne voleva sapere di collaborare. Continuava a scivolarmi. Finalmente riuscì a girarla intorno alla manopola e la strinsi per ottenere il tono giusto.
"Dai, dai," mormoravo tra me e me girando la manopola, la stringa che si stringeva sempre di più. Ma strinsi troppo forte e si spezzò. Freddie stava entrando in quel momento.
"Dannazione!" dissi ad alta voce. "Ero così vicino!"
"La storia della mia vita." Sussurrò.
"Huh?" Dissi. Le barriere si aprirono e io soccombi al mio stato eterno di ascoltatore -solo che ora sono due persone a confidarsi con me.
E io che pensavo che Freddie fosse di malumore ieri. Era come se saltasse fra le nuvole rispetto a oggi. Qualunque cosa gli abbiamo detto oggi è stato ignorato o ha ricevuto ostilità. E Roger non sta aiutando. Il suo sorriso va da orecchio a orecchio. Perché sa esattamente cosa non va con Freddie, lo sappiamo tutti. Lui è semplicemente l'unico che lo sta stuzzicando.
Freddie guarda nella direzione di Roger. "Perché sei così divertito?"
"Niente amico," dice "mi sto solo chiedendo che cosa fare di cento sterline."
Gli occhi di Freddie si stringono. "Davvero! Non ti ho visto riuscire a fare niente."
Roger scrolla le spalle. "Significa solo che devo migliorare il mio metodo. Qual è la tua scusa? Tu vivi con lei!"
Ahia. Freddie sta fumando dalla rabbia. Guarda le sue mani serrarsi in pugni. C'è un solo, vuoto, bicchiere da vino di vetro sul tavolo. Muove il braccio. Ora è rotto in mille pezzi vicino ai suoi piedi.
"Quello ci è appena costato il prezzo di un album." Protesta John Reid.
"Penso che tu te lo possa permettere." Risponde Freddie.
"Aspetta, aspetta, aspetta." Brian sbatte le palpebre come se si stesse svegliando solo ora. "State parlando di quella fo*tutissima ragazza?"
"Ragazza?" Reid fa una smorfia, come se fosse stato tradito da Freddie in qualche modo. "Quale ragazza?"
Freddie scrolla le spalle. "È una storia lunga, caro mio."
Resisto al bisogno di scuotere la testa. Brian sembra non fare parte della discussione, solo perché ha scelto di non esserlo. Freddie e Roger si lanciano sguardi. Per Brian questa è la goccia che fa traboccare il vaso.
"Siete incredibili!" Esclama Brain tirando a terra i suoi fogli. "Non starò seduto qui a sentirvi discutere per qualche tipa. A domani." Rimane fedele alla sua minaccia (nonostante fosse debole, effettivamente sono quasi le otto e mezza di sera) e esce fuori dall'edificio.
Forse è ora che io faccia lo stesso. Oggi non ho ancora visto Veronica e Robert. Inizio a girare e a raccogliere i piatti. Ma continuo ad ascoltare.
"Scommetto che le piacciono i biondi." Dice Roger ad alta voce solo per disturbare Freddie. "Scommetto che le piacciono quelli d'oro."
Freddie alza gli occhi al cielo, improvvisamente calmo. "Forse -ma le piacciono anche favolosamente stupendi quindi siamo uno a uno."
"Non mi tocchi. Sotto sotto, vuole me. Dovrò solo aiutarla a realizzarlo."
"Sì, certo." Freddie ridacchia. Si alza e spinge la sedia.
Poi Roger si gira un'altra volta. "Rialzo a mille sterline e dico che riuscirò ad arrivare a lei prima della fine di domani sera."
Freddie sbuffa. "Roger, lascia un po' stare sta cosa."
"Perché? Hai paura che ci riuscirò?"
"Chi ha paura? Puoi averla tutta per quanto mi riguarda. So semplicemente che non andrebbe mai con te."
"O così ti piacerebbe pensare."
"Ti dico questo." dice Freddie. "Verrà con me domani, vedremo cosa succederà."
"Non sarà un po' in mezzo ai piedi?" Chiede Reid. Mi chiedo perché non gli diano fastidio anche le altre persone che accompagnano Freddie a volte.
"A quello ci penso io. Troverò un motivo per farla venire. Avrà bisogno di uno. Come sempre." Freddie sbuffa fa sè e sè.
