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Nonostante lo staff della casa reale avesse dato la notizia del matrimonio tra Padmé Amidala e Anakin Skywalker prima dell'effettiva uscita delle pubblicazioni, ormai tutti a Theed e oltre sapevano che la regina si sarebbe sposata e la cosa aveva stuzzicato incredibilmente la curiosità dei principali tabloid di tutta la galassia, i quali,facevano di tutto pur di riuscire a scovare un qualsiasi dettaglio sull'organizzazione della cerimonia che, a detta della stessa regina, sarebbe stata molto semplice con pochissime personalità importanti tra gli invitati, si vociferava che sarebbero stati presenti solo il Cancelliere Supremo Bail Organa con la moglie, la regina Breha, la senatrice di Chandrilia Mon Mothma e il maestro Jedi Obi-Wan Kenobi.

Le pubblicazioni proclamavano le nozze imminenti e invitavano chiunque non le ritenesse legittime a farsi avanti ed esporre le proprie obiezioni.

Ovviamente i primi a farsi avanti furono alcuni dei pretendenti di Padmé, ma nessuno di loro aveva motivazioni così valide da poter fermare il matrimonio.

Le giornate di Padmé, già piene di impegni per via del suo ruolo di regina, si riempirono ancora di più, anche perché, nonostante ci fosse il velato pericolo che il re di Rimmel decidesse di attaccare Naboo, un matrimonio regale doveva essere accompagnato da grandi festeggiamenti.

Gli inviti erano già stati spediti, i proclami affissi, il menù del ricevimento fu deciso e la villa di Varykino (dove si sarebbero tenute le nozze) fu sottoposta a pulizie straordinarie e fu adeguatamente decorata.

Come se non bastasse, Padmé fu convinta dalle sue ancelle ad anticipare il ballo annuale in onore degli Ambasciatori in modo che tutte le personalità più importanti del pianeta e non solo potessero rendere omaggio alla regina e al suo promesso sposo.

Dal canto suo, Anakin non era affatto abituato a tutta quella frenesia, anzi il giovane era molto frastornato.

Ad aiutarlo vi erano le immancabili Jobal e Sola, che comprendevano alla perfezione il motivo per cui il giovane fosse così stordito.

Il ragazzo aveva passato la sua vita come un Jedi, lontano dalla mondanità e dalla politica, inoltre si era autoesiliato per tre anni, quindi non ci si poteva stupire.

Per dare un po' di sollievo a Padmé, che altrimenti sarebbe impazzita a stare dietro sia agli affari di stato sia al matrimonio, Jobal e Sola avevano deciso di organizzare tutto loro.

Un peso in meno sulle spalle della regina, la quale però doveva ancora fare i conti con Griffon, il quale ancora non l'aveva smessa di mandarle doni.

Griffon era uno dei pochi pretendenti alla mano di Padmé a non aver contestato le pubblicazioni e questo era fonte di grande preoccupazione per la regina.

Perché aveva la netta sensazione, condivisa con Anakin, che il re stesse preparando un piano nell'ombra, qualcosa che mirava a separarli.

-Ma cosa può architettare? - domandò Padmé una sera, mentre guardava Anakin meditare seduto sul pavimento del lussuoso appartamento della regina nel palazzo reale di Theed.

Anakin aprí uno dei suoi bellissimi occhi color del cielo per guardare la sua promzssa sposa prima di rispondere.

-Penso che non lo sapremo mai finché non scoprirà le sue carte, comunque sia io ho il presentimento che lascerà che noi ci sposiamo e poi agirà. Mi sembra il genere di persona che agisce nell'ombra piuttosto di compiere gesti eclatanti preferisce aspettare - affermò Anakin.

Padmé si sedette al suo fianco e Anakin la attirò a sé baciandole la chioma scura.

-Non mi fido di lui, la sua mancanza di reazione mi preoccupa. Non so cosa aspettarmi e la cosa mi irrita, vorrei avere il dono della preveggenza- sbuffò Padmé.

Anakin a quel punto rise.

-Io c'è l'ho il dono della preveggenza, angelo mio, eppure mi sembra di non essere riuscito a evitare la morte di mia madre - dichiarò il ragazzo e la regina si sentí una persona terribile ad aver, inavvertitamente, chiamato in causa Shmi.

