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Mi rigiro nel letto, in sottofondo sento della musica a volume molto basso. Dalle lenzuola arriva un buon profumo, sembra quasi... lime e liquirizia. Mi rigiro un'altra volta prima di spalancare improvvisamente gli occhi, la prima cosa che vedo è un grande armadio con le ante a specchio, nel quale mi rifletto: trucco colato, capelli spettinati e.... una maglietta larga che non mi appartiene. Guardo stranita il luogo circostante senza però riconoscere nemmeno uno dei mobili.
"Merda..." Sussurro mettendomi le mani in faccia, capendo di non essere sicuramente a casa di mia sorella.
"Buongiorno, vedo che ti sei svegliata." Kevin si fa largo nella mia visuale, a torso nudo, con lo sguardo abbastanza assonnato e al contempo divertito.
Ma che ho combinato ieri notte!?- mi domando non ricordando nulla se non fino a quando ho incontrato Kevin; mentre m'interrogo mentalmente seguo i movimenti del moro con lo sguardo e devo dire che quello che vedo non mi dispiace poi tanto.
"Buongiorno." Rispondo con le guance che vanno in fiamme e iniziando a pensare ai vari possibili scenari.
"Prima che tu possa saltare a conclusioni affrettate ci tengo a dirti che non abbiamo... cioè non siamo andati a letto, non che mi sarebbe dispiaciuto... Nel senso..." Sdrammatizza.
Rido nervosamente, ancora in preda all'imbarazzo. "Cos'è successo allora?" Domando dopo un po', non riuscendo ad immaginare altro che gli scenari più imbarazzanti.
"Ti sei addormentata tra le mie braccia fuori dal pub e non volendoti lasciare da sola ti ho portata a casa mia." Sorride e posa il vassoio vicino a me, per poi stendersi poco distante. Nel vassoio ho già adocchiato i biscotti con le gocce di cioccolato e i croissant. "Ti ho messo una mia maglietta, sotto hai ancora il vestito... pensavo che almeno ti avrebbe coperta nel caso in cui rigirandoti nel letto te lo saresti spostata senza volerlo." Spiega sorridente indicando il vassoio per incitarmi a mangiare. "Non sei fatta per i superalcolici da quello che ho potuto notare." Inizia a prendermi in giro mordendo un biscotto.
"Superalcolici?" Inclino la testa di lato un poco confusa, inizio ad avere paura di sapere che cos'è successo. "E poi ti porti a casa tutte le sconosciute?"
Mi guarda divertito. "Solo quelle addormentate." Scherza con un altro biscotto in mano. "E per quanto riguarda i superalcolici, il drink che ti ho fatto probabilmente era troppo forte e non l'hai retto. Non ricordi?" Ghigna malefico.
"Ma?" lo guardo stranita per la prima risposta e stizzita per la seconda. "solo perché era da parecchio tempo che non bevevo." assottiglio lo sguardo. "E comunque, vuoi dirmi come sono andate le cose?" prendo velocemente un biscotto prima che Kevin potesse prenderne un altro. "Lasciamene anche a me!" lo rimprovero giocosamente.
Kevin ridacchia leggermente, facendo spuntare una piccola fossetta all'angolo sinistro della bocca, poi si schiarisce la voce. "Allora..." prende un respiro profondo. "dopo averti preparato il drink siamo andati in pista a ballare, nel mentre sorseggiavi il drink, la situazione si è riscaldata quando, probabilmente spinta dall'alcol mi hai baciato" evita il mio sguardo probabilmente imbarazzato "non che mi sia dispiaciuto, sia mai." sorride guardando il soffitto, mentre si poggia il dorso della mano sulle labbra per alcuni istanti. "Improvvisamente un tipo, molto alticcio se posso dire, si è intromesso, spintonandomi e dicendoti delle cose per niente carine. Mi sono dovuto trattenere dallo spaccargli la faccia, visto e considerato che io in questo ambiente ci lavoro." ora nel suo sguardo sembra passare un lampo di ira. "Ti sei messa a piangere e siamo usciti dal pub per parlare e ci siamo seduti sul marciapiede, nel mentre mi hai spiegato chi fosse quel tipo e perché fosse così stronzo, poi ti sei addormentata in braccio a me." Mi guarda. "non sapendo nulla di te, posso dire a mia discolpa che portarti a casa mia era l'unica soluzione a cui sono riuscito a pensare, non volevo lasciarti addormentata per strada e soprattutto da sola." sospira, poi mi guarda tornando tranquillo o così mi sembra. "per la cronaca i biscotti me li posso mangiare tutti!"
