23. I Trucchi Dello Studio
Traduzione fornita da
Mentre stavamo entrando, potevamo sentire il suono sbiadito di chitarre che facevano punk nell'altro studio.
Freddie sussultò. "Dio, cos'è sto schifo?"
"I Sex Pistols." Rispose la receptionist utilmente. "Stanno registrando adesso."
"Non aggiungere altro." Sbuffò Freddie. "Ci basta sapere questo."
"Sono arrivati più o meno quando siete arrivati voi." Spiegò, ovviamente dal lato dei Sex Pistols. Dopo avermi notata, la mia vecchia amica mi inviò un freddo sguardo di benvenuto.
Risposi con il sorriso più caloroso che potessi fare. "Buongiorno!" Cercai di urlare allegramente ma con la mia voce che era peggio della carta vetrata uscirono solo degli stridii. Volevo provare di nuovo, e feci un debole tentativo per schiarirmi la voce, ma qualunque cosa stesse tenendo la mia voce in ostaggio mi fece partire un attacco di tosse.
Freddie si staccò da Paul e chiese "Stai bene?"
Sorrisi fra gli attacchi di tosse. "Continua senza di me, salvati, sarei solo un peso-"
"Dio Evie. Hai il raffreddore e anche molto leggero. Ti comporti come se avessi preso la fo*tuta polmonite."
"Sto bene." Dissi con voce rauca. "Ma seriamente Freddie, non posso farlo."
"Sono sicuro che saremmo molto più felici se la lasciassimo andare via," si intromise Paul. Misi la mia lingua fra i denti e la morsi.
Freddie alzò il suo indice verso Paul e poi disse. "Deciditi tesoro, stai bene o no? Perché se stai bene puoi farlo tranquillamente."
"Okay, non sto bene."
"Risposta sbagliata."
Lo pregai. "Freddie non posso guardare e basta? Non voglio essere registrata. Sono spaventata a morte dalle cassette e da chi registra sulle cassette."
"Registrata?" Freddie fece una smorfia.
"Tesoro, chi ha mai parlato di registrare?"
"Ma io-" mi interruppi. "Ma pensavo che fosse quello il punto!"
"Davvero, Eve. Ho mai detto che tu avremmo registrata? Ho detto che avevamo bisogno della tua voce. Non significa per forza che ti registreremo.
"Oh!" Sbattei le palpebre realizzando quello che mi stava dicendo. Quindi il futuro non stava per essere riscritto! Certo, "Melancholy Blues" aveva ancora il secondo verso proibito adesso ma anche quello sarebbe potuto essere gestito con eleganza. Il mio corpo si rilassò. "Fiu! Pensavo che tvolessi che cantassi per futuri album o singoli."
Freddie rise. "Sciocca ragazza. Non avrei mai pensato di aggiungere piena di sé alla lista delle tue qualità."
"Oh ma dai! Adesso dobbiamo sopportare delle tue uscite del genere. Mi dispiace di essere saltata alle conclusioni -però oserei dire che sei comunque uno st*onzo quindi non cambierebbe molto."
"Ah, ora siamo a posto." Con una piccola risata, Freddie iniziò a contare sulle sue dita "Eve in breve: piena di sé, stupenda, testarda sapientona."
Vuoi continuare ancora, Freddie?
"Qualcuno ha detto il mio nome?" Cinguettò Roger entrando nell'edificio.
"Non lo so." Si girò verso di me. "Evie, ho detto "delinquente" per caso?"
Roger fece il segno delle dita a V verso Freddie, e non quelli che significa "vittoria". Che risposta intelligente, pensai fra me e me.
Gli occhi di Roger si fermarono su di me, e il suo atteggiamento cambiò tutto a un tratto. "Ma ciao, Eve, bello rivederti qui!" La sua piccola bocca si curvò nel suo sorriso perfetto mentre i suoi occhi cercavano di brillare.
"Ciao, Sneakers -Uh, Roger, giusto?"
"In gran forma piccola." Canticchiò prendendomi le mani. "Per quanto possiamo tenerti?"
"Tutto il giorno." Rispose Freddie.
