Il Mai Nato

13 aprile 1880

Signore, come potrò mai ringraziarVi per l'immenso favore reso a questo umile studioso dell'occulto? Certo, so bene di essere un neonato se paragonato a Voi, ma la mia insana passione compensa la mancanza d'esperienza.

Devo dire che le Vostre annotazioni sono incredibilmente accurate, e colmano in modo esauriente le mie lacune. Avete dipanato perfino i dubbi che avevo circa l'esatta pronuncia delle due quartine conclusive. Riguardo al come io sia entrato in possesso della pergamena, posso solo dirVi di averla acquistata da un mercante di manufatti. Il galantuomo mi ha confessato di averla a sua volta acquistata da un collezionista di reperti antichi, ma nutro forti sospetti circa la veridicità delle sue affermazioni. Credo invece che l'abbia rubata, e che qualcuno come Voi, o come me, ora si ritrovi con un manufatto in meno.

Ho sborsato una discreta somma, ma non rimpiango neanche un centesimo. Avete potuto vedere da Voi che la pergamena è certamente autentica, e sono certo che non siano sfuggiti al Vostro occhio esperto i simboli ai quattro angoli. Si dice che lo stregone Whateley li abbia vergati usando il proprio sangue.

L'uomo che me l'ha venduta aveva con sé altri stupefacenti oggetti che, sono sicuro, farebbero rizzare i capelli anche a un accademico della Vostra levatura. Ho riconosciuto, fra i tanti, la fantomatica Pietra Nera, i cui angoli sfidano la geometria odierna, e i cui geroglifici disseminati lungo i lati mi hanno riportato alla mente la leggendaria città di M'orhl, della cui esistenza si favoleggia in antichi testi dimenticati, e il papiro con il rituale utile ad evocare il Guardiano Ancestrale, il semidio posto a guardia dei cancelli dimensionali.

Si narra che chi riesca a evocarlo possa richiederne i favori in cambio di un ragionevole prezzo: un frammento della propria anima.

Il galantuomo mi ha poi mostrato un blocco di arenaria alto 150 cm e largo 60, nel quale era impresso uno scheletro in parte umano ed in parte anfibio, e un piccolo scrigno di pregevole fattura nel quale erano conservati i filamenti di Ptoth, necessari per l'orrendo rituale dei Sette Fanciulli, e che credevo perduti. Che disdetta averli lasciati nelle mani di quel furfante da strapazzo. Se solo avessi avuto con me sufficiente denaro...

Ad ogni modo, grazie al Vostro aiuto sono ora in grado di mettere in pratica il rituale.

Riceverete presto mie nuove.


17 aprile 1880

Ho passato gran parte della giornata a studiare gli appunti che avete avuto premura di inoltrarmi. Questa notte mi recherò al cimitero, violerò la cripta dei Baker e reciterò la formula al cospetto del Mai Nato.
So bene che non siete d'accordo con la mia iniziativa, ma potete stare tranquillo. Ho studiato a fondo il rituale, e sono certo di poterlo osservare senza arrecare danno alla mia persona.

Nei giorni scorsi mi sono recato in paese ed ho commissionato al fabbro un utensile, chiedendo che avesse una solida lama in grado di segare piccole barre di ferro, e che non superasse i 40 cm di lunghezza, così che avrei potuto adoperarlo con facilità e, detto fra noi, nasconderlo agevolmente. Quando mi ha chiesto a cosa mi servisse un simile arnese, gli ho fatto piovere sul palmo calloso qualche moneta supplementare, e la sua curiosità è svanita.

Al tramonto andrò a prenderlo.

Mi sarà utile per violare la cripta.


