Capitolo XLIX
[AKIRA]
Appena esco dalla libreria inizio a correre.
Nemmeno so dove.
Ma voglio solo allontanarmi.
Masato mi ha dato una coltellata in pieno petto.
"Divertiti" mi risuona la sua voce nelle orecchie.
Divertiti?
Mi prendi per il culo?
Avrei voluto dirgliene di tutti i colori, ma sarebbe stato umiliante.
Così gli ho solo risposto di conseguenza.
Che credevo?
Che mi dicesse di non andare?
Povera illusa!
Sono solo questo!
In fine senza accorgermene mi trovo nel parco dietro casa.
Mi guardo intorno e per fortuna non c'è molta gente.
Decido quindi di sedermi su una panchina a caso.
Alzo lo sguardo e lo pianto sullo splendido ciliegio dietro la panchina.
Ma in verità non lo sto guardando.
Sono così depressa.
Anzi.. esserlo sarebbe un bene in confronto al vuoto che sento.
Non provo nulla.
Mi sento come una scatola piena d'aria.
Non so per quanto rimango in questa posizione.
Ma passo a rivedermi tutti gli anni passati ad amare quel deficiente.
Tutti i sorrisi che mi ha regalato.
Tutte le volte in cui mi ha salvata.
Quando mi faceva dei piccoli regali come dolcetti o fiori di campo solo per vedermi sorridere.
Quando mi diceva che ero la più bella.
Ma ci sono anche tutti i suoi commenti sprezzanti.
Le battute e le offese.
Tutta l'indifferenza degli ultimi anni.
Sto quasi per piangere quando sussulto sentendo una voce più che familiare.
- Akira! Cazzo! Ecco dov'eri! -
Alzo senza voglia il capo e lo fisso vuota.
- Che ci fai qui? -
- Ti stavo cercando! Non hai idea di che paura mi hai fatto prendere quando arrivato a casa non ti ho trovata! E in più non rispondevi al telefono! -
Guardo il telefono e ci trovo otto chiamate perse e il doppio di messaggi.
- Avevi paura che fossi stata investita? - chiedo atona.
- Cazzo si! Cioè.. chi può dire che può succedere? Tanto più con che umore te ne sei andata! Che ne sapevo che stessi prestando attenzione alla strada! -
Lo guardo furente.
- Piantala! So badare a me stessa! Non sono una bambina! In più tu non sei mio fratello! -
Si avvicina a me guardandomi.. arrabbiato?
- Sta zitta! Lo so di non essere tuo fratello! Non ho mai cercato di essere come tuo fratello! -
Lo osservo confusa.
Mi alzo in piedi.
Star seduta mi fa sentire come quando papà mi metteva seduta mentre mi sgridava.
- Tu non dici a me di stare zitta! Perché sei arrabbiato?! - sbuffo irritata.
- Perché non rispondevi e non sapevo dov'eri! -
- Beh, ora lo sai e vedi che sto bene! Puoi anche andare ora! -
- Mi rifiuto! -
- Perché? -
Che diavolo gli prende?
Per una volta che lo voglio lontano da me mi sta addosso come una cozza.
- Perché devo dirti una cosa! -
Incrocio le braccia.
L'osservo meglio e noto lo stampo rosso incandescente di una mano sulla sua guancia sinistra.
Fanculo!
Non m'interessa!
- Su, ti ascolto! -
Prende una boccata d'aria poi inchioda il suo sguardo nel mio.
- Non voglio che tu esca con Satoshi! -
Sgrano gli occhi.
Ho sentito bene?
- Come scusa? -
Avanza di un passo.
- Non uscire con Satoshi! -
Faccio un passo indietro.
- E perché non vuoi? Anche se Satoshi non ti piace è un bravo ragazzo! -
- Non lo metto in dubbio, ma non voglio assolutamente che tu ci esca! -
Il mio grado di nervosismo sta raggiungendo livelli critici.
- Ti ho già detto che non sei mio fratello! Non puoi dirmi cosa posso e non posso fare tanto più visto che non lo permetto nemmeno a Kyosuke stesso! -
- Io non ho detto che non puoi, solo che non voglio! -
Quelle sue parole riaccendono speranze che poco fa si erano spente.
Ma non devo farmi fregare ancora.
Di certo è qualcosa tipo il sentimento di un normale padre che non vuole vedere la sua piccola con qualcuno.
