27. Non Siamo Più Amici?
Traduzione fornita da @Shawnxmoon
"C'è Freddie quindi?" Chiese Roger.
"Sí, è solo a-occupato." Dissi stringendo i denti. "Stavo per preparare la colazione, vuoi mangiare con noi?"
"Oh, no. Non starò molto."
"Una tazza di té?"
"Sono a posto, davvero -a meno che non ci sia un pompino di succo nel frigo, in quel caso..." Roger ridacchiò.
Feci un sorriso forzato. "Sei vuoi del succo di arancia, ce ne dovrebbe essere ancora un bicchiere intero. È tutto tuo."
"Nah, ti prendo in giro e basta."
"Entra, lo chiamerò per te."
Roger entró, io nel frattempo lasciai ricadere il colletto. Doveva aver visto i segni del mio vampiro personale, perché iniziò, con molta discrezione, a mormorare fra sé e sé. "Hmm."
Le mie guance bruciavano. Mi versai un bicchiere d'acqua (mi facevano malissimo le gambe e le mie labbra erano screpolate) poi risalii le scale. "Torno subito." Dissi.
Mentre salivo le scale, però, mi tremavano le gambe. "Cento sterline." Le parole rimbombavano nel mio cervello. Portai una mano al mio collo a macchie. Vergogna scorreva nelle mie vene. Avevo lasciato che Freddie facesse cose che non avevo mai lasciato fare a nessun ragazzo. Quindi tutti i suoi gesti, la passione crescente, il suo fascino magnetico- tutta una finta. Tutte tattiche.
Tutto per delle misere cento sterline.
Freddie spendeva di più solo per una bottiglia di vino.
Quindi non ero solo una gatta randagia, ma anche una che non valeva NULLA!
La mia fiducia in lui scomparí. La mia faccia si paralizzò; non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi piangere. Serrai i pugni. Che idiota, che ingenua idiota. Cosa mi aspettavo dal Signore Sesso-Casuale? Lo stesso che diceva che le donne, come i dipinti moderni, "non si possono apprezzare se cerchi di capirle."
Be', almeno sapevo con cui avevo a che fare. E conoscevo il gioco.
Freddie non mi avrebbe resa una presa in giro. Non glielo avrei lasciato fare. Mi decisi. I baci sarebbero finiti. Anche gli sbaciucchiamenti, in particolare, si sarebbero fermati. Eravamo amici, solo amici, al massimo. E dubitavo anche di riuscire a pensare a lui come a un amico in quel momento.
Perché, per essere completamente onesta, in quel momento lo volevo uccidere.
Quando tornai in camera mia, trovai il mio letto vuoto. Sentii l'acqua scorrere dall'altro lato del corridoio; si era infilato sotto la doccia. La porta della sua stanza era aperta, quindi entrai. Non fui sorpresa nel trovare la porta del bagno socchiusa.
NFO: A Freddie non piace chiudere le porte a meno che non serva per evidenziare un concetto. Sintomo della claustrofobia, o forse della monofobia?
Un'altra cosa: sapere della scommessa e di come mi vedeva Freddie apparentemente, mi ridiede la mia abilità analitica, schiarì la mia prospettiva. In ogni caso è impossibile vedere qualunque cosa attraverso una spessa lente sfocata.
Quindi bussai sulla porta del bagno. "Fredde?"
Nessuna risposta.
"Freddie, c'è Roger, vuole parlare con te."
Nessuna risposta.
Incolpo l'astinenza da cocaina (mai più, assolutamente no, una delle cose più stupide della mia vita, non osate mettere cocaina nel vostro caffè, è disgustoso) e un cattivo giudizio per la mia stupida mossa successiva: spinsi la porta e l'aprii.
"Ma ci sei?" Gridai.
Ma la doccia era vuota, la tenda era ancora tirata indietro. L'acqua era calda, il vapore aveva appannato gli specchi e le piastrelle.
Qualcuno dietro di me mi toccò sulla spalla sinistra. Mi girai verso sinistra per guardare ma non vidi nessuno. Ma alla mia destra sentii una leggera folata d'aria fredda. Che scherzo vecchio. Avrei dovuto saperlo.
