8. Ecco Come Stanno le Cose
Traduzione fornita da @Shawnxmoon
"Ti tengo d'occhio, tesoro." disse in fine.
Mi girai a guardarlo. "Come?"
Freddie tamponò delicatamente le sue labbra con il suo tovagliolo. "So cosa stai facendo. Non pensare che io non lo sappia."
Eravamo seduti nei due lati opposti della cucina, la sala da pranzo sembrava eccessiva per quello che dovevamo fare. Entrambi avevamo finito la colazione, velocemente. Freddie sembrava essere di fretta -forse perché doveva andare allo studio e i ragazzi lo stavano aspettando. Ciò significa anche che mangiammo in silenzio, ma il silenzio non diventò mai imbarazzante, probabilmente per il suono costante proveniente dalla radio. Mi piace pensare che a Freddie piacessero le cose cucinate da me, considerato quante volte se le dovette sorbire.
Sorseggiai il mio tè. "Non so di cosa tu stia parlando."
"Sei una ragazza molto sveglia, a farmi la colazione e tutto."
"Una persona deve essere sveglia per fare la colazione?"
"È l'intenzione dietro l'azione. Ti fai diventare necessaria e quindi indispensabile per me."
Misi un finto broncio. "Avevo fame. In ogni caso, era la cosa giusta da fare per ringraziarti della tua gentilezza di ieri sera."
"Vero, sono stato molto gentile." Freddie concordò. "È una delle mie qualità migliore, credo."
Alzai gli occhi al cielo. "Sì, insieme alla tua modestia."
"Sarei stato più gentile con te," disse "ma trovavo la tua storia difficile da digerire. È ancora così, in effetti. Ma sarei potuto essere più comprensivo. Non è tutti i giorni che incontro una donna matta."
La strana espressione nei suoi occhi ritornò, e gli angoli della sua bocca di piegarono. Non potevo lasciar correre quella frecciatina.
"Non ti preoccupare. Non è tutti i giorni che incontro un tipo con un'illusione così alta dello splendore."
"Credo sia 'visione' la parola migliore da usare qui in realtà.
Di solito, essere corretta così tanto mi avrebbe fatta impazzire, ma per qualche ragione, quando era lui a farlo, riuscivo a sopportarlo con più facilità. "Parlo nella mia propria lingua- e non c'è nulla che tu possa fare al riguardo." Alzai la mia tazza di tè con un sorrisetto. "Alla salute."
"Vero, non posso farci nulla se sei disinformata." sbadigliò sfarzosamente. "Ma sì, alla salute."
Back chat, back chat, mi venne in mente all'improvviso. Deve sempre dire l'ultima parola. E aggiunsi mentalmente, Sfida accettata.
Mi alzai e presi i nostri piatti, mettendoli poi nel lavandino. "Un minuto e li lavo."
Freddie spostó rumorosamente la sua sedia indietro. "Quindi ora sei abbastanza lucida da poter tornare da, uhm, qualsiasi pianeta tu venga?" chiese.
Sospirai. "Ci vorrebbe molto di più per tornare a casa mia."
"Cosa intendi?"
"Scusami un secondo." Gli dissi, poi corsi per le scale e andai nella stanza verde. Presi un paio di cose dal mio zaino e tornai giù. Stavo giocando con la possibilità di rovinare il futuro, ma hey, non lo avevo già fatto?
Freddie aveva le mani sui suoi fianchi. Gli chiesi, "Non voglio farti arrivare in ritardo, devi andare da qualche parte?"
"Il mio autista dovrebbe essere qui fra cinque minuti quindi dovrei aver tempo." disse.
"Okay. Vedi questo?" Gli mostrai la Reliquia. "È il mio unico mezzo di comunicazione con la gente nel posto da dove vengo."
"Cos'è?"
"Un telefono."
"Quello è un telefono?" Freddie lo prese dalle mie mani per ispezionarlo. Wow, pensai. Se pensa che questo sia impressionante, ho fatto bene a non fargli vedere il mio Android.
"L'unico problema è che funziona solo se questo" tirai fuori dalla maglietta il tracciatore "diventa blu o se sono collegata al segnale. E non sono ancora completamente sicura di cosa significhi. Solo che ora non sono collegata al segnale, il che fa schifo, ma non ci posso fare nulla."
"Inoltre, non ho alcun soldo, tranne quelli contenuti in questa amichevole carta di plastica che è assolutamente inutile qui. Quindi sono in un bel casino."
Freddie mi stava guardando come si mi sarei messa a ridere da un momento all'altro. Quando non lo feci, e realizzò che ero seria, prese un respiro profondo. "E pensavo di star scherzando quando ho detto che vieni da un altro pianeta."
"Non è vero, uhm, diciamo solo che non vengo da qui."
"Puoi spiegarmi cosa significa esattamente?"
Scossi la testa. "È complicato, non lo capisco nemmeno io."
"Per ora l'unica cosa che ho capito è che non hai soldi. Sarei felice di aiutar-"
"Freddie, no. Non ti sto chiedendo soldi. L'unica cosa che mi veniva in mente di chiederti era..." non finii di parlare. Chiederti cosa? Dove volevo andare a parare? Sta zitta Julia -o Eve, o chi diavolo io sia!
