I moschettieri

Gavotta: Danza francese di carattere elegante, in ritmo pari e in movimento lento che gradualmente si sviluppa in movimento più vivo ma sempre moderato, spesso introdotta nella suite sei-settecentesca.

Là... là... là... là!

Pippo Bergamon che volteggia in marsina, sottoveste e calzoni. La gavotta intanto accelera, accelera, accelera!

Làlàlàlàààà!

Gavotta col TUNZ TUNZ!

Làààààà! Lààààà!

Su le mani!

Regia! Ci eravamo detti: introduzione raffinata Francia del settecento! Possibile che con voi non si possa mai trovare la giusta misura?

Questa volta, però, ho deciso di perdonarvi, in via del tutto eccezionale, perché l'eccesso non solo è parte dell'AVVENTURA, ma è certamente parte del racconto di cappa e spada dove tutti fingono di essere persone normali, ma in realtà sono incredibili come supereroi. In particolare dedicheremo la nostra puntata a una vera e propria squadra di «Avengers» della corte di Francia: I Quattro Moschettieri!

Leale come Athos!

I Quattro Moschettieri sono protagonisti di tre feuilleton scritti da Alexander Dumas (padre) nell'ottocento. Sebbene le varie riproposizioni delle loro avventure si sono sempre focalizzate su un paio di avvenimenti (sostanzialmente: l'intrigo della collana della Regina Anna e il mistero della Maschera di Ferro) in realtà questi romanzi traboccano letteralmente di avventure e avvenimenti storici. Dumas, infatti, col suo tono forse non proprio rigorosissimo, usa le sue opere anche per raccontare uno dei periodi più intriganti della storia della sua nazione: da Luigi XIII, manipolato dal geniale Cardinale RIchelieu fino all'ascesa di Luigi XIV, che diverrà poi il grande Re Sole, passando per le insidie della Fronda, che ha quasi posto fine alla celebre dinastia francese con addirittura una capatina nella repubblica inglese di Cromwell.

Forte come Porthos!

Il mondo di Dumas è composto in massima parte di grandi amori e sangue caldo. Tutti i suoi personaggi non ne possono più di trovarsi a duellare all'ultimo sangue, ma il re ha vietato i duelli per legge. Ovviamente quando ci si innamora ci si innamora perdutamente e quando si è fedeli a un'ideale per esso si marcia petto in fuori contro le pallottole. La forza delle opere di Dumas non è data tanto dalle avventure che riesce a imbastire quanto dal fatto di affidarle a dei personaggi realmente istrionici come i suoi moschettieri. La loro amicizia (probabilmente l'amicizia letteraria per antonomasia) rassicura mentre il loro sprezzo del pericolo e la battuta pronta generano una sorta di empatia... guascona, nell'accezione del termine che proprio queste storie ci hanno insegnato.

Effeminato come Aramis!

Regia, Aramis non era effeminato.

Come no! Era una donna travestita!

Regia, ma cos...

E' così! Ho visto i cartoni!

Mmmmh... sorvoliamo.

Dumas scriveva per soldi. La lunghezza delle sue opere dipende anche dal fatto che era pagato per riga. Come certi autori moderni ha cercato di tenere vivo il fuoco dei suoi personaggi più efficaci il più a lungo possibile. Questo, in realtà, ci ha donato una loro bellissima evoluzione. Se è vero che nei Tre Moschettieri i nostri sono nel fiore degli anni e invincibili, con un D'Artagnan ancora ingenuamente pronto a gettarsi in ogni battagli a testa bassa, Vent'anni Dopo e Il Visconte di Bragelonne ci offrono una visione estremamente malinconica di questi personaggi, non solo invecchiati, ma anche divisi dalla vita, addirittura messi uno contro l'altro, in certe situazioni. E' un modo molto moderno di intendere i personaggi. Dumas, come gli autori delle serie TV, li creava pagina dopo pagina, avendo a disposizione in tempi abbastanza rapidi il feedback dei suoi lettori. I feuilleton, o romanzi di appendice, prima di arrivare nella forma di libro, venivano pubblicati a puntate in fondo ai quotidiani. Erano quindi una vera e propria letteratura di consumo, che raggiungeva le masse e che doveva tenere costantemente alta la tensione, affinché la gente si appassionasse e chiedessero sempre nuovi episodi.

Coraggioso come D'ARTAGNAN! 

E ecco che D'Artagnan si presenta in studio caricando Pippo Bergamon con il suo fioretto. Pippo Bergamon afferra una spada e para, para, contrattacca, para, stoccata fuori, capriola, parata, altra parata, fuorigioco, rovescio bimane, schiacciata da tre punti, axel, doppio axel, obelisco del tiranno e scala di quadri al re.

Woah. Che duello. A un certo punto non è che abbia capito bene tutto, ma me la sono cavata.

