Giorno 4- Casa.
Quella mattina era avvenuto tutto secondo i piani, o beh.. più o meno tutto.
Innanzitutto nessuno dei due aveva sentito la sveglia, quindi Fabrizio ed Ermal si erano svegliati nella stessa camera e con un'ora in meno per svolgere tutte le mansioni: in pratica avevano quindici minuti scarsi per prepararsi in due, ma incredibilmente ce l'avevano fatta.
Saltellando da una parte all'altra della camera, mentre Ermal in bagno si lavava i denti alla velocità della luce e Fabrizio si infilava i pantaloni rigorosamente neri e strappati, osservando i vestiti della sera prima di Ermal che giacevano in un angolo remoto della stanza e sorridendo nel ricordare quei momenti.
Però la cosa importante era che, alla fine del tempo, ce l'avevano fatta, e con passo normale e per nulla accelerato avevano raggiunto i ragazzi nella hall del loro hotel.
I problemi iniziarono quando, dopo qualche minuto, i ragazzi iniziarono a notare i vari segni che i professori avevano sul collo e Fabrizio, per colpa di Ermal, soprattutto sulla mandibola.
Avevano provato a dissimulare, ma come si fa a restare professionali davanti a una marmaglia di adolescenti che fissano i succhiotti che hai attorno al tuo pomo d'adamo?
Semplicemente non puoi, ma la situazione passò in secondo piano quando alla reception arrivò una telefonata dalla camera della guida, che durante la notte aveva avuto problemi di stomaco a causa della presenza di tracce di latticini nel suo pasto della sera precedente, essendo lei intollerante al lattosio.
-Non co come sia potuto succedere, avevamo comunicato allo chef di questa sua necessità alimentare..-
La signorina della reception si scusava con Fabrizio, che in modo molto cordiale ed educato, seppur poco formale, le faceva intendere che fosse tutto apposto.
Fu quando Ermal si guardò intorno che, dopo aver visto le facce colpevoli di un gruppetto dei suoi alunni, marcò stretto Dino con lo sguardo, che in tutta risposta fece spallucce e abbassò lo sguardo, costituendosi silenziosamente.
Con loro grande sorpresa, però, Ermal ricambiò lo sguardo di tutti loro con un sorriso furbo e, sotto lo sguardo sconvolto di Niccolò, si schiarì la voce e si girò verso il suo collega.
-A me non dispiacerebbe poi molto lasciarla qui... cioè, voglio dire, mica possiamo perdere l'aereo per lei..-
Fabrizio si girò a guardarlo con espressione furba, sospirando appena e accarezzandogli una spalla.
-Ma dai... sei proprio ncretino, pensa a quella poverina, i latticini la staranno ad ammazza!-
-Non sono i latticini, si chiama karma, tienilo bene a mente.-
E con espressione da bastardo in pieno viso, si limitò a dirigersi verso le sue valigie, avvicinandosi all'ingresso e attendendo notizie della sua acerrima nemica, decidendo però di intrattenersi con una sigaretta.
Dino lo raggiunse poco dopo, sotto lo sguardo severo di Fabrizio che, intento a parlare con Niccolò, aveva interrotto il proprio discorso per testare il territorio.
Ermal intercettò il suo sguardo e gli sorrise con fare rassicurante, facendo cenno col capo verso il gruppetto di ragazze, come per intimargli che non ci fosse niente di cui avere timore.
Fabrizio non capì proprio bene cosa volesse dire, ma si rilassò visibilmente e girandosi a parlare nuovamente con Niccolò ricambiò il sorriso, facendone sedere uno sul viso di Ermal: Fabrizio si fidava di lui.
-Vedo che i miei consigli hanno funzionato, dunque.-
Dino prese parola, armeggiando con l'accendino e accendendosi la sigaretta, passandolo poi ad Ermal che, dopo averlo accettato, lo prese senza pensarci due volte e ne accese una a sua volta.
-Il fatto che io mi sia aperto con te una volta, non vuol dire mica che sei diventato il mio psicologo di coppia personale eh!-
-Si rende conto che usando la parola coppia ha indirettamente risposto alla mia domanda?-
Il riccio arrossì fino alla punta dei piedi, al punto che ogni singolo riccio si sarebbe colorato di rosso fuoco, se solo fosse possibile.
