8. La forma della verità
"Che cos'è questo?" La voce di Gulmi risultò quasi un sussurro.
La mora continuava a fissare il display del tablet fra le proprie mani con quello che poteva sembrare uno sguardo assente, ma in realtà in quel momento la mente dell'alpha era una tempesta di sinapsi.
"L'ennesimo tentativo di Park Seungho di imporre all'intera Corea del Sud una supremazia alpha, cos'altro?" rispose Jungkook con tono ovvio.
Gulmi puntò i propri occhi in quelli del cugino.
"E cos'è per il vostro branco?"
Jungkook distolse il proprio sguardo da quello della mora e strinse le labbra in una linea sottile: il suo disagio era evidente. L'alpha strinse con la mano una presa sul braccio del bruno per riavere la sua attenzione.
"Jungkook," riprese Gulmi con più decisione quella volta "perché Jin è corso da Namjoon dopo aver visto questo?"
"Jin è un omega, se non te ne fossi accorta!" sbottò il beta "Pensi che gli faccia piacere leggere una notizia del genere?!"
"Certo che no! Ma sono degli stupidi politici classisti, propongono leggi simili da anni!" Gulmi alzò la voce "Jin è corso fuori incazzato come una iena, come se lui e Namjoon potessero fare qualcosa contro questa notizia!".
La mora era ormai stanca di tutti quei segreti, di tutte quelle cose che non le venivano dette. Non sopportava l'idea di essere tenuta all'oscuro dalla realtà delle cose. Il peggio era che, a farlo, era il suo stesso cugino.
La mente di Gulmi lavorava frenetica: stava ricordando tutte le dicerie sul conto di Park Seungho e ripercorreva gli avvenimenti vissuti qualche giorno prima alla Casa Omega.
In quel caos di pensieri la ragazza ripensò alle parole che il deputato alpha le aveva rivolto tempo prima durante una cena di gala: "nella selezione naturale vige la legge del più forte, Gulmi-ssi". Un brivido salì lungo la schiena di Gulmi quando ricordò quell'incontro avvenuto con l'imprenditore milionario.
"Te lo giuro, Jungkook:" la mora strinse di più la propria presa intorno alla manica del cugino "se non mi dici come stanno le cose in ogni singolo dettaglio, allora tu verrai a casa con me. Nessun Kim Namjoon mi fermerà, ci deve solo provare".
L'implicita minaccia contro l'altro alpha portò la lupa di Gulmi ad emettere un ringhio, era agitata dai sentimenti impetuosi dell'ospite. La ragazza infatti aveva un'idea sempre più chiara di cosa stesse succedendo intorno a lei e questo non aiutava di certo il suo alter ego a calmarsi.
"Namjoon non lo permetterebbe mai" rispose Jungkook, le parole erano allungate da un leggero broncio.
Il beta sapeva benissimo che la cugina non gli avrebbe mai imposto di lasciare il branco. Quello che però il bruno temeva era vedere Gulmi fare una scenata davanti a Namjoon e tutto il resto delle persone a cui teneva.
Se c'era una cosa che Jungkook voleva, era vedere le sue due famiglie andare d'accordo senza venire conteso come l'ultima patatina nel tubetto delle Pringle's.
"Tentar non nuoce, no?" lo sfidò la mora iniziando ad uscire dalla stanza. In panico, Jungkook le bloccò il passaggio: non voleva che la cugina desse una brutta impressione di sè al capo branco.
Un sospiro rassegnato uscì dalle labbra del beta e Gulmi trattenne un ghigno soddisfatto: ho vinto pensò fiera.
"Park Seungho è un pezzo di merda" cominciò il più alto. "È da anni che lui ed i suoi discepoli cercano di togliere diritti al rango delle omega. Dicono che bisogna limitare le omega per potergli dare maggiori cure. Leggi qua:" Jungkook indicò all'altra l'articolo visibile sul tablet.