"Perfetto," disse Roger "un po' poco, ma possiamo farlo andare bene."
"È qui strettamente per motivi di business." Spiegò Freddie velocemente, poi Paul gli toccò la spalla e lo fece andare nella sala di controllo, lasciandomi sola con Roger, a meno che voi non contiate Jane Frost all'ingresso, in quel caso eravamo in tre. Ogni molecole che mi componeva fremeva per seguire Freddie. Non ero mai rimasta da sola con Roger e per qualche motivo ero nervosa. Non nel modo eccitante che faceva nascere in me Freddie (i sentimenti che faceva crescere erano appunto eccitanti), ma ero semplicemente a disagio.
"Be', non dovremmo entrare?"! Domandai.
"È quella la mia intenzione." Roger fece un sorrisetto.
Feci il mio meglio per rimanere indifferente.
Santa pace. Con altre battutine squallide e banali questo ragazzo sarebbe potuto essere Austin Powers. Il ragazzo continua a provarci, quello glielo devo dare.
Per qualche motivo, non me la sentivo di dirgli che non ero mai stata molto attratta dai ragazzi biondi e carini, e che ora ero molto più presa dal principe persiano con gli occhi scuri che ci guardava discretamente mentre entravamo nella stanza. Due tecnici del suono erano piegati sulla console. E John Deacon era seduto sul divano nell'angolo, con il suo basso sulle sue gambe, una pila di versi scritti a mano ordinatamente di fianco a lui. Lo salutai con la mano e lui mi fece l'occhiolino.
Interessata, guardai i versi. In cima c'erano le parole "Spread your wings" , tutto era scritto in nero tranne tre linee nel ritornello che John aveva scarabocchiato con una matita grigio chiara. : "Pull yourself together/ Cos you know you should do better/ That's because you're a free man."
Dovetti sorridere.
"Business eh?" Roger ripeté, pulendosi i denti. "Quale genere di business?"
Indicai Freddie. "Chiedi a lui, non lo so."
Roger guardò nella sua direzione e Freddie scrolló le spalle, dicendo "Vedremo. Se ce ne sarà il bisogno, lo sapremo."
"Oh. Quel tipo di business." Roger annuí saggiamente. Si girò verso di me. "Vuoi vedere lo studio?"
"L'ho già visto. Sono venuta qualche giorno fa."
"Ma avevamo dovuto muovere tutto per mettere la gente sulle pedane. Ora è tutto a posto. Mi piacerebbe farti vedere la mia batteria."
"Piacerebbe anche a me." Dissi educatamente.
"Sarai delusa." Mormorò Freddie. Con la coda dell'occhio vidi la bocca di Freddie tremare. Soppressi un sorrisetto terribilmente immaturo. Dannazione Freddie. Ora sono attaccata da due lati. Bella la mia poca innocenza rimasta...
A John dissi, tenendo la faccia impassibile, "Ieri si è risolto tutto?"
"Risolto tutto?" John strizzó gli occhi.
"Risolto qualsiasi fosse stato il problema che avevi ieri sera."
"Oh." Lo sguardo di John cadde ai suoi piedi. "Quello."
Freddie si aggiunse. "Oh giusto. Quindi? L'hai fatto funziona- ha funzionato tutto?"
"Non ancora." Disse John a bassa voce. "Te lo dirò dopo."
Roger prese le sue bacchette annunciando "Ultimamente non ho idea di cosa confabuliate voi due." poi entrò nella stanza di registrazione, scompigliando i capelli di uno dei tecnici del suono mentre passava.
"Brian sta arrivando?" Chiese Freddie a nessuno in particolare.
Rispose il tecnico a cui Roger aveva scompigliato i capelli. "Ha chiamato, ha detto che è in ritardo e di iniziare pure senza di lui."
"Oh, non abbiamo bisogno del suo permesso per quello." Scherzó Freddie. "Di quanto è in ritardo? L'ha detto?"
"Non tanto. Fra un quarto d'ora e mezz'ora."
"È appena abbastanza tempo."
"Per cosa?" Cinguiettó Roger nell'interfono.