"Ottimo. Sarà divertente. La mia offerta è ancora valida. Mille sterline." Roger sbadiglia come una iena e si avvia all'uscita. "Grazie per la cena, Reid."
John Reid gli fa un cenno col capo poi si gira a guardarmi e dice "Non preoccuparti dei piatti, ci penso io. Vai pure a casa."
Ascolto le sue parole e le seguo. Penso che Freddie starà ancora un po' da Reid, come al solito. Ma non ho fatto che qualche metro quando la porta si apre nuovamente e ne esce lo stesso tipo, ancora non molto allegro. Cerca con lo sguardo la sua macchina sul marciapiede e impreca quando si rende conto che si è dimenticato di chiamare il suo autista -forse perché stava pensando troppo a lei.
So cosa ne pensa dei mezzi pubblici. Quindi lo chiamo, "Hai bisogno di un passaggio, Freddie?"
Freddie si gira, ci pensa al riguardo e poi annuisce. "Se ti offri, grazie."
Quindi andiamo verso la mia macchina. Discretamente studio la sua faccia adornata da un broncio. Dopo un momento, oso domandare "Stai bene?"
"Perché non dovrei?" Dice evasivamente.
Nonostante io sia il più vicino a Freddie tra tutti i ragazzi, so che potrei rischiare la nostra amicizia dicendo questo "Brian potrebbe avere ragione, sai."
"In che modo?" Ribatte, la sua rabbia inizia a farsi vedere.
"Uh...la canzone. Ha bisogno di qualcosa. È bella, ma ha bis..."
"Non intendevi questo."
"Cosa c'è che non va Freddie? Riguarda lei?"
Freddie apre la bocca ed esita, si schiarisce la voce. "Ti faccio vedere quello di cui mi devo occupare." Dice. "Fai come me, okay?" Inizia a saltellare lungo il marciapiede, dicendo "Stai camminando per strada, facendoti gli affari tuoi."
Lo guardo mentre supera le case del quartiere, saltando da un piede all'altro.
Si volta esasperato. "Be' non stare lí fermo! Muoviti John! Cammina con me! In questo modo!"
Camminare come lui, dice. Per quello avrei bisogno di un trampolo a molla interiore e molta autostima. Ma ci provo. Tendo le braccia ai miei lati, i miei polsi flosci e le mie anche che ondeggiano in un modo imbarazzante.
Freddie si gira verso di me e sbuffa. "Ma che ca*zo stai facendo?"
"Sto facendo quello che mi hai chiesto!"
"Non ho..."
"Hai detto di camminare come te quindi sto camminando come te!"
Freddie si ferma e si osserva. La sua bocca trema, poi mi guarda. È troppo buono per capire se stia arrossendo o meno. Ma ridacchio comunque.
"Lascia stare, lascia stare." Dice. "Sono un po' strano ultimamente. Dov'è la tua macchina?"
Entriamo nella mia berlina (la Papàmobile, Freddie doveva dargli un nome, la vecchia carogna) e inizio a guidare verso il suo appartamento.
"Quelli che stavo cercando di dire prima che rendessi il tutto ridicolo," Freddie continua finalmente, "è: prova a metterti al mio posto. Stai camminando, facendoti gli affari tuoi, è una bella giornata, cose del genere, quando improvvisamente giri l'angolo e vedi una ragazza nemmeno a un metro di distanza. Solo una ragazza stupenda, che sorride e quasi si prende gioco di te con i suoi occhi. Ovviamente tendi la mano verso di lei -e cosa succede?"
Arriviamo a uno stop. "Non lo so. Prende la tua mano?"
Freddie scuote la testa. "Tendi la mano e tocchi del vetro. È la vetrina del negozio e lei non è in vendita, non ha prezzo."
Sto in silenzio. Non oso immaginare a che cosa si stia riferendo, glielo lascio spiegare.
Sospira. "Sono stato un po' troppo di parole con te ultimamente, lo so. Ma non posso parlare di Eve con nessun altro. E dato che tu hai la Reliquia e tutto, c'entri anche tu, più o meno."
Scuoto la testa. "Deve essere terribile per te."
Annuisce. "Credo di aver fatto un bel casino con lei. Roger potrebbe seriamente avere più possibilità a vincere che me."
"Non lo so. Non sono bravo con queste cose."
Freddie alza gli occhi al cielo. "Oh John. Sei così spaventato di offendermi."
