Capitolo 14. Legno e Fuoco - Parte Seconda
Intanto, sull'altra nave, Dad si precipitava verso il primo chierico ferito, per sincerarsi delle sue condizioni. L'altro marinaio che aveva provato a invocare un dio misterioso era già stato disarmato e ferito dallo spadone del guerriero, e ora CJ lo teneva sotto stretto controllo a pochi passi da lui, con il simbolo sacro tra le piccole mani per impedirgli di incantare ancora.
L'uomo a terra rantolava a fatica, a causa della freccia ancora profondamente infilata nello sterno e della ferita aperta e sanguinante al di sotto delle costole. Una delle mani stringeva debolmente il metallo intagliato, ma l'uomo pareva incapace di articolare le parole per chiedere l'aiuto del suo dio. Per sicurezza, comunque, il nano gli si inginocchiò al fianco e allentò la presa delle dita dell'uomo sull'oggetto; lo osservò per qualche secondo, cercando di comprendere di cosa si trattasse: quattro fiamme intagliate su un pezzo di metallo lucido e nero. Non aveva mai visto nulla del genere, né aveva mai sentito parlare di un culto con un simbolismo di quel genere. In ogni caso, la curiosità storica durò poco.
Un altro rantolo da parte del chierico lo convinse a mettere in tasca il simbolo e a concentrarsi su di lui, per limitarne il più possibile le sofferenze. Analizzando rapidamente le ferite, realizzò che togliere la freccia, in quel momento, avrebbe solo arrecato danni maggiori. La punta era scesa in profondità, e solo la sua presenza impediva all'uomo di morire dissanguato. Estrarla, ne avrebbe solo accelerato la morte.
Così la lasciò lì, a svettare dal petto e muoversi al ritmo frammentario del respiro dell'uomo; strappò invece un bordo della camicia insanguinata e ne ricavò una striscia di stoffa lunga a sufficienza per fare un giro intorno al petto del suo proprietario, e arrestare così il sangue in uscita. Una soluzione provvisoria, ma il meglio che fosse in grado di fare in quel momento. Intorno a loro la battaglia continuava e numerose coppie di piedi entravano periodicamente davanti al suo campo visivo, benché Dad ci prestasse poca attenzione.
La sopravvivenza di quell'uomo, anche se un palese nemico, era al momento la sua maggiore preoccupazione. Vivo e attivo, quell'uomo sarebbe stato sicuramente più utile, era quella la spiegazione che avrebbe portato ai compagni se gli avessero chiesto delucidazioni in merito. Così, avrebbero almeno potuto capire perché li avessero attaccati in quel modo tanto inspiegabile. Ma la verità era che nessuna vita, nella concezione del nano, meritava di spegnersi in modo tanto triste. Neanche quella di un misterioso assalitore dai poteri divini.
Dei passi regolari alle sue spalle lo allertarono e il nano strinse in pugni, pronto nel caso qualcuno avesse tentato di coglierlo a sorpresa. Ma la voce familiare del druido lo raggiunse, e lo spinse a distendere i muscoli.
«A lui penso io, aiuta gli altri» gli disse Spock, inginocchiandosi al suo fianco.
Dad alzò lo sguardo sul compagno e vide che questi osservava il chierico con fredda indifferenza. Il timore di ciò che il druido avrebbe potuto fare al ferito lo raggiunse, ma come se gli leggesse nella mente, Spock sospirò. «Non preoccuparti. Ci serve vivo. Farò in modo che non muoia qui.»
Per qualche secondo il nano titubò, poi scorse qualcosa, nello sguardo serio dell'altro, che lo convinse della verità di quelle parole. Forse il druido non riteneva preziosa quella vita quanto lui, ma almeno gli premeva interrogarlo, e avrebbe fatto di tutto per evitare che si spegnesse.
Un cenno del capo fu tutto quello che diede in risposta. Con un balzo agile, il nano si alzò e si guardò intorno, deciso a comprendere meglio la situazione sulla nave per rendersi utile ancora una volta. Morven e i suoi uomini combattevano fianco a fianco contro la ciurma di De Bras, che grazie all'estensione della passerella aveva invaso in forze il ponte della Crocevia.
Jake, Eco e Jord si trovavano in mezzo agli altri marinai, ed era chiaro che la loro esperienza sbilanciasse pesantemente gli equilibri in favore della nave che li aveva reclutati come mercenari. I marinai di De Bras facevano fatica a reggere i loro assalti, e cominciavano a retrocedere sotto la spinta dei loro affondi. CJ, dal quanto suo, teneva ancora in scacco l'altro chierico ferito, aiutato dalla giovane e misteriosa marinaia, che in qualche modo era riuscita a procurarsi un'arma da tenere puntata davanti al viso.
Almeno, constatò Dad, pareva chiaro che i due non fossero dalla stessa parte.
