Capitolo 6: Prime gocce di sangue
Lucy sospirò. Il sabato non doveva studiare, quindi sfruttava il suo tempo libero vagando tra i corridoi del castello come un'anima dannata, ammaliata da come la pioggia sbattesse rumorosa sulle vetrate che torreggiavano intorno a lei. Per alcuni motivi di cui lei non era a conoscenza, God Serena aveva chiesto di fare il terzo turno quel giorno, quindi dietro di lei c'era Gajeel che la seguiva senza mai distogliere lo sguardo dal mantello soffice che ricopriva la sua schiena.
Sentì i suoi passi fermarsi all'improvviso, poi la sua voce battibeccare con un'altra. Lucy corrugò la fronte, si girò di spalle e rivolse i suoi occhi alla sentinella. Era a qualche metro da lei, intento a chiacchierare con una guardia dai capelli mori che lei riconobbe subito essere la sentinella Wall Eehto Judge. Si avvicinò a loro e sfoggiò un piccolo sorriso delicato <<Di cosa state parlando, signori?>>
Gajeel incrociò le braccia sull'addome, ma fu Wall Eehto a parlare <<Sono venuto qui perché mi servivano delle informazioni sulla cartina del castello>> le disse <<Non importa da quanti secoli ci lavori, perdersi in questa reggia è molto facile>>
<<Posso capirvi>> sospirò <<Vivo qui da una settimana eppure non ho ancora esplorato tutte le stanze>>
<<Qualche volta devo chiedere informazioni a mia moglie per ricordarmi dove si trovano le stanza principali>> dichiarò Gajeel <<Non chiedetemi come abbia fatto perché questo è un mistero anche per me, ma lei aveva già memorizzato l'intera piantina del luogo la seconda volta che ci aveva messo piede>>
Wall Eehto alzò gli occhi al cielo <<Invidio la memoria di quella donna. Colta, intelligente, non dimentica...>> scosse la testa <<No, non è una persona che vorrei avere come nemica>>
L'altra sentinella annuì <<Parlando di persone che non si vorrebbero mai avere come nemiche, ti ricordi la vipera incaricata alla guardia del secondo ponte?>>
<<Brandish μ? Purtroppo, sì. È giovane, dovrebbe avere solo vent'anni, ma le hanno comunque affidato il ponte che si affacciava all'entrata del bosco. Il suo comand T è insopportabile, ma proprio per questo è un drago dal potere eccezionale. Non ha assolutamente la grazia e la tenerezza della piccola Wendy, ma il suo lavoro lo svolge efficientemente>>
Gajeel lo fissò a lungo, poi annuì <<È stata ritrovata morta nel fiume sul quale passava il suo ponte. Non è morta annegata, è caduta dalla torre di guardia e ha sbattuto la testa contro un sasso. C'erano delle bottiglie di vino mezze vuote sulla sua postazione, potrebbe aver bevuto sul posto di lavoro e barcollando essersi buttata giù. Tra le guardie si diceva che stesse trascorrendo un momento molto difficile. I suoi genitori sono tanto nobili quanto miserabilmente poveri, speravano di poter ripagare i debiti che avevano con la banca di messere Jecob Lessio combinando un matrimonio con lui, ma a quanto pare lei sembrava esserne contraria...>>
Il sopracciglio di Lucy s'incurvò <<Dite che si sia suicidata?>>
Gajeel scosse le braccia <<La compagna di Jecob è stata assassinata decenni fa, non si erano sposati e non avevano figli. Posso immaginare la sofferenza che una situazione come quella passa causare a una fanciulla così giovane, dover accettare di non poter avere un compagno può portare a gesti estremi alle volte...>>
<<Io personalmente sono felice>> sputò Wall Eehto quelle parole provando un forte senso di disgusto <<Sono sempre stato in buoni rapporti con messere Lessio, ma il fatto che viva nella zona nord-est della città mi ha creato non pochi problemi con quella serpe. Un giorno il re mi ha chiesto di organizzare un incontro con lui per discutere di termini bancari e così io feci. All'andata presi il passaggio a Sud-Est per evitare la foresta, ma al ritorno fui così stanco da decidere di scegliere il ponte di quella dannata per percorrere meno strada. Quando mi vide pensò che io fossi un nemico, dunque si divertì a rimpicciolirmi e a torturarmi afferrandomi per la collottola e facendomi roteare. Sapevo che ben pochi folli sarebbero stati tanto spavaldi da attraversare la foresta da soli, ma un tale trattamento non me lo sarei mai aspettato. Continuai a ripetere che ero una delle guardie al soldo del re, ma si fidò delle mie parole solo quando gli mostrai lo stemma del corpo di guardia impresso sul mio pugnale. Sputerei sulla sua tomba se mai mi dovesse capitare di vederla!>> dichiarò infervorato. La stretta impressa sul bastone della sua lancia sempre più stretta mentre digrignava i denti. Il fuoco di una candela illuminava cedevolmente il ferro della sua arma. Il simbolo del corpo di guardia reale -una rosa stampata sue due lance dall'aspetto acuminato- creava un gioco di luci e ombre su quella lastra tagliente.
Lucy aggrottò la fronte quando si accorse davanti a quale porta si erano fermati. Rivolse un breve sguardo a Wall Eehto, poi i suoi occhi scivolarono sulla figura di Gajeel in un movimento flemmatico della testa <<La mia camera è qui>> disse indicandola con una mano <<C'è troppo veleno in questo corridoio per i miei gusti, posso andare?>> non conosceva questa Barandish μ, ma delle loro parole aveva capito due cose. Aveva capito che per qualche motivo lei non era una donna molto ben voluta e che sentir parlar male del suo conto non le piaceva.
Sulle sue labbra di Gajeel comparve un sorriso affilato <<Certo, qualsiasi cosa vogliate, signorina Di Caracole>>
<<Vi ringrazio. Passate una buona giornata, ma prima...>> avanzò verso di lui, si mise in punta di piedi e soffiò nel suo orecchio parole di vento, dette con un filo di voce così fievole d'avergli dato non pochi problemi quando gliele aveva sussurrate.
Lui si sfregò il mento con due dita, poi annuì <<Datemi due settimane. Entro il venti Marzo saranno pronti>>
Il sorriso sul volto di Lucy si illuminò <<Ti ringrazio infinitamente, Gajeel>> aveva avuto quell'idea la notte scorsa, non pensava che sarebbe riuscito a esaudire il suo desiderio in così poco tempo.
Fece un lieve cenno con la testa, poi si girò di spalle ed entrò nella sua stanza. La porta cigolò un verso metallico, si chiuse alla sue spalle e la camera da letto piombò in un'oscurità profonda e penetrante. Arricciò la fronte ~Che strano...~ si disse ~Pensavo che Virgo avesse aperto le tende questa mattina. A quanto pare ricordavo male~ ignorò il buio penetrante che si stava stratificando davanti ai suoi occhi e fissò il punto nel quale avrebbe dovuto trovarsi la finestra con sguardo tediato, per certi versi addirittura seccato.
Lucy non disprezzava le ombre, anzi aveva imparato a convivere con loro anni or sono ormai e in qualche modo l'oscurità la rilassava più di quanto lo facesse la luce. Le piaceva essere avvolta dall'abbraccio delicato del buio mentre ascoltava la melodia del carillon che aveva trovato la settimana prima, le sembrava che il suo corpo fosse cinto da un lieve telo di seta nera, ma quell'oscurità che tanto idolatrava diventava spaventosa quando sentiva le sue mani fatte di tenebre artigliarla per i fianchi e spingerla in un baratro di dolore e sofferenza. Il buio sa parlare, e quando dice qualcosa è spesso letale perché conosce i peccati e le paure più intime dell'intera umanità.
Un respiro profondo mosse il petto di Lucy quando la pigrizia prevalse sul suo desiderio di riascoltare la melodia di quel carillon che soleva farle compagnia prima che lei raggiungesse la terra dei sogni. Senza prestare troppa attenzione al percorso avanzò verso il letto e si distese lentamente sulla coperta damascata che lo ricopriva.
Sgranò gli occhi all'improvviso.
