7. Questione di gusti

La mattina successiva al falò Gulmi si ritrovò a fare colazione con Wheein. Non era chissà quale sorpresa considerando che le due condividevano la stanza, ma quel giorno non ne aveva mezza di rimanere seduta in mensa.

La sua Alpha si era risvegliata del tutto e, trovandosi nel territorio di un altro capo branco, non aveva fatto altro che ringhiare alla minima percezione di movimento.

Qualcuno dietro Gulmi fece cadere un bicchiere e lei dovette contrarre i muscoli per trattenere un ringhio allarmato. Sentita la belva calmarsi, emise un sospiro di sollievo ricco di rassegnazione.

Erano solo le nove del mattino e si sentiva stremata.

"Come fai a conviverci?" le chiese Wheein dall'altra parte del tavolo. Gulmi non poteva vedere l'omega perché teneva gli occhi chiusi, cercava di rilassarsi respirando a fondo.

"Un'ora di meditazione ogni mattina" rispose su due piedi.

Wheein annuì e si alzò dal tavolo dopo aver finito il proprio caffè in un sorso.

"Andiamo a cercare un posto tranquillo dove poter stare in pace, allora".

Gulmi la fissò cercando di vedere oltre l'emicrania che si stava impossessando del suo cervello. Wheein le fece cenno di sbrigarsi e lei obbedì. Se c'era anche la minima possibilità di riuscire ad assopire il proprio alter ego, allora doveva tentare.

La guidò verso una radura fra gli alberi, priva di fiori ed altre persone. Meditare all'aperto era effettivamente molto meglio che al chiuso della loro stanza.

Gulmi seguì l'esempio di Wheein e si sedette sull'erba a gambe incrociate, chiuse gli occhi e prese un profondo respiro. Nessun odore, nessun rumore, nessuna distrazione: era perfetto.

Tentò di sopire la propria Alpha per all'incirca trenta minuti, solo allora la sentì calmarsi e smettere di drizzare il pelo sulla schiena. Quando finalmente abbassò le orecchie ed iniziò a muovere la coda, l'espressione di assoluta concentrazione sul viso di Gulmi si rilassò.

Aprì gli occhi e sorprese Wheein intenta a fissarla con curiosità, si trovarono a guardarsi nel silenzio. Di nuovo.

Gulmi ormai trovava quelle situazioni esilaranti: "perché siamo così a disagio io e te quando siamo in silenzio?"

Wheein ridacchiò prima di rispondere.

"Credo che sia perché passiamo molto tempo insieme, ma effettivamente non sappiamo molto l'una dell'altra".

Gulmi piegò la testa di lato con aria pensierosa: effettivamente non ha tutti i torti, non sappiamo mai di cosa parlare.

"Venti domande" disse e l'altra mormorò confusa. "Io ti faccio dieci domande e tu ne fai dieci a me. Per conoscerci meglio".

"Non ti distrarrà dalla meditazione?" 

"Finchè resto calma non è un problema" richiuse gli occhi per percepire la lupa. "Sta camminando verso il mio subconscio. C'è, ma la sento sempre meno".

Wheein non sembrava molto convinta, quindi Gulmi decise di prendere l'iniziativa e cominciare per prima.

"Quanti anni hai?" le chiese. "Io ne ho ventitré".

"Ne ho ventisette" Gulmi si appuntò mentalmente di usare l'onorifico adatto d'ora in avanti. "Qual è il tuo colore preferito? Il mio è il rosso".

Proseguirono così per qualche minuto: il colore preferito di Gulmi era il giallo, Wheein preferiva il salato al dolce: in particolare lo stufato di kimchi. L'alpha non concepiva simili gusti, avrebbe vissuto mangiando solo cose ricoperte di cioccolato per sempre. La stagione preferita di Wheein era l'inverno, quella di Gulmi invece la primavera.

"Sei felice qui?" aveva notato che il volto di Wheein era coperto quasi sempre da un velo di serietà. Si era posta quella domanda diverse volte osservandola.

Lei osservò un fiore arancione al suo fianco, aveva un'aria pensierosa. Rispose dopo un po'.

"No. Felice no" poi continuò. "Mi sento al sicuro, ma sulla felicità credo di doverci lavorare".

Gulmi annuì comprensiva e Wheein le chiese, su due piedi, se fosse innamorata di Jungkook.

"Io cosa?" rispose con aria disgustata.

"Ieri sera vi siete marcati a vicenda. Poi vi dovevate sposare, no?"

