Capitolo V: incatenata in una trappola d'inganno e tentazione

~Kimi to kare to boku to kanojo~
Tu, lui, io e lei

~Domani~ uno spicchio di luna illuminava il cielo notturno. La luce affusolata delle stelle fluttuava nel buio. Il fruscio lento e rilassato del ruscello riecheggiava tra le mura della città.
~Domani~ la strada davanti a lei era deserta. Il vento le scompigliò delicatamente i capelli biondi, facendole strizzare gli occhi.
<<Ah, domani...>> sussurrò Lucy, arrivata davanti alla porta di casa dopo un'intera serata di festa e baldoria al suo addio al celibato. Frugò distrattamente nella pochette argentata per cercare le chiavi di casa e un piccolo sorriso colmo di felicità piegò le sue labbra. La mente era disconnessa da ciò che la circondava. Si sentiva capace di volare, il cuore leggero e il cielo ad un dito da lei.
     Trovò finalmente le chiavi di casa e cominciò ad armeggiare con la serratura fin quando la porta non si aprì, e lei potè entrare <<Non posso ancora crederci che domani mi sposo!>> si tolse immediatamente le décolleté dai piedi e posò la pochette sul tavolo senza smettere di sorridere.

     <<Beh, allora siamo in due>> una voce roca e possessiva la colse dalle spalle. Lucy sentì lo scalpitio dei suoi passi avvicinarsi, fermarsi a pochi centimetri dalla sua schiena e venir sostituito dal suo respiro caldo e avvolgente.

     <<Natsu!>> si girò di scatto. Gli occhi verdi -splendidi- e minacciosi del ragazzo erano colmi di rabbia. I capelli rosa calcavano il tono abbronzato della sua pelle. Aveva il petto scoperto, spoglio anche della sua sciarpa, e la luce del lampadario che illuminava i suoi muscoli e le ombre che li marcavano, rendendoli simili a quelli di una statua di marmo prezioso, anzi preziosissimo.
Quell'espressione incazzata, il viso truce ma bellissimo, il corpo terribilmente sexy e appetitoso... era così maestoso da sembrare la personificazione della collera di un dio nato da un seme d'ira e una lacrima di rabbia.
No, non doveva vedere. Scosse la testa e riprese un po' di lucidità <<Mi hai evitata come la peste per più di un intero mese. Adesso perché sei qui, a casa mia? Hai ancora da ridire sulla mia scelta?>>

     <<Ma Lucy, tu non lo ami!>> ribadì Natsu, alzando il tono della voce. Non avrebbe mai voluto urlare con lei, ma proprio non riusciva ad accettare che il giorno dopo avrebbe sposato qualcuno che non fosse lui, anche a costo di sembrare uno sciupafamiglie.

     Lucy strinse i pugni e avvicinò il viso al suo <<So cosa provo e tu non puoi dire nulla a riguardo. Se devi continuare questa scenata puoi anche andartene e smetterla di parlarmi per tutta la vita, non mi interessa più!>>

     <<Non sono venuto per questo motivo>> confessò con un debole soffio di voce <<Volevo solo un'ultima notte nel tuo appartamento. Domani ti sposerai e andrai a convivere con Price. Avrò nostalgia di queste serate solo io, tu ed Happy...>>

     Lo sguardo funesto di Lucy sembrò placarsi. Tirò un sospiro e la sua rabbia venne sostituita da un sorriso nostalgico. Nell'ultimo mese non l'avevano disturbata una sola volta a casa e un po' ne sentiva la mancanza <<E va bene, per oggi potete restare. Ma dov'è Happy?>>

<<Non è voluto venire. Questo posto gli rievocava dei ricordi troppo belli per tornare. Oggi saremmo solo noi due...>>

<<Uh! Okay....>> rimuginò lei, squadrandolo con uno sguardo poco convinta. Beh, non le si poteva dare tutti i torti. Passare la notte prima del proprio matrimonio con un uomo così attraente non era di certo la cosa più normale del mondo. Lucy scosse la testa e tornò a guardarlo in faccia <<Allora, cosa ti va di fare?>>

