1.

"Che ci fai qui?" mi chiede Jessica non appena apre la porta della sua camera. "Posso restare qui per questa notte?" domando, mentre mi asciugo con il dorso della mano la guancia bagnata dalle lacrime. "Certo tesoro, entra... ma cos'è successo?" mi prende lo zaino dalle spalle e lo appende allo schienale di una sedia. "Mi hanno cacciata di casa." mi siedo a gambe incrociate sul letto, mentre lei si avvicina e mi stringe in un forte abbraccio. "Tesoro, mi dispiace così tanto..." sussurra tra i miei capelli. La invidio per la clemenza che hanno avuto i suoi genitori con lei, quando ha fatto coming-out. "Anche a me." la mia voce esce fuori strozzata. "Ti amo, okay? Resta quanto ti pare." mi rassicura, ma mi sento già fin troppo fuori luogo. Prima che possa risponderle, suo fratello Malcom entra nella camera. "Oh, ho interrotto qualcosa?" fa per richiudere la porta. "No, tranquillo." lui entra e si siede sul letto. "Ma cosa... stai piangendo?" Annuisco leggermente a Malcom e lui mi passa una mano sulla schiena. E' uno dei miei amici più cari, e sono felice che sia il fratello della mia ragazza. "Come mai sei qui?" mi domanda, mentre Jessica prende una bottiglia di acqua e me la passa. "Mi hanno cacciata di casa, dopo... sai, essermi dichiarata. Quindi ora non ho un posto dove stare." gli spiego, mentre mi sto già calmando. "Puoi rimanere qui quanto ti pare, amore." rinnova l'offerta Jessica. "No, non voglio creare nessun tipo di disturbo." mi affretto a rifiutare l'offerta. "Se vuoi posso aiutarti a cercare qualche posto carino in giro." mi propone Malcom, non appena Jessica comincia le sue proteste. "Non riuscirei mai a permettermi un posto tutto mio, non ho nemmeno un lavoro...è una situazione di merda." mi lamento, coprendomi la faccia con le mani. "Ah, se non mi sbaglio, un mio amico affitta una camera nel suo appartamento. Potrei contattarlo e sentire se ha ancora la camera disponibile!" propone lui. Magari potrei trovarmi un lavoro e avere un coinquilino mi costerebbe molto di meno. "Come si chiama?" domando. "Lucas Hood. Non mi pare che volesse tanto al mese." "Sarebbe fantastico, Malcom!" lo abbraccio e lui ricambia.

La mattina seguente mi sveglio con il fiato di Jessica sul collo. Apro gli occhi e la guardo dormire tra le mie braccia, mentre il suo petto si abbassa e si alza regolarmente. Gli occhi chiusi portano le lunghe ciglia a sfiorare gli zigomi, donandole quel non so ché di angelico che mi fa impazzire. Dopo che Malcom è uscito dalla stanza ieri sera, ricordo di aver pianto fino a non avere più lacrime, e non ricordo nemmeno di essermi addormentata. Allungo il braccio per prendere il telefono sul comodino, cercando di non svegliare Jessica. Ho due messaggi, apro il primo: Da:Sorellina. Dove diamine sei??

Il secondo è da un numero sconosciuto: Ciao, sono Lucas Hood. Malcom mi ha detto che cerchi una stanza. Volevo solo informarti che la stanza è libera e cerco qualcuno che la occupi. Ti aspetto oggi alle 13. Per qualsiasi imprevisto avvisami. ps: Ho dato l'indirizzo preciso a Malcom.

A: Lucas Hood. Alle 13 va benissimo, grazie mille.

A:Sorellina. Sto da Jessica, non dirlo a mamma e papà però, anche se non gliene importerebbe comunque. Indugio un po' prima di cliccare il tasto invio, ma poi lo faccio. Inspiro profondamente, godendomi un minimo di aria e mente libera. Fa male, troppo male essere rifiutata dai propri genitori per qualcosa che sei, per qualcosa che comunque sai di non poter cambiare. Spero veramente che questa mia "convivenza" con questo ragazzo, Lucas, andrà bene, altrimenti sarò nuovamente da capo a dodici, e già mi scoccia dover essere un peso per la mia ragazza. Riappoggio lentamente il telefono sul comodino, avvolgendo poi il braccio sulle spalle di Jessica, e attirandola di più verso di me. Non riesco a smettere di pensare a come sarà questo nuovo coinquilino. Non ho mai vissuto da sola, insomma, ho solo diciannove anni, ma sento la mia libertà sempre più vicina, la posso quasi toccare. Controllo l'ora sull'orologio che ho sul polso: 12:10 della mattina. Non vorrei svegliare Jessica, ma sono costretta, è quasi l'una e devo prepararmi. "Ehi" sussurro piano tra i suoi capelli, quando non si muove, decido di liberarmi dalle sue grinfie senza svegliarla.

