Non si scherza sulle fragole
Capitolo 6
*Una settimana prima*
«Il termine fotografia esprime il concetto di "disegnare con la luce" in quanto deriva da due parole greche che sono, appunto, "luce" e "grafia". In effetti, la definizione è appropriata in quanto ogni volta che scattiamo una foto, quello che facciamo è permettere alla luce proveniente dal soggetto di disegnare la sua immagine sul supporto sensibile»
Con queste parole, il professor Choen, comincia la sua lezione. Il corso si tiene nella parte est della città, a quarantacinque minuti dal mio appartamento, tre fermate di tram e un breve tratto a piedi. Il posto è una sorta di studio fotografico ben arredato un sacco di foto sparse qua e là sui muri con delle sedie e dei banchi lunghi come quelli delle chiese.
La lezione dura un ora e appena finisce non ho tempo di fare domande ne riceverne perché scappo verso la fermata del tram.
Tre fermate più tardi, faccio in altra corsa che Bolt levati proprio, e mi trovò davanti l'Avallon, il locale dove comincio a lavorare oggi.
Entro, e come la prima volta, c'è Logan ad accogliermi «le porgo i miei saluti vostra maestà» mi saluta con il solito inchino «salute a voi giovane plebeo dall'accento ridicolo» sto allo scherzo «ah sarei io quello dall'accento ridicolo?» alzo gli occhi al cielo mente sbuffo una risata.
«Se hai finito di prendermi in giro, sarei pronta a lavorare. Da dove comincio?» dico euforica mentre mi preparo a un evento storico unico e raro: io che lavoro.
«Vieni. Vediamo se avrai ancora questo adorabile entusiasmo dopo che avrai conosciuto il Boss?» mi tira delicatamente per un braccio e mi porta sul retro.
«Il Boss? È un locale o la mafia cinese?»
Logan arriva di fronte una porta bianca, bussa e entriamo.
«Gordon, lei è Mia, la nuova cameriera in prova. Mia lui è Gordon, il proprietario»
Un barile. Non riesco a fare a meno di pensare a un barilotto di vino.
Avrà non più di quarant'anni, sembra parecchio basso con il viso rotondo come la sua pancia. I capelli lo hanno abbandonato, tranne per quelli ai lati della testa che gli sono rimasti fedeli e quei baffi a manubrio fanno tanto trafficante messicano.
«Ok bocconcino. Quì si lavora duramente. Niente errori, ne furbate ne perdi tempo. Il cliente ha sempre ragione. Tu lavori io guadagno, io guadagno tu rimani. Sbaglia e sei fuori. Non ci sono seconde possibilità. Questa città è magica fiorellino, molti tra i più grandi artisti hanno cominciato facendo i camerieri e molti nel mio locale. Sei in prova fino a domani.
Domande? Dubbi? Perplessità?»
«No signore. Boss. Gordon.» mi sento intimorita.
«E perché sei ancora tra i piedi?
A lavoro!»
«Simpatico» commento sarcastica
«Si come un riccio nelle palle.
Oh sta tranquilla, non morde mica. Non sempre almeno.
D'accordo principessa. Bando alle ciance, tra cinque minuti apre il locale e tu..» si interrompe quando due ragazze fanno il loro ingresso nel locale.
Une delle due, è lo specchio della tipica ragazza californiana; biondissima e super abbronzata con uno short, o sono mutante di jeans, dipende da dove le si guarda, canotta e reggiseno super imbottito, le labbra rosse come lo smalto sulle unghie «Heilá Logan! Chi è culo sodo qui? L'ultima delle tue conquiste?» dice squadrandomi dalla testa ai piedi «Ciao anche a te Cristal. Culo d'oro è la nuova cameriera è ancora non è caduta nella mia trappola d'amore. Ma sono ottimista» mi guarda e mi fa l'occhiolino mentre ride.
«Non ci contare Don Giovanni.
Sono Mia, piacere di conoscervi» guardo entrambe le ragazze «io sono Emma, e hai conosciuto Cristal» dice la mora, mi piacciono i suoi capelli super ricci e gli occhiali enormi, mi sta sicuramente più simpatica di Barbie magia dei falò.
