~13~
La notte prima del matrimonio piovve, e ciò, secondo Jobal, era un buon segno : l'acqua avrebbe lavato via offese e dolori passati e favorito un nuovo inizio.
L'alba fu fresca e limpida, ambasciatrice di un gradevole pomeriggio.
Padmé e Anakin avevano passato l'ultima notte da fidanzati a casa di lei, questo voleva dire che già dalle prime ore del mattino Varykino era già in pieno fermento, non tanto per gli uomini della famiglia, più che altro per le donne.
Come da tradizione Anakin non poteva vedere Padmé vestita da sposa prima che si fosse celebrato il rito, il che voleva dire che il ragazzo sarebbe stato il primo a sparire.
Le Ancelle di Padmé si erano prodigate affinché alla regina venisse portata in stanza una colazione speciale che però la regina toccò appena vista l'emozione che le pervadeva lo stomaco.
Non riusciva a credere di essere a poche ore dal suo matrimonio!
E questo le rendeva difficile anche solo l'idea di mangiare qualcosa.
Fece il bagno in acqua profumata e lasciò che la sua amica Rabé le spazzolasse a lungo i capelli.
-Voi non ci crederete, ma sto morendo dall'emozione - affermò Padmé mentre le sue più care amiche si affaccendavano ad aiutarla ad indossare l'abito da sposa.
L'abito di Padme aveva un aspetto così delicato che non sembrava adatto al matrimonio di una regina, ma a quello di una comune ragazza.
Era stato intessuto con la stoffa scelta da Jobal, al quale erano state incorporate undici sezioni di tulle di seta bianco sporco.
Per realizzare il ricamo la sarta aveva creato trecento metri di treccia di maglia aldeerina che univano e fondevano i pannelli.
Il velo era fatto di pizzo nubiano decorato con fiori di cera edoardiana e perle di perline. Le stesse perle erano state cosparse sia sul vestito che sul velo.
Più l'ora si avvicinava più lo stomaco di Padmé si chiudeva.
Vedendo lo stato d'animo in cui versava la sua amica Sabé le venne incontro offrendole un calice di vino.
-Jobal è convinta che ti aiuterà a calmarti -
Padmé accettò di buon grado, mandò giù un sorso e le restituì il bicchiere.
-Vuoi sederti un attimo? - domandò preoccupata Dormé.
Padmé scosse la testa tentando di calmare il respiro.
Era felicissima, ma anche terribilmente spaventata.
Temeva di inciampare, starnutire o cadere.
Amava Anakin più della vita stessa, e non avrebbe voluto attendere un minuto di più prima di sposarlo, ma non poteva negare la sua emozione.
-Sei assolutamente magnifica - dichiarò Eirtaé prendendo le mani di Padmé.
-Grazie anche voi siete bellissime.
Le Ancelle sorrisero. Erano tutte consapevoli del cambiamento a cui stava andando incontro Padmé ed era ovvio che fosse nervosa.
In quel momento bussarono alla porta e Jobal fluttuò nella stanza avvolta in un meraviglioso abito viola.
I capelli scuri erano acconciati in una lunga treccia che girava intorno alla nuca sormontata da un piccolo diadema.
-Volevo vedere come stavi prima che arrivasse tuo padre - Jobal abbracciò sua figlia con delicatezza e la scrutò con i suoi sereni occhi scuri :
-Il giorno del matrimonio tutte le donne sono nervose, ma andrà tutto bene, vedrai -
Padmé sorrise, felice che sua madre fosse dalla sua parte, aveva sempre avuto paura che l'uomo che aveva scelto non piacesse ai suoi genitori, invece stava andando tutto a meraviglia.
La presenza di Jobal serví a calmare i nervi di Padmé.
-Gli ospiti sono arrivati, Anakin ti aspetta. Ormai è tutto pronto. Ti manca ancora qualcosa prima di iniziare la cerimonia? - domandò Jobal.
-No, sto bene - sorrise Padmé finalmente serena.
-Allora andiamo.
Poco prima di raggiungere la terrazza, incontrarono Ruwee, che rimase folgorato quando vide la figlia.
Le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia.
-Sei un sogno, tesoro mio. Pronta per il grande passo? -
Padmé annuì più raggiante che mai.
