Capitolo XIII

Chiudo la porta dietro di me e poggio il regalo per mia sorella sul tavolo.

Spero proprio che le piaccia perché star dentro quel negozio è stata dura.

Anche se ero con Natsumi.

Natsumi..

Sospiro gettandomi a peso morto sul divano.

Da dove inizio?

Questa mezza giornata con la moretta è stata.. particolare!

Più passa il tempo meno capisco.

Non mi sono mai comportato così prima.

In nessun incarico.

A parte che questo lavoro è diverso dai precedenti.

Mai ho avuto a che fare con protezioni in luoghi relativamente sicuri come questi.

Ho sempre trattato con protetti che erano sempre sotto attacco e la mia azione era richiesta anche più volte al giorno.

Però non è questo che rende così diverso il tutto.

Negli altri compiti per quanto non fossi d'accordo con le idee del mio datore non mi sono mai lamentato tanto meno sviare un ordine.

E allora perché con Natsumi fin da quel giorno in libreria non ho saputo star fermo e zitto?

Tanto più che è la prima mia protetta a cui mi sono mostrato pur avendo ordine di non farmi assolutamente notare.

Mi sto esponendo come un pivello, ma sono anni che faccio questo lavoro.

Mio padre me l'ha insegnato come nonno ha fatto con lui e via di seguito.

Sono uno dei migliori nel mio campo.

Quindi.. che cazzo mi sta succedendo?
Dopo il nostro primo incontro mi ero ripromesso di non fare più un tale errore.

In quel momento però quando avevo capito che stava per fare un incantesimo così da farsi scoprire ho reagito subito.

Tutto ciò che vedevo in testa erano i suoi sorrisi, della settimana passata, entusiasta della sua nuova vita.

Non volevo essere complice della sparizione di quel sorriso raggiante che mi aveva così tanto colpito.

Ma passato il pericolo avevo realizzato cosa avevo combinato e così c'era solo una soluzione.

Sarei stato solo il misterioso salvatore.

E l'idea era di non farmi più vedere.

Invece nemmeno dopo una settimana sono tornato come cliente.

Cazzo, non mi ero accorto di non avere i giusti incantesimi!

Ho dovuto per forza di cose andare da loro in libreria.

Inizialmente avevo pure pensato di chiedere ad Ameru visto che non mi aveva mai visto prima, ma stava parlando animatamente col ragazzo castano che avevo già visto varie volte.

Ma bisognava essere scemi per non accorgersi che i due stavano flirtando.
Sarei stato stronzo ad intromettermi.

In più quel ragazzo, che allora non sapevo ancora si chiamasse Kaoru, era così felice di parlare con lei che proprio non me l'ero sentita.

Stavo quasi per scegliere la seconda opzione.

Richiedere ad altri ancora tali incantesimi.

Peccato che con questa opzione avrei dovuto attendere come minimo tre settimane.

Ed era improponibile.

O forse semplicemente non volevo ammettere che desideravo aver di nuovo la possibilità di parlare a quella gattina selvatica.

Infatti già subito dopo qualche parola mi ero sentito estremamente felice della mia scelta.

Parlare con Natsumi è divertente, stimolante, di certo non è una sprovveduta.

Sa il fatto suo e la sua lingua tagliente non ha paura di nulla.

Non ho mai conosciuto una ragazza che mi tenesse così tanto testa.

E ancora una volta non ero riuscito a star zitto e oltre a raccontare una parte di me mi sono intromesso nelle sue scelte.

Ma dovevo chiederlo.

Dovevo sapere da lei se questa vita era davvero ciò che voleva.

Il modo in cui mi è saltata addosso mi ha fatto decidere.

Non avrei assecondato l'egoismo del padre.

Da li non ho più potuto tornare indietro.

Ed eccomi qui.

Sono estremamente coinvolto.

Più passa il tempo più la conosco.

Più la conosco più mi affeziono.

E più mi affeziono più.. no!

Questo non deve succedere!

Già essere suo amico è contro alle direttive che mi sono state date.

Pensare di innamorarmi di lei è ridicolo.

Ma ora mi è davvero impossibile star lontano da lei.

Perfino ora, che ci siamo salutati nemmeno da dieci minuti, mi sento solo.

Quando sto con lei invece mi sento così vivo.

Pure più di quando vincevo contro battaglie mortali.

Sono fregato!

Sono totalmente fregato!

Basta che mi guardi con quei suoi occhioni dolci e divento deficiente.

Se poi aggiungiamo la sua infinita bontà sono ancor più spacciato.

Cosa le è saltato in mente di dirmi che posso sempre contare su di lei?

Sono io che dovrei dirlo e non solo perché il mio lavoro consiste nell'aiutarla.

Invece non appena mi sono aperto e ho, senza volerlo, lasciato vedere il vero me l'ha notato gettandomi un salvagente nell'oceano in cui sto annegando da anni.

Oggi poi è stato tutto strano.

Non ero partito con l'idea di raccontarle tutto, ma l'ho fatto.

Mi sembrava giusto.

Dicendo che gli amici si confidano gli uni con gli altri mi aveva fatto riflettere.

Incredibile è che abbia creduto ad ogni singola parola.