18 aprile 1880

Ho passato la notte in quell'umida e fetida cripta. Introdurvisi è stato più facile di quanto avessi immaginato. Sono giunto nei pressi del cancello di ferro qualche minuto dopo la mezzanotte. Sono entrato e, addentrandomi tra le lapidi e le grandi croci di marmo, sotto una luna pallida e gonfia, sono giunto alla cripta. L'ingresso era una forma nera e squadrata nel terreno, nella quale si inabissava una scalinata di pietra. Mi sono calato in quell'oscurità uniforme provvisto di una lanterna che avevo provveduto a schermare con un lenzuolo nero, di modo da non essere scorto dall'occhio vigile di qualche passeggiatore notturno, e sono giunto alla porta di ferro. Ho forzato il lucchetto con l'aiuto del mio fedele arnese e sono entrato.

Giunto nel cuore della cripta ho liberato la lanterna dal sudario che l'imprigionava. La luce ha illuminato quattro feretri disposti in modo disordinato nella stanza. Mi sono avvicinato al più piccolo, quello del Mai Nato, e ho sollevato il coperchio. Un fetore di morte ha invaso la cripta.

Il cadavere era avvolto in un sudario. L'ho tirato fuori e adagiato sul pavimento polveroso, poi ho tirato via il lenzuolo. La luce salda della lanterna ha illuminato un corpo mummificato non più lungo di 30 cm. Aveva le minuscole braccia giunte sul petto infossato, il corpicino nero come il manto di un corvo.

Ho tirato fuori la pergamena e ho dato inizio al rituale. Prima ho recitato la Cantilena Dissonante, poi sono tornato in superficie per recuperare una manciata di terra umida da una tomba. Tornato di sotto, l'ho usata per ricoprire i piedi del Mai Nato, che alla fine aveva il sembiante di un minuscolo albero di una specie aliena, quindi ho recitato la restante parte del rituale. Ho atteso a lungo, avvolto dal silenzio mortifero e miasmatico della cripta, senza che accadesse alcunché.

Ho provato e riprovato, arrivando persino a recitare le quartine in ordine differente rispetto a quello concepito dallo stregone Whateley, ma non ho ottenuto risultati migliori. Sono passate molte ore, e alla fine il combustibile della lanterna si è esaurito. Prima che l'ultimo barlume di luce fosse inghiottito dalle tenebre, ho avvolto il cadavere del Mai Nato nel suo sudario, l'ho riposto nel piccolo feretro e mi sono dileguato nella notte.

Non capisco cosa sia andato storto. Giunto a casa ho ricontrollato gli appunti, e sono certo di aver fatto tutto nel modo giusto.

Dovrà passare qualche giorno prima che possa riprovarci.


20 aprile 1880

C'è fermento in paese. La mia intrusione notturna è stata scoperta, e la notizia è divenuta di pubblico dominio. I giornali parlano di un profanatore di tombe, un uomo che ha bisogno di assecondare certi macabri pruriti che il suo cervello male in arnese gli suggerisce. Essere paragonato a un simile individuo desta in me sentimenti di ira mal contenuti, ma quel che importa è che non aleggino sospetti sulla mia persona. Nessuno è a conoscenza dei miei interessi, né di come gli scaffali della mia libreria si siano riempiti, nell'ultimo anno, di volumi dal sapere proibito. Siete l'unico a sapere la verità, e sono certo che manterrete il giusto riserbo.

Quando il clamore si attenuerà, tornerò a violare la cripta.


22 aprile 1880

La scorsa notte ho sognato il Mai Nato. Era avvolto nel suo sudario e si agitava come un demonio in catene. Udivo i suoi vagiti soffocati dal lenzuolo di morte che l'imprigionava, e mentre un primordiale istinto mi urlava di fuggire, ho udito un singolo, sonoro crepitio, e quell'orrendo bozzolo semovente si è strappato in due metà. Dal suo interno è emersa una creatura deforme che si contorceva e squittiva, con un cranio sproporzionato rispetto al corpo, occhi come pozzi neri, un naso camuso e le labbra flaccide.

Lo osservavo mentre si disponeva bocconi e si alzava, le ginocchia tremanti. Era girato di spalle, ed io pregavo che non si voltasse, perché sapevo che se l'avessi visto sarei potuto impazzire, ma la mia preghiera si perdeva inascoltata nella placenta del sogno.