Gli occhi verdi e vividi di Natsu brillarono di una luce languida e provocatoria <<Io una piccola idea ce l'avrei...>> si scagliò immediatamente verso di lei, le labbra schiacciate sulle sue e le palpebre abbassate.
     Lucy sussultò. L'aveva fatto ancora, Natsu -Il ragazzo di cui si era innamorata, ma a cui aveva rinunciato perché sembrava incapace di amare- la stava baciando e non sembrava intento a lasciarla andare. Le sue labbra le accarezzavano la bocca con movimenti bruschi e desiderosi. La sua lingua era fuoco che la vezzeggiava irresistibilmente, mentre le mani grandi e callose premevano sulla sua schiena.
     Lei provò a respingerlo per non commettere la seconda volta lo stesso errore. Aveva un fidanzato e voleva restargli fedele, come anche Natsu aveva una ragazza e doveva restarle fedele. Voleva resistergli, ma ogni volta che provava a sfuggire da quella gabbia dorata di squame di drago e lussuria accecante, lui la spingeva verso di sé e continuava a baciarla con una fame più animale che umana. No, non era solo fame. Sentiva una tempesta entrare dentro di lei e sconvolgere il suo mondo. Le sue emozioni fibrillavano, il cuore palpitava come non mai e la sua pelle diventava fuoco ad ogni tocco delle sue mani.
     Era troppa, troppa libidine e troppa passione per chiunque. Lucy infilò le dita nei suoi capelli e lo tirò verso di lei, ricambiando e approfondendo il bacio. Natsu ghignò contro le sue labbra, poi fece scendere le mani lungo la schiena e strinse il suo sedere, strappandole un gemito di piacere. Decise che gli piaceva, quindi continuò a palparla licenziosamente, mentre le labbra dischiuse scendevano sul suo collo succulento e lo baciavano e lo assaporavano come un piatto prelibato. Lucy gemeva spudoratamente. Non ci stava capendo niente. Sapeva solo di volere quel ragazzo e voler essere completamente sua <<N-Natsu...>> ansimò con voce fievole, coperta dal costante piacere. Dovette mordersi un labbro per contenere l'eccitazione.

     Lui aprì svogliatamente l'occhio destro e la fissò spazientito <<Mh?>>

     <<Voglio di più>>

     Natsu staccò i denti da quel lembo di pelle prima bianco e niveo, adesso rossiccio e gonfio di morsi. Si leccò lentamente le labbra e fece scontrare le loro teste per la fronte <<Forse non hai capito, piccola e ingenua stellina. Resteremo qui fin quando anche il legno delle pareti -impregnato dei tuoi fottutissimi gemiti- comincerà a marcire e cigolare, mentre a te non resterà più neanche un soffio di voce per implorarmi di entrare dentro il tuo corpo>>

     Era così volgare, così provocante... la malizia aveva preso possesso della sua ingenuità e Lucy tremava per ogni lettere pronunciata da quella voce così roca e tentatrice.
     Natsu la sollevò per le natiche, continuando a stringerle con le dita. Lucy sussultò, non sentendo più la terra sotto i piedi, quindi si affrettò ad allacciare le gambe intonato al suo bacino e all'erezione già evidente che premeva il tessuto dei pantaloni, stringendogli il collo con le braccia e gettando la testa contro la sua schiena. Aveva il collo scoperto. Natsu sfoggiò il taglio bianco dei suoi denti. L'odore di cocco e vaniglia emanato dalla ragazza gli dava completamente alla testa. La desiderava, eccome se la desiderava. Azzannò il suo collo con così tanta forza da farle incurvare la schiena e gemere per quel bellissimo dolore.
     Un ghigno niveo e libertino squartò le sue labbra, staccò una mano dal suo sedere e fece scorrere l'altro braccio sotto il fondoschiena per stringerla meglio a sé, mentre le dita accarezzavano furbescamente le sue e con i denti le abbassava la spallina. Allungò lo sguardo su quella Lucy dalle guance arrossate e i capelli biondi attaccati alla fronte madida di sudore, costatando che ormai era così in balia di lui che non sarebbe stata nemmeno capace di compiere un pensiero di senso compiuto ~ottimo~ pensò. Afferrò il suo anello e lo gettò da qualche parte sul pavimento, via dai loro sguardi e via dai loro pensieri. Natsu dischiuse la bocca e fece scorrere la lingua sui suoi canini affilati <<Tieniti forte, ti farò impazzire>>