Rimase in piedi ad aspettare. "Continua."
Lo guardai. "Uhm, okay, allora. So che è un SACCO da chiederti. Non ho diritto a chiederti una cosa del genere. Ma sei l'unica persona che io conosca qui. E questo è l'unico posto un minimo familiare per me. Quindi.."
Freddie finí la frase per me. "Vuoi rimanere qui?" disse obiettivamente.
Le mie mani tremavano; le nascosi velocemente dietro la schiena. Dio, suonava male. "Non-non occuperei molto spazio. Non mi avrai fra i piedi per molto in ogni caso. Se è necessario potrei stare in quella stanza verde per tutto il tempo e non tu non dovresti vedermi, dare silenziosa come un-"
"Non mi sognerei di rinchiuderti in quel modo, tesoro." Ridacchiò. "Devi pensare che sono una specie di orco."
"Oh no, solo che non volevo che pensa di che sono una specie di sfruttatrice." Senza realizzarlo entrai in modalità Donald Trump. "Se mi lasci restare, mi guadagnerò il mio posto. Credimi. Sarò brava. Questo te lo posso dire."
Freddie mi squadró, decise che ero seria (almeno credo). Perché alla fine mi disse "Solo se mi prometti una cosa: un favore al giorno. Puoi rimanere, certo. Mi sembri una ragazza onesta. Ti darò una chance. Per ogni giorno che rimani qui mi devi un favore. Non ti chiederò di fare nulla di impossibile. Commissioni, lavori di casa secondari, cose del genere. Che ne dici?"
Tese la mano in avanti e io quasi la strinsi prima che mi ricordassi con chi stessi parlando. "Aspetta. Solo un'eccezione."
Si lamentò scherzosamente. "Buon Dio. Cosa?"
Esitai, le parole che mi si appiccicavano alla gola. Finalmente riuscii a farle uscire a bassa voce. "Niente favori sessuali, per favore."
Le sopracciglia di Freddie si inarcarono immediatamente. "Un'eccezione molto presuntuosa, direi."
"Lo so, lo so, è stupido. Mi dispiace. Volevo solo chiarirlo." E questo è tutto, aggiunsi mentalmente. Nel senso, guardami. Perché dovrebbe voler aver qualcosa da fare con me? "Va bene?"
Guardò il pavimento, il suo sorriso ora un po' inquieto. "Non è un problema Eve. Un peccato certo, ma non è un problema."
"Bene." Dissi. "Allora abbiamo un patto."
Ci stringemmo le mani.
"Congratulazioni tesoro. Ora sei un membro onorario della famiglia." Annunciò.
Si sentí qualcuno bussare alla porta. "È pronto, signore?"
"Ecco il mio autista." Freddie disse prima di urlare alla porta di ingresso. "Arrivo!" Corse in cucina, frugando in giro per qualche secondo, poi tornò velocemente indietro. Una chiave pendeva dalle sue dita.
"Ecco la chiave dell'appartamento." disse. "Non perderla è la mia chiave di riserva. E qui," continuò, mettendomi in mano un'indefinita quantitá di soldi, "per andare a fare shopping."
Lo fissai. "Shopping? Non se ne parla! Potrei non essere qui a lungo-"
"Eve, è piena estate e tu stai indossando un dolcevita nero. Vai a prenderti qualcosa di più adatto. Tutto quello che devi fare è trovare un taxi, indicare dove vuoi andare e boom! Sei a posto. Dovresti aver abbastanza per prenderti tutto quello di cui hai bisogno."
La mia testa stava girando, tutto quello che potevo fare era annuire confusamente. "Sissignore."
"E per grazia divina, non chiamarmi signore. Tornerò stasera. Cerca di non finire nei guai." Freddie mi diede un colpetto sulla guancia e si girò velocemente per andare alla porta.
All'improvviso mi ricordai le mie buone maniere. "Non so come ringraziarti per tutto questo Freddie." dissi a fatica.
Si girò a guardarmi e sorrise, il sorriso più caldo finora. "Be'" disse, "diciamo solo che sei fortunata ad avere degli occhi così grandi."
E senza dire un'altra parola, scomparí.
Ora ero tutta sola nell'appartamento, se non conti i due gatti che dormivano sul divano e quello che mi fissava ANCORA. Dovetti sedermi per un momento e calmarmi.
"Ha appena detto che ho degli occhi grandi?" chiesi ad alta voce. "Non sono così grande, cercava solo di essere gentile. Ma non è importante al momento."
Iniziai a preparare un piano per il giorno. Avrei messo i miei vestiti in lavatrice e mi sarei lavata, mi sarei rivestita, poi uscire per- andare a comprare vestiti. Sembrava abbastanza semplice, solo che non sapevo da dove iniziare.
Si accese un interruttore nel mio cervello. In che posto aveva lavorato Freddie prima dei Queen? Una specie di mercato coperto-
"Oh sì!" Esclamai. "Kensington Market, per me va bene."
Con una rinnovata sicurezza, tornai al piano di sopra.
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