Ed ecco che iniziava a mutare. Dalla piccola schiena infossata emergevano neri tentacoli che si agitavano con furia bestiale. Le ossa delle scapole si disancoravano dalle articolazioni con uno schiocco secco, disegnando due gibbosità poco sotto le spalle. La carne si lacerava e spuntavano due ali simili a quelle di un enorme pipistrello, ampie e grottesche. La mia mano tremava mentre afferravo la lanterna e la puntavo su quell'incubo incarnato, illuminandolo in tutta la sua blasfema interezza.

Era un feto alieno, morto e vivo al tempo stesso.

Quella visione mi ha sconvolto a tal punto che ho aperto di colpo gli occhi ed ho urlato con quanto fiato avevo in corpo.

Non sono più riuscito a dormire.


23 aprile 1880

Ho scoperto qualcosa di tremendo.

Ricordate l'incubo menzionato nella precedente missiva? Ebbene, questa mattina, mentre sfogliavo distrattamente uno dei miei volumi, mi sono imbattuto nella litografia di quell'essere mostruoso che credevo generato dall'inconscio. Il terrore che ho provato nel vederlo... non riesco a descriverlo.

Il resoconto ai piedi della litografia parlava di quell'essere come di colui che aprirà la via a mostruose creature che abitano le regioni dello spazio profondo, una legione di demoni alati, confinata su un pugno di stelle ai margini dell'universo, e conosciuta come Quelli Dalle Innumerevoli Forme. Questo popolo orripilante visitò il nostro pianeta quando esso era ancora giovane, eleggendolo a propria dimora. Vivevano in caverne sotterranee o su picchi montuosi inaccessibili, e abbandonavano quei rifugi solo per tornare temporaneamente sul proprio pianeta d'origine, una stella buia e gelida di una galassia sconosciuta, a recuperare il materiale utile a costruire ciclopici fortilizi, più consoni alla loro natura aliena. Erano pronti a colonizzare la Terra, ma vennero fermati da forze esterne di natura non meglio definita.

Il resoconto non specifica chi o cosa abbia impedito a Quelli Dalle Innumerevoli Forme di colonizzare il nostro pianeta, accenna solo a strane e incompiute costruzioni che è possibile rinvenire in certi luoghi sulla Terra, a longitudini e latitudini differenti. Enormi monoliti che avrebbero dovuto sorreggere strutture ciclopiche, se solo queste fossero state ultimate.

Temo che il mio non sia stato un semplice sogno. Chi come noi si nutre di teologia occulta, sa che le proiezioni della mente incosciente spesso racchiudono funesti presagi. Pensavo che il rituale non fosse andato a buon fine, invece devo aver ridestato qualcosa di antico e terribile. Se è vero che quell'essere costituisce l'avanguardia di una moltitudine spaziale, allora siamo condannati ad una fine orribile.


26 aprile 1880

Continuo a fare quel sogno. Ogni volta che mi assopisco è come se un buco nero mi risucchiasse in quella maledetta cripta, dove il Mai Nato mi attende con i suoi empi tentacoli e le ali spiegate. Ogni volta sembra più imponente della precedente, come se ogni nuovo incubo lo rinvigorisse, accrescendo la sua mole e la sua intrinseca malvagità.

Ho condotto altre e più approfondite ricerche, e le notizie che ho raccolto si sono rivelate peggiori di quanto mi aspettassi. I frammenti in mio possesso, che Voi avete esaminato, non fanno parte dell'enorme mole di oscuro sapere contenuto nell'infame Libro Nero di Whateley, con il quale lo stregone avrebbe scatenato quella tremenda pestilenza conosciuta come la Morte Alata, che sterminò un'intera popolazione dell'Asia centrale nel XVII secolo.

Siate forte, mio buon amico, perché ciò che ho scoperto potrebbe farVi impazzire.