-Sì, beh, diciamo che la serata è andata decisamente meglio di come mi aspettassi, visti i giorni precedenti..-
-Decisamente, eh?-
Notando lo sguardo insistente dell'alunno sul suo viso, il professore sbuffò, visibilmente infastidito.
-Non c'è bisogno di puntualizzare, lo so da me che sembro Pimpa.-
Il ragazzo si limitò a ridere, scuotendo la testa in segno di dissenso e sorridendo in modo dolce.
-Non fissavo quelli, ma il suo sorriso.. il professor Mobrici la fa sorridere in un modo speciale, si capisce subito quando state bene insieme, così come si capisce quando state male..
È meno luminoso quando i vostri mondi non sono in collisione..-
-Mondi in collisione.. hai mai pensato di scrivere canzoni?-
Ermal ripetè quella frase nella sua testa per qualche secondo, prima di sorridere in modo consapevole, pensando che era necessariamente vero: Fabrizio per lui non era un normale pianeta, Fabrizio era la sua stella, la più forte e luminosa di tutte: il sole.
Ermal ruotava intorno a lui e il suo moto condizionava tutto, perché se è vero, come dice Cassio, che la colpa non è nelle stelle ma in noi, che le stelle non decidono il nostro destino, Ermal era totalmente consapevole del fatto che forse no, forse Fabrizio non condizionava il suo destino, ma da brava stella sicuramente condizionava il suo umore, un po' come l'oroscopo.
Non ci aveva mai creduto alle predizioni dell'oroscopo, ma all'amore sì, e cosa condiziona un essere umano più dell'amore?
-No, preferisco stare dalla parte del sottofondo musicale, sa, io suono molto bene il basso..-
Le parole di Dino lo distolsero dai suoi pensieri, mentre velocemente il riccio si lasciò andare a una risata compiaciuta, annuendo con decisione.
-Ti ci vedrei bene in una band, lo sai?
Immagino una folla urlante sotto di te, che canta le canzoni scritte da te e dai tuoi compagni, e improvvisamente a fine concerto, il frontman che vi presenta è arrivato a te urla un "Al basso Dinoooo Rubiniii"!-
Ermal alzò la voce nell'ultima parte, pronunciando la frase con perfetta intonazione e attirando tutti i presenti nella hall, cosa che lo fece ricomporre subito, mentre l'alunno ancora rideva per la sua affermazione.
-Non ci avevo mai pensato, però.. non sarebbe male..
Suonare è la mia più grande passione dopo il disegno, sono le uniche cose che non saziano mai la mia fame.-
Il riccio si ritrovò ad annuire, fissando la sigaretta e iniziando ad aspirare lentamente, per evitare di consumarla troppo in fretta.
Non voleva che quella conversazione finisse, incredibilmente parlare con Dino gli piaceva, sentiva che fosse più maturo rispetto ai suoi compagni, e in quei giorni gli era stato vicino con quel discorso, a tal punto che Ermal non aveva potuto evitare di affezionarsi un po', ragione per cui voleva assicurarsi che anche nella sua vita fosse tutto al proprio posto.
-E a te, invece?
Cupido ha fatto un buon lavoro o.. aveva finito i latticini?-
-Abbiamo organizzato insieme quello scherzo, per togliervi Bianca dai piedi!-
-Voi siete completamente pazzi.-
Le risate dei due riempirono l'aria, facendoli riscaldare appena, tanto che quasi non sentivano il freddo pungente al punto giusto.
-Ad ogni modo, ci siamo baciati..
Ma è successo durante uno stupido gioco, lo abbiamo fatto milioni di volte, per cui non la ritengo una cosa importante..-
Ermal scosse la testa, aspirando il tabacco fino a far incavare le proprie guance e gonfiandole come un bambino quando doveva far uscire il fumo, ignaro del fatto che Fabrizio, guardandolo distrattamente in lontananza, lo avrebbe maledetto in tutte le lingue del mondo, se solo le avesse conosciute.
