13. Discoteca

Emily osservava la discoteca da lontano. Era sabato sera ed era particolarmente piena di gente, con una coda che si snodava per tutto il parcheggio.

Guardò l'orologio. Dieci a mezzanotte. Non le restava che aspettare.

Era un tripudio di colori anche all'esterno. Fuori le insegne al neon brillavano allegre e per terra si vedevano le luci che venivano dall'interno, riflesse da specchi, da telefoni, da chissà cosa, passavano attraverso le finestre e illuminavano il pavimento.

Aumentava l'allegria quello spettacolino.

Il tempo di esaminare ogni colore ed erano passati altri cinque minuti.

Doveva essere paziente, ma si annoiava ad aspettare.

Rimase quindi a fissare l'orologio e le sue lancette, guardandole muoversi.

Mancava un minuto. La gente era aumentata ancora davanti al locale. Fregandosene ora di esso, Emily si sdraiò sul prato sopraelevato da cui aveva visto la discoteca fino a quel momento.

Il suo orologio ticchettò, indicando la mezzanotte. Il cielo iniziò a riempirsi di allegri fuochi d'artificio, tantissimi, colorati, molto rumorosi.

Nessuno udì così l'altra esplosione, potente come un fuoco d'artificio ma di tutt'altra natura.

Quando lo spettacolo pirotecnico finì Emily si alzò, diede una rapida occhiata a ciò che restava della discoteca (quasi nulla) e si girò, tornandosene a casa fischiettando.

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