Uomo d'altri tempi
Capitolo 22
«Mamma»
Harry cammina con le braccia spalancate in direzione della donna di fronte a noi. Io rimango dietro di lui immobile sperando di diventare invisibile o di mimetizzarmi con il suolo, forse se rimango immobile posso fingere di essere una statua ma non credo funzionerebbe.
Faccio lentamente qualche passo indietro approfittando del fatto che i due si stanno abbracciando, per sparire da lì. Non sono mai stata particolarmente timida ma adesso mi sento leggermente in soggezione considerando che ho addosso soltanto una misera camicia, di Harry tra l'altro, e presentarmi così a sua madre, non mi sembra un ottimo inizio.
Continuo a fare dei piccoli passi indietro, l'obbiettivo è raggiungere la colonna bianca a pochi passi da me e nascondermi lì per poi sgattaiolare nella casetta e mettere almeno un paio di pantaloni.
Ho la situazione sotto controllo, i due si allontanano da me ad ogni passo che faccio, ci sono quasi, mi giro un secondo per guardare la mia meta, eccola lì a pochi secondi da me, mi giro completamente ad un passo dalla colonna
«Mia?!» mi blocco all'istante chiudendo gli occhi, la voce di Gemma arriva diritta alle mie orecchie, sono ancora ferma immobile quando sento di nuovo il mio nome uscire dalla sua bocca
«Mia!» mi richiama e in questo istante la strozzerei con le mie mani. Faccio un lungo sospiro e metto su un sorriso di circostanza incrociando le braccia al petto cercando di coprire le mie seminudità
«Si?» il mio sguardo cade subito sulla donna che si trova tra i suoi due figli che, come lei, hanno tutta l'attenzione su di me.
Sento un lieve pizzicore sulle guance e un sottile strato di sudore alberga sulla mia faccia negli interminabili secondi che passiamo in totale silenzio ad osservarci.
Di fronte a me, c'è una bella donna, altra quasi quanto la figlia ma decisamente più bassa del foglio. Ha lunghi capelli neri tenuti fermi da un paio di occhiali alzati sulla testa, non riesco a distinguere bene il colore dei suoi occhi ma comunque sembrano chiari, non come quelli di Harry, ma li ricordano un po', anzi mi ricordano anche quelli di mia madre, azzurri e quasi luminosi, il suo ampio sorriso rende la sua espressione dolce e solare, indossa un vestitino azzurro con dei fiori rosa sparsi qua e là, non le do più si quarantacinque anni e il suo abbigliamento non stona affatto su di lei.
Il mio sguardo viene attirato da Harry che, a quanto pare, sembra parecchio divertito vista la sua espressione e il suo tentativo di non scoppiare a ridere.
Se potessi scegliere un personaggio fantastico nel quale trasformarmi, in questo momento sarei un drago per sputare fuoco e incenerire lui e quel sorriso da idiota che ha sulla faccia.
«Mia ti prego, avvicinati. Non mordiamo mica» mi prende in giro il figlio di satana cercando di rimanere serio. Mi avvicino lentamente come se stessi percorrendo la via del patibolo pensando a tutti i modi possibili per poterlo torturate, ricordandomi sempre di sorridere a costo di farmi venire una paresi
«Andiamo Harry, lasciala in pace.
Io sono Anne, è un piacere conoscerti» la donna tende la mano verso di me avvicinandosi e quel sorriso a trentadue denti che mi fa, mi mette un po' di sicurezza ma poi mi ricordo del mio abbigliamento ed ecco che vacillo.
Stringo la mano di Anne con un sincero sorriso e con l'altra, cerco di tenere chiusa la camicia «Il piacere è mio signora Styles, io sono Mia»
«Ti prego chiamami Anne, non farmi sentire più vecchia di quanto in realtà non sia»
«Emh, va bene, Anne» l'ultima volta che mi sono sentita così in imbarazzo è quando, un po' di anni fa, uscendo da una mostra fotografica, parlando con la fotografa le avevo fatto gli auguri per l'evidente gravidanza; inutile dire che non c'era nessun bambino in arrivo.
