Alec

*Attenzione: l'intervista si basa sugli eventi accaduti fino all'epilogo di Astri nell'Abisso. Potrebbe contenere spoiler se l'intero primo volume non è stato letto.*

Alec spinge le ruote con estenuante lentezza, fissando il viso di Cookie in avvicinamento come se la donna incarnasse i suoi peggiori timori.

Cookie: Ciao, Alec, che piacere averti finalmente tra noi! Chiamami Cookie e mettiti a tuo agio.

Alec guarda altrove mentre parla.

Alec: Non posso dire la stessa cosa, Cookie. Facciamola breve.

Cookie: Woah, che aura negativa! E pensare che ti sei anche preparato prima di venire qui. Va bene, bando alle ciance: iniziamo. Nome completo ed età.

Alec sbuffa, domandandosi perché deve farlo. Ma ha già provato a opporsi e non è servito a nulla, quindi decide di collaborare per renderla più veloce.

Alec: Alexavier Vincent Callaway, diciassette anni.

Cookie: Se non avessi saputo con certezza che sei più grande di Adam di un anno, avrei giurato il contrario. Ti capita mai di provare una certa stranezza nel pensare che sia più piccolo di te?

Alec: Di solito non ci penso, ma se lo sottolinei sì, mi fa un po' strano più che altro che sia più piccolo di Mya. Tra i due sembra lei la minore.

Cookie: In effetti non posso che darti ragione. Mya è una così carina ragazza, cosa pensi di lei? Vuoi davvero sposarla?

Alec fa una smorfia.

Ti ricordo che devi dire nent'altro che la verità, o la mia amica autrice saprà se menti. Avanti, non ti sente nessuno,con me puoi essere sincero.

Alec: Mya è...

Alec sospira.

Mya è una ragazza insicura, e me ne sto approfittando per assicurarmi un po' di tranquillità nella vita. Basta con le finte, ho appeso il mio istinto ribelle al chiodo.

Cookie: Quindi non vuoi sposarla davvero ma stai comunque insistendo per rendere infelici entrambi.

Prende appunti con aria disinteressata, annuendo tra sé e sé.

Alec: Non è così!

Si accorge di aver urlato e abbassa il tono.

Beh... forse la sto usando. Le sto rovinando il futuro. Dopotutto è nella mia indole, non riesco a smettere di far soffrire le persone.

Cookie: Molto cinica come definizione, complimenti. Cerchiamo di essere un po' meno cupi, o i nostri ascoltatori si annoieranno. Dimmi qualcosa su di te: colore preferito?

Alec: Blu

Cookie: Ci avrei scommesso. Dolce o salato?

Alec fa spallucce.

Alec: Indifferente.

Cookie: Tanto non mangi nulla in ogni caso, giusto?

Alec: Uhm, diciamo che il cibo non è una mia grande passione.

Cookie: Come mai? È stato sempre così?

Alec: No, non direi. Diciamo che non ho mai esagerato, però ultimamente ho lo stomaco chiuso.

Cookie: Sai che non mangiare ha le sue conseguenze? E che esistono disturbi che...

Alec: Sì, sì, sei qui per intervistarmi o per farmi la predica? Sto benone, non lo vedi?

Cookie lo osserva con un sopracciglio alzato, ma non fa commenti.

Cookie: D'accordo, non dirò altro. Come ti trovi in villa Brass?

Alec: All'inizio sono stato malissimo, poi mi sono un po' ambientato. È ovvio che non sarà mai come essere a casa a Phoenix. E poi trovo tutto questo sfarzo disgustoso. Cosa siamo, nell'800?

Cookie: In effetti, sono d'accordo con te sul fatto che lo stile della villa è un po'... antiquato. Com'era casa tua a Phoenix?

Alec si perde per un attimo nei ricordi e la sua espressione vacilla. Ma dura così poco che solo l'occhio attento di Cookie coglie quel cambiamento.