Gulmì arrossì dall'imbarazzo. Non aveva mai provato quel genere di sentimenti per Jungkook, era sempre stato suo cugino e il suo migliore amico. 

"Sì, ma non per amore" si sbrigò a ribadire. "Gli voglio bene e sono felicissima di averlo ritrovato, ma basta. Non provo quei sentimenti per Kookie".

"Ma vi siete marcati a vicenda: un maschio e una femmina" Wheein stava ragionando più con se stessa che con Gulmi. "Non vuol dire che avete una relazione?"

Il suo colorito si faceva sempre più simile a quello di un pomodoro, poi realizzò che, avendo sempre vissuto nella Casa Omega, Wheein non doveva sapere molto sull'argomento.

"Anche Namjoon ha marcato tutto il branco con i suoi trace, ma non c'era niente di romantico nel suo gesto" Pronunciate quelle parole Gulmi si ricordò di una domanda. Doveva ricordarsela per il suo turno.

"Ma Jungkook non è del tuo branco".

"Jungkook è famiglia" spiegò. "La famiglia è un branco che non scegli, ci si vuole bene e si dà prova del proprio affetto facendo sentire i propri trace. È quello che facevamo da piccoli io, mio fratello, il suo migliore amico e Jungkook. Due persone che hanno una relazione usano i releaser per marcarsi".

Era una generalizzazione, ma abbastanza chiara da far illuminare il volto di Wheein. Gulmi si sentì in colpa quando spense quell'espressione e chiese a Wheein come fosse arrivata alla Casa Omega.

"Sono nata lì" rispose l'omega. "Mia madre rimase incinta dopo un rapporto con un cliente, le venne permesso di crescermi all'interno della Casa e fui istruita dalle altre omega" Gulmi osservò Wheein come a volerle chiederle qualcosa e la bionda capì. "Non ho iniziato ad avere rapporti con nessuno fino alla maggiore età, vedi, le Case non erano così una volta..."

Sembrò voler aggiungere qualcosa, ma si morse il labbro. Insistere non sarebbe stata una mossa saggia.

"Scusa, ma questo te lo devo proprio chiedere. Non sei rimasta sorpresa quando hai saputo che Jin è un omega?"

"No" Gulmi alzò le spalle in cenno d'indifferenza. "Ho sempre pensato esistessero degli uomini omega da qualche parte nel mondo. Nella mia famiglia ci sono donne alpha perchè un gene è comparso nel nostro DNA. Doveva esserci una mutazione in grado di far nascere maschi omega".

Wheein guardò Gulmi con la bocca socchiusa ed un'aria stranita, ma rise dicendole che veniva da un altro mondo.

"Taehyung è davvero stato rispettoso con te?" pose la domanda con cura.

"Immagino che non te l'abbia detto" Wheein distolse lo sguardo perché stava arrossendo. "Ho passato con Taehyung tutti i suoi rut".

"Cosa?"

"Sì, ha sempre messo in piedi una recita davanti a vostro padre per non renderlo sospettoso. Due volte all'anno per due anni" Wheein sorrise leggermente. "Io non mi vergogno di quello che facevo, Gulmi, e Taehyung non me lo faceva pesare. È stato l'unico che mi ha ascoltato e con cui ho davvero parlato, stavo bene con lui".

Gulmi fu sia sollevata che scioccata da quella notizia. Anche un po' offesa perché il fratello non le aveva mai detto nulla.

"Tu non hai un telefono? Mentre dormivi cercavo qualcosa con cui giocare perché mi annoiavo, ma a quanto pare non ce l'hai".

"Non l'avevo con me quel giorno" rispose Gulmi. "Non lo uso mai, le persone con cui dovrei parlare o chiamare sono sempre con me. A proposito, per quanto ho dormito?"

"Due giorni. Sei arrabbiata con Jin per quello che ha detto?"

Furba la bionda, mi ha contato la domanda come una delle venti .

"Lo ero. Poi ieri abbiamo parlato" Gulmi annuì davanti all'espressione incredula di Wheein. "Ha detto che mi sono dimostrata come tutti gli altri alpha, ed ha ragione perché effettivamente gli ho mentito. Però vi ho aiutato più di una volta, non credo che mi odi come vuole far sembrare." Cambiamo argomento, pensò. "Wheein-ssi, dove sono le altre omega della Casa?"

"Non posso dirtelo, però stanno bene" a Gulmi bastò. "Non hai ancora avuto l'estraniazione quindi i tuoi heat sono vissuti dalla lupa?"