C'era qualcosa che non andava, il materasso era più duro e irregolare del solito, ma lei non ebbe il tempo necessario per metabolizzarlo che si ritrovò schiacciata nell'altro lato del letto, una mano premuta sulle labbra e i polsi stretti sopra alla testa. Provò a gridare, a scalciare per divincolarsi dalla sua presa ferrea, ma fu tutto inutile. La creatura che la bloccava era forte, troppo forte perché una ragazza magra e fragile come lei potesse avere anche solo una piccola speranza di sopraffarlo. Era proprio come alla villa dei Fae, quando le loro mani viziose imprimevano orme di corruzione sulla sua pelle. Provò a muoversi più velocemente sotto al suo corpo, in preda all'ansia mentre quella gabbia di ossa e muscoli la sovrastava completamente. Lui però non si mosse di un solo millimetro e la sua voce lasciva e melodiosa vibrò lenta e rassicurante nell'aria <<Lucy, sta tranquilla. sono solo io...>>
Lei s'immobilizzò. Due candele di cera d'api poste sui comodini intorno al suo letto si accesero all'improvviso. Il tocco caldo del fuoco vezzeggiò la pelle della creatura sopra di lei. Le fiamme rendevano i suoi occhi verdi così luminosi da sembrare quasi febbricitanti. I suoi capelli sembravano quasi arancioni sotto quel bagliore giallo-rossastro che le candele emanavano. <<Natsu, sei tornato...>> sussurrò in tono confuso. Se da un lato Lucy era sentita improvvisamente più tranquilla del fatto che l'uomo che l'aveva immobilizzata fosse lui, dall'altro le era diventato impossibile impedire alla rabbia e nervosismo che riposavano dentro il suo cuore di soggiogare la sua mente e lasciare che piccole scie di veleno scorressero irrefrenabili dentro al suo sangue <<Come ha potuto?>> abbassò la testa e digrignò i denti con forza <<Dopo tutte le cose che mi hai detto, che hai fatto per me, come hai potuto andare via senza dirmi niente?>>
Natsu aguzzò lo sguardo <<Aspetta, di cosa stai parlando?>>
<<Della guerra con i Fae!>> guerra. Sputò quella parola inviperita, soggiogata dal suo stesso veleno <<Sei sparito senza avvisarmi, senza dirmi niente! È stata Virgo a informarmi di tutte le scelte di cui tu non ti sei nemmeno degnato di accennarmi. Ho passato gli ultimi giorni a seguire il disegno che tu avevi fatto della mia vita senza nemmeno avere la possibilità di obbiettare sulle tue scelte. Lo so che ti devo molto e che tu non sei tenuto a dirmi niente, ma dopo tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme mi sarebbe piaciuto che a informarmi della tua partenza saresti stato tu e non Virgo. E poi le lezioni...>> soffocò un ringhio tra i denti mentre le ombre dentro il suo cuore le sussurravano di ribellarsi e distruggere tutto <<Apprezzo molto che tu ti sia premurato di darmi quell'istruzione che non ho mai potuto avere, però il fatto che tu lo abbia fatto di nascosto e senza avvisarmi è sbagliato. Sì, forse essendo il re saresti la persona più vicina a poter fare qualcosa del genere, ma non puoi decidere sulla vita delle altre persone in questo modo. È orribile, Natsu. Tu hai davvero così poca considerazione di me da farmi questo?>>
<<Io...>> deglutì <<Ho una considerazione molto grande di te, invece>>
<<Allora perché ti comporti in questo modo?>>
Natsu la fissò senza dire niente, incapace di parlare. Le dita della sua mano lasciarono i polsi di Lucy, scivolarono verso il basso e le accarezzarono una guancia lentamente, con dolcezza assoluta. Lei provò ad allontanarlo, le mani strette ad alcune ciocche della sua chioma rosata mentre provava inutilmente a spingerlo via. Nonostante gli stesse tirando i capelli con tutta la forza che aveva in corpo, lui non sembrava soffrirne in alcun modo. Aveva vissuto così a lungo che ormai non prestava più attenzione a dolori tanto superficiali, e in quel momento il suo disinteresse verso di essi era particolarmente elevato. Alzò il mento di Lucy con un gesto delicato del polso e rallentò gradualmente la velocità delle carezze che stava riservando alla sua guancia <<Calmati>> le disse semplicemente, senza mai distogliere lo sguardo dal suo. Lei tirò un respiro profondo e sentì un vago senso di calma e tranquillità diffondersi nel suo corpo, spingerla ad allentare la presa delle sue dita. <<Calmati...>> ripeté ancora, ammaliante, suadente, e lei annuì. Lasciò che le sue mani le accarezzassero il viso, che i suoi calli ruvidi premessero sulla sua pelle delicata. Quando Natsu la vide strizzare gli occhi, un piccolo sorriso solcò le sue labbra. Sapeva che probabilmente lei in quel momento lo stava odiando, eppure non riusciva a contenersi.
Lucy dischiuse lentamente le palpebre e girò la testa dall'altro lato del cuscino <<È tutto un gioco per te?>> chiese con un filo di voce.
Natsu sgranò gli occhi <<Come dici?>>
<<Io, avermi qui alla corte. È tutto un gioco per te, non è così?>> ringhiò a denti stretti.
Sbatté le palpebre ~Ha trascorso troppo tempo con Happy. Oh, Luce Sacra! Ora ha la sua stessa propensione verso il melodramma!~ scosse la testa e soffiò una risatina leggera <<Mi piace giocare, rende l'eternità meno noiosa>>
<<Vedo...>> sentì le sue mani scivolare dai capelli di Natsu e posarsi sulle sue guance mentre continuava a squadrarlo con disappunto.
Lui si beò del suo tocco delicato, delle sue carezze leggere mentre il battito dei loro cuori rallentava <<Ho delegato Virgo per avvisarti della mia partenza, non è come se lo avessi fatto io?>>
Lo sguardo di Lucy si adombrò <<Davvero non riesci a scorgere il problema nelle tue parole? Mi hai ricoperto di premura da quando ci siamo incontrati, cosa che apprezzo molto, davvero, ma perché non hai voluto parlarmi delle tue scelte? Di occasioni ne hai avute e anche tante, Natsu. Forse sono io che sto facendo una scenata per nessun motivo, ma è da tutta la vita che la gente si diverte a voltarmi le spalle. Tu sei stata la prima persona che si è interessata veramente di me, la prima che fosse mai riuscita a strapparmi un sorriso. Pensavo che non mi avresti mai abbandonato, vederti sparire così all'improvviso mi ha spezzato il cuore. Mi è sembrato come se pure tu mi avessi tradito...>>
<<Non la ritenevo una cosa che avrei dovuto dirti di persona. Quando posso evitarlo, preferisco delegare a qualcun altro il compito di dire le cose che ritengo scomode, ma non è solo questo il motivo per cui non te ne ho parlato...>> serrò le mani sulle spalle di Lucy, con un movimento rapido del corpo invertì le posizioni, la fece sedere sulle sue gambe incrociate e fermò la sua schiena contro la testata del letto. Forse Lucy si era accorta solo in quel momento della vicinanza molto intima dovuta alla loro posizione, ma le sue guance si tinsero di rosso e quando provò ad allontanarsi da lui, Natsu fermò una mano sulla sua spina dorsale e la intimò di restare ferma lì dov'era <<Io non potrò essere sempre con te, Lucy. Ci saranno sfide che non potrai prevedere e che dovrai affrontare da sola. Sai bene che più mi starai vicino, più la tua vita sarà in pericolo. Addestrarti affinché tu potrai riuscire a primeggiare anche nelle situazioni più complesse e incalcolabili è il mio compito, in quanto a volerti qui è stato un mio capriccio personale. Mi fido molto dei membri di questa corte, non farlo significherebbe dubitare sia delle mie decisioni passate che quelle da mio padre intraprese durante il suo governo. Ero certo che avresti fatto grandi cose anche senza di me al tuo fianco. Tu non devi dipendere da me, Lucy. Sei un'umana nata schiava che ora vive in una terra di draghi e praticanti delle arte magiche, non pensavo che fossero queste le minuzie capaci di piegarti. Sei libera!>> si fermò un attimo, abbassò la testa e tirò un lungo, lunghissimo respiro<<Sentì, voglio essere sincero con te, Lucy. Io fatico molto a comprendere le emozioni della gente a me intorno. I modi di rapportarsi con le altre persone cambiano con il trascorrere dei secoli e talvolta quando si è vecchi come me è difficile cambiare abitudini ormai divenute millenarie. So già che sarà difficile, non ho intenzione di negarlo, ma affinché tu stia bene sono disposto a cambiare i miei modi>>
