Il Miracolo di Natale
Justin's POV
Con la respirazione leggermente accelerata iniziai a tirare dei colpi al volante per cercare di scaricare tutta la rabbia accumulata poi in preda ad un momento di crollo di nervi portai la fronte contro il bordo del volante regolarizzando il mio respiro.
Se avessi saputo che in seguito a quelle parole sarebbe successo tutto questo non avrei mai aperto bocca. Vorrei avere una possibilità per tornare indietro e rifare tutto nel modo giusto, so che ancora Sierra non mi ha fatto pagare per tutte le pene che le ho fatto passare ma vorrei solo poter aggiustare tutto prima che accada l'inevitabile, il maledettissimo divorzio.
Non era ancora troppo tardi.
Aprendo lo sportello uscii dalla macchina e corsi verso le impronte ancora visibili nonostante la neve continuasse a scendere ininterrottamente.
Avrei dovuto seguirla? E se così facendo aumenterei il suo odio per me?
Rimasi fermo per qualche istante a contemplare la neve che pian piano nascondeva le tracce di Sierra.
Improvvisamente il rumore continuo di un clacson mi risvegliò dalla mia momentanea trans. "Ragazzo sposta quella cazzo di macchina. Finalmente hanno sgomberato una corsia!" Urlò il signore parcheggiato dietro la mia auto.
Deglutendo osservai per l'ultima volta la neve prima di sospirare e correre verso la macchina. Chiudendo lo sportello iniziai ad imprecare mentre mi mettevo la cintura di sicurezza e accendevo la macchina il più velocemente possibile. Afferrando il mio telefono trovai diverse chiamate perse da Clara Walker, l'amica di Sierra. Aggrottando le sopracciglia la richiamai.
"Signor Bieber?" Sentii dopo nemmeno uno squillo.
"Signorina Walker, qualche problema?" Domandai sperando di sentire in sottofondo la dolce voce di Sierra.
"Signor Bieber credo che Sierra sia in pericolo!" Urlò improvvisamente facendomi sbandare con la macchina facendo si che la macchina dietro di me iniziasse a suonare.
"Signor Bieber riesce a sentirmi?" Domandò Clara. Rispondendole con un distratto si feci inversione per ritornare dove avevo permesso alla mia Sierra di uscire dall'auto.
"Walker ti chiamo appena so qualcosa di mia moglie" non attesi una sua risposta e fermandomi su un argine della strada selezionai le quattro frecce prima di abbandonare l'auto.
Le impronte delle scarpe di Sierra erano ancora leggermente visibili così, prestando attenzione, riuscii ad individuare diverse tracce lasciate dalle scarpe di Sierra che ancora la neve non era riuscita a nascondere del tutto.
"Sierra! Dove sei?" Domandai una volta che le tracce scomparvero. "Sierra!" Urlai a pieni polmoni. Continuando a camminare riuscii ad individuare delle impronte, impronte che non potevano appartenere a Sierra dato che erano diverse da quelle che avevo seguito fino ad ora.
I sensi di colpa iniziarono a divorarmi quando realizzai che se avessi seguito le tracce prima forse Sierra sarebbe stata al sicuro nella mia macchina.
"Justin" sentii un flebile sussurrò "Sierra dove sei?" Chiesi attendendo impaziente una risposta. Quando il silenzio continuò a persistere iniziai a cercare ovunque temendo il peggio.
Le lacrime avevano iniziato ad inondare le mie guance quando in lontananza riuscii a vedere un cappotto rosso tra la neve. Ricordando perfettamente che Sierra ne indossava uno corsi verso la figura di colore rosso fuoco che giaceva sulla neve.
"Sierra,amore mio che ti è successo?" Domandai appena vidi il suo viso dolorante. Lei iniziò a piangere e io la presi tra le mie braccia per riportarla in macchina.
"Justin" bisbigliò portando il suo viso sempre più contro il mio petto, le accarezzai la schiena con una mano cercando di tranquillizzarla. "Ho freddo" disse stringendosi a me.
Raggiungendo la macchina la adagiai sul sedile del passeggero e accesi subito il riscaldamento. Entrando subito dopo di lei nella mia auto mi sfilai il giubbotto e glielo posizionai sopra le sue ginocchia scoperte ed esposte al freddo.
Accendendo la macchina corsi lungo la strada diretto verso l'ospedale più vicino.
