5.Sapevi il mio nome appena mi hai visto...giusto?
Traduzione fornita da @Shawnxmoon
Mi coprii la faccia, dicendo. “Okay, mi hai trovata, mi hai trovata, hai vinto. Però ti prego non mi urlare contro e non chiamare la polizia, non potrei gestirlo al momento.”
Rimase in silenzio, poi dopo una corta eternità, si schiarì la voce. “Perché non esci da lì sotto.”
La sua voce, nonostante fosse ancora musicale, non lasciava trapelare nessuno segno di rabbia o divertimento. E le aree grigie sono le più spaventose.
Ma continuare a nascondersi era inutile. Lentamente iniziai a spingermi fuori da sotto il letto. La polvere aveva riempito le mie narici, e essa non era più dolce con me dei gatti; adesso probabilmente sembravo un pomodoro con gli occhi gonfi, una debole reazione allergica ricoperta di palle di polvere.
Che grande bella prima impressione da fare a Freddie Mercury.
Nonostante il mio aspetto, stavo pensando molto più lucidamente che prima. Grazie a Dio ho almeno un po’ di rossetto, altri giorni non sono così fortunata. Guardai giù al mio passaporto, la sua luce costante mi dava coraggio. Devo essere forte, mi dissi. Non devo lasciargli credere di avere potere su di me.
Alzai il mento, starnutí, e guardai Freddie dritto negli occhi. Non una cosa facile da fare, aggiungerei. L’avete mai visto? La versione del 1977 (o qualsiasi versione) di Freddie? Dio, che bella faccia. Quegli zigomi alti, quel naso aristocratico, quel mento stupendo. E quegli occhi.
Quei due buchi neri che assorbivano tutto con il minimo sguardo. Se li fissavi troppo a lungo assorbivano anche te.
“Quindi John non aveva le allucinazioni in fin dei conti,” disse Freddie. “Be’! Ho sentito di fan che fanno cose estreme ma questo è ridicolo.”
Strizzai i miei occhi perché mi iniziavano a bruciare. Stupidi gatti.
Con gli occhi appannati, chiesi “Cosa?”
“Fan come te che fanno cose estreme.”
“Fan?”
“Ascolta, so che ci ami, davvero, tesoro, ma non credi che intrufolarti nel mio appartamento sia un po’ esagerato?”
“Amarvi? Ah, non so nemmeno chi siate.” Dissi distrattamente, passando una mano sulla mia faccia. Starnutii nuovamente.
Ció sembrò scuoterlo. Le mie parole, non lo starnuto. “Non mi conosci?”
“Mh mh” Ed era vero, quello che gli stavo dicendo. Non lo conoscevo come un conoscente o un amico.
“Ma- ma, non puoi aspettarti davvero che io ti creda?” mi chiese Freddie.
Immediatamente, capii cosa stesse succedendo. C’era un motivo per la sua reazione. Freddie non stava parlando del fatto che io non lo conoscessi, ma del fatto che io non sapessi chi fosse. E nel 1977, quando i Queen si imponevano rapidamente come un tassello importante nella storia della musica, il fatto che qualcuno non lo riconoscesse lo faceva impazzire!
Mi venne un’ idea. Ecco come cavarmela. Non gli avrei detto della mia ossessione per la sua musica che va avanti da tutta la mia vita. Non avrei mai fatto intendere di essere a conoscenza di cose su di lui, pubbliche O private.
È solo un uomo, mi dissi. Lasciagli credere che io lo veda solo così. Sono un intrusa nel suo santuario privato, niente di più. Non all’arrossire, no a guardare le sue scarpe per via della timidezza. Siamo pari, perfetti sconosciuti. Zero carisma, zero riconoscimento.
Così annuii. “È la verità, non so chi tu sia. Sei solo un’altra figlio di Adamo per me. Niente di personale, solo che...” la mia voce si affievolì, alzai le spalle leggermente. “Non ti conosco, scusami. Ho un’idea su cosa potresti essere però. Sei un artista?”
“Più o meno.” disse, apparentemente dimenticandosi del fatto che fossi un’intrusa che avrebbe potuto benissimo tagliargli la gola da un momento all’altro con quel poco che sapeva su di me. “Prima dipingevo, disegnavo, facevo cose del genere all’universi- no piantala, so che stai cercando di perdere tempo. Non è vero?”
“Possibile.” Iniziai a sorridere prima di starnutire ancora un’altra volta.
Tirai su con il naso, sentendomi uno schifo. Oh quanto odio i gatti. Magari gli farò pena e si dimenticherà di arrabbiarsi con me.
“Stai bene?” Mi chiese Freddie.
Annuii, poi iniziai a strofinarmi gli occhi con forza. “Ugh, sto bene...è solo...la polvere.”
“E io ovviamente ti credo.” Rispose. Mi afferrò la mano. “Ecco. Vai di là, sciacquati il viso con dell’acqua. Il tuo mascara sta iniziando a colare, sembrerai un panda se continui così. Quando ti sarai sistemata, viene di sotto che parleremo.”
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