"Hai un'ossessione per le domande imbarazzanti! Oppure ti piace farmi venire voglia di sotterrarmi!" 

"Sono curiosa! Sei la prima persona che conosco che vuole vivere senza un lupo estraniato!"

"I miei heat sono normali come quelli degli estraniati. Almeno fino a quando prendo i soppressori" borbottò.

"E hai intenzione di prenderli per sempre?"

"È un'iniezione ogni quattro mesi, la posso sopportare".

Si stava prendendo in giro da sola. Le contro indicazioni dei soppressori a lungo termine diventano davvero pesanti. Non era possibile assumerli per tutta la vita, le persone si limitavano ad usufruirne fino all'estraneazione del lupo.

Era sempre stata troppo codarda per affrontare il problema e si ripeteva che avrebbe trovato una soluzione in futuro. Erano tutte scuse per non pensarci.

"Quindi durante gli heat non hai delle eclissi in cui la tua Al..." Un'occhiataccia di Gulmi avvertì Wheein di non terminare la frase. "... In cui la lupa si abbandona ad una sfrenata pazzia?"

"No! Santa Luna, no!" Gulmi era distesa sull'erba con il viso nascosto fra le mani: guance, collo e orecchie rossi per la vergogna. L'alpha non arrossiva con facilità, ma quando lo faceva diventava un semaforo al segnale di stop.

"Dai, Gulmi-ah" la prese in giro la maggiore. "Te lo sto chiedendo per scopi scientifici".

Non era vero, per nulla. Wheein aveva invece scoperto un nuovo passatempo che la divertiva molto: mettere in imbarazzo la più piccola.

"Wheein-ssi!" si lamentò calcando sull'onorifico. "I miei heat sono come quelli di tutti, ok?"

L'omega decise di lasciare in pace Gulmi, quindi annuì, ma non prima di averle fatto un sorrisetto malizioso.

"Perché Namjoon non ha marcato anche te ieri sera?" chiese la mora, ancora evitava lo sguardo dell'altra coprendosi il viso.

"Perché ho rifiutato di fare parte del branco, per ora" rispose Wheein sorprendnedo Gulmi. "Sì, mi sento al sicuro con loro, ma ho vissuto la mia vita fra quattro mura. Mi chiedo cos'altro possa offrirmi il mondo."

L'alpha annuì, anche se non condivideva l'idea: erano tempi incerti e poco sicuri per essere un'omega.

Osservò pensierosa la ragazza che aveva di fronte: Wheein non aveva un passato agli occhi della società, non aveva diplomi e non aveva conoscenze che avrebbero potuto aiutarla in una città. Devo convincerla a rimanere qui prima di andarmene.

"Sposerai davvero qualcuno che non ami?" 

Un volto in particolare comparve nella mente dell'alpha, ma lo scacciò strizzando gli occhi.

"È il mio dovere, va bene così. Non è detto che non mi innamorerò, potrebbe accadere dopo il marchio d'unione".

Nemmeno Gulmi credeva realmente a quelle parole, ma era quello che le avevano sempre ripetuto sua madre e sua nonna. Sempre la stessa frase, la dicevano tutte le volte che la giovane Kim dimostrava di avere dei dubbi riguardo al proprio futuro: "se ci tieni tanto all'amore dovrai costruirlo col tuo alpha".

Wheein osservò Gulmi assottigliando le palpebre, la studiò pensierosa.

"Cosa ti piacerebbe fare se fossimo in città?" chiese la mora, era sdraiata sulla schiena mentre fissava il cielo azzurro. Non c'era una singola nuvola a coprirlo.

"Andrei per negozi" rispose Wheein. "Nei film che ci lasciavano vedere alla Casa c'erano queste protagoniste che andavano insieme a fare compere. Provavano questi abiti colorati e strani, facevano pose buffe e ridevano con le loro amiche. Vorrei ridere così anche io e avere delle amiche con cui farlo".

"Io ho sempre odiato fare shopping".

"Ma lo facevi con delle tue amiche?"

Gulmi pensò alle domestiche silenziose che le passavano abiti su abiti negli atelier a cui era abituata. Erano sempre capi che aveva già scelto sua madre, lei serviva solo per permettere alla sarta di prendere le misure.

L'alpha scosse la testa in segno di negazione e Wheein la prese come una vittoria: "Allora la mia risposta definitiva è: andrei a fare shopping con te e Eunha. Ah, Gulmi! Mi darai il tuo numero? Così quando avrò un telefono e tu tornerai a casa potremo parlare".