<<Se è vero che tu hai una così alta considerazione di me, allora desidero solo che tu m'informi riguardo a ciò che potrebbe involvermi. Tutto qui>> spiegò desolata <<Voglio avere voce in capitolo sulle mie scelte, ma non posso farlo se tu ti ostini a voler organizzare la mia vita senza prima consultarmi. Non sai quante volte questa settimana sono rimasta ferita dal pensiero che tu avessi evitato di farlo perché ti eri già dimenticato di me. Io... io mi ero affezionata troppo a te per permettermi di pensarlo senza stare male!>>
Lo sguardo di Natsu s'indurì <<Dimenticarmi di te? Questo non è affatto vero!>> si ostinò a dire, quasi oltraggiato dalle sue parole <<Non ho passato notte senza guardare il cielo bronzeo della terra dei Fae e ripensare a te. Lottare contro le creature che ti hanno fatto soffrire in passato, sognare le stelle che brillavano quanto il nome che ti ho dato...>> sospirò <<Volevo scriverti, Lucy. Molte volte anche. Il desiderio di narrarti le mie avventure era una tentazione troppo grande per me. Quanti saranno stati i fogli di carta su cui ho scarabocchiato il tuo nome preceduto dalla formula: "Alla mia cara amica"? Troppi, davvero troppo fogli. Alla fine non l'ho mai fatto perché pensavo che tu non avresti apprezzato, che forse sarebbe stato meglio attendere che tu imparassi a leggere prima di scrivere per te. Ho scelto Levy come tua precettrice perché la conoscevo personalmente e pensavo che non solo si sarebbe rivelata un'ottima insegnante per te, ma anche una persona difronte alla quale non tremare di terrore. Le materie su cui ho voluto che tu t'impegnassi sono quelle che ritenevo più indispensabili per una vita a corte, ma dopo che avrai raggiunto un livello sufficientemente soddisfacente con quelle potrai ampliare le tue conoscenze con altre più nuove. Inoltre non ho scelto di farti diventare una dama dei veleni senza averci riflettuto prima, assolutamente. Non sei molto forte fisicamente, non hai poteri magici, ma questo non fa di te una persona debole. Sei un'umana, molti draghi ti squadreranno con interesse e questo per te potrebbe essere un grandissimo vantaggio. Il veleno è un gioco di fascino, seduzione e strategia, non ha niente a che vedere con il combattiamo fisico quindi è molto più alla tua portata. Sei una ragazza deliziosa, Lucy. Deliziosa e intrigante. Per una dama dei veleni questi potrebbero essere dei vantaggi molto importanti, soprattutto se uniti a una mente brillante, una furbizia senza paragoni e una forte considerazione verso le proprie capacità>>
<<Intelligente e furbizia per una ragazza che ha sempre vissuto da schiava?>> lo punzecchiò Lucy <<Credo che tu abbia aspettative troppo alte. Sono debole>>
Lui scosse la testa <<Io vedo il potenziale delle persona prima ancora che esse si accorgano di averlo. Non importa quanta poca la tua forza sia, ma come la sai sfruttare. Non importa se sei il guerriero più forte sulla terra, se poi ti lasci soggiogare da un sorriso angelico e un visino grazioso. Non importa se non sei riuscita a sconfiggere un avversario da sola o se hai aiutato qualcun altro a farlo, perché sai, nessun uomo è forte senza le giuste persone al suo fianco. Tu sarai una risorsa sulla quale poter fare affidamento? Io credo fermamente che tu lo sia, e anche se attualmente così non fosse, farò qualsiasi cosa affinché un giorno tu lo diventi. E sai perché lo credo così fortemente? Perché io credo in te e nutro un forte rispetto nei tuoi confronti>>
<<Natsu...>> esalò lei, commossa dalla dolcezza che lui le aveva riservato in quelle sue parole al sopore di miele <<Forse è per la tua bravura nel parlare, ma non pensavo che si potesse passare dall'essere arrabbiati a sentirsi lusingati in così poco tempo...>>
Lui soffiò una risatina dal suono argentino, quello di un cristallo che cadeva e si frantumava al suolo <<Quando sei incapace di mentire imparare l'arte dell'oratoria diventa essenziale>>
Lucy annuì lentamente, senza mai staccare gli occhi dai suoi verdi e cangianti <<Happy lo diceva che eri diabolico, ma fino a questo punto...>>
Un sospiro fievole sfuggì dalle sue labbra dolci e sensuali <<Immaginavo che ti avrebbe detto tante belle cose su di me. Noto che con il passare degli anni la sua arrabbiatura non è ancora passata...>>
<<Ha detto che era il tuo famiglio, ma che un giorno ti sei annoiato di lui, lo hai slegato da te ed è stato costretto a unirsi a una stanza pur di non sparire>> Lucy abbassò la testa, un'ombra fugace schermò la limpidità del suo sguardo <<È davvero orribile, Natsu. L'hai fatto davvero?>>
Fissò il vuoto per qualche secondo che a lei parve essere interminabile, poi sbuffò <<Era l'ennesimo anniversario della nostra amicizia quando è successo il misfatto. Happy mi ha tormentato per decenni dicendo di voler assaggiare un famoso pesce alato di cui aveva sentito parlare nei suoi libri di cucina. Diceva che quello era un piatto leggendario, una fetta di paradiso per le papille di chi aveva provato ad assaporarlo, e allora io mi premurai di procurarglielo. Sembrava contento quando glielo porsi, ma poi...>> sospirò <<Dopo che lui trangugiò quel pesce in un sol boccone, vidi subito il suo viso storcersi in una smorfia disgustata, poi vomitò quanto aveva appena mangiato sul pavimento della sala da pranzo. Mi accusò di avergli dato un falso Hane-Sakana, di aver fatto qualcosa affinché il suo sapore non fosse buono come quello dai suoi libri descritto, che avessi tradito la sua amicizia. Rimase ferito da un gesto che io non avevo compiuto. Fu lui a sciogliere il nostro legame e a rintanarsi nel laboratorio nel quale amava esercitarsi con i veleni. Io non ebbi voce in capitolo su questa sua scelta. Volevo parlargli, volevo provare a riappacificare i nostri rapporti, ma ormai era troppo tardi. Mi odiava e per evitare di vedermi ancora creò una barriera magica affinché nessun drago possa oltrepassare il valico della sua amata stanzetta. E pensare che in cuor mio ho sempre sperato di poter tornare a esser suo amico>> il velo ambrato delle sue palpebre ricoprì metà delle sue iridi <<Abbiamo trascorso i secoli in compagnia l'uno dell'altro, era quasi al pari di un fratello per me. Da giovane amavo esplorare il mondo, l'idea che mio padre sarebbe morto e che io sarei dovuto diventare re non mi aveva mai sfiorato veramente, quindi non m'interessavo molto alla politica. Fu proprio durante uno di questi viaggi che incontrai Happy e nonostante molte volte cooperare fu difficile per la sua particolare sensibilità, l'affetto che ci legava era innegabile>>
<<Davvero? Come l'ha raccontata lui la storia sembrava così diversa...>> chiese Lucy stupita, d'istinto, senza riflettere troppo sul significato della sua domanda.
Lui corrugò la fronte <<Sono un drago. Lo sai che io non mento mai>>
Un sorriso imbarazzato corrugò l'espressione sul suo volto <<Sì, immagino che tu abbia ragione...>>
<<Felice che tu l'abbia ammesso...> strinse Lucy più vicino a sé, ubriaco dall'odore delicato che quei suoi capelli color oro emanavano nell'aria. Sapeva di rose e a lui le rose facevano riaffiorare ricordi e sensazioni indescrivibili. Annaspò profondamente un ultima volta quando si accorse del disagio provato da lei in quel momento. La sua schiena era rigida, le sue mani tremavano, quasi spaventate da quel contatto lento e predatorio. Sapeva bene che lui non era come quei Fae che avevano reso la sua vita un inferno, però non era ancora pronta per stargli così vicino senza sentirsi a disagio. Le torture di un'esistenza non si cancellavano nel giro di pochi giorni, e a malincuore Natsu lo accettò. Tirò un po' indietro la schiena, le sue mani scivolarono sotto le ascelle di Lucy e con un gesto lento delle braccia la fece sedere di fianco a lui, sull'altra piazza del letto. La fiamma della candela tremò. I suoi occhi verdi e brillanti seguirono con particolare attenzione il bellissimo scintillio rossastro riflesso nei capelli dorati di lei.