Lentamente rielaboro le cose che mi sono state dette e inizio a ricordare, a tratti, come sono andate le cose, soprattutto la lite con Connor, di lui mi è restato ben impresso l'odore forte dell'alcol. "Scusami ti sarò sembrata una palla al piede e come se non bastasse mi hai dovuto pure sopportare Connor." imbarazzata a livelli estremi, porto le ginocchia al petto, chiudendomi quasi a riccio.
"Non dirlo nemmeno per scherzo, poi mi hai promesso un'uscita oggi, ricordi?" Domanda e mi avvicina un biscotto. "Per la cronaca, oltre alla colazione ti portato un'aspirina nel caso in cui avessi mal di testa." Sorride.
"Non ricordo." Ammetto sorridendo imbarazzata. "Grazie per la disponibilità e la gentilezza, davvero." Gli prendo il biscotto dalla mano e gli do un morso.
"Ti andrebbe di andare al Lunapark?" Propone iniziando a bere il caffè che aveva preparato.
"Mh" mugugno finendo di mangiare il biscotto e prendendo a mia volta la tazza di caffè. "Non sarebbe male" acconsento. "Scusa la domanda ma siamo molto lontani dal pub?"
"Non troppo, all'incirca dieci minuti in macchina perché?"
"Domandavo tanto per sapere dove ci troviamo." faccio spallucce.
Improvvisamente mi rendo conto di essermi dimenticata una cosa abbastanza importante, ovvero mia sorella, che probabilmente ora era in pensiero per me e nelle sue condizioni delicate non può avere forti emozioni. Inizio a cercare il telefono attorno a me, non vedendo né il telefono né la mia borsa.
"Che cerchi?" Si mette seduto ad osservarmi.
"St cercando il mio telefono, non ho avvisato mia sorella." Rispondo in ansia. "Sarà preoccupata, è incita e non voglio assolutamente farla stare in pensiero..."
"Tranquilla, visto che il tuo telefono non ha fatto altro che squillare ho risposto io, ho detto che eri con me e che siccome stavi dormendo ti avrei portata a casa mia." Spiega tranquillamente. "Ma devo dire che sono rimasto perplesso, non pensavo fossi la sorella di Ashley."
Tiro un sospiro di sollievo, poi lo guardo incuriosita. "Conosci Ashley?"
"Beh che dire, dovrei conoscere mia cognata." Ride.
Resto a bocca aperta guardandolo. "Sei il fratello minore di Trevor?" Spalanco gli occhi.
"Esattamente, forse avrai sentito parlare di Ace, beh ecco quello è il nomignolo che mi ha affibbiato mio fratello."
Inizio a collegare le informazioni e soprattutto la premessa di mia sorella 《ti presento io dei ragazzi, tranquilla》.
"Che figuraccia..." Borbotto. "Scusami per la situazione scomoda."
"Ma va' tranquilla." Sorride. "Non ci sono problemi e poi non ci vedo nulla di male, era destino semplicemente." Ridacchia. "Sai, ieri mio fratello mi ha chiamato dicendomi che ti avrebbero portata al pub per presentarci, ma vedendolo da solo con Ashley ho pensato non fossi voluta andare al pub.... ed invece eccoci qua. Se non è destino questo."