-Una donna non bacia mai nessuno per caso, sai?
Baciare qualcuno è una cosa importante, è un atto intimo dove non puoi fingere: o ti piace, o non ti piace, e di sicuro se non ti piace l'altro se ne accorge, e quantomeno cerchi di non farlo capitare altre volte.
Quindi sicuramente è fisicamente attratta da te, bisogna capire come stanno le cose a livello emotivo, ma se siete amici e ti bacia, beh.. io due domande me le farei.-
-Non l'avevo mai vista sotto questo punto di vista, effettivamente..-
Il discorso dei due venne interrotto da un piccolo foglietto che, a causa del vento, fuoriuscì dalla tasca di Dino, essendo già in posizione pericolante, e velocemente si posizionò sul petto del professore con forza, che lo raccolse al volo, aprendolo poi preso dalla curiosità.
-E questo?-
Un ritratto dalla piccole dimensioni faceva capolino sul pezzo di carta che il riccio teneva stretto fra le mani, fissandolo con espressione adorante nel riconoscere la bravura del ragazzo.
-L'ho fatto durante il viaggio in aereo, avevano tempo e.. non mi andava di vedere il film con Niccolò quindi.. è solo una bozza, stavo pensando di-
-È davvero molto bello, secondo me dovresti farglielo vedere.-
L'alunno arrossì velocemente nel riprendersi il foglietto, e lo osservò per l'ennesima volta con più attenzione, perché Ermal non era solito fare complimenti ai suoi alunni, quindi non doveva essere così terribile, dopotutto.
-I tratti somatici sono incredibilmente perfetti, devi averla osservata tanto.
Alle donne piacciono queste cose, fidati.-
-Mi scusi per la schiettezza, ma cosa vuole che ne sappia lei di donne?-
Il professore sgranò gli occhi, assumendo poi un'espressione completamente sconvolta nel ricordare una delle scene più sconvolgenti della sua vita.
-Ne so più di te, purtroppo, a causa di mia sorella.
Sai, lei era un po' ribelle, e io ebbi la felice idea di conquistare la sua fiducia e dirle che poteva venire a chiedermi consiglio, che non avrei detto niente alla mamma, ma non avevo fatto i conti con la pubertà..-
-Cioè?-
-Cioè una volta.. questa è una cosa che cerco di dimenticare da anni, ma che mi viene sempre in mente.. io me la ricordo sempre piccola, come se fosse nata appena ieri, e insomma.. quella volte venne da me e mi chiese 'Senti ma.. questi preservativi, come funzionano?' E io ero tipo 'Aaah no! Ma non ce l'hai un'amica?!'-
Le risate dell'alunno interruppero il discorso di Ermal, che fece comparire un broncio sconvolto sul suo viso, nel ricordare quei momenti.
In quell'esatto momento Fabrizio li raggiunse, mettendo un braccio intorno alla vita di Ermal e tirandolo più vicino a se, fissando i due in modo indagatore per via delle risate che aveva sentito.
-Bianca s'è ripresa, dovemo anna in aeroporto.-
Il riccio si ritrovò ad annuire, mentre piano spegneva la sigaretta nell'apposito posacenere e la buttava nel cestino dei rifiuti, sotto lo sguardo attento del moro, che prontamente lo tirò di nuovo a se.
-Io torno dagli altri, è meglio!
E.. professor Ermal?-
Ermal sorvolò sul fatto che Dino, pur mentendo il voi, lo avesse chiamato per nome, e gli sorrise appena guardandolo.
-Sì?-
-Grazie, davvero.-
In tutta risposta il suo sorriso si ampliò, mentre il ragazzo si affrettò a raggiungere gli altri e, dopo neanche mezzo secondo, Fabrizio prese parola.
-Professor Ermal, ammazza, quanta confidenza!
A me fino a qualche mese fa manco me permettevi de pensallo er nome tuo.-
-Scusami?
Qualche problema per caso?-
-Ma figurate, solo che vedo che parlate, parlate, nun capisco che c'avete tanto da parla..-
Ermal si lasciò andare a una risata, mentre Fabrizio prese a carezzare con le dita una parte del suo fianco, sapendo che fosse uno dei suoi punti deboli.
