28. Nodo
"Ce l'hai fatta?".
"Ci sto lavorando".
"Me lo hai detto anche un'ora fa!".
"Erano quindici minuti, non lamentarti!".
Sam sospirò mentre Dan cercava di sciogliere il nodo delle corde che li costringeva seduti a due sedie, schiena contro schiena. Le mani erano legate tra i due schienali, rendendo più difficile la liberazione anche a Dan che scassinava e scioglieva nodi di lavoro.
In realtà Dan aveva già sciolto il nodo quattro volte, ma si era riformato altrettante volte facendolo ricominciare daccapo. Non poteva certo dirlo a Sam però, se avesse scoperto che la situazione non era sotto controllo come credeva sarebbe diventato insopportabile.
Il cigolio di una porta che si apre distrasse Dan, che alzò lo sguardo verso il fondo dell'immensa stanza in cui si trovavano. Stanza peraltro vuota, fatta esclusione per alcuni oggetti che Sam gli aveva riferito essere strumenti di tortura; così si erano spiegate le macchie scure sparse in giro.
Anche Sam si girò, così guardarono entrambi un uomo decisamente bello entrare e avanzare verso di loro, ogni passo che rimbombava sulle pareti.
"Finalmente riesco ad incontrarvi di persona! Sam, le tue conoscenze e la tua intelligenza hanno dell'incredibile, davvero, come hai riconosciuto i vari oggetti nella stanza... sublime. E finalmente ho tra le mani anche il famoso Dan. Sei davvero bravo a sciogliere i nodi, ma quelle corde sono incantate. Se voi due provare a sciogliere il nodo, esso si ricostruirà".
Dan arricciò il naso dal fastidio e rimise le mani apposto. "Siete ben informati su di noi, anche se vorrei davvero sapere da dove vengano delle simili corde incantate".
"Tu lo sai, Sam?", chiese l'uomo.
"Conosco solo una persona che ne sia capace".
"Ah, il barone. Quell'uomo mi odia", fece Dan.
"Ti odio e sono felice di poterti avere in pugno per una santa volta", sbraitò una voce.
Sam impallidì a vederlo anche se non aveva fatto nulla di male. Poté invece sentire Dan stringergli le mani, un atto che indicava quanto fosse realmente preoccupato.
Non ci fu un dialogo, solo un pugno secco sul volto dello scassinatore che lo avrebbe mandato al tappeto senza troppi problemi. Dan non urlò, gemette soltanto e dopo un momento sputò un grumo di sangue.
"Ho ordine, Sam, di prelevarti e portarti con me. Il barone vorrebbe parlare con Dan da solo".
"Parlare?".
Guardandosi intorno, Sam capì che di parole ce ne sarebbero state ben poche.
E mentre veniva portato via sal suo migliore amico, sentì il barone ridere. "Quel nodo sarà il tuo rompicapo irrisolto. E ora iniziamo".
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Volevo farla in due parti ma ya know, con artificiale non avrei collegato nulla :/
Quiiindi niente, finish
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