20. Frusto

Pal stava gironzolando per l'enorme soffitta della casa di Grant. Era piena di cianfrusaglie e lui si divertiva alla follia a ficcanasare tra la sua roba.

Quel giorno, mentre Grant cercava dove fosse finito un vecchio portaombrelli in legno intrecciato da usare visto il maltempo, lo sguardo di Pal venne catturato da una coperta buttata su una sedia.

La sollevò, scoprendo così che non era una coperta, bensì un vecchio mantello tutto rattoppato e coperto di polvere.

"Oi, Grant. Ma questo mantello, non sarebbe il caso di buttarlo? È... frusto." disse mostrandoglielo.

"Frusto sarai poi tu, Pal. Questo mantello potrà anche essere vecchio e logoro, ma per me vale più anche dello scrigno con le carte nautiche."

Pal sollevò entrambe le sopracciglia per la sorpresa. Grant aveva navigato per tutta la vita e fatto tantissime cartine che conservava come fossero tesori: quel mantello doveva essere davvero qualcosa di speciale se valeva ancora di più.

"Cos'ha di tanto speciale?" chiese mentre Grant lo rimetteva sulla sedia su cui era stato trovato.

"È il mantello che ha usato mio padre e prima di lui mio nonno. Ha attraversato tempeste, naufragi, alluvioni, il caldo torrido e tempeste di neve, questo mantello: nulla in questa casa ha vissuto più avventure di lui. E ci sono ancora molte avventure che potrebbe vivere, anche se non più con me. Non verrà buttato, non per mano mia."

Pal osservò il mantello frusto e annuì.

"Aaah, ecco il maledetto portaombrelli! Meno male che mi hai fatto vedere il mantello o non lo avrei mai trovato." esclamò Grant tirando fuori da dietro la sedia l'oggetto.

"Beh, non c'è di ché."

"Vieni, torniamo giù. Qua fa freddo."

Pal annuì e lo seguì giù per le scale, chiudendo poi la porta alle sue spalle.

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