-È mica geloso, professor Mobrici?-
Quelle parole arrivarono come un sussurro all'orecchio del romano, mentre il riccio decise di lasciare piccoli baci sul lobo del suo orecchio, e in risposta Fabrizio si lasciò scappare un mugolio, stringendolo più forte.
-Sì, me fai mpazzì se parli co naltro.-
-Lo sai che sono troppo professionale anche solo per pensarla una cosa del genere.-
-O dicevi pure quanno se trattava de me..-
L'espressione di Fabrizio si fece più cupa, mentre piano abbassò lo sguardo, seppellendolo nel collo di Ermal e lasciando che la punta fredda del proprio naso lo sfiorasse.
Davanti a quella visione, il cuore del riccio si sciogliere nello scoprire quella parte così fragile di Fabrizio, che raramente aveva notato fino a quel momento.
-Tu sei diverso dagli altri, è per questo che sei nel mio cuore, no?-
Il romano si limitò ad annuire, in cerca di attenzioni, e sorrise quando Ermal gli regalò un piccolo bacio all'angolo della bocca, tirandolo poi verso il veicolo.
-Andiamo dai, altrimenti perdiamo l'aereo!-
-Pare che nun vedi l'ora de torna a casa, nun te piace sta qui da soli?-
-Mi piace, sì, ma l'idea di portare un pezzo di te nella mia casa, giorno dopo giorno, mi affascina di più..-
E il riccio sperò tanto che Fabrizio non sottovalutasse l'importanza di quelle parole, della voglia di Ermal di far entrare nel suo mondo lui, quella persona che, seppur con le innumerevoli difficoltà che li avevano travolti, a quel mondo aveva dato un senso.
Che ne dava sempre uno nuovo e mai scontato, ogni volta che i loro mondi entravano in collisione.
Con quei pensieri il tempo volò e in poche ore si ritrovarono sull'aereo diretto verso Roma, a Fiumicino.
I ragazzi erano troppo stanchi per parlare di tutto quello che era successo, ma al tempo stesso erano fin troppo soddisfatti di essere riusciti nel loro intento, mentre osservavano Ermal dormire beato sulla spalla di Fabrizio e quest'ultimo sorridere ebete mentre gli spostava piano i ricci dagli occhi.
-Ma guardali, non sembrano proprio una coppia di sposini in luna di miele?-
Giovanna si strinse di più a Niccolò, lasciandogli un bacio appena sotto la mandibola dopo quell'affermazione.
-Voi ragazze siete sempre così dolci quanno se parla d'amore?-
-Ogni ragazza è diversa, e io solitamente non amo queste dimostrazioni d'affetto ma.. con loro è diverso.-
-E con me?-
In un attimo il volto della giovane si dipinse di imbarazzo, mentre nascondeva sempre di più il viso contro il suo corpo.
-Con te lo è sempre stato, non fare il cretino.-
-Ah, sì?-
-Certo, avrei mandato a fanculo qualsiasi altra persona che mi fosse venuta a parlare quel giorno, dopo il brutto voto di Ermal, perché quando succedono queste cose voglio stare sola ma..
Tu hai capito esattamente di cosa avevo bisogno, quando nemmeno io lo sapevo, e ho capito che più che stare sola, forse preferisco stare sola con te.-
Niccolò sorrise in modo dolce, spostando in modo cauto una ciocca di capelli dal suo viso e guardandola per qualche secondo.
-Ma voi ragazzi romani fate sempre così quando amate una persona?
Prima Fabrizio con Ermal, ora tu con me!-
Giovanna ci provò ad essere seria, ma proprio non ci riuscì, era il suo modo di gestire l'imbarazzo, Niccolò lo sapeva.
E la amava esattamente così.
Fu per questo che, dopo pochi secondi, fece scontrare le sue labbra con le proprie, in un movimento dolce e deciso.
