16. Umido

"Che stramaledetto freddo."

Ralph non replicò, tenendo alto l'ombrello tra lui e Erik.

"È colpa dell'umidità maledetta. Piove da giorni, sarebbe sorprendente non ci fosse, ma fa comunque maledettamente freddo!" sbottò ancora Erik, stringendosi nella giacca.

"Lamentarti non renderà l'aria meno umida, mi dispiace dovertelo dire ma è così." disse Ralph sospirando.

"Neanche mi dai tuo sostegno? Che razza di amico che ho." disse l'altro scuotendo il capo.

"Ti posso dare la mia giacca, se proprio, ma dubito risolverà il problema."

Erik si fermò, facendo fermare anche Ralph per non far infradiciare l'altro sotto il diluvio. Guardò Ralph con il suo sorrisetto che non prometteva niente di buono, poi si buttò addosso a lui.

Neanche il tempo di realizzare che era successo e Erik aveva chiuso la zip della giacca di Ralph, che stava ora contenendo i corpi di entrambi.

"C'è un bel calduccio qui!" fece soddisfatto Erik. L'altro lo guardò dall'alto, dato che lo superava di almeno venti centimetri, poi fece: "Ma tu scherzi."

"Qua sotto non è umido ed è come stare attaccato ad una stufa."

"Erik, sei sicuro di non essere tu quello che ha bisogno di fare un coming out?"

"Perché usare le etichette quando mi basta essere un felice deficiente?"

Ralph sospirò. "Come dovremmo tornare a casa?"

"Camminando sincronizzati, ovvio."

"Erik, se esci dalla mia giacca prometto che a casa ti avvolgo in una coperta così stretto da non poterti muovere e ti abbraccerò pure per tenerti caldo."

Erik sorrise trionfante e aprì la zip.

"Lo hai detto tu, eh! Su, andiamo!"

Ralph si ritrovò a sorridere. Nonostante quello, gli voleva ancora bene.

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