Le sue ancelle si posizionarono alle sue spalle, Jobal alla sinistra della regina e Ruwee a destra a braccetto con sua figlia.
Padmé riuscì a vedere oltre la soglia che portava alla terrazza e vide Sola, bellissima nel suo abito verde chiaro, alla sinistra di Anakin.
Bail Organa con Breha al fianco, insieme a Obi-Wan che fissava Anakin, e Padmé avrebbe pagato oro pur di vedere il viso del maestro Jedi.
Chissà cosa si erano detti lui e Anakin.
Darred stava a qualche metro da Sola con le bambine per mano.
Era tutto perfetto, almeno per il momento.
Qualcuno annunciò il suo arrivo e tutti si alzarono guardando verso l'entrata.
Padmé camminò assieme i suoi genitori finché suo padre non fu a pochi centimetri da Anakin.
Ruwee poggiò una mano sulla spalla del ragazzo sorridendo, poi uní la mano del giovane con quella di Padmé.
Le dita dei due ragazzi si intrecciarono, come se stessero sfidando i presenti a dividerli, ma nessuno aveva alcuna intenzione di farlo.
Obi-Wan, dal canto suo osservava tutto, curioso più che mai, ma anche con una certa dose di rimpianto, riguardo ad un'altra donna, quella che lui aveva amato.
Chissà cosa sarebbe successo se fosse rimasto al fianco di Satine, anziché tornare con Qui-Gon su Coruscant.
Ma non l'avrebbe mai saputo, Satine era morta molto tempo prima, e lui non avrebbe mai saputo cosa sarebbe successo se non avesse dato retta al suo senso del dovere.
Tornò a concentrarsi su Anakin mentre lui e Padmé si scambiavano gli anelli, ancora una volta il maestro Jedi si mise a pensare come avesse fatto a non comprendere quanto amore ci fosse tra quei due.
Inoltre pensava di aver capito perché Anakin si era autoesiliato per tre anni.
Il ragazzo non voleva doversela vedere con il Consiglio dei Jedi, che sicuramente lo avrebbero accusato di aver agito per conto suo, in modo egoistico, per poi dileguarsi.
Obi-Wan aveva passato gli ultimi tre anni a domandarsi dove fosse finito Anakin, visto che non riusciva a contattarlo in nessun modo.
Era come scomparso, e poi, di colpo il ragazzo era comparso dal nulla invitandolo al suo matrimonio con Padmé.
Doveva spiegargli molto, il suo ex apprendista, ma avrebbero avuto il tempo di recuperare, anche perché Anakin gli aveva detto che doveva parlargli.
Gli invitati irruppero in un'applauso.
Padmé Amidala e Anakin Skywalker erano ufficialmente marito e moglie.
***
Anakin raggiunse Obi-Wan, il quale si era messo un po' in disparte rispetto a tutti gli altri, mentre gli altri invitati si lasciavano andare ai festeggiamenti.
-Mi dispiace di essere sparito - iniziò a dire il ragazzo.
-In effetti avrei voluto che mi dicessi cosa avevi in mente di fare, prima di agire - affermò Obi-Wan.
-E come avrei potuto? Eri in missione.
Obi-Wan sospirò, Anakin aveva ragione, lui non era nemmeno su Coruscant.
-Palpatine era il male, dovevo fare qualcosa o lui avrebbe distrutto tutto. Mi voleva come suo apprendista, ma io non ero disposto a diventare lo schiavo di qualcuno. Così l'ho ucciso. Poi sono andato su Mustafar, ho ucciso i capi separatisti, mettendo fine definitivamente alla guerra. E ho deciso che sarei rimasto lì, perché quello che avevo fatto non poteva essere perdonato - spiegò Anakin.
Obi-Wan aveva ascoltato ogni parola, rimanendo alquanto sorpreso.
Anakin era stato il più lucido di tutti loro, aveva fatto ciò che era giusto.
-Io non sono arrabbiato con te, ma avrei voluto sapere la verità molto prima. Però sono felice che tu sia tornato. Adesso goditi i festeggiamenti, Padmé ti aspetta. - Sorrise Obi-Wan.
Anakin rise a sua volta allontanandosi, mentre il maestro Jedi rimaneva ad osservare le stelle, perso nei suoi pensieri.
Angolo Autrice : Dopo secoli riesco ad aggiornare questa storia, spero che vi piaccia :)
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