     Lucy sbatté le palpebre, Natsu la prese per la vita e la gettò sul letto, osservandola contorcersi su se stessa e sfregare le gambe, intanto che le labbra rosee e invitanti boccheggiavano disperatamente il suo nome ~mia~ pensò Natsu, saltandole addosso. Le mani ferme intorno alla sua testa, le gambe che sprofondavano intorno ai suoi fianchi e l'espressione affamata che gli oscurava il viso. Beh, si sentiva eccitato anche solo a guardarla.
    Indossava sempre degli abiti che lasciavano poco spazio alla fantasia, ma quella sera... Dio! Aveva quell'abitino argentato e molto aderentemente a cui Natsu non seppe proprio resistere. Cavalcava le sue forme appetitose con un tessuto drappeggiato e la illuminava della stessa luce bianca-argentata della luna.
     Lui le serrò le mani sulle spalle e abbassò la testa sul suo décolleté <<Pronta ad essere divorata?>> la sua voce roca e terribilmente eccitante sghignazzava della stessa sicurezza di chi già sapeva di aver vinto la sua battaglia.
     Lucy non parlò, riuscendo solo a mugolare un verso di approvazione. Gli occhi verdi di Natsu diventarono più febbricitanti di prima. Spinse le sue spalle contro il materasso del letto e avvicinò la testa nella parte più profonda del suo scollo a V, nella valle che divideva i due seni, lambendola con la lingua e con estrema soddisfazione. Erano scariche di piacere che partivano da lui, si infondevano in lei e assopivano i loro sensi. A lei piaceva, lui lo bramava e loro lo volevano.
    Natsu afferrò disperatamente un lato del suo scollo e con i denti strinse l'altro. Lucy rimase disorientata. In un attimo si ritrovò il petto scoperto, uno squarcio che tagliava tutto il suo vestito fino all'orlo e  uno spiffero freddo a pungerle la pelle, mentre Natsu aveva ancora il tessuto argentato in bocca e con sguardo malizioso le fissava il seno scoperto. Ormai conosceva quel corpo nudo a memoria. Le sue mani tremavano ogni volta che si ricordavano di quanto bella fosse la sensazione di toccarla, stringere le parti più intime del suo corpo e desiderare ogni volta di poter toccare di più. Beh, oggi nessuno l'avrebbe trattenuto dal realizzare il suo desiderio. Ricalcò con l'indice la corona dei suoi seni, poi alzò lo sguardo, incontrando i suoi bellissimi occhi da cerbiatta. No, quella volta non l'avrebbe respinto. Scattò la testa sulla sua, labbra contro labbra e la lingua che le penetrava la bocca con la stessa irruenza e furtività di un ladro che opera nell'oscurità della notte, ma inscenando una danza tribale di Eros e passione, anziché un furto.
     Mentre le loro lingue diventavano tutto un fuoco tra una carezza e un altro passo di quel ballo tanto acceso quanto licenzioso, Natsu puntò un avambraccio intorno alla sua testa e lasciò che l'altra mano le palpasse il seno, strappandole un gemito quando con il pollice cominciò a stuzzicare il capezzolo, muovendolo circolarmente, massaggiandolo con cura e incrementando il suo folle piacere.

     <<N-Na... Natsu!>> gemette Lucy nella sua bocca.

     Gli occhi del ragazzo brillarono. Si separò da Lucy, strappandole un verso di disappunto ~tranquilla stellina, non ho finito di mandarti a fuoco~ abbassò la testa sul seno libero, mostrando un ghigno bianco e libertino. Contornò con la lingua il bordo marroncino del capezzolo sul quale non aveva ancora imposto il suo dominio, sentendolo irrigidirsi e diventare turgido sotto le sue papille gustative. Poi cominciò a baciarlo e succhiarlo come un neonato che si nutriva del latte materno, ma con la stessa intensità dell'amante che era diventato.

     Lucy soffocò un gemito~Ma cosa sto facendo?!~ si chiese ~Domani sposerò l'uomo che in tre anni non ho mai smesso di amare. Perché adesso sto permettendo al mio migliore amico e al mio passato di... di usarmi...? Natsu ce l'ha già una ragazza e quella non sono io. Si starà solo divertendo ad usarmi ed io stupida gli vado pure dietro!~ si morse la lingua per evitare che quelle scariche di fuoco e passione potessero offuscarle la mente e rapirla ancora una volta nella sua infida trappola di inganno e tentazioni. Fermò le mani sulle spalle del ragazzo e lo guardò con occhi spenti <<T-Ti prego. Natsu, stop...>>

     I muscoli del ragazzo si irrigidirono. Mano e lingua si fermarono. Lucy sfruttò il suo disorientamento per spingerlo alla fine del letto, mentre lei si acquattava in fondo alla testata con un cuscino a coprire il suo corpo seminudo.
     Natsu inclinò la testa, osservandola con lo stesso sguardo fintamente ingenuo e infantile con il quale l'aveva sempre ingannata in tutti quei lunghissimi anni <<Cosa c'è, Luce? Ti sei ricordata di avere il ciclo? Beh, se è questo il problema, ti posso dire che è inutile avere una spada se hai paura d'insanguinarla>> il suo tono di voce era strano e indecifrabile. Prima sembrava dolce e sinceramente preoccupato, poi subito dopo pieno di quella perversione così erotica che Lucy sentì fin dentro le ossa.

