Capitolo 6.
Con l'immagine della poesia di Leopardi, L'infinito, s'apriva il libro di D'Avenia, unico nel suo genere.
Dopo la dedica, letta ad alta voce da Ashley in italiano, l'aveva tradotta in inglese, da brava poliglotta qual'era.
A tutti i ragazzi e a tutte le ragazze
ai quali sono state spezzate le ali,
ancora prima di prendere il volo.
A tutti gli uomini e le donne
che difendono le cose fragili,
perché sanno che sono
le più preziose.
Alla mia famiglia,
nella quale imparo giorno per giorno
l'arte di essere fragile.
Le frasi le scorrevano come fossero fiumi, cantate da quella voce così sottile ma profonda, della ragazza che aveva offerto la sua mano in aiuto, a chi da solo stava affogando nei suoi problemi.
Una semplice lettura, riportava alla luce problemi che nessun'altro avrebbe potuto capire, tranne il diretto interessato. Problemi irrisolti e nascosti nell'antro del profondo, senza soluzioni plausibili.
Il rifiuto della vita [...] costituisce il grido d'angoscia di una generazione ora in ansia ora in fuga dall'esistenza che le è toccata, una generazione che ha il volto dell'uomo di Munch che urla sul ponte, sopra il quale ha dimenticato da dove viene e dove va e rimane sospeso nell'angoscia della vertigine, non sapendo se andare avanti o tornare indietro.
Continuava a leggere, con voce sempre più leggera, mentre l'uomo accanto a lei, sul letto sempre grigio, faceva scendere lacrime di comprensione verso ciò che udiva.
Aveva perso la via, come gli adolescenti citati, non sapeva cosa fare per recuperare ciò che aveva perso, voleva avere qualcosa che gli mancava da tanto tempo, quella felicità data solo dall'essere amati.
C'era proprio chi era pronto a farlo, seduto accanto a quell'uomo, la stessa persona che leggeva sarebbe stata in grado di soddisfare quel vuoto percepito da dentro di colui che ne era bisognoso.
Era arte davvero, l'essere fragili.
Ashley s'era soffermata, aveva chiuso il libro senza però perdere il segno, lasciando l'indice fra le pagine. Aveva guardato Lewis ed esitando s'era spostata un inconsistente ciuffetto di capelli, cadutigli davanti agli occhi dal movimento del volto.
I suoi sguardi cercavano quelli di Lewis, perso nella disperazione come solito ultimamente. Lui s'era sdraiato, con le braccia dietro alla nuca, con la testa sul cuscino, e vagava con lo sguardo oltre al soffitto, cercando chissà quale mistero.
Lei s'era sdraiata accanto a lui, con il libro appoggiato al petto curvo, sistemando il segnalibro dopo aver capito che quella pagina sarebbe stata l'ultima del giorno.
Quasi poi, s'era addormentata sulla piazza del letto matrimoniale di Lewis, che non distoglieva ancora lo sguardo che vagava.
Una voce flebile la fece però riprendere dal sonno che la stava avvolgendo.
<<Grazie...> aveva quasi sussurrato Hamilton.
Lei l'aveva guardato e poi, gli aveva sorriso.
<<Insieme ce la faremo.>> aveva continuato lui, prendendola per mano l'una incrociata all'altra.
L'aveva poi abbracciata, ed entrambi s'erano addormentati.
Sebastian camminava veloce per le stradine colorate della Spagna, con le case gialle e rosse, i fiori sui davanzali profumati e vivaci, tanto quanto le insegne vivide e armoniose. Si stava dirigendo verso la sua moto, con il casco allacciato all'avambraccio e un voluminoso mazzo di rose nell'altra mano.
Le sue Puma Suede rosse ogni tanto grattavano l'asfalto, ma lui non se ne curava più di tanto, altre sei o sette paia lo aspettavano nell'armadio dell'Hotel.
Nella mano in cui non teneva i fiori, aveva un sacchetto con all'interno una scatola di scarpe proprio uguali a quelle che indossava, solamente di colore nero e con qualche numero in meno di differenza.
Voleva fare un regalo a Kylie, per renderla felice oggi, ultimo giorno in Spagna prima di partire per Montecarlo, Monaco.
Aveva percorso le belle stradine spagnole, fino ad arrivare all'Hotel in cui stavano loro.
Stranamente Kylie era ancora in camera, con indosso il suo pigiama rosso e con la TV accesa su qualche serie a Sebastian sconosciuta.