Trenta minuti dopo, sono in macchina con Malcom, mentre detto le indicazioni stradali dal mio navigatore del telefono. "Ecco, ora gira a sinistra." lo avverto e lui fa come gli ho detto. "Come stai?" mi domanda. "Sto." rispondo semplicemente. Voglio provare a parlargli del mio stato d'animo, ma so che scoppierei in un pianto isterico, e ci ho messo tanto per fare due linee di eye-liner uguali. "Capisco. Spero davvero che le cose vadano bene per te. Lucas comunque è un ragazzo... complicato. Non è cattivo, ma ha diciamo... un talento naturale per il sarcasmo e lo scherno. Dimmi comunque se ti crea problemi." mi assicura lui. Sorrido in risposta, semplicemente perché non riesco a fare nient'altro. "Accosta qui, il palazzo dovrebbe essere questo." istruisco. Quando la macchina si ferma, faccio un grande respiro prima di slacciare la cintura di sicurezza e scendere. Ho messo dei semplici leggins, una felpa e le mie fedelissime converse ai piedi. Non voglio sembrare troppo snob, perciò sono andata sul semplice. Da quando mi interessa così tanto l'opinione degli altri? Devo assolutamente lavorare su questa cosa. Malcom spinge il bottoncino con accanto il nome "Hood" sul citofono, e la voce di un ragazzo risponde. "Sì?" è una voce molto bassa, calda e confortante. "Sono Malcom, sono qui con Devonne..." dice. La porta di vetro del palazzo scatta, e il mio migliore amico fa passare prima me, cosa che mi fa sorridere. "Sai il piano e il numero dell'appartamento?" domando, anche se è ovvio che lo sa. "No." risponde semplicemente. Rimango perplessa, finché le porte dell'ascensore non si aprono, e un ragazzo alto e con un ciuffo castano scompigliato sulla testa, ne emerge silenziosamente. Quando mi rivolge la sua attenzione, noto che gli occhi sono marroni scuro, molto grandi ed intensi, e il fisico è asciutto e muscoloso sotto la t-shirt bianca. "Ciao, sono Lucas." mi saluta, portando subito lo sguardo su Malcom. Beh, ciao Lucas. Dico silenziosamente nella mia testa. "Devonne." rispondo allo stesso modo. "Ok, Denise, se mi segui ti faccio vedere l'appartamento." non aspetta la mia risposta, si gira e si ridirige verso l'ascensore. Ignoro lo sguardo carico di scuse da parte di Malcom e lo seguo. "Devonne." ripeto, mascherando la mia irritazione con un falso sorriso mentre salgo nell'ascensore. "Certo, Diana." mi schernisce ancora. Decido di lasciar perdere e sospiro pesantemente, facendolo divertire, visto che il ghigno sul suo viso si allarga ancora di più. I cinque secondi in ascensore sono i cinque secondi più lunghi della mia vita. Lucas è rivolto verso lo specchio con gli occhi fissi nel mio riflesso, e i miei nel suo, osservando cautamente le sue mosse, mentre Malcom si muove appena a disagio al mio fianco.

"Beh, non aspettarti tantissimo, e non fare caso al disordine." dice, mentre gira la chiave nella serratura della porta. Disordine è un eufemismo. La prima stanza che si vede è la cucina, e spalanco gli occhi quando vedo una pila enorme di piatti sudici nel lavello, mentre sui vari banconi ci sono cartoni vuoti della pizza e pezzi di cibo. O sono io che sono troppo abituata all'ordine di casa mia, o questo posto è una discarica. Come se potesse leggermi nella mente, dice: "Senti, sono a lavoro tutto il giorno e la sera esco, non aspettarti chissà cosa." Mi sfugge una risata dalle labbra. "Lo trovi divertente?" non so perché, ma mi fermo immediatamente. "Ok, là c'è il bagno. Ovviamente ne ho uno solo. Ci sono due camere, la mia è quella in fondo a destra e la tua, se accetti, è quella alla tua sinistra." mi giro e noto la porta. "Posso?" lui annuisce. La stanza è spoglia e dipinta di un bianco candido sulle pareti, anche se molto grande. Gli unici arredamenti sono una rete con un materasso sopra, e un armadio color ciliegio. "Okay, a quanto la metti?" gli chiedo, sperando non sia troppo caro, mentre richiudo la porta. Lui è scontroso, okay, ma la camera è carina, e non ho molti altri optional. "250 al mese." mi dice. Duecentocinquanta dollari al mese me li posso anche permettere, ma devo comunque pensarci su. "Va bene. Ci penso e poi ti faccio sapere." gli dico, e faccio per uscire. "Ma non metterci troppo, non ho tempo da perdere." dice freddo lui. Ignoro la sua maleducazione ed esco velocemente dalla porta con Malcom dietro. "Ma che testa di cazzo!" dico frustrata nell'ascensore. "Infatti... Senti, non sei obbligata a vivere con lui... ti pare che non ci sono altre persone in cerca di una coinquilina?" mi tranquillizza Malcom. Ricercare altrove vuol dire altro spreco di tempo, e mi sento già un peso per la mia ragazza, nonostante stia da lei solo da una notte. Lucas è davvero uno stronzo, non si è nemmeno impegnato ad essere educato e gentile, ma devo ammettere che il suo prezzo è abbordabile e potrei concludere la cosa anche a breve. Ci voglio davvero pensare sopra. Quanto tragico potrebbe mai essere?

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