I frammenti in mio possesso provengono dall'aborrito Necronomicon, del folle demonologo Abdul Alhazred.

Mi par quasi di vederVi mentre scuotete il capo e mormorate tutto il Vostro scetticismo, ma è così, ne ho le prove. Ho confrontato i frammenti in mio possesso con quelli di una copia incompleta del Necronomicon, rinvenuta durante una mia visita alla biblioteca della capitale, nei giorni scorsi, e ho trovato che collimavano alla perfezione con quelli di un rituale contenuto nel Libro IV. La formula racchiusa nella versione incompleta del Necronomicon era mancante di una buona metà, ma era indubitatamente lo specchio di quella da me posseduta. Whateley l'ha ricalcata in tutta la sua interezza e l'ha insinuata tra gli scritti del suo diabolico Libro Nero. Ho una vaga idea del perché l'abbia fatto, e fra breve Ve la esporrò. Lasciate prima che Vi dica cos'altro ho scoperto.

Quello che ho eseguito è il tremendo Rituale dell'Ultima Soglia.

Quando ho profanato la cripta dei Baker e ho recitato la Cantilena Dissonante al cospetto del Mai Nato, ho richiamato da eoni profondi qualcosa che dormiva un sonno di morte. L'essere che ho accidentalmente evocato, ingannato dal turpe e scellerato piano di Whateley, che aveva come scopo ultimo quello di riportare in vita le cose innominabili del Necronomicon, si incarnerà nel Mai Nato e aprirà la via ai suoi fratelli infernali.

Potrei aver condannato la Terra a un'eternità di dolore.


28 aprile 1880

Sempre lo stesso sogno, ma con risvolti inaspettati. Il Mai Nato risorge e muta in quella creatura blasfema, apre le ali e vola fuori della cripta. Io lo seguo, biascicando versi insensati nel tentativo di fermarlo, ma è tardi. Scarmigliato come un povero demente e bianco in volto come uno spettro, lo guardo svanire nel cielo punteggiato di stelle. Poi, un'esplosione di luce dalle tinte aliene balena nel nero della notte, portando un accenno di giorno con sé e illuminando il cimitero nella sua interezza. Uno squarcio trasversale e seghettato segue a quel balenio, e il cielo si apre come una stoffa lacerata da mani ruvide, rivelando il mondo nascosto sotto la realtà conosciuta, un mondo fatto di ciclopici templi e svettanti monoliti.

Quel che ho veduto... come posso dimenticarlo? Una legione di creature alate si è riversata fuori dallo squarcio aperto dal Mai Nato. Erano Quelli dalle Innumerevoli Forme, l'aborrita ed esiliata progenie demoniaca. Planavano sul cimitero squittendo orribilmente. Alcuni si posavano sulle croci e, appollaiati come uccelli infernali, mutavano in mostruosità ancora peggiori. La pelle ruvida e bitorzoluta si lacerava, rivelando una massa informe e flaccida, con tentacoli sottili come lacci e funi aggrovigliate al posto della testa. Il cimitero si riempiva rapidamente di creature deformi che abbandonavano i propri involucri ai piedi di croci e lapidi per sciamare in tutte le direzioni.

Prima che il mio gemello onirico svenisse, terrorizzato dalla sconvolgente visione di quelle mostruosa processione in marcia verso il nero cancello, lo squarcio nel cielo si spalancava come una grande bocca, e dalle sue profondità alcaline emergeva una creatura titanica, alta miglia e miglia, con mastodontiche ali di drago, il corpo antropoide punteggiato di squame e un volto tentacolare. Metteva piede sulla terra coltivata di corpi del cimitero, frantumando lapidi e croci e provocando un terremoto di inaudita potenza, e si univa a quelle bestemmie urlanti che arrancavano imperterrite.

Devo impedire che avvenga.

Questa notte tornerò dove tutto è iniziato e rispedirò l'anima di quel mostro nelle prigioni spaziali dove dimorano i suoi fratelli.