- Cos'è questa storia del non volere? -
Fa un altro passo verso di me.
Mi guarda dritta negli occhi come non è mai capitato prima.
Mi inchioda sul posto.
Il mio cervello sta anche andando in blackout.
- Non voglio! - ripete.
- Pe..perché? -
La distanza tra noi è praticamente inesistente.
Mi sorprende quando poi prende il mio viso nelle sue mani.
- Perché non voglio! Non voglio che tu esca con nessun ragazzo a parte me! Non voglio che tu pensi a nessun altro oltre me! Se potessi ti impedirei pure di guardare o parlare con altri! -
Che discorso egoista, ma..
Perché mi piace sentirlo parlare così possessivamente?
Perché mi fa sentire che conto per lui..
Ma.. non è solo un'illusione?
- È tutto molto egoista! Potrei chiederti le stesse cose e sono certa che.. - mi ferma.
- Chiedimelo e lo farò! -
Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma sono senza forze.
- Masato.. ciò che dici sembra quasi.. -
- Una dichiarazione? -
- Sì, ma non mi faccio illusioni! -
- E fai male! -
Rimango a fissarlo a bocca aperta.
- È molto difficile ammetterlo, ma ormai non posso più negarlo! Mi sono autoconvinto per anni che per me eri solo come sorella, ma sono stato un povero illuso! Ho sempre visto solo te, pensato solo a te e soprattutto amato solo te! -
Cerco di parlare, ma non mi esce alcun suono.
Sono troppo sorpresa.
- Non te l'ho mai detto proprio perché continuavo a dirmi che ciò che provavo non era vero, ma solo affetto fraterno! Però erano solo bugie su bugie che mi dicevo per non affrontare la realtà! Ammetterlo avrebbe portato riflessioni che non volevo fare! In più temevo che se mi avessi rifiutato avrei perso la tua amicizia insieme a quella di Kyosuke! Insomma c'era troppo in ballo per anche solo tentare! -
Riesco a formulare una frase, nemmeno so come.
- E perché ora tenti? Non hai più paura? -
- Oh, si che ne ho! Moltissima! Però mi è stato detto che le persone davvero forti sono quelle che ammettono di aver paura, ma combattono lo stesso! E io voglio combattere per te! Non voglio vederti con un altro! -
Mi viene da piangere.
Sta davvero succedendo?
Non è un sogno?
All'improvviso poi toglie le mani dal mio viso lasciandomi al freddo.
I suoi occhi si velano di tristezza.
- Forse però non dovevo dire nulla.. -
- Pe-perchè? - mi accorgo di singhiozzare e toccandomi una guancia la trovo bagnata.
Sto piangendo per davvero.
Lui esplode.
- Perché? Stai piangendo! -
Avanzo verso di lui, ma arretra.
Il suo sguardo ferito mi distrugge.
Io sono felice.
Sono lacrime di gioia le mie.
Ma sto singhiozzando così forte che non riesco a formulare altro che monosillabi.
Cerco nuovamente di avvicinarmi, ma si allontana a sua volta.
- N-no.. -
Si passa una mano tra i capelli e noto che trema.
Non mi guarda.
Ora come ora gli interessa di più fissare il suolo.
- Non dovevo dire nulla! Lo sapevo, ora non sai che fare! Hai paura di ferirmi e non tornare più amici come prima, ma tranquilla! Io sono dispostissimo a fingere che questo non sia mai.. -
Gli corro incontro e tirandolo a me lo zittisco con un bacio.
Il mio primo bacio.
Mi si spezzava il cuore a sentirlo demolire il mio sogno realizzato.
In più non riuscendo a parlare quello era l'unico modo per dirgli ciò che provavo.
Prendendomi per le spalle mi allontana delicatamente.
Il suo sguardo è più che confuso.
- Perché? Non voglio la tua pietà! - sussurra.
Scuoto furiosa il capo e lo abbraccio affondando il viso nel suo petto.
Finalmente ritrovo la parola.
- Sei un idiota! Non è pietà! Io ti amo, ti ho sempre amato! -
Mi allontana nuovamente, ma stavolta è stupore quello nei suoi occhi.
- Che hai detto? -
Gli sorrido.
- Ti amo Masato! -
Stavolta è lui a baciare me e sento di aver finalmente ottenuto ciò che più desideravo.