-Sembra che la gita non abbia fatto bene solo ai Metamoro, eh!-
-Ah, finalmente ce l'hai fatta ad imparare il nome, Mandy!-
Maria Chiara interruppe l'amica, mentre Serena e Francesca guardavano adoranti la scena fra Giovanna e Niccolò, e quest'ultima si staccò dal ragazzo per porgere il dito medio alle sue amiche.
-Ragazze, su, lasciateli in pace!-
Sarà prese parola, seguita da Chiara che, dopo averci pensato su, espose il suo dubbio esistenziale.
-Ma perché Metamoro e non Morometa?-
-Perché Morometa fa schifo, sembra il nome di un collutorio!-
Ylenia rise, dando una leggera spallata all'amica, che subito dopo ricambiò, trasformando il gesto in una vera lotta.
Nel frattempo, qualche posto più dietro, Dino ed Erika osservavano la scena in lontananza, restando in disparte fra di loro.
-La smetteranno mai di fare sempre tutto questo casino?-
-Non sarebbero loro, quindi spero proprio di no!-
La ragazza sorrise nel pronunciare quelle parole, tornando poi con lo sguardo sul proprio computer, godendosi il finale del suo film preferito: Love Actually.
-Ma non è malinconico guardare un film di Natale a marzo?-
-Non se ti piace, l'ho visto minimo una cinquantina di volte e tu con me!-
Dino sospirò appena, abbassando lo sguardo e annuendo, perché come faceva a dirle che mentre lei, con occhi da bambina, osservava il film tutta concentrata, lui per tutto il tempo aveva guardato solo lei?
-Diciamo che io ho guardato la cosa da un'altra prospettiva..-
Sussurrò quelle parole girandosi e rigirandosi il fogliettino fra le mani, e proprio quando stava per riporlo nella tasca della sua giacca, venne improvvisamente interrotto.
-Cos'hai lì, fra le mani?-
Il cuore del giovane prese a battere più forte, mentre il viso della ragazza brillava di una curiosità nuova, osservando il suo compagno.
-Niente, è solo una sciocchezza.-
-Posso vederlo?-
E così, dopo aver boccheggiato per un po', lentamente il ragazzo le porse il disegno, sorridendole imbarazzo.
Dopo aver aperto il foglio interamente, Erika osservò ogni più piccolo dettaglio, arrossendo irrimediabilmente sempre di più, man mano che ne analizzava uno nuovo, e Dino torturava il suo labbro inferiore.
-Sono.. io?-
-Dormivi così profondamente che non ho potuto evitare di trovare un po' di arte nel tuo viso rilassato.-
La ragazza si limitò a sorridere, mentre con delicatezza prese ad accarezzare piano il foglio e poi si decise a guardarlo.
-Non ti sei annoiato a guardarmi per ore?-
-Francamente penso che ti fisserei anche in una stanza piena di dipinti.-
Lentamente la giovane spostò il proprio corpo verso il suo, facendo sfiorare i loro nasi e sorridendo con fare un po' impacciato, essendo quella una situazione totalmente nuova per lei.
Ci pensò Dino a lasciarle un tenero bacio a stampo, prima che la ragazza, posando la testa sul suo petto, potesse scorgere Fabrizio guardare in modo dolce Ermal, e pensare che l'amore davvero è dappertutto.
-Ermal, svegliati, semo arrivati!-
-Mmh.. cinque minuti..-
Il riccio era ormai sveglio da almeno venti minuti, ma era così bello per lui dormire sul romano, che non voleva proprio saperne di alzarsi, e così aveva finto di dormire.
Fabrizio, d'altro canto, se ne era accorto perché in quei due giorni aveva imparato a riconoscere il respiro di Ermal, il ritmo che assumeva da addormentato e da sveglio, e aveva immediatamente capito il momento esatto in cui i suoi sogni si erano interrotti, ma lo aveva lasciato fare.
-Va bene allora.-
In quel caso però, sarebbe stato divertente metterlo un po' in imbarazzo, e così si decise a prenderlo in braccio, mentre il riccio aprì gli occhi di scatto producendo un urletto.
-Fabrizio, mettimi subito giù!-
Le risate degli alunni riempirono l'aereo, mentre il romano si decise a lasciare il riccio, che prontamente mise su un broncio adorabile, incrociando le braccia al petto.