L'umore della bionda si era fatto molto più allegro ed un bel sorriso le decorava le labbra.

"Se Namjoon sarà d'accordo allora lo farò. Da quanto conosci Eunha?"

"Dal giorno in cui siamo arrivate qui" rispose Wheein con un piccolo broncio "Perché?"

Pensava che Eunha venisse dalla Casa Omega proprio come la bionda, invece la piccola castana viveva nel branco di Bhukansan da prima del giorno dell'evasione. Alzò le spalle in risposta.

"Ti metterei a disagio chiamandoti unnie?"

Sfruttò lo stesso trucchetto utilizzato prima da Wheein e le rubò il turno della domanda. La maggiore guardò Gulmi con una smorfia divertita sul viso, intenerita dalla vendetta dell'alpha che aveva aspettato di rubarle proprio il quesito finale.

Rispose di no, anzi, che le avrebbe fatto piacere. Poi però pretese di fare una domanda extra, Gulmi acconsentì ridendo a causa della smorfia da finta offesa di Wheein.

"Mi marcherai prima di andartene?" l'alpha trattenne il fiato dallo stupore. "Senza di te ora non sarei qui, quindi il tuo aroma di cannella mi dà senso di protezione. E poi sentirò la tua mancanza quando non sarai più in stanza a calciarmi nel sonno".

Gulmi avrebbe dovuto rispondere che non era un'idea saggia, che non avrebbe fatto piacere a Namjoon, che anche solo un pochino dell'odore dell'omega su di sé avrebbe fatto nascere dei sospetti all'interno della propria famiglia, arrivata a casa.

"Sì, va bene" Gulmi era sempre stata un tipo piuttosto impulsivo, però.

Gulmi stava cercando Namjoon da più o meno un'ora, ma dell'alpha gigante non vi era la minima traccia. Aveva guardato nella sala riunioni e nel cortile, aveva persino chiesto ad Hoseok. Il beta non sapeva dove fosse, ma era curioso di sapere perchè lo stesse cercando.

Nulla d'importante,  voleva solo chiedere a Namjoon quando sarebbe tornata a casa.

Entrò all'interno della mensa e la trovò deserta. Cercò bene fra i tavoli della stanza, nella speranza di intravedere un ciuffo color biondo platino sbucare dal nulla. Ma dove è finito?! si chiese È troppo alto per nascondersi per bene.

Un rumore spinse Gulmi a controllare oltre la porta che collegava la sala alle cucine. 

Spalancò la porta, ma venne accolta da una persona che mosse le braccia come per scacciare uno sciame di mosche. Quando si accorse che si trattava di Gulmi, Jin si portò la mano destra sul cuore, chiuse gli occhi e respirò a fondo dal naso.

"Se hai intenzione di farmi cambiare idea su di te stai facendo un lavoro pessimo".

Gulmi rimase immobile sull'entrata della cucina divertita dalla riuscita dello scherzo. Non parlò fino a quando Seokjin le chiese che cosa ci facesse lì.

"Sto cercando Namjoon, sai dov'è?"

"So che ora non è disponibile" rispose Jin con decisione e Gulmi chiese perché. "Non credo che siano affari tuoi, ma Namjoon sarà impegnato fino a stasera".

Annuì e fece per andarsene, ma si bloccò osservando meglio il castano. Seokjin indossava un lungo camice da laboratorio nel bel mezzo della cucina.

"Che cosa stai facendo?" chiese alzando il sopracciglio destro.

"Ancora, Gulmi-ssi:" rispose il maggiore "non ti riguarda".

"Se hai intenzione di far saltare in aria la cucina mi riguarda eccome, piccolo chimico".

Seokjin alzò gli occhi al cielo, rassegnato all'ennesimo soprannome. Si spostò a destra, rivelando dietro di sé una grossa pentola riscaldata da un fornello a gas. Gulmi controllò di nuovo, ma quello che Seokjin indossava era proprio un camice e non un grembiule da cucina.

La pentola era piena d'acqua pronta a bollire e di fianco ad essa c'era una ciotola in metallo piena di dischetti bianchi.

"Cera di soia" disse Jin ed a Gulmi sfuggì uno sguardo interrogativo. "Per fare le candele, cos'altro?" continuò lui parlando alla minore come se avesse sei anni.

"Quindi le fate voi!"

"Certo, ne usiamo così tante che sarebbe una spesa esagerata comprarle tutte".

