1. Fiordo
Seduto su una sporgenza a centinaia di metri sopra un fiordo in Norvegia, le gambe a penzoloni nel vuoto, un uomo osservava il panorama.
Osservava le ripide pareti rocciose che affiancavano, minacciose, un fiume che scorreva tranquillo. Un fiume parecchio largo, ben visibile da lassù.
Non era per il panorama che l’uomo era salito fin lì. Era per il vento.
Era lì per cercare la voce che aveva sentito a casa sua, in un altro stato.
L’uomo poteva capire le parole del vento. Il vento era vivo, estroverso, caotico.
Il vento che soffiava lì dov’era lui aveva una voce molto bassa. Era curioso di capire perché fosse lì.
Come mai sei qui, uomo? Potresti cadere.
“Sto cercando qualcuno. Anzi, qualcosa.” aveva risposto l’uomo.
Cercherò di stare attento a non farti cadere.
Non tutti i venti che l’uomo aveva conosciuto erano così gentili. Quello lo era e cercò di evitarlo per dargli il tempo di ascoltare.
Sentiva voci lontane di altri venti, ma non la sua.
Ma sapeva che era lì. La voce gli aveva detto che sarebbe andata lì.
Si alzò in piedi e guardò giù di sotto. Il vento gentile soffiò in un suo orecchio in allarme.
Che fai? Perché sei in piedi?!
“Voglio cadere. Forse così la vedrò.”
L’uomo guardò poi davanti a sé e urlò: “Se davvero sei qui, salutami prima della fine!”
E si lasciò cadere di sotto.
Al contrario dei venti “orizzontali”, la resistenza dell’aria mentre cadeva non aveva voce. Sentiva solo baccano.
Poi una forza lo colpì di lato. Volò contro la parete e finì in un buco; l’impatto con il terreno lo fece imprecare di dolore.
Si mise a sedere massaggiandosi le spalle. Una lieve arietta lo colpì al volto.
Sei un idiota.
Quella era la sua voce. L’uomo sorrise.
“Sapevi che ti avrei seguito in capo al mondo.”
Io non sono un vento. Sono una brezza. Ho usato tutta la mia forza per buttarti qui. Non era detto funzionasse. Sei un idiota.
Eppure quell’arietta gli girava intorno gentile. come una carezza. L’uomo chiuse gli occhi.
Tu sai che non posso stare con te. Il vento non resta mai sempre nello stesso luogo. Perché seguirmi?
“Perché presto me ne andrò e volevo farlo in tua compagnia.”
Il vento non può piangere per un umano.
“Ma so che tu lo farai.”
Non ottenne risposta, ma l’arietta rimase lì con lui.
Gli avrebbe fatto compagnia fino alla fine.
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