III - Il teletrasporto

Il primo a rompere il silenzio imbarazzante che si era creato fu Matteo, che a quanto pare lo faceva spesso.
《Cosa diavolo sono, come li hai chiamati, Narati?》
《Namari》 lo corresse Jonathan.
《Allora, cosa diavolo sono i Namari?》
《Qui non posso spiegartelo, tu ed Emma dovete seguirmi》
《Finché non ci spieghi, noi non ti seguiamo, vero Emma?》
La ragazza non rispose, era troppo impegnata a fissare Jon con i suoi occhi blu. Nella sua mente vorticavano mille idee, preoccupazioni e dubbi. Se Jon lo sapeva, voleva dire che anche lui era un Namari? E se sì, ce n'erano altri? Avrebbero potuta aiutarla a trovare sua madre?
《Emma?》 chiese Matt guardandola preoccupato.
《Sì?》 disse Emma alzando gli occhi con sguardo assente.
《Ti ho fatto una domanda. Ho ragione o no?》
《Scusa》 gli rispose la ragazza abbassando lo sguardo al suolo un po' dispiaciuta. 《Non ti stavo ascoltando》
《Questo l'ho notato》 le disse secco.
《Ora, se avete finito, dobbiamo andare》 s'intromise Jon. 《Non abbiamo tempo da perdere》
《Amico, senti》 disse Matt stranamente calmo. 《Devi spiegarci questa storia》
《Te l'ho già detto, ora non posso. Dovete fidarmi di me》
Si guardarono negli occhi per qualche secondo fino a quando Matteo disse: 《Io mi fido》
《Perfetto》 disse l'amico un po' più rilassato, ma si vedeva ancora la tensione nei suoi muscoli.
Jonathan si incamminò verso un vicolo che Emma non aveva mai notato prima d'ora.
《Io... io non so se dobbiamo andare lì》 disse la ragazza titubante. 《In fondo vi conosco a mala pena. E se foste dei pazzi pervertiti?》
《Se lo fossimo, tu non avresti chiesto il nostro aiuto e noi ti avremmo già fatto qualcosa, non credi?》 le chiese Matteo.
《Forse hai ragione》
《Io ho sempre ragione》 disse il ragazzo gonfiando il petto.
《Ma smettila》 rispose la ragazza dandogli un pugno affettuoso sul braccio.
《Volete muovervi entro la fine di quest'anno? Grazie》 urlò loro uno spazientito Jonathan.
E i due corsero verso il terzo amico.
《Allora, come facciamo ad arrivare all'indirizzo scritto sul foglietto di Emma se siamo in un vicolo?》
《Quanta poca fede che hai, my friend》 gli disse Jon. Era la prima volta che parlava in inglese.
《My friend?》 chiese Emma.
《Già, lui è americano. Si trova qui in Italia per un programma di scambio culturale con il suo paese》 la informò Matt.
《Ah. E da quale parte degli Stati Uniti vieni?》
《Austin, Texas》 disse Jon mentre si toglieva la felpa blu e bianca, di quelle che si vedono nei film americani indossate dai giocatori di football.
《E tu mi avevi detto che non eravate pazzi pervertiti》 disse Emma a bassa voce.
《Credevo di aver ragione》 rispose Matteo.
Guys, guardate che vi sento》 disse il terzo ragazzo. Sbottonò i primi bottoni della camicia verde-acqua che spiccava contro la sua carnagione. Sul pettorale sinistro vi era una strana voglia arancione, che ci confondeva quasi perfettamente con la pelle. Il ragazzo mise la mano ad artiglio sopra e spinse finché non entrò completamente. Emma emise un gridolino (avanti, chi non l'avrebbe fatto?) mentre Matteo lo guardò a bocca aperta. Jonathan estrasse una sfera simile a una biglia di vetro non molto grande che sembrava piena di uno strano gas arancione.
《Come accidenti ci sei riuscito?》 chiese Matt spostando lo sguardo prima dal petto dell'amico, ora senza la voglia, poi verso la sfera.
《Con un po' di pratica. La prima volta continuavo a darmi pugni, mentre la seconda mi era rimasta la mano incastrata. Inutile raccontarvi la figuraccia》 rispose Jonathan sorridendo. Per un attimo la tensione che si era creata si allentò.
Il ragazzo prese la sfera e disse: 《Jonathan Andrew Kanster, Namari, 650, confraternita Takuba, richiedo spostamento》
Quindi Jon era un Namari! Ora Emma ne aveva le prove. Ma chissà cosa significa quel numero e soprattutto che cos'è la confraternita Takuba? Probabilmente lo scoprirà presto.
Poi il ragazzo si rimise la sfera nel petto e disse ai suoi amico: 《Per favore, avvicinatevi e aggrappatevi alle mie braccia》
Dopo essersi scambiati un'occhiata interrogativa, Emma e Matteo andarono verso l'amico e si strinsero a lui. La ragazza poteva sentire il suo calore, la strana sicurezza che si provava a stargli accanto e l'ottimo profumo che usava.
《Pronti?》 chiese Jon.
Gli altri due annuirono. Poi un fumo di color arancione li avvolse e da quel momento non riuscirono a vedere più niente.