«I-io andrei a cambiarmi» tento dopo interminabili secondi di imbarazzo totale da parte mia
«A vestirti semmai» dice il figlio del demonio arricciando le labbra per non ridere.
Gli occhi sembrano quasi uscirmi dalle orbite e giuro che vorrei solo ucciderlo con le mie mani
Accortasi del mio evidente stato di imbarazzo livello estremo, Anne da una pacca sulla nuca del figlio «Sei cosi fuori luogo Edward.
Va pure cara, anche io ho bisogno di darmi una rinfrescata, avremo modo di parlare a cena. Ci vediamo dopo» Anne e Gemma ci congedano con un cenno della mano rientrando in casa lasciando me e Lucifero da soli.
È stato un breve incontro ma sembra durato ore.
«Aiah!» Harry si lamenta dopo la mia gomitata diritta negli stinchi
«Perché mettermi in imbarazzo davanti a tua madre ti divertiva così tanto?» cerco di mantenere un tono di voce moderato per evitare altre brutte figure con mamma e sorella Styles
«Mi hai fatto male» mette il broncio evitando di rispondere alla mia domanda
«Ooh credimi non è niente rispetto a quello che ti farei!» lo guardo torva e giro i tacchi nella direzione della casetta, ovviamente è alle mie calcagna con quel sorrisino ebete e le mani dietro la schiena
«Che mi faresti piccola Mia?»
«Male Harry! Ti farei male!» continuo a camminare
«Qui, con mia madre?
Non pensavo fossi così audace e sfrontata» mi canzona parlandomi nell'orecchio come una dannata pulce
«Cos? Non intendevo quello brutto pervertito» mi blocco per guardare la sua espressione giuliva per qualche secondo
«Oh io credo di sì» mi segue fin dentro la casetta nonostante avessi provato a chiudergli la porta in faccia
«Pensa quello che ti pare. Ora se non ti spiace, vorrei fare una doccia» lo guardo con le braccia al petto e le sopracciglia alzate
«E chi sono io per fermarti?»
«Ti strapperei quel sorrisino dalla faccia»
«Aggressiva! Mi piace» si avvicina a me
«Sei un tale maniaco!
Va via Harry, devo lavare via la vergogna che mi hai fatto provare due minuti fa» dico fermamente
«Sei così melodrammatica piccola Mia.» continua ad avanzare verso di me mente io indietreggio
«E tu sei così stronzo Styles» la sua espressione sorpresa alle mie parole, sta per farmi ridere ma mantengo la mia espressione seria «e adesso, vorrei farmi una doccia» gli indico la porta
«Anche io. Ottimizziamo e la facciamo insieme?»
«Non se ne parla! Ci manca solo questa. Va a farla in uno dei tuoi bagni» metto le mani avanti e si ferma non staccando mai gli occhi da me
«Ok. Ma vorrei la mia camicia» incrocia le braccia al petto e si morde il labbro inferiore per evitare di ridere
«Certo. La laverò e te la consegnerò linda e pinta» faccio un sorrisino
«Io la voglio adesso» la sua voce diventa più profonda e il suo sguardo scorre languidamente sulla mia figura.
Il muro dietro di me blocca i miei passi, sono centimetri che ci dividono, riesco persino a sentire il suo respiro e naturalmente la sicurezza acquistata, comincia ad abbandonarmi e le mani a sudare.
«Sto aspettando» soffia sulle mie labbra ora secche che bagno con la lingua prima di rispondere cercando di mantenere il suo sguardo. Lo ammetto, questo gioco mi piace, Harry davanti a me che mi chiede di spogliarmi, anche se mi sento già nuda di fronte al suo sguardo caldo, alle sue labbra bagnate, alle sue movenze sicure. Sa quel che fa, lo sa sempre, sa come farmi cedere, come bloccarmi al muro in silenzio e lasciar cadere la mia maschera da faccia tosta.