"Non arriveremo mai in tempo per la cena" disse Sierra portando il suo sguardo verso di me. "Non mi importa se mancheremo la cena Sierra. Non capisci quanto tu sia importante per me?"
"Scusami Justin"
"Scusarti? Per cosa dovrei scusarti?" Domandai aggrottando le sopracciglia nella più completa confusione.
"Non lo so" bisbigliò rannicchiandosi sul sedile del passeggero.
"Non sentirti in colpa per quello che è successo Sierra" dissi portando la mano libera sulla sua,posata al bordo del sedile.
"Non portarmi in ospedale, io sto bene" disse prima di allontanare la sua mano dalla mia.
"Non mi sembrava che tu stessi bene qualche minuto fa" risposi continuando a mantenere come destinazione l'ospedale sul navigatore.
"Avevo freddo ed ero spaventata. Ora sto bene. Per una volta nella vita ascoltami" disse iniziando ad irritarsi. Sospirando feci come richiesto e spensi il dispositivo che smise di dirmi in che direzione andare. "Grazie" disse la bellissima ragazza seduta al mio fianco.
"Ascoltami Sierra, il tragitto da qui a casa dei miei è lungo quindi ti prego di non restarmi ostile. Almeno per questo viaggio, parlami" dissi quasi implorandola di tenermi conto.
"Semplicemente non ho nulla da dire Justin."
"Sto ancora aspettando un miracolo" bisbigliai attirando subito la sua attenzione "un miracolo? Di che miracolo avresti bisogno Justin?" Mi domandò stringendosi nel cappotto rosso che portava. "Mi servirebbe un miracolo per lasciarti amare da me"
Dopo quella frase Sierra rimase in silenzio per qualche minuto costringendomi ad accendere la radio per impedire di impazzire. Il telefono iniziò a squillare nelle tasche del mio giubbotto e Sierra velocemente lo sfilò dalle tasche per porgermelo, non voleva farsi toccare minimamente da me. Anzi, credo proprio che, se qualche minuto prima non stesse morendo per il troppo freddo, mi avrebbe preso a calci per impedirmi di prenderla tra le mie braccia.
"Justin?" La delicata e dolce voce di mia madre riuscì a farmi sentire bene, anche se solo per pochi istanti, fu comunque una sensazione piacevole.
"Mamma, siamo quasi arrivati. Purtroppo due camion ci hanno tenuti fermi nel traffico per un po' di tempo" dissi facendola sospirare "lo so tesoro, anche Ryan e Amanda ritardano di un bel po'. Sierra come sta? Passamela per favore" disse facendomi mancare il respiro per qualche secondo.
"Sierra si è addormentata" risposi prontamente facendo accogliere mia madre. "Va beh, vorrà dire che ci saluteremo una volta che sarete arrivati qui" disse prima che io la salutassi per chiudere la chiamata.
"Perché non mi hai passato Patricia?" Mi domandò riprendendo il mio telefono per riporlo nelle tasche del mio giubbotto. "Non mi sembrava una buona idea" mi giustificai.
"Avresti potuto lasciar scegliere a me" rispose facendomi respirare profondamente per restare calmo.
"Possibile che l'unica cosa che sai fare è discutere?" Domandai non riuscendo a contenere la mia rabbia.
"E tu vorresti risolvere tutto?" Domandò la donna ironicamente
"Io ci sto provando ma mi è impossibile se continui a comportarti in questo modo infantile" sbottai infastidito dal suo modo di parlarmi.
"Forse ciò che fai non è abbastanza, forse non lo sarà mai Justin!" Urlò lei in preda a una crisi di nervi.
Serrando la mascella la sentii respirare a fatica mentre una mano si aggrappava al mio braccio sinistro.
"Jus-" i singhiozzi le impedirono di parlare e fu in quel momento che capii cosa le stava succedendo.
Fermando la macchina al lato della strada inserii le doppie frecce e mi concentrai su Sierra.
"Sierra calmati, respira profondamente per favore." La donna accanto a me provò a regolarizzare il suo respiro ma dopo qualche minuto si rassegnò e continuò a piangere non riuscendo a respirare.
Maledicendomi mentalmente per averla fatta agitare in quel modo. "Sierra dobbiamo uscire dalla macchina, l'aria fresca ti aiutava quando avevi questi attacchi" le ricordai io facendola annuire.