Strizzo gli occhi. "Cosa?"
"Parla con me amico! Per una volta non preoccuparti di quello che penso e offendimi ca*zo!"
Mi fermo e gli lancio un'occhiata incerta. "Non ti arrabbierai?"
"Non faccio promesse."
Sbuffo. "Allora non dirò una parola."
"Va bene, va bene! Dimmi quel che ti pare. Giuro che la prenderò come un uomo."
Non sono bravo con queste cose. Non mi piace intromettermi nella vita sessuale, o sentimentale, delle persone o simile. Ma, ancora una volta, Freddie chiede il mio aiuto, anzi, peggio ancora, un mio consiglio. Non so quando mi ricapiterà un tale privilegio.
"Non so cosa sta succedendo tra te e Eve," dico attentamente "ma in ogni caso, dovresti provare a non sembrare così disperato. Forse ha solo bisogno di un po' d'aria."
"Dio mio John, così sembra che la nostra relazione stia affondando, ma non ha ancora lasciato il porto!"
"Forse è troppo presto. Ad alcune ragazze serve più tempo."
Si sfrega gli occhi. "È passato molto tempo dall'ultima volta. L'ultima volta che ho dovuto fare una cosa del genere intendo. La maggior parte delle volte, sai, accorrono semplicemente a te, cercando di infilare le chiavi delle loro stanze di hotel nelle tue mani mentre urlano il loro numero di telefono."
"Ecco. Parlale. Conoscila prima di provare a infilarti nei suoi pantaloni." Tutto per cento sterline, penso scocciato. Dio Freddie, almeno scommetti di più la prossima volta.
"Poi non sembra nemmeno dell'idea di voler fare qualcosa," Freddie mormora "non sembra molto uhm..." smette di parlare, il silenzio riempie lo spazio vuoto.
A questo punto stiamo parcheggiando davanti all'appartamento di Freddie. Sicuramente qualcuno è a casa. Dalle finestre si vedono le luci accese e posso sentire un debole suono di chitarra nell'aria umida. Non gli rispondo, non c'è un modo in cui potrei farlo. Deve farlo da solo. Non è qualcosa che puoi rimontare insieme come quello strano aggeggio.
"Comunque, come sta andando con la Reliquia?" Chiede Freddie mentre apre la portiera.
"Non male," dico "potrei averla montata per domani."
"Ottimo. Grazie per il passaggio John, ti vedremo domani."
"Vedremo?"
"Eve verrà allo studio domani."
Dopo tutto quel farfuglio sdolcinato sull'aver fatto un casino con lei! "Da quando?"
"Davvero, John. Non hai un po' di fiducia in me?" Mi fa un sorriso smagliante -il primo di oggi.
Non so se si sia preso gioco di me tutto questo tempo o se stia processando quello che gli ho detto. Non so come reagire, quindi non lo faccio. Quindi lo saluto e lascio che salga i gradini.
Non abito molto lontano dall'appartamento di Freddie quindi vado dritto a casa e arrivo dopo dieci minuti. Pianifico di parlare della giornata con Veronica e poi lavorare per un po' sulla Reliquia di Eve.
Robert è fra le braccia di sua mamma a darmi il benvenuto. Quando entro nell'appartamento bacio lui sulla testa e mia moglie sulle labbra. Sta furiosamente masticando un pezzo di plastica che ha trovato e che continua a succhiare nonostante Veronica continui ad allontanargli la mano dalla bocca.
Sono più ansioso di finire di sistemare la Reliquia di quanto credessi. Velocemente io e mia moglie parliamo degli avvenimenti della giornata e poi mi lascia andare al lavoro. Corro alla mia scrivania, ispeziono la pila di parti elettroniche, avevano più senso per me rispetto al giorno in cui Freddie me le aveva portate.
E mi manca un pezzo.
Il mio cuore salta un battito. Mi infilo sotto il tavolo, passo le mani sul pavimento. Cerco dietro e sotto i mobili. Sotto i vari fogli sparsi che ho lasciato lì ieri. Non lo trovo.
E poi il mio cuore sprofonda. Non oso guardare. Non può essere. Ma mi giro comunque a guardare mio figlio. Il mio piccolo figlio che sta ancora succhiando un piccolo quadrato di plastica con un rettangolo d'oro al suo centro, ora segnato dai segni dei suoi denti.
Deglutisco. Oh no.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top