Ma a questo gioco so giocare anche io
Mantengo il contatto visivo e faccio un passo verso di lui avvicinandomi al suo orecchio «Prenditela, se la rivuoi» sussurro
Lo sento sorridere, siamo di nuovo occhi negli occhi, lentamente avvicina la mano al mio collo, mi sfiora con un dito, comincia dall'orecchio, poi con estrema lentezza, sotto il mio sguardo attento e il mio respiro affannato, raggiunge la larga scollatura della camicia, i suoi occhi seguono i suoi movimenti, fin quando arriva al primo bottone, e comincia ad aprirla, ma adesso i miei occhi sono l'oggetto della sua attenzione, ma continua ad aprire la camicetta, lentamente fino all'ultimo bottone.
Quando ha finito, riporta le mani sulle mie spalle e spinge l'indumento indietro, che scivola sulla mia schiena e raggiunge il pavimento lasciandomi scoperta e vestita solo del piccolo pezzo di stoffa nero e in pizzo.
«Confermo quello che ho detto; stai meglio senza» dice con tono basso e roco al mio orecchio facendomi sorridere
«Non dovevi riprenderla e andare via?» riesco a sussurrare
«È quello che ho detto» non credo di aver mai provato brividi per un semplice tono di voce, ma in questo momento potrei congelare l'inferno e sciogliere il polo nord nello stesso momento. La mia pelle è accaldata, la mia mente eccitata dalla estrema vicinanza con Harry.
Non sono una bambocciona, non sono nata ieri, non vado in escandescenza facilmente come quando ero un adolescente, questo tipo di emozioni non mi sono nuove, ovviamente, so cosa significa avere voglia di fare sesso, conosco quella sensazione di bruciore che si avverte nel basso ventre, le mani che fremono, le fronti umide, i gemiti, le unghie nella schiena.
Dopo Math, mi sembrava assurdo anche solo pensare di provare queste stesse sensazioni per chiunque altro non fosse lui. Certo, sapevo che qualcuno ci sarebbe stato, ma sicuro non sarebbe stato nemmeno lontanamente paragonabile alle sensazioni che provavo quando stavo con lui.
E in verità, è così.
Harry è tutta un'altra musica.
È un'altra fotografia.
Harry è mistero e avventura. È paura e incoscienza. A tratti, è normalità.
È anche pazzia. Se mi fermo a pensare, magari mi tiro indietro, dico che stiamo solo facendo una pazzia. Siamo talmente malati? Siamo davvero così stupidi?
Forse lo siamo, ma a chi importa?
Che poi, quante volte capita di incontrare una persona così? E non parlo della sua smisurata fama, anche se storie così capitano solo nei film, me ne rendo conto.
Parlo di belle persone. Parlo di quanto, a volte, sembra così raro conoscerle. Mi piace pensare che le persone come Harry rendono il mondo meno bastardo. Che vale la pena credere che qualcosa di buono c'è, che non sono tutte spine ma ci sono anche le rose.
Insomma quello che voglio dire è che più spesso di quanto crediamo, le persone ci sorprendono. Alla fine io non conosco Harry e magari mi sto sbagliando alla grande; magari lui non è davvero quello che si mostra a me; magari sta solo fingendo e in realtà è il peggiore ragazzo sulla faccia della terra o magari domani mattina si sveglierà e sarà un killer. Questo non lo so.
Ma adesso, il ragazzo bello da togliere il fiato, con una bella voce, simpatico, passionale, dispettoso, misterioso davanti a me, è una bella anima. E si sta facendo largo nel mio cuore.
Scuoto la testa ritornando alla realtà quando una mano di Harry raggiunge l'elastico delle mie mutandine facendomi risucchiare l'aria
«Quelle non sono tue» soffio sulle sue labbra lasciandolo fare
«Oh lo so. Ma comunque non mi piace che le abbia tu» sorride sulle mie labbra e la sua mano finisce all'interno dell'indumento e il contatto diretto con le sue dita mi fa chiudere gli occhi istintivamente.