Alec: Non era grande come villa Brass, ma nemmeno piccola: aveva tre piani con la soffitta. E una piscina. E profumava di legno e di agrumi, ma solo quando arrivava la primavera e gli alberi in giardino fiorivano. Il resto era un po' incolto però, forse perché da piccolo ho fatto licenziare il giardiniere e non ne abbiamo mai preso un altro.

Per un attimo ride con trasporto e Cookie quasi non crede alle sue orecchie.

Anche la casa era disordinata, specialmente perché io e Iris eravamo come un uragano incontenibile, prima che lei sviluppasse un po' di quell'ordine da ragazza.

Cookie: Ti piacerebbe molto tornarci, non è vero?

Alec si adombra.

Alec: Ho un futuro qui, a Newcastle, quindi è inutile fare congetture simili.

Cookie: Mai dire mai, caro. Noi siamo tutti con te. Che musica ti piace?

Alec: Non ascolto musica, in genere. Mi butta giù di morale. Se proprio devo, qualcosa che non sia palloso, o qualcosa che spacca i timpani, così da non essere pesante.

Cookie: Sembra proprio che la nostra conversazione non possa rimanere su un livello di leggerezza come quella con Adam. Va bene, suppongo una cosa simile sia parte del lavoro che faccio. Allora dimmi una cosa, hai apprezzato tutte le volte in cui hai dormito di fianco a Adam?

Alec guarda altrove.

Alec: Sì.

Cookie: Perché credi di trovarti così bene con lui?


Alec: Io non mi trovo bene con lui!

Cookie alza gli occhi al cielo e tamburella con impazienza con le dita. Alec sbuffa.

Non lo so, io... Se lo sapessi saprei anche come evitare tutta questa situazione del cavolo!

Cookie: Riflettici a fondo.

Alec: Adam è... un amico come non l'ho mai avuto. Amicizia secondo me ha sempre significato qualcuno con cui ridere e scherzare, senza però farlo arrivare troppo vicino. Era come se avessi amici a distanza di dieci metri. Nessuno mai li ha superati, se non Iris, ma solo perché è mia sorella. Adam però è entrato nei cinque metri, poi nei tre. Alla fine è arrivato a un metro da me, ha superato chiunque altro. E poi a zero...

Per un attimo gli vacilla la voce e, dal rossore sulle sue guance, è evidente che sta pensando a ciò che è successo di recente tra lui e Adam.

Non ho mai visto qualcuno così premuroso nei miei confronti, non ho mai visto nessuno preoccuparsi per me, assicurarsi che io stia bene di continuo, e fare qualcosa per rimediare in caso contrario. Non ho mai provato nemmeno il desiderio di far star bene qualcuno, eppure con Adam è successo.

Cookie: Quindi... hai detto di voler evitare questa situazione. Perché vuoi evitarla?

Alec: Mi pare ovvio! Adam si è avvicinato troppo a me, non è giusto, non è normale.

Cookie: Normale, dici? E cosa lo è? Qual è il tuo concetto di "normale" allora?

Alec: Non lo so, non questo!

Cookie lo guarda per un attimo rassegnata.

Cookie: Suppongo non stia a me farti ragionare. Non è in mio potere, quindi proseguirò solo con le domande. Perché non accetti Cassie come ragazza di Adam?

Alec fa una smorfia.

Alec: Non è che io non l'accetti o cose del genere. Non sono io a doverla accettare! È solo che la vedo per quello che è, un'usurpatrice! E Adam non se ne accorge, perché è intontito da lei. Voglio proteggerlo, ecco perché cerco di fargli capire che non è una brava persona.

Cookie: Non sei anche un pochino geloso?

Gli fa l'occhiolino.

Alec: Perché dovrei essere geloso?!

Cookie: Ricordati che devi dire solo la verità, Alec. Se menti se ne accorge chiunque.

Alec: Ma io non sto...