     I due si guardarono a lungo, poi lei prese la parola <<Non ho il ciclo>>

    <<Bene, allora...>>

     <<Fammi finire>> lo interruppe subito <<Non posso fare una cosa del genere a Price, come tu non puoi farlo alla tua ragazza. Tu, lui, io e lei. Io lo amo e non sarebbe giusto nei suoi confronti, come non lo sarebbe per quelli della tua fidanzata...>>

     Ci fu un attimo di silenzio dove non si sentì nemmeno il brusio di una mosca. All'improvviso Natsu tirò la testa indietro e ululò una risata aspra che destò subito lo sguardo confuso di Lucy. Si trattenne a fatica, poi gattonò da lei e le alzò il mento, facendola tremare al suo tocco caldo <<È il suo ultimo giorno da scapolo. Probabilmente sarà ad intrattenersi con qualche spogliarellista vestita da conoglietta nei peggiori bar di Magnolia, con un Gray ubriaco, un Gajeel carnefice e armato di una chitarra e della sua orribile voce, mentre un Laxus scazzato si lamenterà per tutto. Fino ad un momento fa eri coinvolta quanto me, quindi fregatene di lui e segui ciò che ti dice il cuore>> okay, Price era un bravo ragazzo e non l'avrebbe mai fatto, ma la prima regola dell'amore era L'amore è un gioco corrotto fino al midollo. Spesso il vincitore è colui con le mani più sporche di tutti, nonché colui che ha osato più degli altri.

     Comunque quelle parole sembrarono efficaci su Lucy, che strinse i denti e ruggì ad alta voce <<Ma il cuore mi dice proprio questo! E poi hai già una ragazza, allora perché tu che potresti sedurre qualsiasi donna su questo pianeta cerchi di far impazzire proprio me? Fallo con lei!>>

    Natsu rimase interdetto <<Io che potrei sedurre qualsiasi donna su questo pianta...>> lo sussurrò, ma Lucy riuscì a capire cos'aveva detto e arrossì.

    Oh, no l'aveva detto davvero... <<Natsu, io...>>

     La interruppe subito <<Lo faccio per lo stesso motivo per cui anche tu eri propensa a fare sesso con me>>

     Il rosso già intenso sul viso di Lucy si accentuò, facendola avvampare dalla punta dei piedi a quei suoi capelli lunghi e soffici che Natsu amava <<N-Noi non stavamo per farlo, io ti ho respinto. Questo significa che non ero poi così coinvolta>>

     Un sorriso pigro piegò delicatamente la coppa delle labbra di Natsu e lui soffiò una risatina maliziosa. Sfilò il cuscino dalle braccia di Lucy senza troppi sforzi, la prese per la vita e si sdraiò sul letto, tenendo il bacino fermo contro il suo con un braccio, e i loro occhi incastonati. Un presenza dura e rigida face pressione dai pantaloni del ragazzo, premendo sulle sue mutandine nere in pizzo lavorato. Il cuore di Lucy palpitava, Natsu lo sentì e allora sogghignando disse: <<Stai ancora ragionando con la testa, lascia parlare il cuore. Se anche lui mi respingerà, allora rinuncerò>>

     La ragazza rimase completamente paralizzata. Le sue mani le accarezzavano dolcemente la schiena, il suo corpo bruciava di passione e gli occhi verdi la fissavano con lo sguardo ipnotico di un maestoso serpente a sonagli. Lucy desistette un attimo, travolta dalla sua bellezza e da tutte le emozioni che in quel momento le stava regalando. Natsu non fece nulla, limitandosi a far coincidere le loro fronti e accarezzarle il ponte del naso con il suo respiro caldo e avvolgente <<N-Natsu>> balbettò.