"Ne usate così tante? È per quello che Namjoon ha detto ieri mattina?" Gulmi ricordò le parole che le aveva rivolto il capo branco il giorno precedente: "le candele profumate mi aiutano a coprire le tante scie ed evitare i mal di testa".

"Anche, diciamo che ognuno reagisce in modo diverso agli odori" rispose Jin. Prese una delle tre boccette che si trovavano sul tavolo in mezzo alla stanza, Gulmi lesse l'etichetta: estratto di lavanda. "La lavanda è talmente forte che aiuta Namjoon ad azzerare tutti gli altri odori. Eunha invece la usa quando deve studiare, l'aiuta a concentrarsi".

Incoraggiata dalla curiosità, Gulmi prese fra le mani un altro piccolo contenitore di vetro: abete rosso ,lesse.

"L'odore degli aghi dell'abete aiuta Yoongi a dormire, a Jungkook piace averlo intorno quando si allena" rispose Jin.

"E questo?" chiese la mora. "A cosa serve il limone?"

"Il limone è il più importante: ci protegge" rispose Seokjin con tono solenne, guardò Gulmi negli occhi per farle capire quanto fosse importante quella boccetta.

"Protegge? Da cosa?" era totalmente rapita dalle parole del castano, cosa aveva di così importante quell'essenza? Era davvero così potente?

"Non dovrei dirtelo..." L'omega distolse lo sguardo da quello di Gulmi per guardarsi intorno ed assicurarsi di non essere sentito. Quando se ne fu accertato continuò: "Il limone è essenziale..." Gulmi ormai pendeva dalle labbra del maggiore. "... contro le zanzare!"

Seokjin scoppiò in una risata senza freni, così rumorosa che probabilmente se ci fosse stato qualcuno fuori dal hanok lo avrebbe sentito. Iniziò persino a battere le mani.

Gulmi rimase pietrificata con l'essenza di limone in mano, in viso un'espressione per niente divertita, anzi: fissava il maggiore come se fosse il peggiore dei comici. La risata dell'uomo le ricordava quella del personaggio di un cartone animato che guardava da piccola.

"Avrete un sacco di essenze diverse se preparate così tante candele" disse Gulmi e Jin annuì mentre ancora tentava di riprendersi. "Anche quella di strozzalupo, immagino".

L'umore divertito di Seokjin, 'alpha era una tipa più sveglia di quanto desse a vedere.

"Forse" si limitò a rispondere.

Gulmi fece un sorrisetto spavaldo e rimise sul bancone le boccette di essenze.

"Posso vedere come fai a preparare le candele?"

Jin non sembrò dell'idea perché la osservò con un cipiglio dubbioso.

"Perché?"

"Hai detto che le essenze hanno degli effetti diversi in base alle persone" la mente di Gulmi stava già lavorando frenetica. "Voglio vedere quale hanno su di me".

Se quello che Seokjin diceva era vero, allora poteva esistere un odore in grado di calmarla in qualunque situazione. La meditazione mattiniera era stata sufficiente perché la lupa non prendesse improvviso controllo del corpo, ma Gulmi l'aveva percepita fremere a disagio anche quando era tornata al hanok.

Sapeva benissimo che sarebbe bastata un'emozione troppo intensa per perdere il controllo, ma forse, con l'aiuto dell'aroma giusto, poteva riuscire ad evitarlo.

"D'accordo, ma non pensare di potertene stare ad oziare mentre io faccio tutto il lavoro" indicò un armadio alle spalle di Gulmi. "Prendi un camice".

"Sì, signor capitano" acconsentì lei.

Quando la ragazza tornò alla postazione di lavoro, Jin stava prendendo degli utensili da un cassetto.

"L'acqua sta bollendo?"

Gulmi rispose di sì e Jin le disse di mettere sulla pentola il contenitore con la cera di soia.

"Non buttarla dentro!" esclamò voltandosi di scatto. "Devi proprio mettere la ciotola sopra la pentola".

La mora annuì con decisione, come a dire che aveva già capito la prima volta, e così fece. Con un cucchiaio che era lì vicino iniziò a mescolare i dischetti.

"Che stai facendo?" le chiese Jin mentre l'osservava. "Mescolare è inutile finché non aggiungi l'essenza".

"Oh, io cercavo di essere d'aiuto" rispose lei con delusione.

"Allora vieni qui".

Gulmi non capì perché quelle tre semplici parole le fecero venire da sorridere, ma preferì non pensarci e raggiungere il maggiore al tavolo. Seokjin mostrò alla ragazza quello che doveva fare: prendere gli stoppini di stoffa e fermarli all'interno delle clip piatte.