***

Dopo quelli che sembrarono minuti, il fumo si dissolse e si ritrovarono la loro scuola dall'altra parte della strada.
《Perché siamo qui?》 chiese Emma, alla quale iniziò a girare la testa.
《Attenzione》 disse Jon sorreggendola. 《Non tutti reggono il teletrasporto, soprattutto se è la prima volta》
《Stupido gas arancione. E poi perché proprio arancione?》
《Che problema hai verso l'arancione? È il mio colore preferito!》 disse il ragazzo guardando Emma negli occhi.
《Scusami》 gli rispose sorridendo.
Ehm, ehm》 tossì Matteo.
Solo ora la ragazza si accorse di essere ancora aggrappata all'amico. Arrossendo, si scansò subito da lui.
《Allora, perché siamo qui?》 richiese Matt.
《Perché è il posto del biglietto di Emma, l'unico in cui possiamo essere al sicuro》 rispose Jonathan.
《A scuola?!?》 disse sbalordito il riccioluto.
Dopo che Emma lo ebbe fulminato con una delle sue migliore occhiate del tipo "Siamo nei casini, non dire stupidaggini e ascoltalo", il ragazzo chiese: 《Ci spiegheresti il codice?》
Sure》 rispose Jon tirando fuori il biglietto. 《I numeri dell'elenco sono il numero delle lettere delle parole in maiuscolo da leggere》
《Quindi》 disse Matt 《Vino, bisogna leggere VI?》
《Sì》
《Quindi verrebbe "Viale Rosato"?》 chiese Emma.
《Esatto》
《Molto astuto!》 esclamò Matteo.
《È uno dei metodi che usiamo noi Namari per comunicare. Nessuno presterebbe attenzione a una lista della spesa》 aggiunse Jon.
《Comunque prima hai detto una cosa interessante, ed è piuttosto raro》 disse il ragazzo occhialuto.
《Ah ah, funny, e cosa avrei detto?》
《Hai detto che è l'unico posto in cui possiamo essere al sicuro. Ma al sicuro da cosa?》
All'improvviso uno strano laser nero passò a pochi centimetri dall'orecchio della ragazza.
《Da loro. Correte!》 urlò Jon.
La ragazza si girò per vedere chi fossero. Erano cinque uomini sui vent'anni vestiti di tutto punto con lo smoking. Sarebbero passati per normalissimi uomini d'affari se non fosse stato per i loro occhi, completamente neri, e quelle enormi pistole argento con incastonate sfere anch'esse nere.
Gli uomini continuavano a sparare a raffica verso i tre ragazzi, mancandoli ogni volta. Non avevano una gran bella mira.
《Muoviti Emma!》 disse Matt prendendola per un braccio.
I ragazzi stavano correndo attraverso il cortile, ma i men in black stavano guadagnando velocemente terreno. Infatti uno di loro stava per raggiungere Emma, quando un laser verde lo colpì, rendendolo una massa di fumo nero che si volatilizzò. La giovane si girò per vedere chi l'avesse salvata. Il colpo proveniva da una pistola uguale a quelle degli uomini, con l'unica differenza del colore della sfera che era verde, tenuta da una ragazza sulla porta della magione.
《Coraggio, sbrigatevi!》 urlò mentre si precipitava verso di loro. Colpì altri tre uomini senza sbagliare nemmeno un colpo, il quarto la attaccò da dietro, facendole cadere la pistola, che poi allontanò con il piede, ma lei gli diede una gomitata sul naso. Si girò verso di lui, lo colpì allo stomaco con un calcio e, una volta a terra, estrasse un pugnale argento con una sfera verde dalla giacca di pelle nera che portava e trafisse l'uomo nel petto. Anche quello, come gli altri, si trasformò in fumo nero per poi sparire. Non fece in tempo ad alzarsi che altri colpi neri le passarono vicino, infatti sulla strada erano comparsi una decina di uomini identici ai precedenti.
Durante il combattimento Jonathan, Emma e Matteo riuscirono a raggiungere la porta d'ingresso.
《Vado ad aiutarla. Aspettatemi qui》 disse Jon agli amici.
《Non muoveri di lì!》 gli urlò la misteriosa ragazza. 《Accendi lo scudo e chiudi la porta!》
《Dietro di me, presto!》 disse il ragazzo.
Il corridoio era totalmente deserto, un po' inquietante dato che Emma lo aveva visto solo pieno zeppo di studenti quella stessa mattina. Dietro un quadro, vi era un pannello sul quale Jonathan iniziò a digitare diversi pulsanti. Emma guardò nel cortile, dove la ragazza continuava a sparare, a trafiggere e a dare calci a qualunque cosa si muovesse contro di lei.
