Treat people with kindness
Cap 26
«Perchè sei scappato?»
«Non l'ho fatto»
«Si invece»
«Avevo del lavoro da fare. Capita spesso che io debba lasciare la città»
«Avresti potuto dirmelo»
«Lo so»
«Ma non l'hai fatto»
«So anche questo»
«Perchè?»
«Perchè cosa?»
«Non l'hai fatto?»
«Non mi andava. Ero incazzato.»
«Con me?»
«Con chi sennò?»
«E adesso?»
«Cosa?»
«Sei ancora arrabbiato con me?»
«Un pò.»
E' come la quiete dopo la tempesta.
Come dopo un temporale, un uragano, quando tutto rimane in disordine e silenzioso giace sul suolo, rotto, disordinato ricordatoti il suo passaggio e il disastro che ha lasciato.
Harry ed io siamo i due corpi incasinati e sfiancati sopravvissuti alla tempesta, gettati agli angoli dello stesso divano con le nostre voci stanche a malapena udibili, gambe che quasi si mischiano tra loro e la stoffa di un lenzuolo bianco copre parte delle nostre carni calde.
«Mi dispiace per lo schiaffo, non avrei dovuto, non è da me e non ne avevo il diritto.» sospiro drizzando leggermente la schiena
«Già. Non mi piacciono le persone manesche.» fa un mezzo sorriso mettendosi seduto. Seguo con gli occhi il movimento distratto e scoordinato delle sue dita sul mio ginocchio scoperto
«A cosa pensi?»
Non risponde. Non subito almeno. Passano almeno dieci secondi dove il suo sguardo è ancora basso sul mio ginocchio, come se fosse davvero qualcosa di importante ma non lo è. Poi prende a parlare
«Penso che ti ho odiata.» come il mio cuore, anche lui fa un'altra breve, ma pesante, pausa prima di riprendere a parlare con quel familiare e quasi irritante tono estremamente calmo e basso
«Ho odiato la tua inutile scenata di pseudo gelosia che poi si è trasformata in una più inutile e stupida "nessuno può prendere decisioni al posto mio", visto che quelle non erano le mie intenzioni.
Ti ho odiata quando te ne sei andata con quell'idiota.
Ti ho odiata quando mi hai schiaffeggiato e ti ho odiata quando un attimo dopo mi guardavi con quello stupido sguardo colpevole e consapevole.
Ti ho odiata poco fa quando mi hai detto che sono un codardo e un bastardo.
E ho odiato non essere riuscito a resisterti.
Ma sopratutto ti ho odiata per un'intera settimana , ogni giorno, perchè mi venivi sempre in mente e mi mancavi. Cazzo!» si passa una mano tra i capelli e diminuisce la distanza tra di noi tirandomi leggermente verso di lui guardandomi diritta negli occhi
«Tu!
Tu sei la più insolente, testarda, sciocca, impulsiva ed irritante ragazza che io abbia mai incontrato nella mia intera, fottutissima, vita.
Mandi tutti i miei neuroni a farsi fottere! Quando ti comporti come una bambina e scappi e mi scivoli dalle mani.
Ok, detesto ritornare sugli stessi argomenti più di una volta, ma non riesco a decifrarti, e questo mi manda in bestia. Ti sei raccontata a me, quando mi hai parlato dell'enorme vuoto e rabbia che ti sei portata dentro per tanto tempo dopo la morte di Math, ti sei fidata di me. Poi sei scappata quando ti ho detto di dare un nome a questa cosa che c'è tra noi. Poi vai in escandescenza quando mi vedi parlare con una con la quale scopavo e poi però scappi insieme a quella testa di cazzo che ti sbava dietro.» porta le mani sul viso con fare esasperato
«Però mi sei mancata lo stesso» alzo gli occhi umidi che non mi ero accorta di aver abbassato.
Harry già mi guardava, fermo, con le gambe incrociate nascoste sotto le mie, coperte dal lenzuolo bianco rubato al letto che prima accoglieva i nostri corpi infuocati
«Sono stato a New York per lavoro, ma si trattava di un giorno, due al massimo. Ho prolungato perchè volevo stare lontano da te, non volevo vederti ne parlarti perchè ero talmente incazzato che mi ero convinto che se ti fossi stato lontano, mi sarebbe passato tutto in poco tempo, mi saresti passata tu. Ma i giorni passavano, le ore scorrevano ma a me non passava neanche un secondo.
All'inizio ero arrabbiato con me stesso perchè non riuscivo a non pensarti ogni fottuto secondo, ero distratto, lavoravo male e sono stato una completa testa di cazzo con tutti. Poi mi sono incazzato con te, mi ripetevo fino alla nausea quanto fossi stata stronza e che eri come tutte le altre e un'altra come te l'avrei trovata girando l'angolo. Poi mi sono ubriacato quando mi sono reso conto che così non sarebbe stato, che era una grande stronzata, e ti ho odiata, e poi sono tornato qui, come un animale affamato da giorni. Ti desideravo perchè mi mancavi.