Anakin non aveva più nessuno al mondo, tranne, forse Obi-Wan.

Padmé avrebbe voluto conoscere meglio Shmi poterle parlare come si doveva, invece la povera donna era morta per mano dei predatori Tusken su Tatooine.

La regina ricordava quanto Anakin fosse distrutto.

Un singhiozzo ruppe il silenzio della stanza.

Il giovane tentava di trattenere le lacrime, ma non vi era da stupirsi che il solo nominare la madre gli venisse da piangere, non aveva mai davvero metabolizzato quel lutto così grave per lui.

Ecco un'altra colpa da attribuire all'addestramento Jedi, nessuno insegnava agli adepti a controllare le emozioni negative. Insegnavano loro a reprimere che era la cosa più sbagliata, perché prima o poi si scoppia e il dolore diventa il triplo rispetto a come era in precedenza.

-Scusami - Padmé fece appoggiare la testa di Anakin al suo grembo accarezzandogli i capelli dorati.

Il ragazzo chiuse gli occhi godendosi la sensazione delle dita di lei tra i suoi capelli e la sua vicinanza, ringraziando la Forza per avergliela fatta incontrare.

Si girò in modo da poterla guardare negli occhi e la baciò a tradimento.

Un bacio dolce e passionale al tempo stesso che lasciarono Padmé sorpresa ma non così tanto.

-Cosa diranno se si scoprirà che non sei arrivata illibata al matrimonio? - domandò Anakin ridacchiando sulle labbra di lei.

-Non c'è pericolo, non lo sapranno - fu la risposta di Padmé.

Anakin sorrise tornando a baciarla.

La regina lo lasciò fare.

-Non preoccuparti per Griffon, per ora non pensarci -

Padmé annuì mentre Anakin la aiutava ad alzarsi da terra.

Ma di nuovo il Jedi la sorprese prendendola in braccio a tradimento.

-Ani! - rise Padmé mettendosi una mano sullo stomaco e soffocando una risata.

Il ragazzo rise a sua volta poggiando la regina sul letto, per tutta risposta lei lo attirò di nuovo a sé facendolo cadere.

-Dovremmo dormire, domani ci aspetta una lunga giornata - affermò Anakin.

Padmé gli baciò le labbra sorridendo. Non aveva voglia di dormire, ma Anakin aveva ragione.

Si addormentarono abbracciati, come a sfidare chiunque a separarli.

***
Il giorno dopo Padmé, insieme a sua madre e a sua sorella, incontrarono le sarte nella cosiddetta stanza di ricevimento della regina, tra divani e sedie sommersi di pezze di stoffa.
La miriade di possibilità che si prospettavano davanti agli occhi di Padmé (riguardo sia al modello che al tessuto) le fece girare la testa.

Dopo un paio di ore inconcludenti la giovane regina guardò sua madre con aria implorante :

-Non possiamo fare una cosa più sobria?

Lei sorrise le porse una splendida stoffa bianca e delle perle.

-Così è magnifico - affermò Jobal compiaciuta.

La regina annuì, felicissima di essere riuscita a decidere.

Prima del tramonto Padmé si ritrovò trasformata in un puntaspilli. Dopo aver provato mille drappeggi diversi (tanto che Padmé aveva detto che si sarebbe sognata gli abiti da sposa anche di notte), la regina aveva scelto il più essenziale ; erano stati scelti anche il taglio ed il tessuto per gli abiti di Jobal e Sola.

Padmé guardò fuori dalla finestra notando che il sole stava già tramontano così congedò le sarte e si lasciò cadere su uno dei divani che riempivano la stanza.

-Anakin dov'è? - domandò Padmé quando furono sole.

-Con le bambine a Varykino - sorrise Sola.

La regina annuì. Voleva che Anakin fosse sereno, se lo meritava dopo tutta la sofferenza che aveva patito.

-Adesso meglio se torno nella sala del trono. Ho ancora del lavoro da, sbrigare - Padmé si alzò dal divano pronta a tornare al suo ruolo di regina.

Angolo Autrice : Eccomi qua con un nuovo capitolo :) spero vi piaccia :)

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