Sì, non sapeva neppure lui il perché, ma quella piccola umana gli era mancata più di quanto avrebbe dovuto mancargli.
<<Lucy...>> la chiamò, prima di poggiare la mano sulla sua <<Voglio mostrarti un posto che solo in pochi conoscono>>
Lei corrugò la fronte <<Un posto che solo in pochi conoscono? Di che cosa si tratta?>>
Natsu ridacchiò <<Se te lo dicesse ti rovinerei la sorpresa. Devi vederlo con i tuoi stessi occhi>>
Gli angoli delle sue labbra si stesero sulle guance <<Va bene, mi fiderò di te>> con un movimento rapido degli avambracci si alzò in piedi. Natsu strinse lievemente la mano sulla quale aveva posato la sua, scese dal letto e la trascinò nell'infermeria del castello, una stanza dal soffitto alto sul quale si stendevano due lunghe file di lettini robusti.
Una donna dai capelli blu scuro, gli occhi azzurri e la pelle così bianca da ricordare il colore delle nuvole accorse da loro e si prostrò in un riverente inchino <<Sire, non sapevo che voi foste tornato>>
Natsu si sfregò il collo con delicatezza. Il suono della sua risata riecheggiò delicato nell'aria <<Non lo sa nessuno, non sono passato per l'ingresso principale. Ho visto che il balcone della stanza di Lucy era aperto, quindi ho ben pensato di entrare da lì>>
<<Capisco...>> rimugghiò la donna <<E dunque erano vere le voci riguardo al vostro intrigo amoroso>>
<<Intrigo amoroso?>> ripeté Natsu in tono confuso, a tratti addirittura smarrito. Non sapeva proprio di cosa lei stesse parlando.
Lucy arrossì e si movimentò a coprirsi il viso con i palmi delle mani <<N-Non c'è nessun intrigo amoroso tra noi!>>
Lui annuì <<La signorina Di Caracole è solo una mia cara amica, nient'altro>> spiegò. Non lo aveva detto con dispiacere, anzi la sua naturalezza era particolarmente genuina. Era la verità. Sapeva bene di che tipo era il suo rapporto con Lucy e per questo non aveva problemi a dichiararlo.
Erano amici.
Fine.
Tra loro non c'era altro.
Lucy protese lentamente la mano verso la donna e piegò un po' la testa <<Piacere di conoscervi, sono Lucy>>
<<Il piacere è tutto mio, signorina. Mi chiamo Grandeeney Marvel e sono il medico di corte della famiglia Dragneel>> non esitò un solo istante e ricambio la sua stretta 'Mia figlia Wendy mi ha parlato di voi, sapete? Dice che siete un giovane molto gentile e che ieri l'avete aiutata a prendersi cura dei malati. Voleva chiedervi di scortarla anche oggi, ma ricordandosi che sarebbe ritornato il re ha preferito rimandare'
<<Davvero?>> per un attimo Lucy si scompose, ma ricordandosi che gli aveva sussurrato quelle parole nella mente cercò di correggere le sue parole <<Vi prendete cura della salute dell'intera corte? Immagino che sia difficile il vostro lavoro>>
La donna sospirò <<Ho più di quattromila anni e il mio potere mi permette di curare le persone. Esiste solo una malattia capace d'infettare un drago, quindi spesso il mio lavoro si limita a far rimarginare le ferite dei cortigiani nel caso questi se ne dovessero procurare alcune molto gravi, ma questa settimana è stata particolarmente pesante. Di recente abbiamo scoperto che una delle nostre domestiche ha contratto la malattia, dunque ho dovuto controllare la salute generale dell'intera corte>>
Natsu fece un cenno con la testa <<Quello della salute è un argomento che mi preme davvero molto, con l'arrivo della primavera in special modo>>
"E perché?" voleva chiedergli Lucy in quel momento, ma Natsu riprese a parlare e il suono deciso della sua voce la fece rimanere completamente paralizzata <<Comunque stiamo divagando. Ho bisogno di usare il cavallo, potreste lanciare Torojia su di me, per favore?>>
Grandeeney lo fissò a lungo, come per capire cosa lui le avesse appena chiesto, poi annuì con incertezza <<Va bene, come desiderate voi, vostra altezza>> protese le mani verso la figura di Natsu. Il bianco delle sue palpebre calò fino a metà iride, mentre parole provenienti da una lingua ancestrale sfuggivano dalle sue labbra. La luce rassicurante del suo potere magico fibrillò fievole nell'aria. Un velo dal solito e inconfondibile profumo metallico che strinse il viso di Natsu prima di dissolversi nell'aria. Grandeeney fece un passo indietro e abbassò la testa <<Vi serve altro, mio re?>>
<<Sì, un informazione>> gli disse.
<<Di che genere?>>
Natsu rivolse uno sguardo veloce a Lucy, poi sospirò <<Sono tante le voci che ci riguardano?>>
Grandeeney annuì con rammarico <<Ne parla tutto il palazzo. Non so se la voce si sia diffusa anche oltre alle mura, ma temo che se non l'abbia già fatto, allora lo farà presto>>
Si fece passare una mano tra i capelli. Non andava bene. Non andava bene per niente.
Finse un piccolo sorriso, apparentemente tranquillo mentre un demone chiamato nervosismo scuoteva la sua anima. Trovò un po' di sincerità in quell'espressione così pateticamente calma e imperturbabile solo quando Lucy lo guardò negli occhi e fece scorrere le dita morbide e vellutate lungo tutto il suo braccio. E allora il suo sorriso tirato diventò quasi genuino <<Vi ringrazio, Grandeeney. Adesso noi dovremmo andare, vi auguro di trascorrere una buona giornata>>
<<Altrettante, sire>> rispose la donna. La voce soffice, gli occhi azzurri e gentili rivolti sulla ragazza quando la vide mimare un piccolo saluto con la testa prima di uscire dalla stanza, sempre scortata da Natsu.
Quella piccola umana emanava un'energia strana, era inconcepibile agli occhi dei draghi come la sua sola presenza alleggerisse tanto l'atmosfera.
Arrivati alle scuderie reali, Natsu fissò per qualche secondo la guardia addetta all'ingresso di quella zona. Il suo sguardo si storse in un'espressione cupa, particolarmente macabra e minacciosa, quella di un dio della guerra affamato di sangue e vendetta. La guarda -un drago alto, muscoloso, dai capelli biondo platino- deglutì profondamente e mosse la testa dall'alto verso il basso, con la fronte madida di sudore <<S-Sarà fatto, mio signore>> gli disse prima di abbassare la testa e andare via.
Lucy corrugò la fronte, il suo sguardo scattò su quello di Natsu <<Cos'è successo?>>
Lui scosse il capo. Con un movimento lento del braccio posò la mano sulla sua schiena, un soffio caldo lambì la pelle della ragazza quando lui posò la fronte sulla sua tempia <<Non preoccuparti, gli ho affidato un'ordine che spero lui eseguirà, niente di più...>>
<<Perché glielo hai detto tramite la telepatia?>> s'insospettì Lucy <<Non ti fidi di me?>>
Il verde delle sua iridi smeraldine venne coperto dal tono bronzo-dorato delle palpebre. Dalle sue labbra sfuggì un respiro profondo <<Ci sono segreti in questa corte che tu non sei ancora pronta per sapere. Forse alcuni ti verranno confidati, ma la maggior parte di essi non li conosce neppure Gray, il mio più fido consigliere>>
<<Perché saperlo non mi tranquillizza?>> biascicò incupita, lo sguardo chino e le braccia conserte mentre entravano nella scuderia e si aggiravano tra i cavalli.