Non era un compito difficile, quindi Jin lasciò il suo fianco dopo il primo esempio per prendere i vasetti.

Era concentrata nella propria missione, ma afferrando uno stoppino si accorse che davanti a lei c'era un piatto coperto da un asciugamano. Pensando che fossero altre clip di metallo, alzò la stoffa e si ritrovò davanti ad una ciotola colma di frutti di bosco: fragole, more, ciliegie e anche lamponi.

Non ci pensò due volte prima di prenderne uno e portarselo alla bocca, Gulmi era golosa di tutti i frutti rossi. Assaggiò anche una fragola e due ciliegie prima di venire fermata dalla voce di Seokjin.

"La cera si è sciolta, con che essenza vuoi cominciare?" 

Gulmi ci pensò un po' prima di rispondere: "tu quale preferisci?". La verità era che lei non ne aveva idea.

"Preferisco il limone" rispose Jin riuscendo a nascondere un leggero sorriso dalla ragazza. 

Dietro di lui l'alpha pensò che il limone fosse un buon punto di partenza e quindi annuì mentre divorava una mora.

Jin spense il fuoco del fornello e versò la quantità giusta dell'essenza nel suo fidato misurino. Una volta aggiunto l'olio nella cera, prese il contenitore e lo portò al tavolo dove si trovava Gulmi. Quando il ragazzo iniziò a mescolare il composto, un pungente odore di limone invase le narici di entrambi.

Non è male, pensò la ragazza ma quello che cerco deve decisamente essere più dolce.

"Ok, adesso prendi uno stoppino ed intingi la clip nella cera calda" disse l'omega mentre continuava a mescolare. "Poi premila sul fondo del vasetto, la cera incollerà la clip al vetro. Devi essere svelta, altrimenti la cera si solidifica e la clip si stacca".

L'ultima frase mise una leggera ansia alla ragazza che, in tutta fretta, iniziò a maneggiare gli stoppini con poca cura. A vederla così agitata, Jin non riuscì a trattenersi dal ridacchiare. Una volta fatto quello che le era stato detto, però, Gulmi non passò subito al vasetto successivo.

"Cosa c'è?" chiese Seokjin.

"Lo stoppino:" rispose lei "non resta al centro". La mora fissava i barattoli vuoti come se l'avessero appena pugnalata alle spalle.

Jin non rispose, non si era mai preoccupato che gli stoppini rimanessero dritti al centro della candela: funzionavano lo stesso. Fece per dirlo a Gulmi, ma la ragazza aveva trovato una soluzione: aveva preso una bacchetta, messa sul vasetto ed intorno ci aveva arrotolato il cordoncino di stoffa.

"Non sapevo della tua laurea in ingegneria" scherzò Jin quando la vide tutta soddisfatta del proprio operato. "Ora però lo devi fare con tutti".

"Tu non ti preoccupare" rispose Gulmi.

Così, mentre la ragazza si dedicava al proprio lavoro, Seokjin mise la cera al limone all'interno di una vecchia caraffa e con quella versò il contenuto nei vasetti. Quando la cera finì ne aveva riempiti sei.

Mentre il maggiore era impegnato a lavare la caraffa e la ciotola, Gulmi osservava soddisfatta sia i barattoli con la cera (che si stava solidificando), sia quelli con ancora solamente gli stoppini. Stoppini dritti.

La mora decise di premiarsi con due ciliegie. Due paia.

Dopo il limone fu il turno dell'essenza d'abete rosso. Questa volta toccò a Gulmi versare la cera solida nel contenitore dove si sarebbe sciolto, ma una buona parte mancò il bersaglio d'arrivo.

"Non è così difficile fare le candele, potrei farlo tornata a casa." Gulmi stava pensando a voce alta.

Seokjin si sentì leggermente offeso da quell'affermazione, non era più il re delle candele agli occhi della più piccola? Io sono il fottuto eroe delle candele si disse da solo.

"Non penso ti verrebbero così bene" disse il castano che aveva incrociato le braccia al petto. "Io ci ho messo anni a destreggiare una simile organizzazione e creatività".

Gulmi osservò il più alto alzando il solito sopracciglio destro: "sono certa di poter fare una o due candele alla lavanda da sola". Seokjin non trovò nulla con cui obiettare contro quell'affermazione.

