La realtà
<Signorina Artemia> la chiamò un demone, distogliendola dai suoi pensieri.
Lei si voltò ad osservarlo, era un demone dalla pelle rossa accesa, molto simile a quelli che una normale persona immaginerebbe parlando di demoni, per tale motivo quella razza veniva presa in giro, erano troppo poco attenti e così erano diventati famosi diciamo.
<Mi scusi, Fartel, ero... Sovrappensiero> ammise l'affascinante donna spostando i capelli con una mano per poi giocherellare con le ultime ciocche della sua coda, i numerosi lacci immobilizzavano i suoi capelli grigi quasi completamente ma questo non le impediva di fare quel gesto, un gesto che faceva quando si sentiva in imbarazzo, certo, non lo faceva trapelare, non poteva permettere di mostrare le sue emozioni, era uno dei demoni più temuti.
<Signorina Artemia, c'è qualcosa che la turba?> Domandò il demone guardandola piuttosto confuso nel vedere la donna sovrappensiero, era sempre stata fredda, calcolatrice, era strano vederla distrarsi circondata da così tanti demoni, nonostante fossero della stessa razza... Erano tutti possibili traditori.
Infatti non si stupì quando Artemia, dopo un sospiro, rispose semplicemente <no, stavo solo pensando a cosa fare dopo questa noiosa festa> e si slacciò uno dei lacci che tenevano i suoi capelli immobili per poi gettarlo tra le mani del demone, un secondo dopo lui era a volto da dei serpenti demoniaci che lo stavano divorando, nessuno se ne stupì, anzi tutti ignorarono l'omicidio appena commesso dalla donna, ma del resto nella loro società era una cosa normale.
Quando i serpenti ebbero divorato completamente il demone ormai Artemia se ne era andata ed a nessuno importava.
Era notte fonda e lei camminava per le strade di una città umana senza curarsi di chi la vedeva, un supereroe la vide avvicinandosi a lei, cercò di farla arrabbiare ma l'unica cosa che ottenne fu che dei tentacoli uscissero dal terreno per poi inghiottire l'eroe malcapitato che aveva avuto la malsana idea di darle fastidio.
Arrivò poi ad un'isola dove sapeva di poter in incontrare la persona con cui aveva stretto un patto, del resto doveva avvertirlo dell'inizio del tempo per il pagamento.
Entrò nell'ufficio senza neanche essere vista e solo quando si ritrovò dietro le spalle del suo committente parlò <allora cugino? Come va l'organizzazione?> Chiese senza neanche salutare.
Black Hat si voltò guardandola storta per essere entrata di nascosto ma lei non disse nulla e si limitò a sorridere con il suo solito sguardo soddisfatto per la reazione del cugino.
<Che cosa vuoi Artemia?> Chiese scocciato per la presenza della donna vista l'ora tarda.
<Solo avvisarti che ora devi rispettare la tua parte dell'accordo, hai molto tempo a disposizione quindi vedi di riuscire a pagare quanto mi devi> rispose lei e notò subito che il cugino fece un ghigno soddisfatto per la notizia.
L'accordo era stato rispettato da Artemia, lei avrebbe dovuto aiutare il cugino per creare l'organizzazione per aiutare i supercattivi degli umani, non capiva il motivo di questa scelta ma non fece domande, si limitò ad aiutarlo e proprio per aiutarlo si era trasferita anche lei sul piano umano, del resto erano piuttosto interessanti e le piaceva osservare il cielo di notte. Del resto era un'organizzazione difficile da mettere su ma c'erano riusciti, Artemia non sapeva chi lavorasse per lui e non gli importava, voleva solo continuare la sua vita come aveva sempre fatto, sperando che il cugino riuscisse a pagare il suo debito e che quindi non avrebbe dovuto prendergli la vita, del resto aveva lavorato tanto per aiutarlo, gli sarebbe dispiaciuto mandare tutto all'aria.
Tornata a casa decise di rilassarsi con un bagno, si slacciò tutti i lacci, sciogliendo i capelli che svolazzarono per qualche secondo poi ordinò ad uno dei suoi sottoposti di preparare il bagno, anche se in realtà non era proprio un bagno, era una grotta con una pozza che si riempì presto di acqua bollente.
Si sfilò il vestito abbassando le spalline dell'abito e lasciandolo cadere per terra per poi immergersi nell'acqua, per un umano sarebbe stata troppo calda ma lei era un demone, per lei era pure tiepida.
Ripensò agli avvenimenti degli ultimi anni, ogni volta che incontrava suo fratello finivano con il picchiarsi a sangue, lei cercava di dirgli che voleva solo proteggerlo ma non aveva voluto saperne, era riuscita a liberarsi di lui solo grazie all'aiuto del cugino, anche se ancora non sapeva se era effettivamente morto, sapeva solo che non si vedeva più.
Sospirò per poi immergere la testa nell'acqua e rimanere sotto l'acqua per diverse ore, senza curarsi di nulla, era nella sua dimora, nessuno avrebbe mai osato infastidirla.
Eppure, quella notte, qualcuno osò bussare alla sua porta proprio mentre si stava rilassando.
Nonostante fosse molto lontana sentì i colpi esitanti con i quali quella persona chiedeva di entrare, si tirò su osservando la porta del bagno e, chiedendosi chi voleva rischiare in modo tanto sciocco la vita dato che aveva osato interrompere il suo momento di relax, uscì e camminò verso la porta senza neanche rivestirsi.
Continua.
Seirin: se vi piace votate che non mi offendo uwu
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