"è giunta l'ora di tornare alle origini. Il DNA delle omega parla chiaro: sono le protettrici del focolare, il nucleo centrale della famiglia, ed in quanto tali devono venire protette. Il rango omega deve potersi dedicare al meglio alla casa: il lavoro è un ostacolo al loro ruolo".
Erano le parole dichiarate dallo stesso Park Seungho durante l'intervista del Korea News. Gulmi sapeva che quelle scritte erano solo bugie, scuse di copertina per coprire una realtà molto più allarmante. Anche Jungkook ne era consapevole.
"Sono un mucchio di stronzate, Mimi, e sai perché?" chiese infatti il beta. "Perché è proprio Park Seungho a dirigere le Case Omega dove ogni giorno delle ragazze subiscono degli abusi! È tutto tranne che protezione, la sua!"
Gulmi cercò di imporsi un'aria sorpresa, almeno un minimo, ma senza successo. L'espressione della mora rimase impassibile, seria come quella di una statua di sale, e non notò lo sguardo confuso che le rivolse il cugino.
Il bruno si sarebbe aspettato qualunque tipo di reazione dall'alpha, ma non di certo di vederla accettare la notizia come se fosse qualcosa di poco sconvolgente.
"Gulmi," la chiamò Jungkook "mi hai sentito?"
"E questo cosa ha a che fare con voi?" Gulmi non era stupida, aveva capito.
Da mesi squadre di ribelli avevano iniziato a boicottare i giri d'affari di Seungho, una settimana prima alcuni di loro erano persino stati arrestati durante una fallita evasione alla Casa Omega di Busan.
"Noi abbiamo deciso di fare la nostra parte" le confermò il cugino. "Park Seungho non verrà di certo fermato da quelli come lui, men che meno da tutte quelle marionette che controlla a suon di mazzette corrotte".
La voce di Jungkook era diversa: da quando aveva rivisto la cugina il bruno infatti si era manifestato sempre allegro e solare, ma in quel momento, davanti a Gulmi, era così serio da apparire solenne. Era diventato un uomo con un obiettivo, un obiettivo che Gulmi sapeva essere irrealizzabile.
La mora, dopo aver posato il tablet sul tavolo, mosse velocemente i propri piedi uscendo dalla cucina, diretta verso il cortile. Jungkook fu così sorpreso dal gesto che non s'impegnò nemmeno a fermarla.
Una volta nel cortile Gulmi si diresse verso la sala riunioni dove sapeva che avrebbe trovato Namjoon e Jin. Dietro di lei Jungkook chiamava il nome della mora chiedendole dove stesse andando, ma lei lo ignorò completamente.
La ragazza non perse tempo a bussare o annunciarsi quando entrò nella stanza. Spalancò la porta scorrevole e, evitando di incrociare lo sguardo con quello di Jin, dette la propria attenzione al capo branco seduto al centro della stanza.
"Gulmi-ssi..." iniziò Namjoon.
"Qualunque cosa vogliate fare:" lo interruppe lei "non ci riuscirete".
I presenti nella stanza erano tutti coloro che Gulmi aveva conosciuto in quei giorni all'interno del branco. Guardarono tutti Jungkook, persino Namjoon prima di alzarsi in piedi.
"Che cosa le hai detto?" chiese l'alpha.
"Ho solo letto l'articolo" disse Gulmi con fretta.
"Non stavo parlando con te. Jungkook, cosa le hai detto?"
"Che Park Seungho è il pezzo di merda dietro alle Case Omega." Jungkook stava fulminando con lo sguardo la schiena di Gulmi, era colpa dell'alpha e della sua testa dura se ora si trovava in quella situazione. "Ho detto che non me ne starò fermo guardando un intero rango di Figli della Luna che viene distrutto".
"Nulla che già non sospettassi" l'intenzione di Gulmi era quella di far distogliere l'attenzione di tutti da Jungkook.
"Ma certo!" esclamò Namjoon con sarcasmo "Ancora una volta avevi capito, no? Come sei intelligente."
Il tono accondiscendente del capo branco fece salire del nervoso alla mora, dovette contenersi e non scrocchiare le ossa del collo per scacciare il fastidio.