《Avanti! Destra! Sinistra! Calcio! Attenta, dietro di te!》disse Matt, che stava seguendo attentamente i colpi della ragazza. Emma lo squadrò con le sopracciglia alzate.
《Scusa》 disse il ragazzo. 《Ma è troppo mitico! Quella ragazza sa esattamente come combattere, sembra uno dei miei videogiochi!》
《E anche nei momenti meno opportuni, ecco Matteo che se ne esce con uno dei suoi noiosi videogames!》 disse Jonathan. 《Fatto!》
Dopo che il ragazzo si allontanò dal pannello, una sottile cupola luminosa coprì la scuola, arrivando fino a metà cortile. Gli uomini che si lanciarono contro essa, diventarono fumo, ma quelli all'interno erano ancora tutti integri e si scagliarono sulla ragazza, che ora sanguinava in qualche punto. Riusciva a tenere testa a molti di loro, ma la stanchezza e il dolore delle botte e dei tagli, la obbligarono a urlare: 《Premi il pulsante bianco!》
Emma si girò con sguardo interrogativo verso Jonathan, che divenne dello stesso colore del pulsante.
I... I can't. Non posso farlo, è troppo pericoloso!》
《Fidati!》
《No!》
《PREMI. QUEL. MALEDETTISSIMO. PULSANTE!》 gli urlò la ragazza scandendo ogni singola parola a causa del fiatone e dei continui attacchi.
Gli uomini la colpivano allo stomaco, lei però diede loro un calcio nei gioielli di famiglia (a mali estremi, estremi rimedi). Fece un ponte all'indietro e si appoggiò sulle mani per colpirli in faccia. Poi si lanciò su uno di loro, lo buttò per terra e lo strinse con le gambe. Quello urlò, probabilmente la ragazza gli aveva rotto la spalla, mentre un'altro si scagliò su di lei da dietro, mettendole le braccia intorno al collo per strozzarla, ma lei lo prese, lo fece volare sopra la sua spalla e cadere sulla schiena, così lo colpì col pugnale.
《VUOI PREMERE QUEL PULSANTE?》 urlò la ragazza col fiatone.
A malavoglia, Jonathan spostò di nuovo il quadro, sul quale Emma notò un enorme pulsante bianco con su scritto "Da premere solo in caso di estrema necessità" che venne premuto dal ragazzo. Forse quella si poteva considerare un'estrema necessità. Si sentì uno strano cigolio e un'enorme porta argento iniziò ad abbassarsi proprio sull'ingresso. Se la ragazza non si sbrigava, sarebbe rimasta chiusa fuori.
《Coraggio. Coraggio. Coraggio》 continuava a sussurrare Jon.
Il combattimento continuava, ma la ragazza in qualche modo riuscì a levarsi per un attimo dalla presa degli uomini e si lanciò di corsa verso la porta, che ormai era a metà chiusura.
L'ansia si poteva leggere sul volto dei tre ragazzi. Quella misteriosa ragazza aveva salvato la vita a Emma, doveva essere aiutata.
《Non c'è niente che possiamo fare?》 chiese a Jon.
《Mi dispiace Emma, no. Dobbiamo solo sperare in lei》
《Ma cosa succede se non arriva in tempo?》 chiese preoccupato Matteo.
《Finirà come quei uomini colpiti dai laser》
Emma sgranò gli occhi e li puntò verso la ragazza che correva a una velocità impressionante.
《Coraggio!》 urlò Matt.
Mancavano ormai trenta centimetri alla chiusura della porta quando la ragazza con una scivolata passò sotto la porta.
《Vai!》 disse a Jon, che ripremette il bottone. La porta si chiuse all'istante, ma da uno piccolo spiraglio sotto Emma vide un lampo di luce bianca, si sentirono delle urla agonizzanti dal cortile. I ragazzi si dovettero coprire le orecchie. Poi il silenzio.

Angolo autrice
Ciao a tutti! Ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia! Volevo ringraziarvi per le visualizzazioni che sono arrivate a 50 *-*. Per alcuni potrebbero sembrare poche, ma io sono al settimo cielo!
Comunque, cosa pensate di questa misteriosa ragazza? E chi saranno gli uomini in nero?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo! (Questa chiusura sembra una di quelle telenovelas che non finiscono mai -.-)
Olerydeth

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