Pregate che io abbia successo.


29 aprile 1880

Ho fallito! Possa Dio avere pietà della mia anima. Ho condannato il Suo Creato ad un eterno olocausto!

Ho violato la cripta. I feretri sembravano disposti in maniera differente, e quando ho sollevato il lenzuolo nero dalla lanterna ne ho avuta conferma. I due più grandi, dove giacciono le spoglie mortali di Mary e Joseph Baker, erano rovesciate. I corpi dei due appartenenti ad una delle famiglie più in vista di questa nutrita cittadina erano riversi al suolo. La bara del Mai Nato era all'in piedi contro il muro.

La scena mi ha disturbato enormemente, ma non ho permesso al mio animo di indugiare nemmeno per un secondo. Ho aperto il piccolo feretro e ho prelevato il corpo. L'ho deposto a terra e, quando l'ho liberato dal suo sudario, mi sono trovato a rimirare non più un cadavere prossimo al disfacimento, ma un organismo gonfio e pulsante di vita, fatto di muscoli e nervi. Ho trovato ad attendermi un essere dalle fattezze antropoidi, la pelle retinata come quella di un serpente e il volto inspessito e schiacciato, con due fori al posto del naso e una sottile linea come il tratteggio timido di un pennino lì dove avrebbe dovuto stare la bocca. Le dita di mani e piedi terminavano in artigli ricurvi, lunghi e spessi. Ripiegate dietro la schiena ho scorto un paio d'ali membranose.

Quando l'ho visto, il mio cuore ha smesso di battere. La lanterna mi è scivolata di mano, cadendo in terra con un clangore la cui eco è parsa prolungarsi all'infinito in quel silenzio mortale. Il Mai Nato ha aperto gli occhi e mi ha fissato. Quelle piccole pietre di ametista che aveva per occhi hanno esaminato ogni centimetro della mia persona prima di illuminarsi. Poi la realtà è stata come risucchiata da un vortice onirico e mi sono sentito catapultato in uno dei miei sogni.

Il Mai Nato si è alzato, ha dispiegato le ali ed ha squittito furente.

Ho preso ad arretrare, dimentico dei miei doveri, e mi sono fermato solo quando la schiena ha incontrato le umide mura della cripta. Allora un guizzo di lucidità mi ha invaso. Ho tirato fuori la pergamena, e partendo dall'ultima quartina, ho preso a recitare il rituale al contrario, come da Voi consigliatomi, ma non ho fatto a tempo a finire che quell'incubo incarnato mi ha attaccato, lacerando la pergamena con i suoi lunghi artigli e spezzando ogni speranza di salvare il genere umano.

Con una mossa fulminea mi ha graffiato prima il petto e poi il volto, incidendo la carne in profondità. Sono riuscito a sottrarmi alla sua furia e sono corso a recuperare il mio attrezzo da scassinatore accanto alla lanterna. Mi sono lanciato su di lui e, mirando alla gola, ho provato a staccargli la testa, ma ha evitato il mio fendente scostandosi con un colpo d'ali, per poi avventarsi sulla mia arma di fortuna. Ha afferrato la lama seghettata con le piccole mani, ed ho avvertito una sensazione di calore espandersi rapidamente. Il ferro si è fatto incandescente in un attimo, l'impugnatura ha iniziato a sciogliersi come cera insieme alla lama e sono stato costretto a mollare la presa. Se vedeste in che stato sono le mie mani... disseminate di piaghe come se le avessi premute sui carboni ardenti.

Sono fuggito.

Ho raggiunto il nero cancello e, colto di sorpresa da uno sbatacchiare convulso, mi sono voltato in tempo per vedere il Mai Nato spiccare il volo e sparire nella notte. Nessun squarcio si è aperto nel tessuto della realtà, ma la cosa non mi rende tranquillo. Tutt'altro.

Mi chiedo quando comincerà.

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