Uscimmo dalla macchina e la sorressi con un braccio posto intorno alla sua vita. Sierra soffriva di vertigini durante i suoi attacchi e mi ricordo anche che tremava, quasi come se stesse morendo di freddo.
Non c'era nulla che potessi fare in queste occasioni, potevo solo aspettare che le passasse e rimanere al suo fianco per impedire che perdesse l'equilibrio.
"Brava Sierra rilassati. Va tutto bene vedi?" Commentai io facendola annuire lievemente.
" T-tu. Tu ti ricordi ancora" disse la donna stringendo il mio collo tra le sue braccia. "Cosa vorresti insinuare? Certo che mi ricordo. Come potrei dimenticarmi tutte le volte che mi hai fatto prendere dei piccoli infarti? Dio Sierra, la prima volta che hai avuto un attacco con me credevo di averne uno pure io" dissi facendola ridacchiare flebilmente "sai che ti amo e che mi manchi" dissi baciandole una tempia ripetute volte.
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"Sierra ben tornata!" Disse mia madre come aprendo la porta vide la figura della mia sposa.
Entrando in casa i piccoli Jazmyn e Jaxon mi vennero incontro abbracciando la mia vita. "Piccoli terremoti" li salutai vedendoli saltellare per prendere le mie mani.
"Ryan e Amanda sono ancora bloccati in auto, di certo la neve che cade così velocemente non li aiuta" disse mio padre entrando in salotto per salutare me e Sierra.
"Ragazzi, i giubbotti potete lasciarli di sopra nella camera di Justin" Ci informò mia madre. Annuendole prima che scomparisse in cucina Sierra si incamminò verso le scale mentre io, abbassandomi sulle ginocchia per raggiungere i miei fratellini, li bloccai per un braccio per impedire loro di seguire Sierra.
"Ragazzi vi propongo un patto" iniziai attirando subito la loro attenzione "se lasciate me e Sierra da soli vi offro dieci dollari" dissi facendo alzare le sopracciglia di Jazmyn "dieci a testa" disse puntandomi il dito indice contro. Ridacchiando annuì porgengoli i loro soldi.
Soddisfatto per aver corrotto i miei fratellini salii le scale in tutta fretta.
"Sei proprio intenzionata?" Chiesi appena la vidi poggiare il suo cappotto rosso sul mio vecchio letto. La donna si girò velocemente verso di me mostrandosi spaventata. "Preferirei non discutere più dell'argomento" disse venendomi in contro per uscire dalla stanza. "Non è ancora troppo tardi, non lo è mai" bisbigliai appena mi passò accanto.
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"Buon appetito" dissero i miei genitori perfettamente in coro. Tutti i presenti ricambiarono e io, portando il mio sguardo verso quello di Sierra seduta difronte a me, mentre prendeva dei respiri profondi, probabilmente per prepararsi a ciò che stava per accadere. Era ormai deciso. Sierra aveva fatto la sua scelta e i miei tentativi di persuasione erano stati completamente inutili. Sentendo già un fastidio alla bocca dello stomaco, dovuto alla paura e all'ansia del momento, rimasi col volto impassibile fino a quando la donna con il mio anello intorno al suo anulare si alzò provocando un rumore acuto che estinse i bisbigli.
"Colgo l'occasione per fare una comunicazione importante" tutti gli occhi erano puntati verso Sierra meno che i miei, non ero ancora pronto per vedere in faccia alla realtà, non ero pronto per sentire quelle parole.
"Io e Justin abbiamo attraversato un momento critico, sono successe cose che non dovevano accadere e sono state dette cose che non si dovrebbero nemmeno pensare" Sapevo in cuor mio a chi si stesse riferendo.
"Alla fine di tutto questo però Justin è pur sempre mio marito quindi volevo scusarmi con lui e dare una buona notizia. Patricia, Jeremy; diventerete nonni" rimasi paralizzato per qualche secondo prima che il mio cervello realizzasse il tutto.
Ci ero riuscito, questo era stato il miracolo di natale, l'unico di cui avessi veramente bisogno.
-"Aye love, the Wisemen follow the star, the way I follow my heart
And it lead me to a miracle, hey love
Don't ya buy me nothin', 'cause I am feelin' one thing
Your lips on my lips, that's a merry merry Christmas"-
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Forse forse farò un mini capitolo dove spiegherò il motivo del loro litigio c;
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