Con quello, Freddie si alzò e batté le mani. "Attenzione, attenzione a tutti per favore."
Roger mise sul rullante le sue bacchette e si piegò all'indietro; John incrociò le mani, pronto ad ascoltare; i tecnici del suono girarono le loro sedie verso di noi.
In un batter d'occhio, Freddie fece scivolare la maschera da showman sul suo viso. "Mentre Brian si prende tutto il tempo per arrivare," disse tenendo premuto il pulsante dell'interfono in modo che Roger potesse sentire, "penso che dovremmo iniziare a lavorare sulla nuova canzone per l'album."
"Oh, Freddie, insisti ancora su quella me*da jazz?" Si lamentò Roger.
Gli occhi di Freddie si rimpicciolirono. "Perché non aspetti che io finisca prima di fare la figura del fo*tuto idiota davanti alla ragazza?"
Troppo tardi, pensai.
"A proposito," continuó, prendendo la mia mano e portandomi al centro, "questa è la sfuggente Eve Dubroc. Ha, uhm, accettato di aiutarmi a mostrarvi come suonerà il pezzo una volta finito."
"Freddie, l'ho già detto, non voglio nemmeno un po' di quella stupida canzone." Protestò Roger. "Non suonerò mai un rat-a-tat-tat jazz stile Sinatra. Non siamo-"
"Perché non provi ad ascoltare, hm?" Freddie sorrise trascinandomi nella stanza dove Roger stava fumando. John ci seguí, un piccolo sorrisetto faceva capolino sulle sue labbra.
Freddie si posizionò sulla panca del piano e si scrocchió le dita. "Hai le parole, tesoro?"
Tornai nella sala di controllo a prendere il mio diario. Dato che non ero riuscita a trovare nemmeno un foglio di carta nell'appartamento, ci avevo la versione finale della canzone. Girai alla pagina giusta, la strappai e scoprii, per mia sfortuna, di aver scritto una sezione di note sul retro che includeva una dettagliata descrizione del comportamento imprevisto di Freddie quella mattina e alcune NFO -sicuramente niente che avrei voluto che leggesse. Se Freddie avesse scoperto che avevo analizzato ogni sua singola mossa nel nome della scienza...
"Le hai trovate?" Disse Freddie impazientemente.
Quindi corsi indietro e posizionai il testo sul leggio attentamente. "Brava ragazza." Disse.
Mi piegai verso il suo orecchio e sussurrai nuovamente "Spero di non doverti ripetere che oggi non canterò."
"Tesoro, qual è il favore che ti ho chiesto?"
"Niente no. O comunque di dirne il meno possibile."
"Giusto." Si piegò in avanti, mettendomi il braccio intorno al collo impedendomi di muovermi una volta che i nostri nasi si toccarono. "Quindi," corrugò le labbra in modo che sfiorassero a malapena le mie "shhh."
CRASH!
Ci girammo, allontanandoci.
Roger era lì, seduto, la bacchetta appena sopra i piatti- un avvertimento.
"Strettamente affari, ricordi Fred?" Disse.
"Esatto Fred." Sorrisi. "Strettamente affari."
"Giusto." Concordò Freddie. "Quindi tu, Rog, piantala di sorridere come uno sciacallo, sembra farti male-" poi si girò verso di me "-e tu, mia cara, credici. Credici e basta."
Con una risatina, Freddie guardò apertamente uno dei tecnici del suono e disse "Ora, Ratty." e iniziò a suonare il piano come se niente fosse successo. Mi schiarii la gola, facendo finta che la sua piccola provocazione non avesse sortito alcun effetto (nonostante il mio cuore stesse battendo al doppio della velocità solita). Istintivamente guardai attraverso il vetro della sala di controllo. Sembrava che i tecnici del suono non l'avessero notato ma anche da qui vidi la faccia di Paul corrucciarsi leggermente. I suoi occhi si strinsero quando si puntarono su di me. Poi Freddie iniziò a cantare e mi risvegliai dalla mia trance, aspettando il momento in cui avrei dovuto iniziare.