E' D'Artagnan che ha la cortesia dell'ospite e ti ha lasciato vincere.

Regia, per questa volta non riuscirai a ferirmi.

Non è possibile però ridurre il mito dei moschettieri a un'abile strategia commerciale. Se così fosse non si spiegherebbe perché la loro immagine viene continuamente riproposta in varie forme. Quando il cinema è esploso come fenomeno popolare il film di cappa e spada è stato sicuramente uno dei primi generi a essere sfruttato a fondo e i moschettieri sono ben serviti allo scopo. Dall'inizio del ventesimo secolo arrivando anche solo agli anni 60 si trovano almeno una decina di film dedicati alla banda di Dumas. E' naturale, però, che in questo articolo non possiamo sempre tornar su su fino ai tempi di Gene Kelly e Lana Turner, quindi ci limiteremo a citare i film girati quando il vostro autore era quantomeno già in vita.

E' sempre UN SACCO DI ANNI a disposizione, eh.

Questa fa più male, ma rimarrò in piedi lo stesso.

Se volete vedere su schermo gli eroi di Dumas forse la cosa migliore è che vi rivolgiate alla pellicola del 93 con un giovanissimo e quasi irriconoscibile Kiefer Sutherland. Preso con la tara di un film degli anni 90 è ancora una pellicola divertente e non vi susciterà l'imbarazzo che ha invece suscitato in me la versione steampunk di P.W.Anderson del 2011, film che secondo me aveva anche del potenziale, ma talmente pieno di sfondoni da meritare l'oblio.

MI SONO APPENA RICORDATO LA PETTINATURA DI ORLANDO BLOOM! UCCIDETEMI!

L'apice, in termini di produzione, è stato forse raggiunto dalla Maschera di Ferro, film del 1998 con un cast a dir poco enorme (Irons, Malkovich, Depardieu, Byrne nei quattro più Leonardo di Caprio a fare Luigi/Filippo) e una produzione di prima grandezza. Attenzione che, come vuole la tradizione, la vicenda qui presentata è profondamente diversa da quella che troverete nel Visconte di Bragelonne, ma sicuramente più adatta alla grandeur del cinema americano d'azione.

In tempi recenti (2018) c'è stata anche un'incursione del cinema italiano nel genere. La Penultima Missione è un film che si può considerare sicuramente gradevole, ma la cui sceneggiatura è lasciata un po' a metà e finisce un po' così, impedendo di goderne appieno.

Nota l'ossessione dei giapponesi per la Francia del 1700, unicamente per far contenta la regia ricordiamo la serie animata di D'Artagnan e i Moschettieri del Re dell'87, che come tutti gli anime giapponesi ha aiutato la gente a conoscere l'opera di Dumas così come a fare una gran confusione.

Aramis era una donna!

Più particolare, invece, il progetto della BBC con The Musketeers, serie TV che ha preso dal 2014 al 2016. Era un po' difficile chiedere a degli inglesi di riproporre delle ambientazioni francesi e infatti loro, semplicemente, non l'hanno fatto. Se però superate il fatto che il protagonista si chiama Dartègnan e che loro galoppano invariabilmente per delle campagne del Sussex fingendosi fuori Parigi potete godervi un prodotto molto solido, con scelte di trama e costumi particolarmente coraggiose (e un meraviglioso Capaldi nella prima stagione). In questo caso il plot di Dumas è stato bellamente ignorato ma il respiro dell'AVVENTURA si sente ancora potente.

Entra cavallo al galoppo, attraversa tutto lo studio, passa davanti a Pippo Bergamon e esce.

Regia?

Riusciamo a far fermare questo cavallo davanti al conduttore? Eh? Grazie? Ecco, si, retro, retro, retro, si... ancora indietro un pochino, sterza tutto, ecco... fermo lì grazie.

E hop! Bene signori! Oggi l'avventura ci ha portato piuttosto vicini a casa, ma lontani nel tempo, in un tempo che forse non è mai esistito se non nella letteratura, quindi un tempo tra i migliori che potete trovare nei vostri viaggi. Speriamo di avervi fatto venire voglia di riprendere questo classico della letteratura francese e poi magari, chessò, anche di imparare a tirare di scherma o portare le maniche a sbuffo. Vi lascio alla sigla della regia chiedendovi anticipatamente di perdonarla perché secondo me ha proprio avuto un trauma e...

D'Artagnan vuole tanto

Diventare moschettiere del re

Ma per ora è soltanto

Apprendista moschettiere perché

Ha coraggio ma

Non ancora sa

Come un lotta un moschettiere del re

Anche in mezzo ai guai

Non si arrende mai

È così che un moschettiere

Compie il suo dovere

D'Artagnan D'Artagnan e i moschettieri del re

D'Artagnan D'Artagnan e i moschettieri del re

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