<<Amore? Che ci fai qui?>> aveva chiesto Sebastian sorridente, appoggiando il sacchetto ed il mazzo di fiori fuori dalla camera.
<<Le amiche con cui dovevo uscire oggi m'hanno dato buca>> aveva risposto, fingendo un labbruccio in segno di tristezza.
Vettel allora, le aveva mostrato le sue sorprese e lei non aveva esitato a saltargli addosso per la felicità. Aveva guardato i bellissimi occhi azzurri di Sebastian e poi l'aveva baciato, felice.
<<Oggi ho saputo che il nostro caro Lewis si è trovato la fidanzata.>> aveva detto lui appoggiando le chiavi della moto sul comodino accanto all'abat jour.
<<Ah si? E tu come lo sai? Siete amici ma non pensavo così confidenziali>> aveva sbuffato lei, divertita.
<<C'è qualche scatto in giro su internet>> aveva risposto, sedendosi accanto a lei e rubandole qualche pop-corn dal pacchetto abbandonato sul letto.
<<Anche di te e il cagnolino ricciolo che tieni in braccio ce n'è in giro di foto, ma nessuno ha mai sospettato che voi due siate fidanzati. O mi devo preoccupare?>>
<<Sei proprio scema.>> aveva riso lui.
<<La ragazza, comunque, si chiama Ashley Huston, è molto spesso con Lewis ultimamente. Si è risaputo che fossero migliori amici di vecchia data, e che hanno mantenuto i contatti e la stessa amicizia per tutti questi anni. Ammirevole, non trovi?>> aveva continuato Sebastian, sorridendo.
<<Ma perchè t'importa così tanto? Vi siete abbracciati prima del podio di Spagna e sembrate quasi migliori amici. In Russia non avete combinato nulla, vero?>> aveva chiesto Kylie, scherzando.
<<Ti dico questo, perché la nostra cara Ashley è la ragazza che ha pubblicato l'articolo su di me qualche settimana fa, dove descriveva anche la nostra relazione. Mi stupisco che molti fan non l'abbiano letto, perché davvero in pochi sanno della nostra relazione. Ma per ora, meglio così. Comunque, è una grande appassionata di Leopardi, proprio come te, tesoro. Potreste stringere amicizia>>
<<Tu credi? Potrei... Anche se ci ha pedinati per settimane posso provare. Mi stupisce comunque il fatto, che tu sappia così tante cose.>> aveva accennato Kylie, baciandolo poi sulla fronte e andando a lavarsi il volto con dell'acqua fredda.
Il mattino seguente, s'erano svegliati per prendere l'aereo che li avrebbe portati a Montecarlo, per poi con la macchina proseguire fino al prossimo hotel.
Durante il viaggio in automobile, i due avevano tenuto una conversazione riguardo alla loro situazione sentimentale. Kylie aveva finalmente deciso di volerla rendere pubblica, non vedeva più alcun pericolo nel farlo. Sebastian, insicuro, aveva acconsentito, anche se non voleva avere il rischio di poter sentire qualche voce che alludeva ad un possibile corrotto arrivo di Kylie in Formula Uno.
Ma a lei più di tanto non importava, sapeva già quando far sapere a tutti della loro relazione, solo per mettere al corrente i fan. Kylie si riteneva quasi egoista tenerli all'oscuro di tutto, infondo, erano persone che gli volevano bene.
Poco dopo, mentre viaggiavano per delle stradine sperdute nel verde, a Kylie era arrivata una notifica sul cellulare, che subito s'era affrettata a leggere.
"Nicky Hayden non ce l'ha fatta. Ci lascia il campione del mondo di MotoGp del 2006."
Aveva lasciato cadere il telefono sul tappetino nero dell'auto, quasi come le mani non reggessero più quel leggero peso, e lei, s'era lasciata andare completamente forse per la disperazione.
<<Ferma l'auto!>> aveva urlato a Sebastian, piangendo.
<<Che è successo?>> aveva chiesto lui preoccupato, mentre faceva rallentare la sua Ferrari.
<<Voglio scendere!>> aveva continuato a gridare lei, quasi affannosamente.
<<Siamo in mezzo al nulla, non ti faccio scendere qui.>> le aveva quasi imposto Sebastian, convinto.
<<Lo faccio da sola allora.>> aveva detto, prima di aprire la portiera e lasciarsi cadere fuori dalla vettura.