Si zittisce, poi fa un sospiro.

Beh, si può essere gelosi anche di un familiare!

Cookie. Nessuno ha detto il contrario.

Alec ammutolisce.

Andiamo avanti: Non ti spaventa l'idea di doverti sposare, anche se dopo il diploma?

Alec: No... Oddio, certo che sì! Non so cosa sarà della mia vita dopo. So solo una cosa: smetterò di soffrire.

Cookie: Cos'hai provato quando hai visto la reazione di Adam al tuo annuncio di matrimonio?

Alec: Accidenti, ti piace rigirare il coltello nella piaga, strega! Mi pare normale che non sia stato bene! Non volevo che finisse così, non volevo che Adam soffrisse. Né Mya, né nessun altro. Eppure non ho potuto farne a meno.

Cookie: Però... in fondo in fondo non ti è dispiaciuto ciò che ti ha fatto Adam.

Alec: Cosa diavolo stai...

Cookie: Ricorda l'obbligo di verità, caro.

Alec: E va bene, d'accordo! Non so perché l'ha fatto, non so perché gliel'ho lasciato fare e non so nemmeno perché, ma mi è piaciuto. Contenta?

Cookie ride, poi lo guarda con occhi scintillanti.

Cookie: E cosa ti è piaciuto di più?

Alec risponde con un'occhiata assassina. È sicuro che l'intervista di Adam non è stata così difficile.

Alec: Lui... Mi è piaciuta la premura che come al solito ha avuto per me. Però era anche un po' diverso... raramente l'ho visto così deciso, e forse è quel suo comportamento che mi ha stupito e mi ha impedito di scappare.

Cookie: E... se lo rifacesse?

Alec spalanca gli occhi.

Alec: Non si troverà mai in situazione di poterlo rifare!

Cookie: D'accordo, basta con argomenti imbarazzanti, altrimenti qui ci andrà a fuoco lo studio, a partire dal tuo viso.

Alec si porta le mani ghiacciate alle guance e le trova bollenti.

Cookie: Parlaci di qualcosa di leggero: le tue conquiste. Sappiamo che ne hai avute molte, ma qual è stata la prima?

Alec: Tante non me le ricordo, ma lei non posso dimenticarla. Avevo tredici anni e lei diciassette. Credevo che sarebbe stata la donna della mia vita. *Ride*. Ancora non capisco cosa l'ha spinta a quella sveltina, se così si può chiamare, nello spogliatoio delle femmine della scuola, ma probabilmente il mio cognome: voleva vantare nel suo "curriculum" di essere stata con un Callaway. O con due. Non mi sorprenderei se si fosse fatta pure mio padre.

Cookie: Davvero inaspettato. Con quante ragazze sei stato?

Alec: Dovrei saperlo?

Cookie: Non ti stai comportando in modo un po' sprovveduto con tutta l'esperienza che hai?

Alec: Pronto? Sono stato con tutte ragazze, mi hai mai sentito parlare di rapporti gay?

Cookie: Guarda che non è una parolaccia, non c'è bisogno che abbassi la voce per dire "gay".

Alec: Falla finita.

Cookie: D'accordo, per stavolta la finiamo qui, ma spero di riparlarne quando avrai le idee più in chiaro. Come ultima cosa dimmi la tua parolina in una lingua straniera, poi ti lascio andare.

Alec: Ciao*.

Cookie: È stato un piacere.

Gli fa l'occhiolino.

Alec: Non posso dire lo stesso.


*Ha parlato in italiano.


Koa

Ecco anche l'intervista di Alec! Avrei voluto ambientarla un po' prima tra i capitoli, ma ormai siamo alla fine. Penso che se mai avrò tempo ne farò un altra, più presto in ordine cronologico, e la metterò prima di quella di Adam. Per adesso, dopo questa, mi concentrerò su Alba nell'Abisso, già a buon punto per la pubblicazione.

:*

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