"Cosa stai cercando da queste essenze?" Fra i due stava iniziando a calare un silenzio imbarazzante e l'omega si preoccupò di scacciarlo immediatamente. Jin era allergico alla serietà ed al silenzio. "Hai detto che vuoi vedere che effetto ti fanno, quindi immagino che speri in qualcosa in particolare".

"L'Alpha non sta reagendo bene all'essere nel territorio di un altro capo branco. Pensavo che ci potesse essere un profumo in grado di calmarla definitivamente" confessò Gulmi.

"Esiste: si chiama estraniazione." Seokjin ignorò la mora quando la vide alzare gli occhi al cielo "Non è così male come credi. Di cosa hai paura?"

"Di diventare come lei" rispose Gulmi e Jin fece per risponderle, ma la ragazza spense il fornello e prese l'essenza, catturando tutta l'attenzione del castano.

Sotto istruzione dell'omega la ragazza riempì metà del misurino e, dopo averlo versato nella cera, prese a mescolarlo.

"Non mi piace" disse Gulmi arricciando il naso.

Jin allungò le braccia per togliere il contenitore dalla presa di Gulmi, ma facendolo posò le mani sopra quelle della ragazza. L'omega sobbalzò leggermente al contatto inaspettato, si scusò per l'invadenza a prese la ciotola facendo più attenzione.

"Faccio io, tranquilla" rispose il castano mentre era concentrato a riempire i vasetti. "È una questione di gusti personali e se non ti piace un odore dovresti stargli lontano, potrebbe nausearti".

"A te quali odori non piacciono?"

"Odio l'odore di tutti gli alcolici" rispose Jin senza pensare, ma quando si accorse della propria rivelazione si sbrigò a farla passare in secondo piano. "Voglio dire, come essenze odio il cocco e lo zenzero."

Gulmì annuì sovrappensiero e mangiò una fragola per coprire quell'odore pungente di conifera che aleggiava nella cucina. Jin non la vide perché concentrato sulle candele.

"A me piacciono gli odori dolci, ma non zuccherini. Quelli più delicati".

Certo che ti piace il dolce, alpha pensò Seokjin.

Ripeterono lo stesso procedimento anche con le candele alla lavanda, fra uno step e l'altro Gulmi allungava una mano verso il tavolo per sgranocchiare uno dei frutti di bosco. Terminate le candele, la mora chiese a Jin perché fossero tutte bianche e non colorate come quella viola che aveva visto il giorno prima.

"Quando è Eunha ad aiutarmi le piace aggiungere del colorante per distinguerle" rispose lui. "Io mi limito a scrivere sulle etichette".

Gulmi pensò che le candele colorate fossero molto più belle da vedere, ma non disse nulla. Durante il pomeriggio con il castano, l'alpha aveva imparato a vedere come Seokjin s'irritava quando il suo lavoro veniva criticato. C'era una bella atmosfera nell'aria e la mora non la voleva rovinare.

Se inizialmente il ragazzo si era dimostrato dubbioso e scostante nei confronti della minore, ad un certo punto era diventato più rilassato e disponibile. Gulmi non sapeva se fosse a causa delle candele al limone o dei complimenti che gli aveva rivolto, ma Seokjin aveva smesso di trattenersi: scherzava di più, non le stava più ad un metro di distanza e non la studiava più con severità ad ogni mossa.

"Adesso facciamo una cosa che dovrebbe piacerti" disse Jin una volta che ebbero nominato tutte le candele con le apposite etichette. "Ti faccio vedere come preparo le essenze e ne prepariamo una dolce".

"Stai dicendo che crei tu gli oli essenziali?" Tutto lo stupore e la meraviglia di Gulmi erano tornati.

Io sono il fottuto eroe delle candele si ripeté lui.

Con orrore di Gulmi Seokjin alzò l'asciugamano che ancora copriva la ciotola di frutti di bosco, l'alpha non si era preoccupata di toglierla del tutto. Forse perché, sotto sotto, sapeva che il suo piccolo furto di dolcezze era qualcosa che il maggiore non doveva venire a sapere.

Jin fissò impietrito il piatto in cui era rimasta solo una fragola: "Gulmi," Il castano era talmente sorpreso da aver dimenticato l'onorifico "dov'è il resto?".

Lei valutò l'idea di dare la colpa a qualcun altro, ma l'espressione colpevole che aveva in volto l'aveva venduta al maggiore.

"E- ecco io credevo che..." ma non riuscì a terminare la frase.

"E così ti piacciono i frutti rossi".

Seokjin prese la fragola rimasta: era rossa scura, grande e con i semi giallo brillante. Lui sapeva che era una di quelle buone e dolci. Con un velo di cattiveria negli occhi, il maggiore si avvicinò a Gulmi.