Mi sei mancata, e sono tornato da te.»
E i suoi occhi sono quelli, profondi e taglienti come quelli di un puma a digiuno davanti la sua preda mentre si racconta prima di sfiorarmi la guancia interrompendo la scia dell'unica lacrima sul mio viso con un tocco delicato da bruciare
«Mi odi Harry?»
«No. Non posso» risponde dopo secondi che sembrano un secolo
«Mi sei mancato anche tu» carezzo la sua mano con la mia guancia chiudendo gli occhi e beandomi del suo tocco
«Spero tu non mi abbia odiato per questo» sussurra
«Solo un po'»
«Recupereremo» si avvicina del tutto a me portando le sue braccia sopra il mio sedere
«Già.. non mi piace tutto questo odio»
«Decisamente nemmeno a me. Sono un grande sostenitore della gentilezza io» finalmente mi sorride mentre le sue mani carezzano distrattamente il mio corpo
«Trattare le persone con gentilezza.
Potresti farci delle magliette con su questa frase mister Styles»
«Mmh. Potrebbe essere un'ottima idea piccola Mia.» i nostri sorrisi si incontrano in un bacio e risolini da adolescenti quando il suono del mio telefono ci interrompe. La foto del volto di mia madre ricoperto di vernice che mi ha inviato mio padre qualche giorno fà compare sullo schermo del telefono che mi affretto a recuperare dal tavolino vicino al divano. La mia naturale propenzione ad essere sbadata come poche, fa si che il telefono voli letteralmente dalle mie mani e quando lo recupero al volo nemmeno fossi una giocoliera, accetto la chiamata e ovviamente attivo il vivavoce.
«Happy birthday to y» veloce come una gazzella, tolgo il vivavoce e mi allontano dal divano, e da Harry, tirando il lenzuolo con me sperando di aver salvato il salvabile
«Mamma, papà. Grazie» imbarazzata come se mi fossi appena frantumata al suolo ad una assemblea d'istituto, aspetto in silenzio che la classica canzoncina inequivocabile finisca e dopo dieci minuti di chiacchiere varie con i miei genitori, li saluto chiudendo la telefonata.
Sento la risatina provenire dalle mie spalle e quando mi giro, Harry è disteso sul divano troppo piccolo per lui, con i piedi che penzolano dal braccio e le mani incrociate sul petto e lo sguardo furbo e indagatore fisso su di me
«Quindi oggi è il tuo compleanno o ai tuoi genitori piace salutarti con gioiose canzoncine random?» e riecco quel sorriso beffardo ricomparire sul suo volto
«La seconda» supero velocemente il divano andando verso la casetta sperando che non mi segua, ma ovviamente è gia dietro di me
«Andiamo piccola Mia! Oggi è il tuo compleanno! Perchè non me l'hai detto?»
«Non che ci sia stata l'occasione in questi giorni ma non è importante» continuo a camminare mentre mi segue come un cagnolino
«Cosa? Certo che lo è! Dovremmo festeggiare»
«Lascia perdere Harry»
«Che c'è? La piccola Mia ha paura dell'età che avanza? Andiamo! Sei solo un pò più vecchia di ieri!» ovviamente sa di aver colpito quando mi fermo di scatto e girandomi sbatto contro il suo petto e contro quella espressione da schiaffi
«A chi hai detto vecchia?»
«Oh, domando scusa, non volevo offenderla signorina» fa un piccolo inchino e riprendo a camminare con espressione vittoriosa e stavolta non mi segue, segno che la vittoria è mia. Ma..
«Con l'età che avanza si diventata più suscettibili. È normale.» con Harry mai cantare vittoria troppo presto.
«Non mi provocare Styles» mi blocco sul posto senza girarmi a guardarlo ma conosco perfettamente la sua espressione giuliva
«Altrimenti?» ok mi sta sfidando lo stronzetto
«Non vorresti scoprirlo» mi volto lentamente verso di lui e siamo l'uno di fronte all'altro come se stessimo per duellarci a colpi di pistole nel West. Lui, vestito solo di un semplice box, io con il lenzuolo legato al seno
«Non ho paura di una vecchietta. Vediamo che sai fare»
«Prova a chiamarmi vecchietta un'altra volta, Styles» mi avvicino a lui con fare di sfida a piccoli passi e lui fa lo stesso fin quando non siamo ad un millimetro di distanza. Abbassa la testa per raggiungere la mia
«Vecchietta» sussurra sulle mie labbra
«L'hai voluto tu» con calma e nonchalances gli do le spalle come la migliore delle dive, prendo il mio telefono e cerco il numero che mi serve sotto il suo sguardo curioso e attento
«Che vuoi fare? Vuoi chiamare mia madre e dirgli che ho fatto il bambino cattivo?» ride divertito continuando ad osservarmi
«Per chi mi hai presa?» avvio la chiamata
«E si può sapere chi stai chiamando?» un barlume d'ansia spicca dai suoi occhi furbi
«Paura Styles?»