In quel momento, il nano realizzò di non riuscire a individuare a bordo della Crocevia né il mezz'elfo incantatore né il grosso guerriero. Quando spinse lo sguardo fino all'altra nave, però scorse Ben, impegnato in un duello acceso con De Bras in bilico sulla passerella.
Daniel, invece, pareva essere scomparso nel nulla.
Perplesso, il nano mosse verso il combattimento, deciso a rendersi utile in qualche modo. Si fece facilmente largo tra i contendenti, assestando qualche cazzotto al momento giusto e schivando agilmente qualche fendente mal piazzato, e giunse fino al fianco del ranger e del chierico del dio del sole.
«Qualcuno ha visto il mezz'elfo?» chiese, facendo lo sgambetto a un marinaio che tentava di ferirlo con la lama arcuata e calando sulla sua testa un pugno dall'alto. L'uomo stramazzò ai suoi piedi con un singulto.
«L'ultima volta che l'ho visto, teneva in scacco la ciurma di De Bras con un ragno gigante» gli rispose Jake, danzando intorno a un altro marinaio e portando un fendente alle sue costole.
Con sollievo, il nano constatò che il compagno combatteva soprattutto con il piatto della lama, attento a non spargere più sangue del necessario. Come lui, doveva aver intuito che si trovavano davanti uomini semplici che rispondevano a ordini poco savi, e la cosa gli ispirò un'istantanea simpatia.
Alla destra di Dad, Jord riapriva in quel momento gli occhi, pronunciando l'ultima parola di un'invocazione al dio del sole. Quando il leggero chiarore di cui era infuso il simbolo del chierico svanì, Dad sentì i muscoli rispondere scattanti, e la mente correre rapida e lucida nonostante il caos.
Sorrise alla volta dell'uomo in segno di ringraziamento, ma vide che Jord guardava da tutt'altra parte. Seguendo il suo sguardo al di là della murata, Dad trovò finalmente risposta alla sua precedente domanda: Daniel giaceva riverso sulla passerella, il sangue che colava copioso e gli imbrattava la tunica di un denso scarlatto.
Alzando gli occhi verso il duello ancora in corso, Dad notò che Ben sembrava avere notevolmente la meglio; ne fu certo pochi istanti dopo, quando la sciabola del comandante della Valchiria volò in acqua, lasciandolo completamente privo di difesa. Invece che terminare l'assalto con il filo dello spadone, però, il guerriero lo colpì di piatto al viso e lo mandò lungo disteso sulla passerella, apparentemente privo di conoscenza.
Sotto gli occhi perplessi del nano, Ben si chinò e raccolse il corpo del compagno, per caricarlo con gentilezza su una spalla. Con la mano rimasta libera, afferrò De Bras per il bavero e lo trascinò con sé per la passerella, del tutto dimentico degli uomini rimasti sull'altra nave, che scavalcavano la murata per inseguire lui e soprattutto per liberare il proprio capitano.
Quando finalmente Ben rivolse il viso verso di lui, il nano percepì un brivido risalirgli su per la spina dorsale: il guerriero era tanto rigido che, anche a distanza, Dad era certo non mostrasse più alcuna espressione; in compenso, gli occhi brillavano di una luce nuova e sinistra.
«Jake, Eco, serve spazio, avanzate!» gridò Jord al suo fianco, e Dad avvertì una sfumatura di paura nella voce del chierico. Come se anche lui avesse percepito qualcosa di diverso, nel modo in cui Ben avanzava e si muoveva.
Ignari di quanto stava succedendo alle loro spalle ma pronti a rispondere all'ordine, Jake ed Eco portarono affondi più intensi che spinsero i nemici rimasti ad allontanarsi dalla murata.
Pochi istanti dopo, Ben mise piede sul ponte accanto al chierico, depositò adagio il corpo di Daniel a terra, al sicuro oltre la linea difensiva costituita dai compagni. «Ben...» provò a dire Jord, ma il guerriero scosse il capo e sospirò, così a lungo da dare l'idea che ogni energia defluisse dal suo corpo.
Con grande sorpresa di Dad, la strana sfumatura negli occhi del guerriero evaporò, lasciando spazio allo sguardo abitualmente gentile dell'uomo. In un movimento fluido, Ben affidò Daniel alle cure del compagno e sollevò De Bras per le vesti, voltandosi verso le due ciurme ancora impegnate in combattimento, e verso gli uomini che dopo di lui avevano percorso l'asse e mettevano ora piede sulla Crocevia.
«Adesso basta» comandò con voce tonante ma incrinata, e tutti volsero lo sguardo verso quell'uomo imponente che si stagliava nitido accanto alla passerella. I marinai della Valchiria sgranarono gli occhi, alla vista del loro comandante privo di conoscenza. «Abbiamo il vostro capitano, deponete le armi e non gli sarà fatto alcun male.»
E dovettero percepire anche loro quella sfumatura tetra nella voce dell'uomo, perché dopo pochi secondi, gli uomini di De Bras lasciarono cadere le armi uno ad uno, e sulle due navi tornò improvvisamente la quiete.
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