<<Perché non deve farlo, ma esserti da monito>> la redarguì <<Qui i segreti restano tali>> strinse Lucy più vicino a sé, in una posizione più intima, fin quando lei non resse più la vicinanza e dovette indietreggiare. Lui sbuffò, ma comprese la situazione e sorvolò sulla faccenda <<Adesso vieni qui, dobbiamo andare...>>
Lei annuì lentamente, esitando un secondo prima di seguirlo all'interno della scuderia.
Il vento soffiava acqua e lacrime di vita sulla sua fronte. Sentiva il cappuccio del mantello scivolarle via dalla testa, mentre le sue braccia si affrettavano a cingere più forte la vita del sovrano dolce e spietato che cavalcava proprio davanti a lei. Vide Natsu girare un po' la testa, il suo occhio verde scivolare su di lei e studiarla attentamente. <<Siamo quasi arrivati>> le disse mentre una goccia di pioggia rigava il suo viso dalla bellezza quasi eterea.
Lucy rispose facendo un piccolo cenno con la testa, senza dire nulla. Sopra di loro stava diluviando. Il grigio delle nuvole che si scontravano e si stringevano per formare nuove sfumature di cielo. Il sorriso del sole era coperto. Gli zoccoli del cavallo marciavano nel fango costanti, irrefrenabili.
Pioveva a catinelle.
Forse non era il tempo migliore per fare una passeggiata nel bosco, eppure Lucy non poteva non notare quello strano equilibrio che solo il caos riservava. Era come il giudizio universale, la volontà di una divinità che si scagliava sulla terra e lasciava solo l'essenza più profonda della perfezione.
Era una tempesta.
Era guerra e perfezione.
Era la natura che gridava.
È un quel momento voleva gridare pure lei.
Natsu strinse le redini del cavallo e lui arrestò la sua galoppata lentamente, davanti all'entrata di una piccola radura situata nel bel mezzo del bosco. Scese dalla sella con un movimento fluido delle gambe, veloce legò le redini al ramo di un albero, poi aiutò Lucy a scendere dalla schiena dell'animale. I suoi occhi da drago -nonostante la pioggia li avesse opacizzati un po'- sembravano brillare come un cielo stellato <<Siamo arrivati>> le disse solamente, senza mai staccarle gli occhi di dosso.
Il sorriso riaffiorò sulle labbra di Lucy come una rosa in primavera mentre i suoi occhi esploravano quel nuovo panorama che le si era parato davanti <<Natsu, questo posto è stupendo!>> esultò. Una vasta distesa verde spettinata dal sibilo del vento. L'acqua del ruscello lì diramato che continuava a correre, movimentato dal ticchettio incessante delle pioggia. Una quercia secolare giganteggiava sopra ogni altra cosa. Lo spazio libero era molto, tanto da sembrare quasi infinito.
Una goccia di pioggia accarezzò la sua guancia. Lucy sentì qualcosa annodarsi intorno alle sue dite, un dolce tepore vezzeggiarle lievemente la pelle. Quando abbassò lo sguardo notò il dorso grande e caldo della mano di Natsu sulla sua, cinto a lei in una stretta gentile e delicata. Il luccichio che illuminava i suoi occhi da drago riluceva sotto il buio di quel cielo cupo, nel suo sguardo c'era solo affetto <<Vieni, andiamo a sederci lì>> le propose con un tono di voce tanto gentile quanto affabile.
Un lieve calore si propagò sulle guance di Lucy, che sorpresa dai suoi gesti si ritrovò ad arrossire <<V-Va bene, andiamo...>>
Percorsero la radura lentamente, mano nella mano, con il cielo che versava lacrime scintillanti sui loro volti. Dopo aver circumnavigato l'albero si stanziarono su una panchina un po' strana, di pietra, senza spalliera o schienale, riparata dalla pioggia grazie alle braccia grandi e nodose dell'albero, decorata dalle statue di due piccoli angioletti, ma completamente ricoperta da rampicanti e radici. <<Sai...>> proruppe Natsu <<Questa zona del bosco mi è sempre piaciuta molto. Trascorrevo ore intere ad ammirare lo scorrere dell'acqua, e sarei rimasto qui per giorni se non fosse che mio padre era contrario. Ogni qualvolta io osavo assentarmi più del previsto, lui chiedeva a God Serena di riportarmi indietro. Qualche volta trovo la corte un luogo davvero soffocante, un luogo in cui non importa chi vuoi essere, ma solo chi devi essere. Ho dovuto ornarla di bellezze e opere d'arte di qualsiasi genere pur di aver qualcosa nel quale perdermi. Qui invece respiro un'aria diversa, essenziale affinché io non perda il senno. Qui sto bene>>
<<Ti capisco, c'è così tanta pace. Anche le ombre nella mia testa hanno smesso di gridare per ammirare questo spettacolo>> tirò la testa indietro, come acqua di una cascata sentì la freschezza dell'aria entrare dentro di lei e scorrere libera nel suo corpo. In vita sua non aveva mai assaggiato un'aria così buona.
Natsu sorrise <<Quando hai bisogno di rilassare un po' i nervi chiedi alle sentinelle di portarti qui, ma non venirci mai da sola, ti è assolutamente proibito>>
<<Proibito?>> chiese con un filo di voce spezzato, incrinato dalla paura <<Perché?>>
Lui sospirò <<Keradosso. Si dice che questa bestia si aggiri nel bosco. Questo non è un posto sicuro per un'umana come te, Lucy. Non so nemmeno io di che creatura si tratti o se riuscirei mai a fronteggiarla in un incontro diretto. Dicono che sia una bestia del tuono, che la sua bava paralizzi e i suoi artigli siano come spade appena affilate. Non posso biasimare coloro che temono di avvicinarsi al bosco, non posso davvero. Qualche volta la sua presenza incute persino me, un drago antico quanto il tempo. Questa voce circola da alcuni secoli, è vero, ma la sola consapevolezza di non essere certo se tale bestia esista davvero e come essa sia fatta mi demoralizza un po'...>>
<<Hai paura di ciò che non sai?>>
<<Io...>> Natsu esitò <<Io non conosco davvero poche cose>>
Lei annuì <<Hai avuto una vita molto lunga, hai viaggiato molto, immagino che sia comprensibile>>
Una risata amara, sofferta, dischiuse le sue labbra <<Non sono sicuro che ci sia davvero qualcosa di comprensibile in me, mia piccola umana...>>
Un soffio di vento mosse la pioggia verso di loro. Lucy rabbrividì e si strinse sotto al telo del mantello per ripararsi dal freddo.
Quella cupa mattina d'inizio Marzo era davvero gelida.
Splendida e gelida.
L'occhio smeraldino di Natsu scivolò sul suo corpo tremante, su quelle forme che una buona nutrizione aveva cominciato a regalarle, sul tessuto azzurro ed elegante che la ricopriva. Si avvicinò un po' a lei, le sue braccia le cinsero delicatamente la vita e la strinse a sé in un morbido abbraccio che sapeva di fuoco. Le guance di Lucy si tinsero di porpora. Provò a divincolarsi, ma lui sembrava non esser propenso a lasciarla andare. <<Non ti muovere...>> le sussurrò con le labbra posate vicino al suo collo <<Il tuo mantello è bagnato, lascia che lo asciughi>>
<<Natsu...>> provò a controbattere, ma ormai era troppo tardi. La pelle del ragazzo aveva cominciato a diventare più calda, la lava di un vulcano lento e gentile che lambiva il candore della sua pelle con una delicatezza impressionante. Un sorriso piegò le labbra di Lucy e si strinse meglio al suo corpo e allo splendido calore che solo lui poteva emanare <<È il tuo potere, vero?>>
<<Un drago del fuoco può fare molte cose Lucy. Tu sei la mia piccola bestiolina umana, devo prendermi cura di te. Però sappi che non smetterò mai di ripetertelo, questa è solo la parte più carina della mia magia. Non puoi immaginare quali ombre il fuoco possa nascondere...>> abbassò un po' la testa, posò il mente sulla sua spalla e aspirò lentamente il fioco profumo di rosa che inumidiva i suoi lunghi capelli dorati <<È il sei Marzo>> rimuginò <<Esattamente tra due settimane sarà l'equinozio di primavera, un'evento cruciale per le famiglie più importanti del regno. Ci sarà un grande ballo, un'occasione per saldare alleanze politiche e instaurare nuove amicizie>>
<<Mi avevi detto che la città era stata sconsacrata da Phatrio. La festa si farà comunque?>> domandò Lucy in tono lievemente confuso.