Finalmente, era il momento del mio verso, e con una smorfia precauzionale mi ci buttai."The music has faded," cantai con la voce rauca, "And I'm feelin' so jad-ed..."
Freddie iniziò a improvvisare sotto le parole, il che mi diede un po' più di coraggio. La mia voce grattava più del solito, ma non era niente di irreparabile. Le armonie della terza strofa, dove dovevo cantare la parte più alta, le cantammo all'unisono. Mentre prima le nostri voci si mischiavano bene, ora erano di qualità abbastanza diverse da suonare bene , come Michael Jackson e Mick Jagger.
Quando finimmo, le braccia di Roger erano ancora incrociate, ma la sua espressione sembrava meno ostinata. John stava annuendo, convinto. Tuttavia, qualcosa stava succedendo fuori dalla sala di controllo, uno dei tecnici si alzò a controllare cosa stesse succedendo.
"Ora sapete cosa fare ragazzi." Iniziò a dire Freddie quando un personaggio molto sgradevole con i capelli in aria barcollò nella sala di controllo. Era ossuto, ma problematico. Spinse indietro il tecnico che aveva cercato di cacciarlo. Spaventata, misi le mie mani sulle spalle di Freddie. Ma per qualche motivo, nessuno dei membri dei Queen mi sembrava molto preoccupato. Roger alzò gli occhi al cielo e decise di accendersi una sigaretta. John si avvicinò al vetro per poter vedere meglio.
Freddie disse "Con tutti i soldi che ha potrebbe almeno comprarsi vestiti senza buchi."
Attraverso l'interfono sentivamo questo ragazzo (era un ragazzo, non poteva essere molto più grande di me) pretendendo di essere informato su dove si trovassero i suoi fo*tutti compagni e chi fossero quei brutti cogl*oni nel suo studio.
"Chi è?" Sussurrai.
"Una ca*zo di rottura, ecco cos'è." Mormorò Freddie. "Stai qui, me ne occupo io."
Dopo aver baciato le dita della mia mano sinistra, si alzò e andò senza preoccupazione verso l'intruso vagabondo. Roger esitò, ma poi lo seguí. John e io ci scambiammo uno sguardo.
"Quindi chi è?" chiesi di nuovo.
"Ci sono quelli," disse John, "che lo chiamano Sid."
Strabuzzai gli occhi. "Oddio, oh no! ME LO RICORDO!" Con un urletto emozionato, corsi nella sala di controllo, John alle mie spalle. Per nessun motivo perderei questo momento.
Sid Vicious stava ancora blaterando volgarmente quando mi fermai sulla porta, tutta orecchie. Solo a guardarlo mi veniva voglia di andare a farmi una doccia. La schiena di Freddie era dritta, le sue mani erano piantate sui suoi fianchi. Vai, forza Fred!
"Che ca*zo guardi fo*tutto f*ocio?" Approcció Freddie con un inglese trasandato.
Mi colpii come calmamente reagii Freddie. Non potevo vedere la sua faccia, ma anche il suo tono non sembrava arrabbiato, anzi era quasi accompagnato da una risata. "Tesoro, non vuoi che risponda davvero, se devo essere onesto."
"Non sei mica Freddie Mercury?"
"Sono io."
"Che stai facendo qui?" Ringhiò, avanzando minacciosamente. "Perché non sei lá fuori a portare la danza classica alla folla, come hai detto?"
"Aspetta un secondo," disse Freddie, "sei Simon Ferocious per caso?" Mentre parlava, prese Sid dalla spalla e lo spinse verso l'uscita. "Credimi, caro, facciamo il nostro meglio."
"Levami le tua ca*zo di mani-"
"Calmati, Stanley. I tuoi amici sono alla porta accanto." Con quello Freddie buttó fuori la piccola bestia e chiuse la porta dietro di lui.
Senza pensare, inizia ad applaudire, raggiungendo un livello di euforia pari a quello che avevo provato con "We Will Rock You". Freddie si girò e fece immediatamente un profondo inchino dicendo "Grazie, grazie.", la sua faccia brillava di orgoglio. I momenti migliori sono sempre i più sfuggenti.
