Coperta

Il commissario Resperi sollevò la testa dalle scartoffie per rivolgerla alla porta sulla quale avevano appena bussato; l'appuntato che si affacciò nel suo ufficio gli disse che c'erano un uomo e una donna che avevano chiesto di parlare esplicitamente con lui, dicendo che era roba grossa e non avevano tempo da perdere.

La supponenza dei due gli fece urtare subito i nervi e gli venne voglia di cantargliene quattro quanto prima, quindi gli disse di farli accomodare.

Si alzò e impose i pugni sui fianchi per sembrare più minaccioso, nel caso l'espressione del suo volto non fosse sufficiente, ma quell'immagine di burbero uomo baffuto andò a sciogliersi come gelato al sole non appena varcò la soglia una delle creature più avvenenti che avesse mai incontrato sulla sua strada.

Negli anni, Resperi si era autoproclamato sosia di Tom Selleck, riscontro non condiviso dall'altrui giudizio, visti i trenta centimetri abbondanti che gli mancavano in altezza e i dieci che invece gli avanzavano sull'addome. Secondo i dettami del suo idolo e guru dalle camicie hawaiane, il commissario era quindi uno scapolo impenitente e non perdeva occasione per fare la corte, sempre con eleganza e mai volgarità, si intende, a una bella donna.

Se poi la donna era una bomba come quella che si trovava davanti in quel momento, diventava un agnellino pronto a pendere dalle sue labbra... e che labbra!

«Buongiorno, commissario» Da quella bocca non poteva che uscire una voce leggera come la brezza del mare.

«Buongiorno, signorina...»

«Adelmi.» Teresa e Lucio avevano ovviamente fornito documenti falsi per l'occasione, ma lei era stata brava e aveva avuto la prontezza di spirito di dire il cognome corretto.

Certo, quando avevano organizzato il colpo non avrebbe mai pensato che sarebbero entrati volontariamente in un commissariato di polizia.

E nemmeno Lucio lo aveva previsto! Tutta quella situazione si stava ingarbugliando sempre di più, ma se tutto, finalmente, fosse andato secondo i piani, alla fine si sarebbero goduti milleduecentosettanta euro.

E a giudicare da come Resperi stava guardano le tette a Teresa, le carte sembravano essere, finalmente, quelle giuste. Non l'aveva ancora degnato di uno sguardo, ma dovevano fare in fretta, perché più rimanevano lì, più aumentavano le probabilità di essere scoperti.

«Grazie, commissario, per aver accettato di riceverci.»

Resperi lo guardò come un intruso, ma non poteva di certo mettersi a sbavare apertamente, quindi li fece accomodare e chiese il motivo della loro presenza in commissariato.

«Si tratta di strozzinaggio, falsificazioni e traffici illeciti.»

«È una questione di vita o di morte!» Teresa mise più enfasi di Lucio nella descrizione del problema, enfatizzando anche il petto in direzione del commissario.

Il compare spiegò che erano lì per aiutare un amico, descrisse i ricatti, l'aggressione, la paura, e Teresa dal canto suo ci mise l'emozione, la concitazione, la sensibilità che solo una donna con le sue... qualità poteva mostrare.

Resperi ascoltò e anche attentamente, nonostante la presenza di Teresa, o forse proprio grazie a questa. Ma quando ebbero terminato il racconto, si lasciò andare in un sospiro amareggiato, si grattò le palpebre e spiegò: «Capisco tutto ciò che mi state riferendo e, se fosse vero...»

Lucio scattò in piedi: «Se fosse vero?! Ne dubita forse?»

«Si calmi, per favore, e torni a sedersi.» Quando quello obbedì, continuò: «Io non ne dubito, ma... quali prove avete?»

«Questa» Teresa si alzò e si sporse attraverso la scrivania per mostrare meglio al commissario la collana che indossava: un raro pezzo di ambra bianca si adagiava fin troppo placidamente nell'incavo dei suoi seni, lasciati scoperti dalla scollatura profonda del vestito.

Resperi deglutì, mentre lei faceva il gesto di slacciarla e consegnargliela.

«È falsa» spiegò Lucio, e dentro di sé sogghignò, pensando che l'aggettivo poteva benissimo riferirsi sia alla collana che a Teresa indistintamente.

Il commissario prese tra le mani il gioiello, fingendo di riflettere sulla situazione: in realtà la sua mente stava vagando per ben altri pensieri, realizzando che quella pietra aveva appena lasciato il calore dei seni di quella creatura angelica, immaginando a come quel corpo si sarebbe potuto scaldare, a come avrebbe voluto avvolgerlo lui stesso, magari sotto una coperta come unico scudo dal mondo. Sì, lui l'avrebbe protetta, con il suo distintivo, quella coperta e nient'altro, nient'altro ad accarezzare quelle morbide curve, nient'altro... nient'altro...

«Commissario» la voce di Lucio interruppe ancora una volta le sue fantasie e lo odiò di nuovo «Commissario, aiuterà il nostro amico?»

Lo guardò storto per poi voltare la testa dall'altra parte «Senza una testimonianza diretta, ho le mani legate...»

Teresa afferrò quelle mani tra le sue: «La prego, commissario! Possibile che non si possa fare proprio nulla?»

Resperi fissò quelle dita affusolate avvolgere le sue tozze e un sorriso ebete glidipinse il volto.

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