~17~

Rimmel comparve davanti a lei in tutto il suo tetro splendore, già dallo spazio Eirtaé intuì che l'atmosfera del pianeta non doveva essere per niente salutare, tutto il contrario.

L'inquinamento la faceva da padrone e il pianeta era circondato da un'atmosfera grigia e verdognola, e l'ancella non faticava a comprendere come mai molti sudditi di Griffon avessero lasciato il pianeta.

A quanto aveva sentito, le malattie dovute alla pessima qualità dell'aria era alquanto elevata ed Eirtaé si domandava per quale motivo il re non avesse fatto nulla per migliorare le condizioni di vita dei cittadini, ma poi si rese conto che Griffon non sembrava la persona che mette a rischio il proprio potere per dare un futuro migliore al suo popolo.

Aveva lasciato Naboo di notte, senza dire niente, ma sapendo che Padmé avrebbe capito perché quello era il modus operandi delle ancelle, muoversi silenziose come ombre.

La donna aveva pensato tutto nei minimi dettagli il piano su come muoversi in un territorio che non conosceva e sul quale vi erano solo nemici, aveva usato un trasporto comune e non una nave registrata, perché era necessario per lei poter viaggiare in incognito, si era data una nuova identità, procurandosi i documenti e tutti i permessi necessari per poter approdare su Rimmel senza destare alcun sospetto.

Tutti i preparativi erano stati fatti in poco meno di due giorni, grazie all'aiuto del capitano Panaka e di sua moglie, per fare in modo che Eirtaé non corresse più rischi del necessario.

La donna alzò lo sguardo dal sedile su cui era seduta per osservare gli altri passeggeri.

Vi erano esseri umani, ma non solo, vi erano anche altri passeggeri che appartenevano a molte altre razze differenti, tanto che Eirtaé si chiedeva cosa spingesse così tante persone a dirigersi proprio su Rimmel.

Forse perché la sua economia era in perenne espansione, forse perché le rotte più importanti del mercato nero passavano proprio da quel pianeta terribile, molti passeggeri del trasporto su cui viaggiava, facevano parte della peggiore feccia che  camminasse nella galassia.

Eirtaé aveva messo in conto di dover avere a che fare con molte persone, quindi anche con la feccia.

L'aria era impregnata dall'odore del fumo, di tabacco, di speiza e non si capiva di cos'altro.

I toni di voce erano bassi, quasi sussurrati, come se nessuno volesse che altri, oltre alla persona con cui stava parlando sentisse quello che aveva da dire.

Eirtaé non escludeva l'idea che molti stessero contrattando i prezzi per chissà quale merce illegale, da portare sul mercato nero, del quale Rimmel era uno snodo molto importante.

-Ehi, ehi ce l'ho con te - un torguta dai profondi occhi neri si era avvicinato con fare da cospiratore.

Eirtaé lo guardò fingendo indifferenza.

-Dici a me?

-Certo che dico a te! Che domande - rispose l'altro irritato.

-Bene, cosa vuoi? - Eirtaé accavallò le gambe con aria leggermente lasciva sorprendendosi delle sue abilità di attrice, un'altra abilità che l'addestramento delle ancelle insegnava.

-Hai per caso delle speiza? - domandò il torguta e solo allora l'ancella notò quanto gli occhi del suo interlocutore fossero quasi liquidi come di chi soffre di una particolare dipendenza, in questo caso di speiza, la quale era una droga che si estraeva sul pianeta Abafar ed era al centro di imponenti commerci.

-Sei fortunato, si dal caso che ne abbia un po' - Eirtaé mostrò un sacchetto trasparente con dentro una polvere bluastra che emanava un odore pungente nonostante fosse sottovuoto.

L'ancella aveva ottenuto quella dose giocando a Saabac, mettendo come posta il suo blaster, mentre il suo avversario un bardottiano, il quale si vantava di essere un asso a Saabac, aveva messo in palio la sua dose di speiza.

Eirtaé non aveva mai giocato ed era stata sfidata probabilmente per quel motivo, o forse perché, in mezzo a quella moltitudine di persone era quella che spiccava di più per via dei suoi capelli biondo acceso o forse perché era una donna.