"Sì, mi dispiace, non sapevo ti servissero!" esclamò lei dispiaciuta.

"Quindi le hai viste lì tutte coperte e hai pensato che potevano sentirsi ignorate?" Il sarcasmo di Seokjin diventava più marcato man mano che si avvicinava al volto della ragazza. La piccola ladra annuì, imbarazzata per essere appena stata beccata.

"Ti svelo un segreto, golosina:" Anche Jin sapeva usare i soprannomi quando voleva. Il castano si piegò per guardare Gulmi negli occhi e le si avvicinò per spiegarle per bene un concetto molto importante "nessuno rubale mie fragole". Calcò intenzionalmente sul possessivo.

La mora non rimase troppo turbata dalla vicinanza dei loro visi ma, sentendosi in colpa, decise di scusarsi. Seokjin si tirò leggermente indietro dal volto dell'alpha, non abbastanza perché lei potesse inchinarsi però. Quello che invece fece l'omega, fu continuare a fissare gli occhi della più bassa mentre lentamente portava la fragola alla propria bocca.

Gulmi si ritrovò a distogliere lo sguardo da quello di Seokjin per portarlo sulle carnose labbra del maggiore, deglutì ansiosa quando le vide circondare con eleganza il frutto rosso. Jin dette un morso delicato alla fragola e questa venne stretta dalle labbra gonfie, Gulmi vide il succo del frutto andare a tingerle di rosso. L'omega riunì le labbra rosse e la mora riuscì a sentire la dolcezza sulla punta della lingua.

Non so se sono più rosse le sue labbra o la fragola.

"Jin hyung, Namjoon ti sta..." Jungkook comparve sulla porta della cucina, ma si arrestò immediatamente quando vide che l'omega non era da solo.Continuò stranito quando vide che si trattava della propria cugina "...cercando".

Seokjin si allontanò imperturbato da Gulmi e si voltò verso il maknae finendola propria fragola. Quando chiese perché il capo branco lo stesse cercando Jungkook gli porse un tablet dallo schermo illuminato.

Jin guardò il display per circa tre secondi prima di fiondarsi in tutta furia fuori dalla stanza senza guardarsi indietro. Gulmi si avvicinò al cugino, sperando di non essere rossa in viso, e gli chiese che cosa fosse successo. Kookie non sembrava molto convinto all'idea di rispondergli e questo fece irritare l'alpha.

"Sul serio?" chiese alterata "Non posso sapere nemmeno questo?"

Jungkook valutò per un attimo le opzioni nella propria mente, ma poi cedette borbottando qualcosa come "tanto lo verresti a sapere comunque".Quando passò il tablet a Gulmi, lei vide che sullo schermo era riportata la prima pagina del giornale più importante dello Stato: il Korea News.

Il respiro scomparì dai polmoni della ragazza quando riconobbe il soggetto nella foto dell'articolo di testata. Perse completamente fiato quando lesse il titolo evidente: "NO LAVORO OMEGA: la nuova proposta legislativa del deputato alpha Park Seungho".

Le mani di Gulmi iniziarono a tremare alla vista di quel nome.

Angolo Autrice
Io in questo momento:

Benvenuti nel mio canale DIY: oggi impareremo come fare le candele! Ebbene sì ho proprio guardato dei video per imparare a fare le candele... E pure per distillare le essenze, ma questa è un'altra storia!
La chiacchieratina fra bff Gulmi e Wheein, abbiamo imparato un po' di più sulla bionda (a quanto pare è una unnie un po' despota ma dolce dolce in fondo) ed è stato lanciato qualche sassolino.
Il vero macigno però è stato lanciato a fine capitolo, vi presento l'antagonista di questa storia: alpha Park Seungho. Uhhh noi ora le cose iniziano a farsi interessanti.
Ma passiamo alla parte interessante del capitolo, non sono preziosi baby birba e Jinnie? Preziosissimi. Abbiamo le battute di basso livello di Jin e la sua risata, abbiamo la golosità e curiosità di Mimi. E abbiamo la fragola.
Oh quella scena, giuro che Seokjin non aveva nessuna intenzione di sedurre Gulmi, voleva solo renderle ben chiaro che le fragole sono SUE. L'effetto che ha fatto alla baby birba però è stato un altro.....
Grazie per aver letto, spero che il capitolo ti sia piaciuto e se così è stato: lascia una stellina!
Alla prossima,
~V e o

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