"Tu a quanto pare non lo sei" rispose Gulmi con astio. "Hai intenzione di guidare il tuo branco in un'impresa suicida".
Namjoon scattò in avanti ed in pochi secondi la sua alta figura si ritrovò a troneggiare su quella più bassa di Gulmi, ma la mora non indietreggiò di un millimetro. Alle spalle della ragazza Jungkook chiamò il nome della cugina con tono di rimprovero, sorpreso negativamente dalle parole di lei.
"Cosa succede o non succede nel mio branco non ti riguarda minimamente." Il tono di Namjoon era simile ad un ringhio.
L'Alpha di Gulmi percepì il camuffato avvertimento del più alto come una minaccia, ed iniziò a ringhiare oltraggiata mentre scopriva i denti. La mora la sentiva agitarsi sempre di più all'interno della propria mente, forse i miei occhi sono già rossi pensò.
"Mi riguarda eccome" ringhiò lei in risposta. "Pensi che ti lascerò coinvolgere mio cugino e altre persone in una missione senza speranza?"
Le dita di Gulmi fremettero a quell'idea: Jungkook si sarebbe fatto ammazzare a causa della sua impulsività e Wheein non conosceva nulla del mondo fuori dalla Casa in cui era nata.
L'alpha pensò anche alla piccola Eunha che sarebbe stata in pericolo e, ai suoi occhi, non era una cosa accettabile. La dolcezza della castana aveva fatto breccia nel cuore di Gulmi insieme alla personalità Jin.
La sola idea di vedere nuovamente Seokjin imprigionato in una Casa Omega fece guaire lievemente l'alter ego di Gulmi nel retro della coscienza della mora.
"Tu non sai nulla" insistette Namjoon, ma la sfidante riuscì a vedere la decisione del bianco vacillare.
Gulmi poteva solamente immaginare cosa volesse dire essere un capo branco ed avere la responsabilità di altre persone sulle proprie spalle. Non invidiava Namjoon e capiva quanto poco gli bastasse per dubitare delle proprie capacità di leader.
Tuttavia anche Gulmi era un'alpha ed il suo istinto non riusciva proprio a starsene zitto: lei doveva far sapere a quel gigante testardo che stava guidando il proprio branco nella direzione sbagliata.
"Perché mettere la tua famiglia in pericolo?" A quella domanda Namjoon fece un respiro profondo come per rispondere, ma Gulmi non si lasciò interrompere. "Vi volete andare ad immischiare in qualcosa di pericoloso e più grande di voi quando potreste vivere in pace e tranquillità su questa montagna, isolati dal resto del mondo."
"Te lo ripeto:" disse l'alpha dai capelli color neve "non sono affari tuoi e non ti devono interessare."
"Ma tu non hai idea di contro cosa vi state mettendo!"
Namjoon sbuffò una risata con tutta l'ironia che aveva in corpo: "e tu sì, invece".
"Sì! Io sì!" esclamò Gulmi.
Appena la ragazza si rese conto di quello che aveva detto se ne pentì.
Intorno ai due alpha l'atmosfera si fece ancora più silenziosa e tesa, Namjoon incrociò le braccia al petto fissando la minore; per due volte il capo branco fece per parlare, ma si morse sempre il labbro inferiore non trovando le parole giuste da dire.
"Gulmi," la voce di Wheein "cosa vuol dire?"
La mora non rispose, anzi, puntò gli occhi al pavimento. Sia Wheein che Jungkook la chiamarono ancora chiedendole spiegazioni, ma lei li ignorò entrambi, intenta a trovare un modo o una scusa per uscirsene da quella situazione scomoda.
"Mimi, qualunque cosa tu sappia devi dircela" disse il beta.
"Perché dovrei?" chiese l'alpha in un impeto di frustrazione "Mettiamo che vi dica qualcosa, no? C'è anche la minima possibilità che io riesca a spaventarvi abbastanza da farvi gettare la spugna e rinunciare a quest'idea suicida?".