     Le labbra del ragazzo mimarono un ghigno saturo di ideali depravate <<Coraggio, Lu. Sono certo che ci divertiremo...>> si leccò le labbra, un gesto semplice ma se fatto da lui così eccitante da portare Lucy a mordere le sue ~È un buon segno~ constatò Natsu, studiandole il corpo rosso di lussuria. Tirò fuori la lingua e la fece strusciare lentamente su tutto il profilo del suo volto <<Non resistere, Lu. Lo vogliamo entrambi... no?>>

     Lei scosse la testa. Lo desiderava, bramava ancora la sua pelle contro la sua, ma non doveva. Price era un ricordo lontano anni luce ormai, ma sapeva comunque di non poter stare con Natsu, anche se non se ne capacitava davvero il motivo. Era soffocata in una gabbia di volere e potere e dovere, amore e tentazione, e le pareti si stringevano e si stringevano, inglobandola al suo interno. Più stretta, più più stretta <<No!>> gridò Lucy in un impeto di follia. Prima non capì se quell'imprecazione fosse rivolta più a Natsu o più a se stessa, ma subito dopo ogni suo dubbio si dissolse perché le sue mani -come guidate da un burattinaio che manipolava la scena, orchestrando i fili della trama- lo afferrarono per le guance e spinsero le loro labbra ad incontrarsi di nuovo. Natsu si sentì così colto alla sprovvista di non averlo visto arrivare che all'inizio rimase immobile, poi capì la situazione e ricambiò il bacio con ancora più ardore di prima. Invertì la posizione, rotolandosi sul letto e sporse la testa sulla sua. Gli avambracci infossati nel materasso vicino alla sua testa, le ginocchia intorno ai fianchi, il peso sollevato per non gravarle addosso e la mano intenta a stringerle e massaggiarle il seno, ormai dipendente del suo corpo.
     Lucy fece scivolare i polpastrelli sul collo di Natsu, seguì l'arco tracciato dalla sua schiena piegata, passando sui pettorali scolpiti e la tartaruga contratta, e finì sul cavallo dei pantaloni. Le sue dita tastarono il tessuto bianco della stoffa, inciampando in un pezzo duro, grande e dritto. Ne fu così attratta che lo strinse con le dita, muovendo il pollice sù e giù, sù e giù dalla giuntura che lo legava all'inguine alla punta, gonfiandolo, sentendolo pulsare nelle sua mano ma non capendo ancora di cosa stesse accarezzando. Natsu infossò il viso nell'incavo del suo collo e la morse per soffocare un sibilo <<Cazzo, Lucy!>> imprecò contro la sua pelle, anzi più che un imprecazione era un ansito, forse un gemito.

     <<Che cosa?>> lei alzò lo sguardo sul ragazzo e lo guardò confuso. Non capiva cosa gli fosse successo. Il suo sguardo scivolò lentamente lungo il suo torace e si fermò nel punto dove la sua mano si era bloccata, e allora capì <<Oh, cazzo...>>

     <<Sì, il mio!>> sollevò la testa e cercò di strappare un sorriso a quell'espressione impigrita dal piacere.

     Lucy ridacchiò sotto i baffi. I suoi occhi si affilarono in due lame piene di malizia <<Ah, davvero?>> la mano si infilò nelle sue mutande, fece scorrere le dita lungo tutto l'inguine, sfiorando i testicoli e scendendo più in basso e avvolgendogli la cappella del pene con la mano e massaggiandola con il pollice.

     Il piacere era così forte e intenso che Natsu dovette mordere un lembo della coperta sotto di loro per non esplodere <<L-Lucy!>>

     <<Mmh, ti piace?>>

     <<Basta!>> sfilò la mano della ragazza dai suoi pantaloni e gettò sul pavimento quel poco che restava dei suoi vestiti. Lucy lo guardò confusa. Aveva stampato in faccia un ghigno machete che la fece tremare nel profondo. Con uno strappo rapido tolse bruscamente le mutandine di pizzo nero da Lucy, si scagliò verso il suo corpo come un leone pronto ad aggredire la propria preda ed entrò dentro di lei, facendo però attenzione a non ferirla.
Fecero l'amore, fondendosi per diventare una cosa sola. Le spinte, i nomi gemuti durante quella loro tresca illecita e i sentimenti respinti che si risvegliavano ad ogni bacio, ad ogni carezza e ad ogni dimostrazione d'affetto. Finirono distesi su quel letto senza vestiti, con un espressione serena sul viso e i loro cuori che battevano all'unisono.
    A vederli così, felici e abbracciati anche nel sonno, sembravano quasi due anime fatte e create per stare insieme. Eppure, quanto diversa e crudele poteva essere la realtà? A quanto pare molto. Colui che disprezzava le bugie diventò il bugiardo. La santa diventò la peccatrice. I solo amici diventarono amanti.

Quella notte Lucy sognò una sposa dai capelli biondi e il vestito nero che percorreva la navata di una cattedrale priva di luce, se non quella violacea che filtrava dai vetri colorati dalle finestre e incideva il suo percorso. Poi si sentì un verso in lontananza, era il ruggito di un drago.

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