29. Artificiale

Dalla storia precedente...

Sam fu trasportato in una stanza piena di buchi nel soffitto e in tutte le pareti, al di fuori di quella di fronte alla porta, che aveva un semplice specchio gigantesco.

Riconobbe però il luogo. "Questa stanza l'ho già vista. Al di là c'è Dan, vero?".

"La tua intelligenza continua a meravigliarmi. Totalmente vero, Dan ti può vedere. Almeno, ti vedrà appena il barone avrà finito e lo avrà girato da questa parte; siamo alle sue spalle".

Sam fu messo in mezzo alla stanza, e pur nascondendolo era agitato. Cosa doveva succedere lì dentro?

"Perché sono qui?".

"Sorpresa...".

Non gli piaceva quella parola. Si guardò intorno, cercando delle vie di fuga, ma non vedeva nemmeno più la porta da cui erano entrati; al contrario della stanza in cui era Dan, quella era più sofisticata, più tecnogica.

"Il barone si sta divertendo", commentò l'uomo, gli occhi e il naso premuti contri il vetro per vederci attraverso.

"Che gli sta facendo?!".

"Nulla di paragonabile a quello che accadrà tra poco".

E pochi minuti dopo aveva finito, il barone. A quel punto un ronzio riempì la stanza, un rumore che inquietò Sam e gli fece venire la pelle d'oca.

Un braccio meccanico schizzò fuori da uno dei buchi e gli afferrò il braccio. Urlò per lo spavento e cercò di toglierselo, ma un secondo dal muro opposto gli afferrò l'altro braccio, costringendolo a croce.

Altri bracci artificiali li imitarono, finché Sam non si ritrovò completamente immobile a mezz'aria, a tentare di dimenarsi e liberarsi.

"Le torture fisiche distruggono il fisico, come dice la parola stessa. Il tuo amico Dan è già distrutto, ma vedere il suo migliore amico cambiare ed eventualmente morire... una tortura peggiore perché non potrà salvarti questa volta", disse la voce dell'uomo. Non poteva abbassare la testa, ma Sam lo sbirciò e cercò di trasmettergli la sua rabbia.

Un suono più inquietante gli fece alzare gli occhi al cielo.

Era un casco quello che intravide. Un casco che gli si posò sulla testa e gli si incollo, letteralmente, ad essa.

"Saluta la tua amata conoscenza, Sam. Sarà la mia nuova intelligenza artificiale".

Fu veloce, ma Sam soffrì, tanto fisicamente quanto mentalmente. Gli rubarono tutto di lui, e lui urlò, provò a tenersi stretti i ricordi dei cari, quelli intimi, quelli su Dan, ma fu tutto inutile.

Quando fu rimesso a terra non riconobbe quell'uomo. Si guardò e non riconobbe nemmeno sé stesso.

"Buongiorno, Sam".

"Buongiorno...?".

"Vieni con me. La tua nuova vita ti attende".

-

Non ero certa funzionasse, e in effetti ancora non ne sono sicura, ma non ho voglia di pensare ad altro. È una parola schifida

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