che le prende?
Passarono i giorni, Samantha continuava a ritrarre Artemia, ma dipingendola sulla tela aveva cominciato a notare lo sguardo che cambiava a seconda del suo umore, trovava strano che un demone non riuscisse a nascondere le sue emozioni, mostrandosi molto più umana che poteva sembrare ad un primo sguardo.
Dipingeva cercando di interpretare il carattere del demone e rappresentando tutta la bellezza che incarnava, non importava quanto buia fosse la stanza, per Samantha era proprio Artemia che la emanava, non era un caso che facesse la pittrice, lei poteva scrutare negli animi delle persone mentre dipingeva ma non si sarebbe mai aspettata di riuscire a farlo anche ad un demone.
Ma più dipingeva e più era convinta che nella donna c'era sì crudeltà ma anche tanta tristezza, come se si portasse dietro un passato malinconico, a volte sembrava che detestasse quelli della sua stessa razza.
Poi un giorno, mentre Artemia lavorava, Samantha era in giardino a dipingere il giardino, pieno di rovi e piante morte eppure ciò che dipinse lei fu un giardino rigoglioso, pieno di vita e allegria.
<Spero che il mio ritratto non sia così poco simile all'originale> era Artemia che aveva finito con gli affari e la aveva raggiunta osservando il suo lavoro.
<Oh... N-non si preoccupi signora Artemia, le garantisco che sono stata molto fedele... Comunque... Certe volte abbellire la realtà è l'unico modo per sopravvivere per noi umani... Siamo creature così fragili... Eppure crediamo di essere padroni di un mondo che neanche riusciamo a comprendere completamente> rispose Samantha abbassando il pennello ed osservando il dipinto.
<Dammi del tu e chiamami solo Artemia, odio le formalità di voi umani, avete rovinato i demoni> rispose lei infastidita da quella gentilezza ma colpita dalle parole di Samantha.
<Formalità... Di noi umani? Sul serio?> Chiese lei incuriosita.
<Già... Mi avrai notato baciare i miei schiavi no? In realtà quello che faccio è nutrirmi della loro linfa vitale, sono demoni quindi ne hanno molta ma facendolo gli accorcio la vita, una volta non mi nutrivo così, non c'era alcuna etichetta, semplicemente puntavo la preda e la sgozzavo ma poi le regole sono cambiate e per non avere noie mi sono adattata> spiegò piuttosto rapidamente Artemia.
<Aspetta... Quindi divori i tuoi simili?> Domandò Samantha.
<Sono un eldrich cannibale, quindi sì, infatti solitamente non tocco gli umani, non mi interessano> si avvicinò ad Samantha e gli prese il viso con una mano, avvicinando il viso al suo <ma per te potrei fare un'eccezione, sai... Sembri saporita~>
Samantha rimase a fissare gli occhi della eldrich senza dire una parola, arrossendo e rimanendo ammaliata dal suo sguardo, per giorni aveva osservato le sue curve e i suoi lineamenti sentendo che dentro di sé stava maturando un'infatuazione nei confronti della donna che ora era talmente vicina da far sentire il suo alito caldo sul viso, il calore della sua mano era molto più alto rispetto a quello di un normale umano ma era molto piacevole, trovava assurdo come quel semplice gesto le avesse fatto un effetto simile ma visto l'aspetto della donna forse era abituata ad ammaliare la gente, indifferentemente se fosse uomo o donna.
Dopo alcuni minuti di silenzio Artemia ridacchiò per poi lasciare la presa e allontanarsi, lasciandola lì, con il cuore che le batteva talmente forte da sembrare stesse per scoppiare, il viso in fiamme e le farfalle nello stomaco.
"M-ma cosa... Cosa è successo poco fa? Perché? N-non capisco" dopo essersi ripresa ritornò a dipingere finché non tramontò il sole ma da quel momento in poi cominciò ad evitare la eldrich, anche quando doveva ritrarla aveva delle difficoltà, tanto che quando finì il dipinto era completamente diverso da quello che aveva cominciato.
<M-mi dispiace io... Temo di aver rovinato il ritratto> disse alla fine vedendo cosa aveva fatto.
Artemia si alzò e andò a guardare per la prima volta, riconobbe che come lavoro non era granché ma intravide ciò che prima stava diventanto il ritratto e rimase incuriosita dalla visione di Samantha di lei <vorrà dire che ne farai un altro> disse alla fine facendo un piccolo sorriso.
Anche Samantha sorrise, perché se doveva fargli un altro dipinto voleva dire che sarebbe rimasta in quella casa ancora per un po' ed in fondo non le dispiaceva la compagnia di quel demone, a parte quando si comportava in modo strano era piacevole chiacchierata con lei <con molto piacere Artemia> rispose sorridendo e Artemia rimase per qualche secondo a guardare il sorriso della donna umana ma poi si allontanò per pensare al suo lavoro, se così si poteva chiamare.
Continua.
Seirin: SONO VIVA! Lo so è da un po' che non pubblicavo, ma non avevo ispirazione, se non ho voglia non faccio un cazzo ormai dovreste saperlo, basta avere un po' di pazienza e vi informo che per lo speciale dei trecento followers ho una mezza idea di cosa fare :3
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