Ad aiutarla a comprendere come battere un avversario così forte, era stato Darren Faye, un uomo con una vistosa cicatrice sul volto, il quale aveva spiegato in poche parole il gioco all'ancella ed era rimasto al suo fianco per tutta la durata della partita, a volte suggerendo delle mosse che una principiante non avrebbe mai potuto conoscere.

La donna ammetteva di aver avuto anche una dose di fortuna, anche perché il Saabac non era un gioco facile e se non si aveva una certa pratica era molto difficile vincere, specialmente se l'avversario era un giocatore esperto.

Oltre alla dose di speize, di cui Eirtaé non si faceva nulla, aveva vinto un pugnale sul cui pomo vi era una fata i cui occhi erano costituiti da due smeraldi seduta su una perla, un oggetto di grande valore, e una buona dose di crediti.

-Quanto vuoi per la dose? - domandò il torguta con aria disperata, ed Eirtaé non faticò a pensare che doveva essere in astinenza da parecchio tempo.

-Nulla, prendila pure - la donna lanciò il sacchetto verso il suo interlocutore che prese al volo il sacchetto.

-Grazie - fu l'unica cosa che disse quello mentre si allontanava per fumare la sua dose in santa pace.

-Avresti dovuto come minimo fargliela pagare, non si importuna così una signora - dichiarò la voce tagliente di Darren.

Eirtaé si girò verso il punto da cui proveniva la voce e  incrociò gli occhi grigi e freddi dell'uomo.

Darren aveva le spalle larghe e una zazzera di capelli ricci e neri che gli ricadevano sul viso reso ancora più cupo dalla cicatrice, la quale gli aveva deturpato la faccia in modo orripilante, per questo portava un bavero molto alto che gli copriva la parte inferiore del viso.

Portava pantaloni logori e una giacca di pelle marrone, ai fianchi aveva due blaster e puzzava di fumo e alcool, Eirtaé sapeva che doveva essere una persona da cui tenersi alla larga, ma in quel momento aveva bisogno di alleati, più che di nemici.

-Non avrei saputo dare un prezzo a quelle dose non sono un'esperta in materia - rispose la donna con fare spiccio.

-Quella valeva almeno venti crediti, ma si vede che non sei una persona abituata a certi ambienti, credo che tu non sia diretta su Rimmel per fare affari con la malavita locale - Darren ispirò del tabacco dalla sigaretta che teneva stretta tra le dita, per poi espellere il fumo azzurro dalla bocca, facendo starnutire Eirtaé.

-Infatti no, so che il re sta cercando dei nuovi ricercatori, così sono partita per vedere di cosa si trattasse, e invece tu...perché sei diretto su Rimmel? - Eirtaé aveva deciso di giocare la stessa carta di Darren, voleva saperne di più su di lui, anche se dubitava di riuscire a capirci qualcosa.

Si spostò una ciocca dorata dietro l'orecchio attendendo una risposta.

-Ah, sì, ho sentito quella storia, si vocifera che Griffon stia pianificando qualcosa di grosso, comunque sia, sono diretto lì perché devo incontrare delle persone, e questo ti deve bastare - rispose l'uomo buttando fuori un'altra boccata di fumo.

-Oh certamente, non voglio mettere il naso negli affari che non mi riguardano - l'ancella aveva deciso di mettere le mani avanti, non voleva che Darren sospettasse di lei.

-Prendi questo - l'uomo le tese un semplice rettangolo di cartoncino con sopra scritto il nome dell'uomo e il suo numero.

-Se dovessi avere bisogno di me chiamami a questo numero, non so perché ma sento che potremmo incontrarci ancora...ma non so ancora come ti chiami -

-Sono Scarlett James - rispose Eirtaé.

-Bene, miss James, sono sicuro che ci rivedremo una volta che arriveremo in città - dichiarò Darren, mentre il pilota annunciava che si stava preparando all'atteraggio.

Angolo Autrice : Capitolo tutto dedicato ad Eirtaé e all'inizio della sua missione :) spero che vi piaccia :) alla prossima e che la Forza sia con noi :)

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