"Tu credi nel destino?" Sorrido continuando a fare colazione.
"Si, ci credo, come credo che ogni incontro che si fa nella vita abbia uno scopo più o meno importante per la propria crescita." Si sistema meglio nel letto e il mio occhio cade sui muscoli delle sue spalle.
Si tiene male mi dicono eh...- cerco di concentrarmi su qualcos'altro.
"Vivi da solo?" Domando guardandomi attorno.
"Prima vivevo con mio fratello, ma sai che ormai sta con tua sorella." Ride. "E non mi dispiace affatto."
Prendo un cuscino e glielo lancio. "Grazie per tutto."
"E mi ringrazi lasciandomi un cuscino in faccia?" Si acciglia ridendo e lanciandomene uno a sua volta.
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La coppetta di gelato rischia la sua incolumità vicino a Kevin che continua a gesticolare mentre mi racconta di quando suo fratello ha sbagliato casa e alle tre di notte ha suonato dalla signora accanto beccandosi una strigliata memorabile.
"Dovevi vederlo come correva per il viale mentre Tiffany lo inseguiva col bastone." Racconta. "Trevor il giorno si è fatto tutta la città a piedi."
Mi asciugo le lacrime per le risate. "Smettila ti prego, più mi racconti queste cose più piango dal ridere."
"Sempre meglio che vederti piangere per la tristezza." Riprende a mangiare il suo gelato sorridendo trionfante.
Lo guardo sorridendo, ormai il gelato si è quasi totalmente sciolto. Kevin si è rivelato un ottimo compagno di chiacchierata e anche di gioco visto che mi ha costretta a fare qualsiasi giostra del Lunapark in cui mi aveva portata. Mi ha risollevato l'umore e soprattutto è riuscito a non farmi pensare a Connor nemmeno per un secondo, gli sono grata per questo.
"Dobbiamo prendere le bici nanetta." Mi prende in giro giocosamente. "Altrimenti da qui a casa tua ci metteremo tantissimo." Si alza e mi scompiglia i capelli, tranquillo.
Mi alzo e buttando la coppetta nel cestino mi accorgo che non siamo stati gli unici a voler venire qui al Lunapark, anche Hailey e Cameron hanno pensato la stessa cosa.
"Chi guardi?" Kevin appoggia il mento sulla mia testa scrutando la zona circostante.
"Sh!" Gli tappo la bocca. "Mio fratello e la mia migliore amica, anche ieri stavano insieme al pub.... non me la raccontano giusta." Li guardo incuriosita, Hailey tiene Cameron per mano, mentre camminano.
"Magari escono insieme? Oppure stanno insieme?" Chiede con ancora la mia mano sulla bocca.
"Non saprei... me lo avrebbe detto suppongo." Faccio spallucce. "Appena tornerò a casa provvederò a farle delle domande."
Ma io da sei giorni non rispondo al telefono e probabilmente lei non mi dirà nulla se non che sono una grandissima stupida che l'ha lasciata in pensiero... - sospiro.
"Dai, non è una tragedia se magari si è scordata di avvisarti, no? Potrebbero essersi incontrati per caso e aver deciso di uscire all'ultimo." Ipotizza.
"Si potresti aver ragione, ma non terrebbe sicuramente un amico per mano." Continuo a fissarli mentre si allontanano. "Vorrei saperne di più." Guardo Hailey sovrappensiero.
"Non sarai mica una stalker vero?" Ride, ma notando il mio sguardo assottigliarsi la sua risata si spegne. "Aspetta, vuoi seriamente seguirli?"
Annuisco e appena sono abbastanza lontani prendo Kevin per mano e lo trascino. "Non dobbiamo farci scoprire!"
"Ma io che c'entro..." si lamenta lasciandosi trascinare.