«Non farci caso fa così ogni volta che si sente minacciata da qualcuno. È come la strega di Biancaneve. Nessuno può essere più bella di lei nel regno» mi confida Emma ed entrambe ridiamo e ci dirigiamo al bancone.
Il locale è aperto, la gente comincia a riempirlo e io intorno a me vedo solo ansia. Montagne rocciose di ansia, ma cerco di concentrarmi e di mettere da parte la mia natura da sciocca perenne per un po'.
Due ore e un paio di bicchieri rotti e una lattina rovesciata dopo, decido che è meglio che io me ne stia dietro il bancone ad aprire e chiudere la cassa quando serve. Che umiliazione. Poggio la testa sulle mani sconfitta «coraggio, non abbatterti così facilmente! Vedrai che domani andrà meglio» Logan cerca di consolarmi ma non mi aiuta «Certo» dico sempre più scoraggiata.
Mi viene incontro con un blocchetto in mano «tieni. Vai a quel tavolo e prendi le loro ordinazioni» sono un po' scettica, ma devo farlo «vai e stendili tigre» mi dice facendomi ridere.
Testa alta e sicurezza! Dico a me stessa.
Non è stato difficile. Sono riuscita a prendere le ordinazioni e portarle senza combinare guai e per tutta la sera, continuo ad andare avanti e indietro.
«Visto! Che ti dicevo. Ci sei riuscita!»
«Grazie plebeo» dico facendogli la linguaccia
«Non oso immaginare la difficoltà che hai dovuto affrontare nello scrivere su un foglio e nel cercare di non far cadere due bicchieri» Barbie commenta con finto dramma.
Non capisco perché questa stronza ossigenata ce l'abbia tanto con me, sto per rispondere ma Logan mi precede «Non hai niente di meglio da fare? Non so, affilarti le unghie? Girare il pentolone?»
Barbie lo guarda per un attimo, sembra non si aspettasse che lui la rispondesse, si gira e va via
«Che succede tra voi? »
«C'è stata una storia una volta, niente di importante» tipico «e perché è finita?» chiedo sperando di non sembrare un impicciona «Direi che non è il mio tipo. A volte è un tantino intrattabile» dice stringendo gli occhi «Noo! Non l'avrei mai detto» ovviamente sono sarcastica.
Mi ritrovo davanti la porta del mio appartamento con Logan che tanto ha insistito ad accompagnarmi perché "non è prudente che cammini sola a quest'ora di notte" .«Ok può bastare Logan. A meno che il mio rapitore non abbia deciso di mettersi comodo e aspettarmi direttamente in casa, non c'è nessuno dietro l'angolo pronto a stuprarmi.» si lascia sfuggire una risata «grazie per avermi accompagnata. Sei stato carino» mi volto per andare via «Hei! E il bacio della buonanotte? Non sei una principessa?» grida nella mia direzione aprendo le braccia.
Lo guardo ridendo «si che lo sono. Ma non sei tu il mio ranocchio.» gli faccio la linguaccia e mi chiudo la porta alle spalle.
La seconda sera al locale mi sento già più sciolta e sicura di me. Sono determinata a tenermi questo posto, anche perché la chiacchierata di stamattina con i miei mi ha ricordato che il mese è finito e insieme a lui anche i loro soldi.
Il locale si riempie quasi subito e mi stupisco di me stessa per il mondo in cui mi dimeno tra un tavolo e l'altro.
E tra un «tu si che sai come muoverti» di Logan, due chiacchiere con Emma e qualche sguardo di traverso di Barbie, il locale si svuota e arriva l'ora della chiusura.
«Mia!» Sto per uscire con Logan quando sento la voce di Gordon alle mie spalle «nel mio ufficio. Ora!»
«Se vuoi ti aspetto qui?»
«No Logan, vai pure. Grazie comunque.»
«Va bene. Hai il mio numero, chiamami se hai bisogno. Ciao» mi lascia un veloce e inaspettato bacio sulla guancia e va via.
Sono io o fa caldo qui?
Busso alla porta del "Boss" «Siediti» faccio come dice «Vedi Mia. Sono in questo ambiente da vent'anni ormai, è di ragazzini come te che vengono qui in cerca di fortuna, ne ho visti parecchi. Vengono da me in cerca una possibilità e io gliela do, come ho fatto con te.