Non so quanto rimaniamo a baciarci poi lui mi stringe forte a sé.
In quel momento di beata tranquillità mi torna in mente lo stampo scarlatto che c'era sulla sua guancia.
- Chi ti ha schiaffeggiato? -
Alza una mano per toccarsi la guancia.
- Una mora tutto pepe che mi ha dato dell'idiota perché non ti sono corso subito dietro! -
Cerco di non ridere, ma è piuttosto dura.
- E ti è anche andata bene, credo che se fosse toccato a Ru aggredirti avrei dovuto raccoglierti col cucchiaino! -
- Oh, non so! Credo che quanto a pericolosità siano allo stesso livello, solo che Natsumi sa nasconderla meglio! -
Faccio un respiro profondo prima di dirgli qualcosa che non gli piacerà.
- Masa.. -
- Sì? -
- Io domani devo uscire con Satoshi! -
Si scosta bruscamente e mi fissa accigliato.
- Come? -
Lo guardo dispiaciuta.
- Devo! Non posso lasciargli altre speranze, gli devo un rifiuto come si deve con rispetto e sincerità! Se lo merita! È un bravo ragazzo! -
Anche se vedo quanto lo secchi la cosa annuisce e mi abbraccia stretta.
- Però non devi stargli troppo vicina! -
Non mi pare vero di sentirlo dire queste cose.
Ridacchio felice stringendolo più forte.
- Va bene! -
Pranziamo poi a casa di Ru e Nat che appena mi vedono entrare con Masato mi saltano addosso facendomi lanciare un urlo di sorpresa.
- Com'è andata? - chiedono con una segretezza pessima, tanto che è Masa a rispondere.
- Alla grande, ma ho ancora la guancia che formicola Natsumi! -
La mia amica ignora la sua lamentela per lanciare un grido entusiasta e stritolarmi.
- Come sono contenta Aki! -
In fine si volta verso il mio ragazzo.
Oddio!
Ancora non ci credo!
Anni, anni ad aspettare e ora è davvero mio!
- Era ora Masato! Bisognava che ti picchiassi prima! -
Scoppio a ridere vedendo l'espressione di dolore che fa Masa all'idea.
Ora ho delle amiche fidate e il ragazzo che ho sempre amato.
Mi sento davvero felice.
Il giorno seguente dopo pranzo vengo chiamata in disparte da Masato.
- Non farti prendere dalla compassione! Non stargli troppo vicina! Se prova a prenderti per mano, abbracciarti o baciarti mira alle parti basse! Se non accetta di buon grado il tuo no chiamami, arriverò in dieci secondi! Contati! -
Annuisco ridacchiando.
È troppo buffo.
E tenero.
Dopo la mia ennesima promessa mi lascia andare all'appuntamento.
Appena vedo Satoshi cerco subito di iniziare il discorso, ma mi zittisce dicendo che c'è tempo anche dopo.
Ma dopo un'ora di giri per negozi e gelaterie, creperie e pasticcerie, dove ho lottato per pagare per me, lo fermo.
- Satoshi davvero dobbiamo.. -
Sospira pesantemente.
- Ho capito! - mi fa un sorriso tirato.
- Già appena sei arrivata ho capito che c'era qualcosa di diverso, hai una determinazione negli occhi che prima non avevi! Ho sperato che con questa uscita fossi in grado di rivalutarmi, ma lo vedo da me ora come non mai! Per me non c'è posto nel tuo cuore! -
Già a metà discorso sono scoppiata a piangere.
Vedo il dolore nel suoi occhi e mi distrugge sapere di essere io la causa.
Mi scompiglia i capelli.
- Eddai, non piangere! Sono un uomo! Posso accettare un rifiuto! - mi sorride più sincero.
- Se hai qualche amica carina e single però fammelo sapere! - E prima che io possa dire altro mi saluta.
- Meglio che torni a casa, ho detto ai miei solo che stavo da un amico per un paio di giorni! A breve chiameranno le forze dell'ordine a cercarmi! Ci vediamo a scuola! -
E se ne va.
Quella sera riesco a sorridere ben poco e Masato mi stupisce ancora comprendendo ciò che provo.
Senza gelosie o stupidi discorsi.
Domani è un nuovo giorno.
Domani andrà tutto per il verso giusto.
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