Roger gli diede una pacca sulla schiena. "Bene così, Fred." disse. Paul era seduto, pensieroso, non si era mosso in tutto ciò, i suoi occhi mi fissavano ancora freddamente.
John mi toccó la spalla. Facendo un sorrisetto più normale, mi girai e saltelli da un piede all'altro. "Sì?"
Si avvicinò e sussurrò. "Che cosa intendi con "me lo ricordo"?"
Feci una smorfia. "Cosa?"
"Un attimo fa. Era come se ti aspettassi quello che stava succedendo. Come se l'avessi già vissuto."
Ops.
Nei miei pensieri confusi, feci fatica a creare una bugia sensata. "Uh, uhm, mi sono solo espressa male."
"Certo. Come quando sapevi che avevo costruito un amplificatore."
"Freddie me l'aveva detto."
"Che tipo di-" Si interruppe, mi riportò nello studio in modo che potessimo avere un po' di privacy. Sussurrò comunque "Perché avrebbe dovuto dirtelo?"
"Non lo so, è semplicemente saltato fuori un giorno. Che cosa c'entra adesso?"
"Perché penso che ci sia qualcosa che non stai mostrando, intenzionalmente."
"Perché li dici?"
"Per quello strano piccolo-"
"Quello strano piccolo cosa?"
"Uhm, quello strano piccolo, uhm, modo che hai di non essere mai sorpresa da nulla. Ti emozioni, vero, ma ti emozioni per cose che stanno per succedere."
Il mio cuore saltò dei battiti. John sospettava di me? Come?
"Sembra che tu sappia le cose prima che succedano." Disse John. "Come lo fai? Nel senso, è il tuo modo di essere, ma a volte è quasi spaventoso."
"Come?" Ripetei. La verità si sciolse, amara, sulla mia lingua e io feci una smorfia per ingoiarla. Non potevo dire quelle terribili parole: "Vengo dal futuro, so quasi tutto sui Queen, e i giorni Freddie sono eoni più corti dei tuoi."
Non volevo dirlo a John, non se non potevo dirlo a Freddie. Riportai il mio sguardo su di lui attraverso il vetro sorridendo al modo in cui si spaparanzó sulla sedia di Ratty mentre ascoltava delle canzoni. È così magro, pensai. Amo quel naso. Amo quelle sopracciglia spesse. Dio, se solo potessi dirglielo.
John mise due dita sotto il mio mento e riportó la mia attenzione su di lui. "Come lo fai?"
"Be'" sospirai, scrollando le spalle, sconfitta, "sono una psico- psichica."
Con questo, John scoppiò a ridere, facendo vedere lo spazio fra i suoi denti.
"No seriamente!" Dissi, aggiungendo questo come numero ventisei sulla mia lista delle ca*zate.
John si fermò. "Davvero? Una psichica?"
"No, non davvero, ma non posso dirti oltre senza sembrare completamente pazza."
"Oh, chissà, magari lo sei davvero e non lo realizzi. Forza, sentiamo una profezia. Prevedi il futuro!"
Chiusi gli occhi un momento, sorridendo.
"Prevedo che fra qualche secondo Brian entrerà sbattendo la porta e dirà che 'Melancholy Blues' ha potenziale."
John ridacchiò. "Quello È molto lontano da-"
SLAM! Brian corse nella sala di controllo, la Red Special in mano. John spalancò la bocca, seguito da me. Io stavo solo scherzando!
"Ma è incredibile!" Esclamò.
"Allora," minimizzai "è stata pura fortuna. Se Brian cambiasse idea sarebbe un miracolo."
E dall'espressione di Brian, non sembrava che avesse voglia di sentire un'altra delle proposte di Freddie. O Freddie non lo notò oppure non gli importó; anche da qui, nella sala di registrazione-chiesa, potevo vedere metodi di persuasione formarsi dietro i suoi occhi. Corsi di nuovo nella stanza, sperando di poter aiutare in qualche modo. Non perché pensassi di poter davvero aiutare, ma perché ero ottimista.
"Il traffico era terribile, mi dispiace." Si scusò Brian. "Cosa mi sono perso?"