Nessuno rispose alla domanda di Gulmi, e non perché fosse retorica, ma perché sapevano tutti che la risposta era negativa. Persino la mora ne era consapevole: "Non vi darò delle false speranze" concluse.
Eunha si avvicinò a Gulmi che si voltò nella direzione della minore: due enormi occhi castani e lucidi le oscuravano il viso. La mora già si sentiva orribile per quello che stava dicendo, ma quando vide la più piccola mordersi il labbro inferiore per trattenere i singhiozzi si reputò la persona peggiore del mondo.
"Gulmi-ssi, le prossime potremmo essere io e Wheein." Il timbro di Eunha tremò a causa del pianto che stava cercando di reprimere. "Potremmo venire portate in una Casa Omega, rinchiuse da qualche parte dove non potremo avere una vita. Non sappiamo nemmeno cosa potrebbe capitare a Seokjin".
Tuffo al cuore. Gulmi conosceva Park Seungho: l'alpha avrebbe ucciso Seokjin all'istante, senza nemmeno preoccuparsi di imparare il nome del castano.
Il politico era un grande sostenitore della teoria evoluzionistica, della lotta per la sopravvivenza e della vittoria del più forte. Era convinzione di Park Seungho che l'era moderna avesse rammollito i Figli della Luna tanto da permettere a chiunque, persino ai più deboli, di sopravvivere.
In un'epoca agiata in cui alla natura non era più permesso fare il proprio dovere di selezione naturale, il milionario credeva che quel compito spettasse agli alpha. Era compito della vetta gerarchica il dover eliminare i meno adatti.
Per Seungho i più deboli erano coloro che avevano meno da offrire alla società: le omega. Non erano forti, non erano carismatiche, non erano particolarmente determinate, astute o portate al lavoro di squadra. Erano inutili.
Seokjin non sarebbe stato solo un debole agli occhi del deputato, sarebbe stato uno scempio, un insulto, un abominio da eliminare. Il ragazzo omega non avrebbe potuto offrire nulla alla civiltà, secondo Park Seungho, nulla che avrebbe ripagato il proprio costo. Costo di cosa, poi? Tempo, soldi, vita ricordò Gulmi.
"È proprio per questo che dovete rimanere nascosti" ragionò Gulmi ad alta voce. Un lampo di delusione e sofferenza attraversò gli occhi di Eunha che iniziarono ad inumidirsi ancora di più. Gulmi non riuscì a vedere la dolce castana in quelle condizioni, le faceva male al cuore.
"Eunha ah, là fuori ci sono persone che vogliono farvi del male, qui sulla montagna siete isolati e al sicuro" insistette la mora in un tentativo di spiegarsi all'omega, con imbarazzo accarezzò il braccio sinistro della ragazza.
"Arriveranno anche qui, Gulmi" s'intromise Jin con tono apatico, come a voler sottolineare un fatto a cui ormai si era rassegnato. "È inevitabile".
"Non se vi nascondete bene".
"E se non volessimo farlo?" chiese Wheein, nei suoi occhi era tornato quello sguardo determinato, lo stesso di quando Gulmi l'aveva conosciuta. "Gulmi, non sappiamo nemmeno cosa capita alle omega che non vengono mandate nelle Case! Non posso restarmene seduta ed aspettare che trovino anche me. Se lo facessi morirei per i sensi di colpa, nemmeno per la paura".
"Stai parlando come se ci fosse una possibilità di vincere contro Park Seungho".
"C'è sempre una possibilità!" esclamò la bionda, talmente forte che Hoseok al suo fianco trasalì allarmato. "Tu potresti essere la nostra possibilità, forse quello che sai potrebbe fare la differenza".
Le convinzioni di Gulmi iniziarono a sgretolarsi: erano tutti contro di lei, la imploravano di parlare e dargli le informazioni che custodiva con tenacia.
La mora stava impedendo ad un branco di conoscere di più sul proprio nemico e stava chiedendo loro di rimanere inermi mentre un intero rango, là fuori, veniva cacciato e braccato.