«Ti piacerebbe Allen. I tempi in cui mia madre mi faceva paura sono passati da un pezzo ormai, l'unica persona in grado di farmi rigare diritto è»
«Betty!» quasi urlo rivolgendomi alla persona all'altro capo del telefono. Alla consapevolezza di quello che sta succedendo, Harry strabuzza gli occhi e comincia a rincorrermi in preda al panico ma io sono già lontana
«Mia butta quel telefono!» Harry bussa al vetro della mia casetta ma ormai sono sigillata dentro
«Chi è che ride adesso Styles?» mimo dall'altra parte del vetro «Ciao Betty. Si. Ricordi quell'introvabile lettore DvD portatile che tanto avevi cercato e poi trovato su internet che avevi lasciato in soggiorno con la raccomandazione e il mega biglietto NON TOCCARE?» mentre parlo con Betty, mi rendo conto che di Harry, non c'è traccia ma non mi sogno di aprire la porta, quando mi sento strappare il telefono dalle mani e cingere la vita con un braccio
«E' li al sicuro come l'hai lasciato. A dopo Betty!
Hai dimenticato di chiudere la porta sul retro.» mi prende sulla spalla uscendo dalla porta e si incammina in direzione piscina nonostante il mio tentativo di liberarmi, non si smuove
«Mi avevi quasi fregato piccola Mia. Chiamare Betty, che colpo basso. Dovresti proprio scusarti con me per questo»
«Si congelerà l'inferno prima che accada! Lasciami Styles!»
«Sempre impertinente piccola Mia. In questo caso»
«No! Aspet» non ho nemmeno il tempo di finire la frase che con un tonfo secco, finisco in piscina con tutto il lenzuolo.
Quando riemergo, trovo Harry a fissarmi con aria soddisfatta e le mani poggiate sulle ginocchia «Com'è l'acqua?»
«Dimmelo tu!» comincio ad inondarlo d'acqua talmente tanto che alla fine si getta in piscina con me e rimaniamo li per non so quanto tempo. Io, lui e l'acqua.
Il sole caldo che entra dalla grande portafinestra della stanza di Harry, si posa sul mio volto assonnato e appena sveglio e non mi permette di aprire gli occhi in questa calda mattina di settembre che mi vede più vecchia, ahimè, di un altro anno. Il fatto che possa permettermi di stare completamente distesa su questo enorme letto mi fa capire che Harry deve essersi già svegliato e che sono sola. Con la massima cautela, apro mezzo occhio ma me ne pento quasi subito quando rischio di accecarmi con la forte luce del sole.
«Buongiorno festeggiata! Tira su il culo abbiamo un pò di cose da fare oggi!» un entusiasta Harry vestito di un pantaloncino e t-shirt bianca, tira via le lenzuola dal mio corpo porgendomi quella che sembra un enorme ed invitante tazza fumante di caffè.
«Mmmmm lasciami dormire» riesco a mugugnare nascondendo la testa sotto il cuscino
«Conserva l'entusiasmo per dopo Allen. Oggi è il tuo compleanno e sono i miei ultimi giorni di libertà prima della tempesta lavorativa che mi attende e ho intenzione di godermeli tutti, quindi, leva quel bel culo dal letto prima che te lo prenda a morsi e usciamo da quì. Oggi niente corsi, niente piscina, niente di niente.»
«Che hai in mente Styles?» mi siedo a rilento sul letto afferrando la tazza di caffe
«In realtà ancora non lo so, ma qualcosa uscirà da questa testolina che non è solo bellissima ma anche piena di risorse.» mi fa l'occhiolino indicandosi la testa
«Io avrei un'idea» infilo un dito nei suoi pantaloni attirandolo verso di me cominciando a baciargli il collo «ci sono un sacco di cose che potremmo fare rimanendo quì in casa» non passa nemmeno mezzo secondo che di scatto, afferra i miei fianchi e mi butta sul letto a pancia in giù scaraventandosi su di me e sussurrandomi nei capelli
«Avrei tante ottime idee su quello che potrei farti in questa casa» passa le mani sul mio corpo seminudo «ma non le faremo adesso»
«Cosa?» con un leggero schiaffo sul sedere, si alza e prende un sorso dal mio caffè
«Ci hai provato piccola Mia. Adesso in piedi, questa stanza odora di sesso.»
Contrariata gli tiro il cuscino prima di dirigermi in bagno e buttarmi nella doccia
«Idiota» sussurro prima di chiudermi la porta alle spalle
«Ti ho sentita!»
Ciao a tutti!
Finalmente ho ripreso a scrivere dopo un pò di mesi. Ho avuto un sacco di impegni e qualche problema con wattpad ma ora sono tornata e sono felicissima. Spero che continuerete a seguire la mia storia e a dirmi cosa ne pensate. Ne sarei felice. Grazie a chi mi segue.
Se vi va, ditemi cosa ne pensate del primo capitolo della mia nuova storia, Buona Luna.
A presto.
G❤️
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