19. Quella Sensazione di Agitazione
Traduzione fornita da Shawnxmoon
I miei occhi si chiusero, il mio subconscio mi rimandó nella foschia. Una volta ancora l'ombra si avvicinò, aspettando una mia mossa. Le mie mani erano ancora legate insieme, ma questa volta mi mossi verso l'ombra. Volevo sapere di chi si trattasse.
L'ombra tese la sua mano verso di me, mi avvicinai ancora di più, finché la foschia non era abbastanza raga da poter vedere la sua faccia. Non ero molto sorpresa nello scoprire che si trattava di Freddie. Continuò a tendere la sua mano, ma io alzai i miei polsi legati e scossi la testa. Senza una parola, tese la sua altra mano, che conteneva qualcosa. Sorrisi in modo paternalistico e io sussultai.
Era la Reliquia.
Istintivamente scattai per prenderla, ma lui nascose velocemente la sua mano dietro alla schiena, lasciando tesa in avanti solo la sua mano libera. Il significato era ovvio, se vuoi andartene da qui devi seguirmi.
Pertanto, non così malvolentieri come l'avrei fatto il giorno prima, tesi la mia mano. Con la sua mano aperta, Freddie mi toccò il polso e le corde caddero. Poi afferó il mio braccio e iniziò ad agitarlo violentemente. Cercai di tirargli un piccolo schiaffo con la mano libera mia non si fermò. Poi sentì la sua voce, senza fiato ed emozionata:
"Evie, svegliati! Hey!"
Lentamente il mondo dei sogni evaporò e io ero distesa nel letto, mentre venivo scossa. Ma la voce era ancora lí. "Forza tesoro! È importante!"
Aprii gli occhi di scatto e vidi una silhouette sopra di me, ma sapevo a chi apparteneva. Freddie era seduto sul mio letto, scuotendo la mia spalla.
"Co-cosa c'è?" Balbettai.
"Niente, stupidina, ora alzati! Dobbiamo metterci al lavoro!"
"Aspe' aspe', che ore sono?"
"Oh, non è importante, cara."
In ogni caso presi l'Android, ora pienamente caricato e a faccia in giù sul mio comodino. Ero troppo rimbambita per pensare alle possibili conseguenze di ció, accesi lo schermo. "Freddie sono le tre e quattordici, sei pazzo?"
Era sbalordito. "Hey, è quella cosa! Come ha-"
"Lo Specchio Magico sa tutto." Mormorai. Lo infilai sotto le coperte. "Va' a letto Freddie, posso sentire la vodka."
"Non ti alzi?" Disse Freddie.
"Non per altre quattro ore. Torna dai tuoi amici, hanno bisogno di te, ciao." Infilai la testa sotto il cuscino e la coprii con le coperte.
Fu un errore.
Due secondi dopo, Freddie tirò indietro le coperte e via il cuscino.
Urlai. "Porco!" (Penso che questa fosse la mia risposta a ogni cosa che diceva.)
Mi misi a sedere, cercando di ritirare su le coperte.ero nella mia vestaglia di pizzo verde scuro che Freddie aveva scelto per me- una che avevo protestato molto perché era praticamente trasparente- immaginavo che Freddie mi avesse già vista abbastanza per il resto della mia vita. Ma di nuovo, persi in astuzia. Non appena mi alzai dal letto, Freddie mi prese in braccio e mi tirò sulla sua spalla, come un sacco di patate. Come se facesse sempre queste cose alle tre del mattino, scese tranquillamente le scale mentre gli tiravo dei pugni sulla schiena.
"Ora, ora, cara, penseremo dopo alle sculacciate." Cantò.
Non riuscivo a imbarazzarmi; risi stancamente. "Non so nemmeno perché mi spreco."
"Bella domanda." Mi buttò sul divano e tese la sua mano per aiutarmi ad alzarmi in piedi. Ah, dolce Freddie. Così bravo a mettermi in posizioni strane e poi far finta di essere un cavaliere e aiutarmi. Adesso ero sveglia.
"Dovrei mettere su la teiera?"
"Aspetta."
"Dove, uhm, dove sono andati i tuoi amici?"
"Oh, sono ancora fuori."
"Anche Minsy?"
"Minsy? Chi è Minsy?"
"David Minsy."
Sbatté le palpebre, la sua espressione tradiva della paranoia. "È Minns, e come fai a saper-"
"Ero lì Freddie, ho sentito tutto!"
"Oh. Be', sí, uhm, è ancora lì, con gli altri. Ma non voglio parlare di loro, mi stai distraendo. Forza forza forza. Siediti!"