Quando mi rigirai, trovai Freddie, non messo meglio di prima, davanti a me. La sua vestaglia era legata largamente intorno a lui, la cintura slegata. Era appoggiato con naturalezza allo stipite della porta, leggermente irritato.
"Cosa?" Domandò.
"Roger è giù, vuole scambiare qualche parole con te." La mia voce era gelida.
Freddie mi squadró da capo a piedi, con quale intenzione non riuscii e non volli capire- e chiese "Puoi prendere un messaggio da parte mia? Non so se l'hai notato ma non sono proprio in forma."
"L'ho notato."
Freddie si allontanò dallo stipite e alzò le braccia verso l'alto per stiracchiarsi. Non so perche i miei occhi viaggiarono sotto la sua vita, ma quello che vidi lì quando si allungò li fece sgranare. Cercai di non trasalire ma non riuscii a contenere un corto respiro. Freddie non stava indossando niente sotto la vestaglia. Anche lui guardò in basso, seguendo il mio sguardo che vi si era soffermato troppo a lungo.
"Ops." mormorò, tornando a guardarmi. Il suo sorrisetto contorto tornò. "Be', nel senso, oltre a quello non sono molto in- lo sai."
Feci un respiro profondo. Lui continuò a parlare, mettendomi sempre più a disagio. "Che c'è? Non ti dava fastidio mentre dormivi. Dormo senza vestiti, sai. Te lo consiglio. Se hai sentito qualcosa di strano stanotte, probabilmente ero io."
Sentii la mia mano serrarsi per poi rilassarsi, mentre cercavo di capire i pro e i contro di un bel colpo dritto su quegli zigomi alti. Vinse l'educazione. Ma avevo ancora la mia sanità mentale- e il mio vantaggio. Solo queste due cose mi impedirono di colpirlo.
Il mio volto si irrigidì mentre dicevo "Roger è qui per qualcosa riguardo cento sterline. Sembra essere qualche scommessa. Ne sai qualcosa, Freddie?"
In un battibaleno smise di sorridere. "Io, uh..."
"Sì, come immaginavo. So che probabilmente non mi riguarda, ma, in ogni caso, cosa c'entro io in una scommessa tra te e Roger?" Sorrisi, ma i miei occhi erano duri e, come mi venne detto più tardi, spaventosi.
"Vado subito giù." Disse Freddie, ora pallido. "E Eve, guarda che posso spiegare-"
"Bene, mi piacerebbe vederti provare." Dissi prima di girarmi e andare verso la porta. Poi non riuscii a controllarmi, mi girai a guardarlo e gli dissi "E Freddie, per favore, meriti dei pantaloni, sembra che tu abbia un po' freddo."
Nonostante fossi arrabbiata con Freddie, non riuscii a fermare la risposta anarchica del mio corpo a lui. Le mie mani tremavano e un'immagine di Freddie che non mi aspettavo di vedere oggi, non voleva lasciarmi la mente. A caso, questo pensiero mi passò nella mente mentre scendevo le scale, Quell'uomo è benedetto, cavolo, quant'è fortunato.
Lo schiaffo che volevo dare a Freddie lo diedi a me stessa. DIO! Freddie mi ha usata per tutto questo tempo e io sono ancora attratta da lui!
Passai le mani sul mio collo macchiato. Non mi ero mai sentita così sciocca, così stupida, in tutta la mia vita. Però, il fatto che né Freddie né Roger mi avessero vinta, mi consolava. Non l'avrebbero fatto mai, decisi. Non ero un premio per cui gareggiare, un bottino di cui vantarsi. E non ero un cavallo da corsa su cui scommettere del denaro.
Freddie, sarò attratta fisicamente da te, ribollii silenziosamente. Potresti essere l'uomo più bello ad avermi mai baciata. Ti potrei volere senza voler volerti. Ma questa singola azione dice più su di te di qualsiasi spiegazione. E, dal mio punto di vista, hai rovinato tutto.
Congratulazioni.
Andai di sotto dove Roger aspettava.
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