<<Non si potrà celebrare alcun rito religioso, ma il ballo è un'evento politico ed è importante che venga fatto. Serve per i famigli>> spiegò Natsu <<Millenni fa, quando sul trono dei draghi sedeva il mio defunto padre, ci fu una rivolta da parte dei famigli verso i loro padroni. Venivano sfruttati, maltrattati, non avevano libertà. Essere leali e servizievoli è nella loro natura, ma anche loro provano delle emozioni e la disperazione è una di queste. La disperazione è pericolosa, è da questa che nascono le grandi rivolte. Quello tra famigli e draghi si sarebbe potuto rivelare un'enorme massacro per ambe le parti, dunque evitare che ciò accadesse era la priorità di mio padre. Non poteva tutelare troppo i famigli, il loro potere magico è immenso e andava contenuto, però ciò non gli negò la possibilità di concedere loro un piccolo accontentino. Di concedere loro quattro giorni l'anno in cui avrebbero potuto muoversi liberamente, senza limitazioni da parte dei loro padroni. La magia che gli avrebbe concesso questa libertà temporanea è molto potente, necessita di tre mesi per ricaricarsi, dura solo per ventiquattro ore, dev'essere eseguita sempre nello stesso luogo ed è fondamentale che siano presenti i membri delle famiglie più importanti del regno affinché la magia avvenga. Shagotte, la maga che ha ideato l'incantesimo è stata molto chiara su questo. Non sono possibili eccezioni, la sua parole è legge>>
Lucy sentì i suoi vestiti asciugarsi contro il calore del corpo di Natsu. Chiuse gli occhi e si strinse a lui meglio che poté <<Ci saranno molte persone al ballo?>>
Le accarezzò la testa <<Non preoccuparti, non ho intenzione di lasciarti da sola. Se vorrai, quella sera ballerò con te>>
<<Grazie, lo apprezzo molto, ma non è questo il problema>> sospirò <<Il problema è che io non so ballare. Cosa penseranno gli altri draghi di me, di noi? Il fatto che un'umana sia tanto vicina al re dei draghi farebbe storcere il naso a molti...>>
Natsu la fissò attentamente, con gli occhi pieni di luce e un lieve sorrisino modellato sulle labbra <<Probabilmente si chiederanno come fare per avvicinarsi a te e domandarti come mai puzzi tanto di umana senza sembrare troppo indiscreti>>
La sua risata riecheggiò cristallina nell'aria <<Sei così indelicato! Non sei tu colui che la gente odora in continuazione>> scherzò lei.
<<Hai ragione>> scosse le spalle <<Io sono colui che la gente accusa di aver portato la peste facendo adirare la Luce Sacra. Cos'è avere una fragranza un po' particolare in confronto a questo?>>
Il viso di Lucy si storse in un'espressione preoccupata <<Natsu, sai bene di non aver fatto niente. Smettila di sentirti in colpa. Il Phatrio...>>
<<Ciò che dice il Phatrio è per molti sacrosanto, Lucy>> la riprese severo <<Mi raccomando di non dargli mai torto davanti a una persona che non sono io, la gente potrebbe guardarti con occhi diversi...>>
Lucy annuì <<Va bene, lo terrò presente>>
Un sorriso dischiuse le sue labbra <<Ho scelto un'umana di cui andare fiero>> sollevò un po' la mano, le sue dita si posarono sulla guancia dei lei per dedicarle una carezza lieve e delicata, calda come quella sua pelle che in quel momento sapeva di lava bollente. Vederla rilassarsi sotto al tepore del suo tocco lo rasserenò <<Se non saper ballare ti crucia tanto, allora io chiamerò il miglior insegnante a mia disposizione affinché t'insegni a farlo. Non posso promettere che ciò farà di te una grande ballerina, ma quantomeno potrai imparare qualche passo. Ti restano due settimane prima della festa, saresti disposta a spendere almeno un'ora al giorno nella danza?>>
<<Non lo so...>> sospirò lei <<Pensi che tra le lezioni a corte, l'assistenza al rifugio e gli incontri con Jellal, io abbia abbastanza tempo per fare anche danza?>>
<<Sono convinto che se lo vorrai, potrai fare tutto ciò che vuoi...>> una goccia di pioggia cadde sul suo viso, Natsu si apprestò a raccoglierla muovendo lentamente il pollice sulla sua guancia delicata <<Domani stileremo insieme la lista dei tuoi impegni settimanali, va bene? In fondo era ciò che volevi questa mattina, essere più partecipe nelle decisioni a te riguardanti>>
Si strinse le mani contro al petto, una luce tremula brillò nei suoi occhi grandi e luminosi <<Grazie, Natsu. Lo apprezzo davvero>>
<<Tutto pur di renderti felice, mia piccola umana...>> si avvicinò a lei e le picchiettò delicatamente un dito sul suo naso. Non era ancora felice, lo sapeva bene, ma avrebbe fatto di tutto affinché lei un giorno lo sarebbe potuta diventare <<Mi hai detto di esser andata al rifugio dei malati. È una bella cosa. Vuoi parlamene un po'?>>
Piegò lievemente la testa, poi annuì <<Con molto piacere>> le disse, e cominciò a raccontargli di tutto ciò che era successo durante quella settimana. Gli parlò dell'aiuto che aveva dato al rifugio, delle morte del piccolo Romeo, delle sue preoccupazioni, dei suoi progressi negli studi e delle sue visite ai giardini Jonah. Natsu sembrava molto interessato al discorso, ascoltava le sue parole con profonda attenzione, senza interromperla quasi mai. Lucy si sentì il cuore leggero. Era bello essere ascoltati dopo tanti anni di silenzio e pianti ignorati. Era bello anche ascoltare le sue storie, sentire gli aggiornamenti sulla guerra e le storielle sui festeggiamenti fatti nell'accampamento.
A quanto pare il generale Scarlett non era bravo a reggere l'alcol e quando il vino non la portava a instaurare la propria tirannide, lei diventava quel tipo di drago incapace di rigirare le domande che le venivano fatte.
Erano momenti come quelli che la fervano sentire viva, momenti semplici e senza gesta particolarmente eclatanti. A lei piaceva così. A lei piaceva stare con lui e si sentiva al sicuro stando con lui.
Ormai i suoi vestiti erano asciutti, ma Lucy si sentiva così bene tra le braccia di Natsu che decise di stringersi ancora un po' contro il suo corpo duro e statuario <<Sai, non pensavo che una creatura così potente e longeva potesse amare gli umani...>>
<<A me gli umani sono sempre piaciuti>> dichiarò convinto <<Siete creature creative e interessanti, non restare improssionato da voi mi è stato impossibile. È da quando la Luce Sacra vi ha creato che volevo adottare uno di voi. Purtroppo mio padre non ha mai voluto, mi ha spiegato che non siete animali da compagnia e ho dovuto rinunciare...>> i lineamenti del suo viso si storsero in un'espressione preoccupata. Il suo sguardo saettò su Lucy <<Non fraintendermi, con questo non intendevo dire che ti vedo come un'animaletto. Poteri o non poteri, mortalità o immortalità, io penso che tu sia esattamente come me>>
<<Non preoccuparti, lo avevo capito>> ridacchiò.
<<No, non hai capito nulla dell'uomo che hai davanti. Diffida. Lui ti sta nascondendo molte cose...>> riecheggiò una voce nella sua testa, diversa da tutte le altre, quella che aveva sentito nel laboratorio tempo prima.
~Non è possibile!~ deglutì ~Natsu è una persona onesta, buona come poche. È lui che mi ha salvato la vita...~
<<Quell'uomo sarà la tua condanna' ribadì la voce 'Ti prego, Lucy. Vieni da me>>
<<Io...>> si ritrovò in piedi, comandata dalla melodia di quella voce soffice ed etera alla quale non sarebbe riuscita a dare un volto.
<<Vieni da me>> le disse ancora.
Sentì le sue orecchie cullate da una canzone familiare, dal suono lento e straziante. Si strinse una mano sul petto prima di avanzare gradualmente, a passo cauto verso l'ignoto volto di quella voce di miele.