Mi sedetti sulla panca di fianco a lui dove aveva indicato. Freddie mi seguì. Strizzai gli occhi per guardarlo, e notai che sembrava un po' consumato.
Ovviamente era tornato direttamente da un bar e qualsiasi festa si tenesse lì. I suoi vestiti, solitamente ordinati e puliti, erano pieni di pieghe e umidi. Era pieno di energia, forse troppa, i suoi occhi erano rossi e la sua fronte era imperlata dal sudore. Freddie era chiaramente fatto -forse aveva fatto un po' di linee mentre era fuori- ma non osai chiedere.
Mise le sue larghe mani sui tasti e iniziò a suonare. "Sei una fan del jazz. Ti canterò questo e tu mi devi dire se ha bisogno di qualcosa."
"Freddie, sono davvero stanc-"
"È un ordine!" Urlò.
"Signorsì capitano!" Dissi.
"Bene." Mormorò. E iniziò a suonare del jazz sensuale.
Sorrisi, amavo quella canzone. Infatti gli mancava quel ritmo della canzone che conoscevo, ma oscillai al suono della musica, chiudendo gli occhi per non perdermi nulla. La stava suonando più velocemente rispetto al solito, ma mi piaceva di più in questo modo. Nella versione dell'album, mi ero sempre immaginata Freddie sdraiato sul piano, tipo Marilyn Monroe, miagolando mentre gangsters degli anni '40 con dei sigari in bocca attaccavano la band dietro di lui. Non era una bella vista. Divertente, sì, ma a Freddie non stava particolarmente bene un vestito di seta nero.
"Quindi, cosa ne pensi?" Mi chiese improvvisamente.
"È bella. Servono il basso e la batteria però."
"Be', ovviamente."
"Finisce così bruscamente?"
"Per ora si affievolisce e basta. Ha bisogno di qualcosa?"
"Tipo?"
"Qualunque cosa, strumenti..."
"Uh, no?"
"Brain si lamentava del fatto che non ci fosse una parte per la chitarra."
"Ma non ne ha bisogno."
"Esattamente! Gliel'ho detto ma a Bri e Roger non piace, dicono che è troppo dolce, troppo jazz, e John è a metà strada. E non è una bella cosa."
Di nuovo, mi ricordai la versione da frequentatore di bar di News Of The World. "Hai pensato di rallentarla magari?"
Mi guardò. "Perché?" Poco difensivo eh, Fred?
"Forse è troppo veloce."
Freddie scrollò le spalle. "Non penso."
Ooookay, andando avanti... "Be', uhm, è solo quella strofa e il ritornello due volte?"
"Non ho ancora scritto la seconda strofa. Forse non la scrivo, mi piace quanto è corta."
"Una seconda strofa potrebbe aiutare ad allungare il brodo, provaci."
Freddie grugnì irritato. "Bene, cara, preparati a scrivere con me."
Lo guardai nei suoi occhi rossi e sorrisi. "Vediamo, suona di nuovo la strofa per favore.
Lo fece.
"Okay, di nuovo. Potresti canticchiare la melodia per me, per favore? Per capire come dovrebbe andare."
Freddie canticchiò. Quello che lui non sapeva era che avevo amato quella canzone per anni e avevo giocato con il testo diverse volte, come faccio di solito con altre canzoni che mi piacciono. Cantai con lui e dopo qualche bozza, finimmo con questo (includendo, ovviamente, la prima strofa e il ritornello, che non ho scritto qui):
"The music has faded-
And I'm feelin' so jaded.
Nothin' to do but turn out the li-
hight...
I'll be okay tomorrow,
But now let me breathe my sorrow-
Don't wanna get too high tonight...
So come and get me;
Let me
Get in that lowdown feeling
Cause now my heart ain't got nowhere to go [Freddie pensava che questo verso fosse un po' forzato, ma cantarlo correttamente sembrava aulico, quindi cedette.]
So- don't expect me
To behave perfectly,
put on that summer smile
I'm feelin' much more for that icy
winter blast.
Don't try and stop me,
and I don't need anyone to pull me
through.
I'm causing a mild sensation
With this new occupation-
I'm gonna have to choose
to keep it going, lose
my self-composure,
and let them hold over: My...
Melancholy Blues.
Ovviamente, Freddie ed io non concordammo unanimemente su tutti i versi. Litigammo anche abbastanza a un certo punto. Volevo un verso scritto in un modo, ma Freddie ha iniziato una scenata e disse che non avrebbe funzionato. Risposi urlando più forte e aggiungendo "Hai chiesto la mia opinione quindi accettala! Cosa vuoi che ti dica?" La sue energia era contagiosa, anche quella negativa. Dio, Freddie non mentiva quando ha detto che i Queen erano la band più sfacciata di sempre. Tuttavia mentre l'effetto della cocaina (o qualunque cosa che aveva preso) si affievoliva gradualmente, e la sua suscettibilità se ne andava, smise di vedermi come una critica e iniziammo a lavorare insieme abbastanza armoniosamente.