Freddie sorrise. "Grazie per averlo chiesto." Strofinò le mani insieme.
Brian mi guardò, perplesso.
"Perché è qui lei?"
"Idea sua." Dissi indicando Freddie.
"Quanto sei fedele." Fece un sorrisetto. "Ratty ti dispiacerebbe farci risentire la registrazione per favore?"
"Aspetta, l'hai registrato?" Urlai. "Ma avevi dett-"
"Ho detto che non ti avremmo registrata per forza ma in questo caso l'abbiamo fatto. Tutto qui. Non è stato così terribile, vero?"
"Sei proprio un infame." Sospirai, ma il sorriso era ancora cucito sul mio viso
"E tu devi ascoltare meglio. Ratty?"
Tutti si zittirono. Ratty spinse il bottone giusto e cliccó su diversi interruttori e improvvisamente la mia voce e la voce di Freddie, assillata dal rumore di John che metteva giù il basso e Roger che starnutiva a intervalli casuali, risuonarono nella sala di controllo. Nei primi secondi, diventai rossa dall'imbarazzo, ma quando avemmo iniziato a cantare insieme mi calmai un po'.
La faccia di Brian rimase impassibile; Freddie mi fece l'occhiolino quando si accorse che lo stavo fissando. Non volevo farlo; non riuscivo a non ammirare il suo corpo, non quando c'era così tanto da ammirare.
Quando terminò la nostra registrazione improvvisata, ci girammo verso Brian per la sua opinione. "Non mi piace comunque." sospirò.
Freddie annuii e disse "Be' manca ancora il basso, ma-"
"L'ho già detto Freddie e lo dirò di nuovo. Non è rock and roll. Non è nemmeno vicino ad esserlo rock and roll."
Pensi che questo non sia bello, aspetta Hot Space amico, pensai.
"E non so come lei dovrebbe aiutare." Continuò Brian indicandomi. "Aggiunge solo un po' di personalità alla canzone."
Mi illumino ancora quando penso a quella linea. Quando sono triste, anche ora, penso seriamente che "Brian ha detto che dó personalità alla canzone." Non è ridicolo? Ma è vero.
"Oh, ma Brian, caro, dai-" inizió Freddie.
"Sì, registrala, ma non la vedo in News Of The World, magari può essere il lato B di qualche singolo." Affermò Brian.
Gli occhi di Freddie si infuocarono. Potevo sentire la sua risposta prima ancora che la dicesse.
"Hai ragione." Dissi a bassa voce.
Ogni testa si girò. Freddie mi lanciò un'occhiataccia, l'accusa di tradimento ora si stava formando sulle sue labbra.
"Come?" Disse Brian.
"Uhm. Forse sto dicendo una cavolata, potresti aver ragione, gli manca ancora qualcosa."
Freddie chiuse gli occhi. Non sapevo se stessi vincendo Brian, ma sicuramente stavo perdendo Freddie. E preferivo tenermi Freddie. Parlai più velocemente. "Il ritmo e il tono ti permettono di rendere la canzone più rock se vuoi. Non credo che ne abbia bisogno, a me piace di più il jazz ma non sono mica un astronomo geniale e dio della chitarra, quindi chi sono io per parlare?"
Feci un respiro profondo e incrociai le dita.
Poi, molto lentamente, Brian disse "Be' ammetto che ho ancora bisogno di sentirlo con la parte ritmi-"
Sbattei le palpebre. Avevo capito bene?
Freddie alzò gli occhi al cielo. "Be', naturalmente caro. Non dobbiamo saltare alle conclusioni troppo presto! Roger e John sarebbero felici di fartela sentire. Vero?"
John annuí. Roger mormorò qualcosa, guardandomi "Forse."
"Ecco! Vedi?" Forza forza forza, mettiamoci al lavoro cari, Brian ha ancora bisogno di un po' di aiuto." Disse Freddie prendendomi la mano e trascinandomi di nuovo nello studio per altri inevitabili traffici di registrazione. Non stavo per morire.
John fece un cenno della testa nella mia direzione e mi fece l'occhiolino, mimando con la bocca "Impressionante."
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