Dopo poco più di mezz'ora, essendosi assicurati che tutti gli alunni fossero stati presi dai loro genitori, pur essendo già maggiorenni, si erano diretti verso casa di Ermal.
Quella sera, infatti, i bambini erano rimasti a dormire da Giada, così Ermal aveva insistito per fare sì che Fabrizio dormisse da lui, rompendo gli schemi per una volta.
Come fece Fabrizio a far incastrare le valigie nell'ascensore, ancora doveva capirlo, ma tutto sommato erano riusciti a sopravvivere, rientrando in casa e tirando un sospiro di sollievo.
-Ermal, te va se...-
Il riccio non ci pensò due volte prima di spogliarsi davanti agli occhi lussuriosi e attenti dell'altro, indossando poi solo una maglia di Fabrizio che, per quanto lunga, gli lasciava scoperto metà sedere, perfettamente avvolto nelle mutande che indossava.
-...cucino io.-
Ermal notò il tono distratto di Fabrizio, e tutto sorridente annuì, prendendolo per mano e dirigendosi verso la cucina, mostrandogli le cose fondamentali.
-Penso de aver capito tutto, sì..-
Ermal si ritrovò ad annuire, sedendosi con uno scatto sul ripiano da cucina, proprio accanto alla zona cottura, dove Fabrizio stava armeggiando con la pentola e una padella per cucinare la sua amata carbonara.
In testa aveva un cappello da cuoco, ed Ermal non poté non ritornare con la mente al giorno in cui, a casa di Fabrizio, lui e Libero lo avevano accolto con un cappello molto simile in testa, facendolo ridere di gusto insieme ad Anita.
Vedendolo perso con la testa fra le nuvole, il romano abbandonò momentaneamente la sua postazione e si posizionò davanti a lui, mettendosi poi fra le gambe quando Ermal, con un sorriso dolce, le spalancò per farlo mettere in mezzo.
-A che pensavi, Mh?-
-Stavo pensando a te, o meglio.. stavo pensando a quel giorno a casa tua, penso sia il ricordo più intimo che abbiamo insieme..-
Il romano si ritrovò a sorridere, annuendo velocemente e mordendogli il labbro inferiore, pensandoci poi un po' su.
-Mmh.. io ne conosco un altro..-
Velocemente le sue mani finirono contro le natiche di Ermal che, con un mugolio, strinse di più le gambe intorno alla sua vita e infilò la lingua nella sua bocca, muovendola contro la sua, calda ed impaziente.
Iniziarono a baciarsi in modo rude e passionale, mentre Fabrizio fece entrare le mani nelle sue mutande, stringendo meglio quei lembi di pelle, e le mani di Ermal si mossero esperte dal petto del romano fino alla sue guance, baciandolo con sempre più passione.
Improvvisamente uno strano rumore catturò la loro attenzione, facendo staccare Fabrizio con uno scatto felino, mentre velocemente tornava ai fornelli.
-Cazzo, la cena!-
Ed Ermal rise, scendendo dal ripiano e posizionandosi dietro di lui, abbracciandolo da dietro e poggiando il mento sulla sua spalla, mentre si concedeva di perdersi nuovamente nei suoi pensieri.
Sì, si sentiva decisamente a casa.
Spazio biscotto 🍪:
Eccoci qui con l'ultimo (stavolta per davvero) capitolo della gita.
Lo so, avevo detto che sarebbero stati tre, ma concludendo con quello mi sembrava di lasciare in sospeso la vera essenza della gita, cioè chiarire la situazione fra questi due, così ne ho fatto uno sul viaggio di ritorno.
Spero vi sia piaciuta l'idea!
Mancano due capitoli alla fine della storia, escluso l'epilogo, a meno che la mia mente non decida di volerla ampliare ulteriormente, ma non credo!
Ringrazio, come sempre, la mia squad unaMETAfincheMORO per supportarmi sempre, vi amo da morire 💛💙
E grazie a voi per essere arrivati fino a qui!
Alla prossima
Erika😈
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