La pioggia rigò di nuovo il suo viso. Natsu si alzò e scattò verso di lei <<Lucy, dove satai andando? Ferma, così ti bagnerai!>>
Si girò verso di lui, lo fissò con sguardo vacuo, poi distolse lo sguardo <<Quella voce mi sta chiamando...>> disse solamente prima di voltarsi e inseguire quel canto che sentiva solo lei.
<<Lucy! Ma quale voce?>> sbraitò <<Torna qui!>> provò a chiamarla. Provò chiamarla ancora. E chiamarla ancora. Ancora e ancora. A chiamarla ancora. Ma niente, lei non sembrava intenzionata a volerlo ascoltarlo.
Strinse a malapena una bestemmia tra i denti. Le sue pupille si allungarono in una forma strana, aliena, che ricordava vagamente quella particolare di un rettile, quella della bestia crudele e sanguinaria che risiedeva dentro al suo cuore. Strinse i pugni, cercando di contenere la rabbia. Detestava con tutto se stesso la gente che non lo ascoltava, ma per quella volta preferì sorvolare sulla sua disubbidienza e inseguirla. Aveva percepito pure lui una forte presenza magica invadere l'area e questa cosa non gli piaceva per niente...
<<Lucy, seguimi>> continuava a sussurrare la voce. Passo dopo passo la melodia nella sua testa diventava più chiara, limpida, una canzone di cui riusciva quasi a distinguere le parole incomprensibili. I rami del bosco oscillavano sopra alla sua testa, accompagnati delicatamente dal soffio del vento. Gocce d'acqua inumidivano il suolo. Il suo sguardo era vitreo mentre ignorava la voce irritata di Natsu che provava a richiamarla a sé. Era un po' dispiaciuta per lui, questo doveva ammetterlo, però si sentiva così legata a quel canto dalla sinfonia ipnotica da continuare ad avanzare senza farsi ripensamenti di alcun tipo.
Procedette a passo spedito per quel bosco di ombre e misteri irrisolti fin quando non si ritrovò alla fine del sentiero, davanti al ponte Nord-Est, quello vicino al quale era morta Brandish μ. Sotto ad un cespuglio trovò uno strano pezzo di carta ripiegata, lo raccolse tra le mani e notò che c'erano scritte delle parole che non era ancora capace di leggere. Scosse le spalle, poi lo posò nella tasca del suo mantello e fece finta di nulla. La voce, la canzone che risuonavano nella sua mente s'interruppero all'improvviso. Il silenzio riecheggiò nell'aria. Un soffio di vento aspirò sui suoi bellissimi capelli dorati facendole ricadere la frangetta davanti agli occhi. Accorse subito a risistemarsela di lato quando un suono catturò la sua attenzione. <<Ve l'ho già spiegato, signore. Questa è proprietà privata del re Dragneel. Senza un permesso o la sua autorizzazione non potete passare, mi dispiace>> disse la guardia appostata sulla torretta del ponte a un uomo alto, dalla statura allampanata, la barba rasata, il viso che ricordava vagamente quello di un criceto e i capelli neri rasati. Aveva la carnagione molto pallida, soprattutto su una striscia di pelle tracciata su un dito vicino a quello su cui portava l'anello dorato con lo stemma della sua famiglia. Era ben vestito, la stoffa con la quale erano stati confezionati i suoi abiti sembrava molto costosa, probabilmente fatta importare a Magnolia dalle regioni orientali della terra dei draghi.
<<Vi dispiace?>> sibilò l'uomo senza sbilanciarsi troppo, mantenendo una flemma glaciale e assassina <<Ieri la mia fidanzata è morta proprio su questo fiume, pretendo di restare qui>>
La guardia sospirò <<Sentite, sto solo facendo il mio lavoro, ma se continuate a insistere, allora sarò costretto a mandarvi via con la forza>>
Lui aggrottò il cipiglio <<Sapete a chi vi state rivolgendo?>>
<<Io...>> grugnì infastidito.
<<È Jecob Lessio, il mio fidati banchiere>> Natsu -in quel momento dietro di Lucy- soffiò una risatina soffusa prima di superare la ragazza e frapporsi tra i due.
In un primo momento l'uomo sembrò sorpreso di vedere lì il re dei draghi in persona, ma fu questione di un attimo perché tutto il suo stupore si trasformasse in un ghigno dall'aspetto subdolo e affilato. La guardia lo fissò incredulo, poi deglutì <<I-Il vostro banchiere?>>
Jacob alzò la mano e mostrò l'anello dorato che portava al dito <<Questo segno non vi dice nulla?>> su uno scudo dalla forma elegante e affusolata, due cerchi incrociati. Era ovvio che lui conoscesse quello stemma. Da secoli e secoli, quella dei Lessio è sempre stata una delle banche più importanti della terra dei draghi. Avevano un patrimonio finanziario immenso, quasi al pari di quello che la famiglia Dragneel aveva acquisito dopo eoni di predominio.
Non c'era da chiedersi come mai coloro che portassero il loro cognome avessero tanto potere in quel mondo di magia e immortalità.
<<Io... Io pensavo che voi portaste due anelli e non solo uno, come nel vostro stemma. Scusatemi, non vi arrecherò più alcun disturbo>> tremò la guardia. Non era spaventato da quel nome, o almeno non era solamente spaventato da quel nome. Come aveva detto Gajeel, la presenza di Natsu non lasciava nessuno indifferente. Molte persone tremavano dinnanzi alla sua presenza e il drago davanti a loro evidentemente era una di quelle.
Natsu notò il nervosismo sul suo volto, nella sua voce. Si girò verso Jecob che in quel momento aveva borbottato di averlo perso tempo fa senza essersene accorto, le sue labbra si piegarono in un sorriso affabile <<Messere Lessio, non mi aspettavo una vostra visita. Per caso avevamo un incontro e me ne sono scordato?>>
Lui scosse la testa <<Proprio qui è morta la donna che dovevo sposare, sire>>
<<Oh...>> il suo umore mutò in un solo istante <<A voi le mie più sentite condoglianze, messere>>
<<Non importa>> scosse le spalle <<Era un matrimonio combinato, io l'avevo vista solo una volta e quella mi era bastata per capire che il suo carattere era troppo forte e indipendente per i miei gusti>>
<<Avete deciso di sposarla solo per avere dei figli?>> domandò Natsu <<Se non mi sbaglio i vostri genitori sono morti lo scorso anno e adesso voi siete l'unico capace di continuare la dinastia dei Lessio...>>
Jacob sospirò <<Non solo per questo motivo. I μ sono una famiglia nobile che era in debito con la mia banca, invece i Lessio sono ricchi ma non hanno alcun titolo. Era per una questione di potere, sire>>
~I μ~ rimuginò ~Questo nome mi è molto familiare, ma non ricordo perché...~ un sospiro sfuggì dalle sue labbra. Accantonò quel pensiero e tornò a prestare a lui la sua attenzione <<Sì, imparentarsi con loro sarebbe stato un grande vantaggio per voi, messere>>
<<Se permettete la domanda, perché vi trovate qui, sire? È stato avvistato il Keradosso?>> gli chiese.
<<No, nulla del genere, stavo solo facendo una passeggiata con una persona...>> si spostò lentamente verso l'angolo di sottobosco dal quale Lucy li stava osservando, la sua mano cinse lievemente il polso di lei e con la stessa gentilezza la scortò da Jacob <<Vi presento Lucy Di Caracole, un'amica a me molto cara>>
Lucy arrossì alle sue parole, imbarazzata dalla facilità con la quale lui sottolineava l'affetto che provava per lei <<Piacere di conoscervi, messere Lessio. Prima che lo diciate, sì, il mio odore è un po' diverso da quello da quello degli altri. Sono un'umana>>
La linea dritta che serrava le sue labbra si piegò leggermente, ma non perse la sua serietà quasi tombale <<Il piacere è mio, signorina>>
Natsu sorrise. Si portò una mano sul viso e lo asciugò dalle piccole goccioline di pioggia che avevano cominciato a inumidirlo <<Penso che ci siamo trattenuti abbastanza. È stato bello incontrarvi, ma io e la signorina Di Caracole dovremmo andare via...>>
<<Di già?>> borbottò Lucy.