Gli faccio la linguaccia. "Se fai il bravo potrei darti un bacino sulla guancia." Scherzo. "Non vorrai mica lasciare la sorella minore della tua unica cognata da sola ed indifesa?"
Senza preavviso mi prende in braccio e inizia a pedinarli con me in braccio a mo' di principessa. "Farei qualsiasi cosa per i bacini! E soprattutto per non vedere tua sorella incazzata." Scherza.
Li seguiamo per quanto possibile, prima in un chiosco, poi in una delle attrazioni, per finire li perdiamo di vista quando salgono sulla ruota panoramica, in quanto la fila era davvero troppa e sicuramente non potevamo metterci subito dietro di loro, o meglio, io non potevo, altrimenti mi avrebbero vista e avrebbero capito che li stavo pedinando. Fu così che da un'uscita normale per conoscerci, io e Kevin, finimmo a seguire quei due per tutto il resto del pomeriggio, non carpendo informazioni rilevanti.
"Ci abbiamo provato." Tiro un lungo sospiro. "Li abbiamo persi per un soffio!" Brontolo.
"Dai, è stato comunque divertente; certo sarebbe stato meglio non seguirli, però anche questo è stato divertente con te." Tiene le braccia incrociate dietro la testa, risaltando i suoi muscoli. "Con te pare sia impossibile annoiarsi ed è un bel pregio..." mi fissa. "Mi domando se ti andasse di uscire altre volte insieme, so che tornerai a casa e starai a quattro ore da qui, ma sono disposto a venire da te se ti va..." sposta lo sguardo altrove, in un punto indefinito.
"Kevin..." lo fisso. "Così potresti litigare con Connor, che abita davanti a casa mia." Gli spiego. "Non voglio crearti disturbo."
"Lascia perdere quello là Evelyn, ti ho chiesto se tu vorresti uscire con me, di Connor e degli altri non m'importa, capisci? Mi incuriosisci tu, non loro: sei simpatica e hai un bel carattere, per quel che ho potuto vedere oggi." Spiega abbastanza diretto e teso. "E poi spero di diventare tuo amico." sorride. "Non prendermi per sfacciato, eh."
Lo guardo sorridendo preoccupata, non sapendo se fosse giusto o meno trascinarlo dentro ai miei casini. "Va bene. Mi va bene se usciamo ancora." Dico dopo diversi minuti.
Kevin sorride felice come un bambino. "Allora sappi che verrò a trovarti spesso."
Annuisco. "Dovrò sopportarti." Scherzo.
Si finge offeso. "Guarda che sono simpatico..." ride. "Potresti almeno darmi il tuo numero mister-seguiamoli-che-devo-scoprire-tutto?" Gli detto il mio numero, poi trionfante si alza porgendomi la mano. "Ora andiamo alle bici, altrimenti facciamo seriamente tardi e non vorrei crearti intoppi a casa coi tuoi."
Afferro la sua mano e mi faccio guidare verso le biciclette, per la prima volta mi sento davvero felice e voluta. "Grazie mister-spilungone."
Lo vedo sorridere ma si limita a tirarmi a sé e darmi un bacio sulla fronte. "Non ringraziarmi, semplicemente seguiamo il corso del destino, qualsiasi strada abbia deciso per noi e speriamo abbia scelto di farci quanto meno diventare amici." Detto ciò, cammina e in poco tempo arriviamo alle biciclette, mentre io arrossisco sempre di più.
Devo ammetterlo, non mi aspettavo che un ragazzo mi si potesse avvicinare col solo scopo di stringere amicizia, mi ero stupidamente convinta che tutti la pensassero come Connor; ora guardo Kevin e mi domando perché un estraneo sapesse trattarmi con cotanta delicatezza, mentre Connor dopo svariati anni non sapeva ancora niente di me. Con questo pensiero, mi ritrovo ad arrossire, mentre tolgo la catena alla bici e Kevin fa lo stesso. "Facciamo a chi arriva prima?" sorrido.
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