Apro gli occhi, i suoi nei miei, non aspetto altro e sono sulle sue labbra, ma con estrema lentezza. Porto le mani dietro la sua testa, ci baciamo ma è come se fosse tutto in time lapse, al rallentatore. Non è un bacio, è un'agonia, è il bisogno di lui quì e adesso ma molto più lento.
Le sue dita continuano a muoversi abili, il respiro comincia a tremare, la stanza sembra rimpicciolirsi.
Il bacio diventa sempre più veloce, sempre più bisognoso. Harry con una sola mano, cinge la mia vita e mi solleva gettandomi direttamente sul letto e posizionandosi sopra di me, non parla, non perde tempo e torna a riprendere da dove aveva lasciato, senza mai smettere di baciarmi. Siamo attaccati come piovre, le mie gambe sono legate al suo bacino, le mie mani stringono la sua maglietta bianca e i suoi capelli, il pantalone di tuta che indossa, è un ostacolo che non voglio tra noi, io sono troppo nuda lui troppo vestito.
La lentissima "tortura" delle sue dita continua dentro di me. Come dicevo, sa quel che fa.
Stringo il bianco lenzuolo sotto di me e lo faccio volare in aria e quando cade, si posa sui nostri corpi e quasi ci nasconde, ma Harry è ancora troppo vestito.
«Mia volevo chiederti se stas- OH MIO DIO SCUSATE!» la porta viene chiusa alla stessa velocità con cui viene aperta.
Quando salto dal letto dando quasi una testata ad Harry, mi rendo conto che Gemma ha fatto irruzione e la mascella quasi mi cade a terra per lo shock «Oh mio Dio! Non è possibile» mi copro la faccia con le mani disperata per l'immensa figuraccia appena fatta. «Non è vero»
Harry si sposta e si siede sul letto accanto a me guardandomi con un cipiglio sul volto, ma non sembra per niente turbato del fatto che sua sorella ci ha praticamente colti in fragrante, anzi sembra addirittura infastidito.
«Quella rompi coglioni. Non lo sa che si bussa quando la porta è chiusa? Dovevamo metterci il calzino» sorride della sua stessa battuta
«Harry!! Tua sorella ci ha appena visti mentre facevamo sesso» sussurrò l'ultima parola ma sono ancora sconvolta e mi pare assurdo che lui non lo sia affatto «Ma che razza di problemi hai tu?» mi porto il lenzuolo sul petto guardandolo strano
«Tecnicamente non lo stavamo facendo, però possiamo riprendere da dove siamo stati interrotti» si avvicina a me ma subito gli schiaffeggio la mano e mi alzo puntandogli il dito contro
«Harry sparisci subito o giuro che te le taglio!» le sue mani si spostano sul suo amico a mo di difesa «e non sto scherzando» continuo.
Un sonoro sbuffo esce dalla sua bocca quando si alza a malavoglia e si dirige verso la porta
«Quanto sei acida! Dovresti sco-» non gli do il tempo di finire la frase che afferro la mia ciabatta e la tiro nella sua direzione, che ovviamente schiva ed esce sorridendo.
«Voglio scavarmi una fossa e buttarmici dentro. Che figuraccia» mi lamento buttandomi sul letto con le mani a coprirmi il volto.
Rimango in quella posizione per almeno due ore, credo, tanto che mi addormento.
Il suono del mio telefono mi risveglia, sono le cinque del pomeriggio, ho dormito praticamente tutto il giorno. Un messaggio di Harry compare sulla schermata del mio telefono "Sveglia piccola Mia. Ti scrivo dall'altra parte della casa per informarti che alle 7pm busserò alla tua porta. Pronta o no, ti trascinerò fuori. Andiamo a cena.
A dopo piccola e acida Mia ;)
H."
Quanto è infantile. Mi affretto a rispondere prima di buttarmi in doccia "Piccolo Styles. Grazie per l'invito. Cercherò di essere pronta per l'orario prestabilito. Se così non fosse, rileggi questo messaggio.
;)
P.S. Ti firmi per un motivo in particolare o sei solo un gran megalomane?" Premo invio e ovviamente la sua risposta non tarda ad arrivare
"No piccola ingenua Mia. La H è un tratto distintivo. La metto ogni volta che scrivo qualcosa. Che vuoi farci, sono un uomo d'altri tempi io.