<<Abbiamo lasciato il mio cavallo legato al ramo di un albero>> le ricordò <<Sarebbe meglio tornare da lui prima che un animale selvatico provi ad aggredirlo o che il ramo si spezzi>>
Lei sospirò <<Si, hai ragione>>
Salutarono Jacob un'ultima volta prima di girarsi di spalle e tornare alla radura.
Il bagliore della candela si muoveva in piccole spunzoni rosso-arancioni davanti al viso di Gray. Era nel suo studio, la lettera che aveva appena finito di scrivere posata sulla scrivania davanti a sé e un blocchetto di cera rossa schiacciata contro il cucchiaio che teneva sollevata sulla candela.
Non riusciva proprio a togliersi quel ricordo della testa, ormai era da un paio di giorni che lo tormentava...
Si trovava nell'accampamento militare insieme ai suoi compagni a festeggiare l'ultimo successo militare dei draghi. C'era chi giocava a carte, chi versava gocce di vino sul pavimento mentre brindava all'ennesima vittoria della sua stirpe e chi stonava vecchie canzonacce per passare il tempo. Gray aveva appena finito di ascoltare una delle solite storielle sconce che il generale Gildarts Clive si divertiva a raccontare alle reclute più innocenti, quando il suo sguardo tornò alle due persone sedute insieme a lui. Dalle labbra del generale Scarlett il continuo singhiozzare era incessante, mentre un paio di bicchieri vuoti giacevano sul tavolo davanti a lei. Fin qui era tutto normale, dopo una vittoria vini e liquori vari scorrevano a fiotti sotto le tende dell'accampamento. Ciò che lo preoccupava era Natsu. Guardava Erza con uno sguardo subdolo, particolarmente cinico mentre le parlava. Stavano discutendo sulla servitù della corte ma Gray non era sicuro di cosa in particolare, né -dopo tutti i braccali di alcol mandati giù- abbastanza lucido per studiare il loro colloquio con particolare attenzione o interesse. Avrebbe addirittura sorvolato se non fosse stato per due dettagli che lo avevano inquietato particolarmente. Il primo era che da quando lo aveva conosciuto, Natsu non si era mai mostrato particolarmente interessato alla sua servitù. Il secondo era che lui quella sera era completamente sobrio.
Cercò di scacciarsi quel ricordo dalla testa quando notò che la cera aveva riempito completamente il fondo del cucchiaio. Mise da parte ciò che era rimasto del blocchetto, versò la cera ancora calda sull'apertura della busta e usò il timbro posato in un angolo della sua scrivania per imprimervi sopra il marchio della famiglia Dragneel. Un piccolo sorriso piegò le sue labbra. Quella lettera era per la sua famiglia. Da quando Natsu aveva scoperto la nuova attività dei Fullbuster e l'importanza che stava accumulando nella terra del ghiaccio, si era subito dimostrato molto interessato al loro banco. Aveva addirittura deciso d'invitarli all'equinozio di primavera, simbolo che erano diventati una famiglia particolarmente importante a Fiore. Quella che aveva appena finito di scrivere era un invito per loro, non solo per la festa ma addirittura per trascorrere qualche giorno nella corte.
Aspettò che la cera fosse asciutta, poi prese la lettera e uscì dalla stanza. Doveva trovare il messaggero reale per consegnargliela.
Vagò a passo spedito tra i corridoi della corte. I volti rappresentati in quei marmi e in quei quadri che lui stesso aveva aiutato a promuovere sembravano diversi dal solito, capaci di fissarlo con uno sguardo che non gli avevano mai rivolto prima, con uno sguardo uno ricolmo di paura e terrore... Gray cercò d'ignorarlo, ciecamente convinto che quello fosse soltanto l'ennesimo scherzo della sua immaginazione, e andò avanti con lo sguardo rivolto verso le vetrate scintillanti che tappezzavano il piano terra della reggia. Stava quasi per dimenticare tutti i suoi problemi quando un'immagine che in quel momento non si sarebbe mai aspettato di vedere lo bloccò sul pavimento. C'era una sentinella dall'altra parte della porta finestra che stava rimirando. Era un uomo alto, dalla corporatura particolarmente muscolosa, il viso sfregiato da una cicatrice a forma di fulmine e i capelli biondo platino. In mano brandiva un pugnale coperto di sangue e davanti a lui due serve erano accasciate al suolo, ormai ridotte a due miseri cadaveri esanimi e senza vita. Gray sentì un conato di vomito trasalirgli dallo stomaco e fermarglisi in gola. Si coprì la bocca con una mano, mentre l'uomo che le aveva uccise si voltò verso di lui, aprì la porta e lo fissò per un lasso di tempo che a Gray sembrava essere interminabile. Lo guardò in faccia, assolutamente disgustato dall'atrocità di quella scena che gli si era parato davanti e digrignò i denti <<Perché, Laxus?>> gli chiese con un filo di voce soffusa <<Perché hai ucciso quelle donne? Come hai osato porre fine alle loro vite? Non ne avevi il diritto! Nessuno ha il diritto di farlo!>>
<<Gray, non è stata una mia scelta...>> lo gelò Laxus. Le mani strette intorno al manico della sua spada. Un lieve velo di dispiacere tinto nell'azzurro dei suoi occhi freddi come il ghiaccio <<È stato il re a impormi di farlo. Non ho avuto scelta. Se non le avessi uccise, allora lui avrebbe fatto uccidere me, e io di morire non ho proprio io tempo...>>
~Che cosa?~ Gray si sentì il fiato mancargli in gola, le mani tremargli spasmodicamente lungo i fianchi mentre cercava di elaborare quelle parole che sapevano di sangue appena versato <<Natsu ti ha obbligato? E come mai? Che motivo aveva per porre fine alla vita di quelle due donne?>>
Lui sbuffò un sospiro rassegnato <<Stava andando alle scuderie insieme all'umana quando mi ha detto telepaticamente di aver cominciato a temere le voci che circolavano su loro due, che doveva far sì che in un modo o nell'altro tutti smettessero di parlarne. Ha voluto che uccidessi queste donne perché mi ha raccontato di aver scoperto che furono proprio loro due le prime a sospettare della tresca amorosa con lui come protagonista. Il generale Scarlett le aveva già redarguite costringendole a non parlare più dell'argomento, ma lui ha voluto che io le uccidessi lo stesso, anche se ne capisco il motivo...>>
Gray corrugò la fronte <<Conosco Natsu da millenni e il suo intento mi è abbastanza chiaro. Non le ha volute ucciderle per timore che ignorassero le minacce di Erza, ma per un motivo molto più scabroso...>> sentì un brivido attraversargli la spina dorsale, i peli dell'epidermide drizzarsi. Incredibile, era un drago del ghiaccio eppure dinnanzi alla crudeltà di quella bestia crudele e sanguinolenta anche lui aveva freddo <<È una minaccia rivolta alla servitù. Vuole che il perché della loro morte sia noto a tutti, che sia da monito per chiunque abbia dei dubbi sulla natura del suo affetto per Lucy. La sua è stata un azione cruciale, crudele su molti punti di vista, ma che gli sarà utile affinché le persone rammentino che contro i Dragneel non conviene schierarsi. Probabilmente ti ha dato quest'ordine mentalmente perché voleva fare facciata davanti a Lucy, per nasconderle le scabrosità di questa corte di sangue e morte, e quante vite erano morte a causa della sua presenza. È molto legato a quell'umana, non vuole che niente e nessuno possa ferirla...>>
<<Dici che l'abbia fatto solo per dimostrare la sua autorità?>> si mise una mano in faccia e cominciò nervosamente a massaggiarsi le meningi <<Che dannato! Mi aveva anche detto di far sì che nessuno lo riferisse all'umana, ma nasconderle un segreto tanto grande credo che sia davvero una meschinità. È davvero sana un'amicizia basata sulle bugie e sui cadaveri delle persone uccise a causa del loro affetto? Non penso, ma il re non è una persona con cui discutere è facile...>>
<<Hai ragione>> sospirò Gary <<Spesso è difficile parlargli anche per me...>>
Lui sbuffò una risata amara <<Su siffatta scacchiera è lui che muove le pedine di questo gioco infernale...>>
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