Tre persone negli ultimi giorni erano riuscite a fissarsi indelebilmente nel cuore della mora. Tre persone erano riuscite a farla sentire a proprio agio come solo Taehyung e Jimin erano in grado di fare. Erano tre omega.
"Ma che cazzo pretendete" Yoongi era rimasto in silenzio ed in disparte fino a quel momento. "Senza offesa, Gulmi-ssi, ma non abbiamo bisogno né del tuo permesso né del tuo aiuto".
Gulmi non rispose, era impegnata ad elaborare le parole del delta: persino sapere cosa mangia a colazione Park Seungho gli risulterebbe utile pensò l'alpha.
"Fa sempre comodo avere delle informazioni in più, Yoongi hyung" disse Namjoon che aveva finalmente distolto lo sguardo da Gulmi per posarlo sul proprio amico.
Quelle della mora però non erano semplici informazioni in più. Park Seungho era infatti affascinato dalla femmina alpha ed era uno dei suoi più assidui corteggiatori. Il milionario era solito vantarsi con Gulmi tutte le volte che la vedeva, nel tentativo di impressionarla con le proprie ricchezze.
Un bicchiere di troppo di vino rosso italiano, un po' di finto interessamento da parte della piccola del clan Kim ed il deputato iniziava a disperdere segreti come briciole di pane sul sentiero di Hansel e Gretel.
Che fossero i segreti più oscuri delle sua filosofia o gli ultimi investimenti moralmente discutibili, Seungho non badava a trattenere molte informazioni se Gulmi chiedeva. Dopotutto lei era una rarissima donna alpha, erede di un clan dal sangue puro: doveva concordare con ogni parola che lasciava le labbra dell'imprenditore, no? Così era convinto Seungho.
"Pensi sul serio che ci aiuterebbe di sua spontanea volontà?" chiese Yoongi con sarcasmo. "Capisco la tua decisione di fidarti di lei, Namjoon ah, dopotutto vendendoci al governo metterebbe nei guai anche Jungkook, ma aiutarci? Ti devo ricordare chi è?"
"Aiutare noi vuol dire aiutare Jungkook" rispose Namjoon e Gulmi percepì quelle parole come dirette più a lei che al delta stesso.
Il capo branco aveva ragione e ne aveva anche Wheein, quello che so potrebbe davvero salvargli la vita capì la mora. Gulmi non sapeva cosa fare, non le era mai stata offerta l'opportunità di scegliere una fazione con cui schierarsi. Ora che poteva farlo si sentiva persa.
"È una viziata figlia di alpha, nella sua famiglia vieni trattato come un disabile se non appartieni al loro stesso rango" la voce di Yoongi era resa roca dal disgusto. "Ad una come lei non importa di beta e delta, figuriamoci di omega! È per colpa di quelli come la sua famiglia se ora dobbiamo rischiare la nostra vita e combattere contro la loro supremazia".
Il ragazzo dai capelli miele sfogò contro Gulmi anni di ingiustizie passati a nascondersi per vivere in pace. Yoongi stava ribollendo di rabbia: i suoi compagni pensavano che la ragazza fosse indispensabile e questo lo faceva infuriare. Loro non avevano bisogno di alpha sconosciuti, se la cavavano benissimo da soli.
"E sai cosa è peggio? Che non te ne rendi nemmeno conto." Il delta si rivolse direttamente all'oggetto del proprio odio.
"Park Seungho almeno prende una posizione, per quanto di merda, ma quelli come te no" riprese fiato, non gli importava di controllarsi. "No, tu non ti rendi nemmeno conto di essere una privilegiata eppure te ne stai lì, in piedi nel mezzo della nostra casa, a dirci che dobbiamo fare finta di nulla e sopportare la vostra dittatura!"
Gulmi riuscì ad ascoltare solo le prime due frasi perché si trovò presto a dover controllare la propria Alpha. I ringhi della lupa diventavano sempre più minacciosi e il pelo sul dorso sempre più irto. La mora riusciva a frenarla immaginando delle catene che avvolgevano le zampe ed il collo dell'animale.