Poi, s'era rialzata e tempo che Vettel potesse fermare e scendere anche lui dall'auto, la ragazza era già sparita.
Aveva iniziato a correre, dietro alla collina, in quella distesa di erba verde e germogli che davano solo che idea d'estate.
Continuava veloce, con il vento che le portavano via le lacrime che scorrevano sulle guance candide, ripensando a quando aveva conosciuto Nicky per la prima volta, sette anni fa. Erick, il suo ex fidanzato, era uno dei migliori amici di quel pilota spettacolare e conseguentemente, anche Kylie aveva stretto un grande rapporto con lui.
Hayden aveva fatto parte di un capitolo della sua vita ed era anche l'unica persona che le rimaneva di quel periodo.
E adesso, non c'era più neanche lui.
Si odiava talmente tanto da non poterlo spiegare, non era neanche passata a trovarlo un'ultima volta.
Il panorama cambiava ad ogni suo passo, le nuvole correvano con lei, ma quel che prima le era apparsa solo come una lieve brezza stava tramutandosi in un soffio violento e fuorioso, dando sempre più l'idea di essere contrario a quel voler scappare da parte di Kylie.
Sebastian, disperato, l'aveva cercata per quasi un'ora, ma non trovandola era tornato alla Ferrari parcheggiata in uno sterrato accanto alla strada che stava prima percorrendo, quando ancora sembrava non ci fossero problemi.
Aveva allora preso il Samsung di Kylie e aveva guardato la pagina aperta su quella notizia che tanto l'aveva travolta.
Triste, s'era anche lui lasciato cadere sul sedile in pelle nera, il capo retto quasi solo dal poggiatesta, e le mani stringevano forte il volante.
Dopo qualche minuto, dalla collina, s'era vista una sagoma indistinta tra verde degli alberi, pian piano questa si avvicinava e Sebastian, una volta riconosciuto il volto che gli stava venendo incontro, aumentava il passo in direzione di lei.
L'aveva abbracciata tanto forte, da perdere il respiro, poi, asciugandole le lacrime, l'aveva guardata con un senso di comprensione che Kylie mai aveva ricevuto.
<<Guido io, amore.>> aveva detto sussurrando lei.
Una volta salita in auto, era partita e schiacciando più che poteva l'acceleratore entrava nelle curve quasi come stesse volando, arrabbiata, furiosa. Le mani sul volante, concentrata, e la musica a volume settanta che le rimbombava nelle orecchie. Quella melodia così tanto amata, che adesso aveva significato più che mai.
Step one you say we need to talk
He walks you say sit down it's just a talk
He smiles politely back at you
You stare politely right on through
Some sort of window to your right
he goes left and you stay right
Between the lines of fear and blame
You begin to wonder why you came.
Where did I go wrong?I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life .
Troppi ricordi. TAC. Era calato il silenzio.
3 giorni dopo.
<<Signorina Robertson, ci dica di più sulla relazione fra lei e il 4 volte campione del mondo.>> aveva detto un giornalista, voglioso di informazioni da passare in televisione.
<<L'amore per me e Sebastian è arrivato quasi come un aereoplanino di carta, lanciato da chissà chi e da chissà dove.
Ci siamo innamorati quasi per caso, e stiamo cercando di costruire piano piano il nostro futuro pronto a venire.>> aveva sorriso, dopo aver detto ciò che pensava.
<<Lei non ha problemi per il fatto che lui abbia già due bambine?>> aveva chiesto frettoloso un altro giornalista, senza quasi contare della risposta data da Kylie, alla domanda precedente.
<<Le trovo due creature stupende, ho sempre desiderato essere madre.>>
<<Ma lei non è la loro madre. Ne è al corrente?>> aveva risposto quasi ironico, sempre lo stesso.
<<Farò in modo di esserlo, ne hanno strettamente bisogno.>> aveva sorriso lei, senza perdersi in quella risposta avida e voltandosi prima di entrare in auto.
<<Signorina Robertson non se ne vada!>> aveva urlato qualcuno, prima che la Ferrari rossa fuoco sfrecciasse via per la strada trafficata di Montecarlo.
Spazio autrice:
Vorrei dedicare questo capitolo a Nicky, pilota meraviglioso che ci ha lasciati. Sicuramente non significa nulla e non è neanche un rimedio a ciò che è successo, ma per me è importante.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top