Non farmi aspettare.
H."
"Ingenuo sarai tu!
Mi stai solo facendo perdere tempo.
A dopo. Edward» invio il messaggio soddisfatta immaginandomi la sua espressione contrariata alla mia presa in giro e metto il telefono in carica senza aspettare una risposta.
Mi accorgo che durante il sonnellino pomeridiano, il ciclo è venuto a farmi la solita visita mensile «Ottimo.»
Faccio una doccia veloce e asciugo i capelli facendo una veloce passata con la piastra facendo delle piccole onde.
Ho ancora un'ora di tempo quindi faccio le cose con calma. Apro l'armadio, scelgo un pantalone scuro abbastanza aderente ma che cade morbido alla fine, abbino una leggera canottiera con i bordi in pizzo dello stesso colore con la giacchetta con un ampio scollo a V e le décolleté rosse, niente di impegnativo ne troppo semplice, dovrebbe andar bene. Lascio i capelli sciolti e oso mettendo un filo di rossetto rosso che correggo almeno cinque volte, non sono proprio in grado.
Alle 6:55pm sono già pronta, mi siedo sul letto stendendo le gambe e incrocio le braccia fissando la porta.
Esattamente dopo cinque minuti, vedo l'ombra di Harry davanti la mia porta, bussa subito dopo e io rimango lì a fissarlo, non mi muovo di un millimetro «Mia!» lo sento chiamarmi
«Si! Solo cinque minuti!» rispondo con finta voce affannata e ovviamente lo sento borbottare. È divertente vederlo lì fermo ad aspettarmi. In realtà volevo vedere se davvero fosse andato via se avessi fatto tardi.
Do uno sguardo all'orologio e sono soddisfatta, quindi mi alzo e vado verso la porta dove Harry è poggiato e la apro di scatto facendolo quasi cadere.
Faccio di tutto per non scoppiare a ridergli in faccia «Ti ho fatto aspettare molto?» ora sono io ad assumere la sua solita espressione furba. Harry non risponde, mi guarda da capo a piedi, mi studia come se fossi un quadro.«Il gatto ti ha mangiato la lingua Styles?»
«Ho perso le parole» mi sorride e si avvicina dandomi un bacio a for di labbra. Se prima spiccavo si spavalderia, adesso credo persino di essere diventata rossa come il mio rossetto
«Stai bene anche tu Styles. Sei molto elegante.
Credo che questo tipo di vestiti stanno bene solo a te.»
Indossa un completo viola pieno di stampi floreali rosa e gialli, e una camicia nera e le scarpe dello stesso colore. Sembra uscito da una lavatrice che ha sbagliato bucato e chiunque sembrerebbe ridicolo, ma per qualche strana legge a me sconosciuta, a lui sembra disegnato addosso quel vestito.
È davvero bellissimo.
«Signorina» allunga la mano verso di me che io riempio subito con la mia, lascia un piccolo bacio e mi fa strada
«Uomo d'altri tempi.
Mister Edward»
Sento la mano di Harry colpire il mio sedere «Hey! Aiah!! Ma che diavolo fai?» ovviamente non mi ha fatto male ma comunque gli do un pizzicotto sul braccio
«Uno, hai un culo che prenderei a morsi
Due, non chiamarmi Edward. Mai più. Lo fa solo mia madre e mi basta.»
«E c'era bisogno di darmi una pacca sul culo per dirmelo?»
«No. Ma non ho resistito» mi fa l'occhiolino prima di entrare in casa seguito da me.
«Uomo d'altri tempi un corno!»
Ciao ragazze :)
Allora vi dico subito che il capitolo era troppo lungo e quindi l'ho diviso.
Tra poche ore, arriva il prossimo capitolo.
Avrei aggiornato prima ma ho avuto la febbre e sono stata malissimo 😭😭
Al prossimo capitolo che arriva tra pochissimo ❤️❤️
Votate e commentate ❤️❤️❤️
G❤️
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