Non ci conosciamo da così tanto da aver tutta questa fiducia, aggiungiamo poi che non sono stato io a dirle di essere la sua guardia del corpo.

Pensavo che dopo averlo scoperto nemmeno avrebbe più voluto aver a che fare con me.

Ero pronto al peggio.

O almeno mi ero convinto di esserlo, ma quando mi ero trovato al confronto diretto era stato come avere un macigno sul petto.

Pensare che potesse invece addirittura fidarsi ancor di più è stata una gran sorpresa.

Mi squilla il telefono e prendendolo vedo la scritta "numero privato".

Considerando che il mio cellulare ha una linea incantata e che nessuno può chiamarmi se non ha ricevuto direttamente da qualcuno il mio numero già so chi è a rompere.

Accetto riluttante la chiamata.

- Che cazzo vuoi? - rispondo subito.

- È così che si salutano gli amici, Kyocchi? -

- Amici vuol dire aiutarsi a vicenda, non chiamare solo per scoccare aiuto gratis! -

- Come siamo freddi! Ti ho aiutato un sacco di volte Kyocchi! -

- Ah, si? E quando? E non chiamarmi così! Chiaro, Masato? -

- Quella volta con gli indiani quando hai rischiato di perdere una mano! Nei mari del nord quando quei corsari ti avevano catturato! Quella.. -

Lo blocco.

- Volevano tagliarmi una mano perché mi avevi messo in tasca un gioiello che dovevi recuperare per il tuo incarico! E i corsari mi avevano catturato perché per salvare le penne a te mi sono fatto accerchiare! -

- Ma sono sempre tornato ad aiutarti! -

- Ci mancherebbe! È sempre stata colpa tua! Se non mi aiutavi poi ti avrei fatto le penne io! -

- Che bella la nostra amicizia! - ridacchia.

Sbuffo.

Mi strofino la base del naso.

Sento che dopo questa conversazione me ne uscirò con un mal di testa epocale.

Come ogni volta che parlo con lui.

Ho già troppi pensieri per ascoltare sto idiota.

- Dimmi cosa vuoi! -

- È così impossibile che io chiami solo per sapere come stai? -

- Assolutamente si! Parla! -

- E invece volevo solo chiacchierare! -

- Sei rimasto senza donne a cui fare la corte e allora per non sentirti solo chiami il telefono amico? Peccato che tu abbia sbagliato numero! Ci sono delle associazioni apposite se vuoi parlare alla cazzo! -

- Mamma che acido! E dire che ne abbiamo passate così tante insieme! -

- Hai finito? Perché avrei da fare! -

- Ho sentito! Tuo padre mi ha detto del tuo nuovo incarico! Fai da balia alla figlia maggiore della famiglia Hinode! Stai facendo la bella vita, eh? Non credo che si metta così tanto nei guai! -

- Ammazzo mio padre! Che cazzo gli è saltato in mente di parlare dei miei incarichi con te?! -

- Lui, in confronto a te, si fida di me! -

- Il mio vecchio sta perdendo colpi! -

- Oh andiamo! Raccontami come te la passi! È carina? -

- Se ti vedo a meno di cento chilometri da Natsumi ti affetto! - lo minaccio seriamente.

Un cascamorto come lui non deve nemmeno guardarla.

- Uh! Che paura! Dalla reazione esagerata deduco sia molto carina! E cos'è questa confidenza? Da quando chiami i tuoi protetti per nome? -

Mi tiro i capelli con una mano.

Che coglione sono!!

- Masato, non scherzo! -

Sta poi in un bellissimo silenzio.

Dando un attimo di pace alle mie povere orecchie.

Pace che dura ben poco.

- Mm.. interessante! -

Capisco quindi di essere ben oltre un coglione.

Ho istigato la sua curiosità.

Con lui non bisogna essere diretti, ma usare la psicologia inversa.

Ma come già detto se si tratta di Natsumi il mio cervello va a farsi un giro.

- Hai finito? - chiedo in fine.

- Per ora si! Ah! Dimenticavo, non è che avresti della radice di mandragora da parte? Non ho molta voglia di andare a raccoglierla! Sai.. le loro urla fanno soffrire le mie orecchie sensibili! -

E ti pareva!

- No! Vai in una drogheria magica! -

Detto ciò non attendo risposta e gli attacco in faccia.

Cosa sia saltato in mente a mio padre, di dargli il mio numero quella volta, proprio non ho idea.

Comunque ora sono ancora più fregato di come ero prima.

Ne sono più che certo, Masato verrà qui.

Non so quando o come, ma sono dannatamente sicuro.

E la colpa è tutta mia e della mia demenza.

Devo avvertire Natsumi di stare attenta.

Meglio se aggiungo pure Ameru e Kaoru.

Masato è dannatamente imprevedibile e bravo a fingersi un ragazzo affidabile.

Dovrò tenere bene gli occhi aperti.

Scompiglio furiosamente i capelli per poi sbuffare pesantemente.

Basta!

Per oggi posso stare tranquillo.

Spengo il cellulare per evitare altre sgradite sorprese.

Meglio se mi occupo del rapporto settimanale.

Prendo carta e penna e inizio a scrivere.

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