Erano le sei del mattino quando finimmo. Sembravamo e ci sentivamo entrambi come uno schifo. In ogni caso, Freddie voleva cantarla dall'inizio un'altra volta, ma "con stile." Il ritornello finale rimase uguale ovviamente, per divertimento, cantai con lui. Devo ammettere che suoniamo bene insieme.
Alla fine, sorrise e annuí. "È divertente, non sono proprio una persona brava nei testi. Mi hai aiutato molto. Grazie, tesoro."
"Di niente. È solo una cosa a cui pensare."
"Non solo pensare, questa è la canzone adesso."
Realizzai che grave errore avevo commesso.
Oh no. "My Melancholy Blues" non aveva una seconda strofa, non avrebbe mai avuto una seconda strofa, le cose stavano così! Avevo sentito quella dannata canzone così tante volte da sapere che quella era la pura verità. Ma comunque, ma comunque, sul piano c'erano dei versi appena sfornati, nella scrittura di Freddie ed io! Cosa avevo fatto? Cosa sarebbe successo al Tempo e al suo corso?
Ma ero troppo stanca per fare qualcosa al riguardo. Avrei avuto tutto il giorno successivo per fargli cambiare idea.
"Perché sei venuto indietro a chiedere la mia opinione?" Gli chiesi invece.
"È importante per me, ecco perché. Mi piacciono i tuoi gusti nel campo -della musica. Hai ancora bisogno di aiuto per quanto riguarda i vestiti."
Mi sentii lusingata nonostante non fosse un vero e proprio complimento. "Seriamente?" Dissi.
"Sì. Ma sono esausto, quindi se non ti dispiace, cara," mi diede un bacio sulla fronte "andrò a letto."
"È una buona idea," sussurrai "anch'io." Mi alzai. Forse avrei potuto dormire per un paio di ore prima che il sole sorgesse.
Freddie mi guardò in un modo strano, in un tale modo da farmi ricordare cosa stessi indossando. "Sei benvenuta a venire con me, se vuoi."
Il mio stomaco era in subbuglio. "Oh, ne sono grata Freddie, davvero, ma ho un letto perfettamente comodo."
"Lo so," disse alzandosi. "Ma è terribilmente piccolo in confronto al mio."
"Davvero?" Cercai di perdere tempo. Si stava avvicinando a me. Mi allontanai. "È molto, um, interessante."
"A me," disse seguendomi su per le scale, "non piace dormire da solo."
"Divertente, a me va più che bene. Forse dovresti andare fuori a cercare qualcun-"
"Non voglio." Sussurrò. "Sono pronto per la serata, o dovrei dire mattina."
Eravamo molto vicini alla mia stanza e il suo sguardo mi spaventata a morte, mi stava facendo tremare. Immagino che l'effetto di qualsiasi polvere magica l'avesse tenuto in piedi stanotte non fosse svanito completamente.
"Tu," riuscii a dire. "sei troppo."
"Lo sono?" Prima che riuscissi a rispondere, le suo braccia mi circondarono e la sua faccia si piegò verso la mia. Il mondo si confuse davanti ai miei occhi.
Studió la paura nei miei occhi. "Eve, tesoro, perché sei spaventata?"
"Freddie non sei in te." Sussurrai distogliendo lo sguardo. Non lo era o non si sarebbe comportato così. "Non l-lo voglio."
La sua voce scivolò nella parte più profonda della sua gola. Oh Dio, cosa mi faceva sentire. "Allora perché non ho ancora sentito quella parola? Quella parola che sei così veloce ad usare?"
"Quale parola?" Sussurrai cercando disperatamente il pomello della porta.
Freddie avvicinò il suo volto al mio. "No."
Sentii le sue labbra premere contro le mie, ma non abbastanza a lungo da poterlo chiamare un vero bacio. Afferrai il pomello, fuggii da lui, sbattei la porta e la chiusi a chiave.
"Non sono come te, ricordi?" Urlai attraverso la parete.
Non so cosa fece Freddie dopo, ma c'entrava qualcosa con lui che sbatteva la sua porta cinque minuti dopo e che imprecava così ad alta voce che probabilmente lo sentirono anche i vicini. Ma quella mattina, fino alle nove circa, dormii davvero da solo. Io? Non riuscii nemmeno a chiudere gli occhi.
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