Eppure tu non l'hai saputo apprezzare»
Cosa? «Credevi davvero che non l'avrei scoperto ladruncola da quattro soldi?» non mi da il tempo di chiedere spiegazioni, si alza di scatto dalla sedia e sbatte le mani sulla scrivania davanti a lui «non puoi rubare a casa di un ladro fiorellino» si avvicina alla mia faccia «Non capisco di cosa sta parlando! Io non ho fatto niente» cerco di difendermi anche se non capisco da cosa.
«Ah no?» calma piatta.
Prende delle banconote arrotolate e messe in un pezzo di carta. È uno scontrino del locale.
«Questi erano nella tua borsa che stupidamente hai lasciato aperta. Qualcuno ti ha visto prendere quei soldi! E non provare a dire che erano già li perché ognuno di queste banconote, ha la mia firma. Un metodo che uso per smascherare le ladre come te!»
Sono scioccata. Non so che cosa dire «non sono stata io! Non li ho mai visti quei soldi»
«Va subito via. E ringrazia che non ti denuncio» dice in tono basso.
«Ma..»
«Niente ma! Non disturbarti a tornare»
Sono sotto la doccia da almeno un'ora. Se non esco rischio di fare invidia a Spongebob.
Stanotte non ho chiuso occhio, nemmeno ieri, e nemmeno tre notti fa quando sono stata licenziata. Che umiliazione.
Voglio uscire da qui. Ho bisogno d'aria. Questa panchina mi sembra perfetta per piangere e deprimermi!
E ora che cavolo faccio?
*oggi*
POV Harry
Che palle!
Uscire diventa sempre una cazzo di impresa.
Io volevo solo un gelato. Non sono paparazzi, quelli sono stalker!
Finalmente adesso sono a casa.
Mi dirigo diritto verso il frigo ma non vedo quello che sto cercando, eppure sono sicuro di averglielo detto «Beeeeettyyy! BeeeeeAAAAAH! Porca puttana!» letteralmente salto per lo spavento quando chiudo il frigorifero e la trovo li.
«Ma che hai da urlare?» mi dice
«Bet non fare mai più una cosa del genere. Per poco non mi prendeva un infarto!» dico con la mano al petto.
«Dove sono le mie fragole?» chiedo ancora con il fiatone «Le ha mangiate la nuova dipendente. Ho trovato chi ti terrà la zona piscina candida e linda per l'intera estate.
Non c'è di che Macho Man! »
«Ma io voglio le mie fragole» incrocio le braccia e abbasso le sopracciglia.
«Smettila di frignare e va a presentarti. È già operativa là fuori» mi indica la parte esterna dove c'è la piscina
«Si ma tu ricomprami le fragole e questa volta fa che arrivino direttamente nelle mie mani.
Non farle vedere a nessuno» dico serio
«Dio che strazio» commenta e va via.
Sbircio fuori per vedere la nuova dipendente al lavoro ma non c'è nessuno.
"O è già annegata o è davvero molto bassa" penso.
Mentre avanzo verso la piscina, mi accorgo della ragazza piegata a novanta gradi con un leggins nero addosso intenta a tirare fuori il palo dell ombrellone che deve essersi incastrato.
"Dio deve essersi impegnato parecchio con quel culo, perché è perfetto" penso leccandomi le labbra ora asciutte.
Mi avvicino lentamente. Voglio godermi la visuale ancora un po'.
«Senti ti serve per caso una ma..» non finisco nemmeno di parlare che la ragazza si alza di scatto tirando via il palo che finisce diritto nelle mie palle.
Cado a terra con la faccia rivolta verso il pavimento.
«Oh mio Dio sono mortificata! Mi dispiace così ta..» il palo in testa.
Ma mi prendi l fottutamente per il culo???
«Stai lontana da me» dico rimanendo a testa bassa con le mani sulle palle.
«Harry?»
"E lui che ci fa qui?"
Ragazzi, anche questo capitolo è finito.
Eh si, il destino ha spinto ancora una volta Mia nella vita di Harry.
Ne vedremo delle belle 😂
Lasciate un commento e ditemi cosa ne pensate.
Ci vediamo al prossimo capitolo, qualora lo vogliate.
G.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top