La ragazza percepì il senso di pericolo dell'Alpha: si trovava in un territorio sconosciuto, nel branco di un altro alpha ed uno dei suoi membri la stava minacciando. Doveva difendersi perché nessun altro sarebbe accorso in suo aiuto.
La mora strinse le palpebre e le mani per non cedere a quelle emozioni di paura: ricordò la presenza di Jungkook alle proprie spalle e quella di Namjoon. Si convinse che il biondo platino avrebbe presto ripreso il proprio amico per il suo comportamento.
"Yah! Yoongi ah, dacci un taglio!"
La persona che gridò al delta di fermarsi però non fu il pacifico Namjoon e nemmeno il cugino di Gulmi.
"Jin hyung tu dovresti stare dalla mia parte!" esclamò Yoongi, suonava anche leggermente sorpreso, ma più che altro infastidito.
"Ti stai comportando come uno stronzo senza nessun motivo, non c'è una parte da cui stare" rispose il castano, non si era mosso da quando Gulmi aveva messo piede nella stanza.
Sentire la voce dell'omega servì a tranquillizzare lupa interiore di Gulmi che smise di ringhiare a graffiare quando scoprì di non essere più vittima dell'attacco di Yoongi.
Quando la mora riaprì gli occhi le venne naturale cercare lo sguardo di Jin e quando le iridi color pece dei due s'incontrarono, l'Alpha scomparve dalla coscienza di Gulmi ritrovandosi rinchiusa nella propria prigione a livello del subconscio.
Non sono mai riuscita a rinchiuderla con questa facilità.
Involontariamente Gulmi rivolse a Seokjin un'espressione sbalordita mentre l'omega ne restituì una preoccupata, come a chiedere alla minore se stesse bene.
Gulmi stava bene, stava benissimo. La lupa era stata chiusa nella sua cella senza che la mora dovesse fare il minimo sforzo di concentrazione. Era la prima volta che all'alpha capitava una cosa del genere ed era servito solo uno sguardo di Seokjin.
La tensione che circondava Gulmi le impose di uscire dalla stanza, sentiva di aver bisogno di aria pulita e di silenzio. Se non esco subito da qui arriverò a mangiarmi le unghie per il disagio. Se ne andò senza rivolgere a nessuno un'ultima frase o saluto. Non sapeva nemmeno lei cosa dire dopo tutto quel casino che era appena successo.
Spazio Autrice
Sono viva, lo giuro! Chiedo scusa per il ritardo, la sessione mi sta uccidendo e inoltre devo dire che, nonostante le dimensioni, questo capitolo non è stato affatto facile da scrivere. Non amo i capitoli di passaggio, ma non indispensabili per la storia. Ho cercato di aggiungerci qualcosina di frizzicherello per aumentare il vostro interesse.
Park Seungho: è il cattivone della storia e Gulmi lo conosce piuttosto bene. Seungho infatti è proprio uno dei pretendenti di Gulmi e, mini spoiler, è persino uno dei più tenaci e tenuti in alta considerazione dal padre della nostra baby birba. Ma questo sarà qualcosa che vedremo più avanti.
Gulmi sa cose, cose importanti su quali siano i piani di Seungho, che siano su come reagire ai ribelli, il prossimo passo per acquisire più potere o cosa fare delle Case Omega. Quindi al contrario di quello che pensa Yoongi il branco ha decisamente bisogno di lei.
Gulmi accetterà di aiutare il branco di Bhukansan? Mah, chi lo sa.
L'Alpha di Gulmi ha rifatto la sua comparsa: vi era mancata? A me era mancato scrivere di cosa vede baby birba durante i momenti di furiavoglioammazzaretutti della lupa. Jin, beh, che dire.
Il prossimo capitolo ha già scritto una buona parte e preparatevi ai feels. Grazie per aver letto e se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina!
-V e o
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