Caffè amaro
Capitolo 15
Com'è che è successo?
Come è venuta fuori la storia che non ho mai raccontato? E perché l'ho fatto?
Come mi sento a riguardo?
Non lo so. Forse più esposta. Forse un po' più fragile. Ma sto bene. Si, va bene così.
Siamo erroneamente abituati a pensare che ciò che ci accade nella vita possa sempre interessare a chi ci sta di fronte. Che magari se raccontiamo loro la nostra storia, i motivi per cui siamo diventati chi siamo, e che ci hanno condotti qui, in qualche modo questo diventa una sorta di giustificazione delle nostre azioni, che la storia che noi raccontiamo possa bastare a far capire a chi vogliamo che noi non siamo sempre stati così storti, non ci siamo nati così, ma ci siamo diventati.
Solo che a volte è un discorso un po' ipocrita, è un po' una scorciatoia, è un po' un discorso stupido; come dire "Dal momento in cui qualcuno è stato stronzo con me e mi ha fatto soffrire, automaticamente io dovrò essere stronzo e far soffrire te e chi verrà dopo di te"
Che razza di ragionamento è?
"Dal momento che qualcuno è stato stronzo con me e mi ha fatto soffrire, io farò tutto ciò che è in mio potere per non fare la stessa cosa con te, perché so come ci si sente e fa schifo"
Questo, è quello che invece dovrebbe succedere.
Ma in casi come il mio, c'è la confusione più totale. Pensavo di aver alzato dei muri intorno a me, e invece alla fine poi non è stato proprio così.
Mi sono sentita così in sintonia con Harry mentre cantava. Io pensavo e lui cantava i miei pensieri.
«Sei silenziosa» mi distoglie dai miei pensieri
«Mi sto solo godendo l'ultima sera a Brooklyn su questa mini terrazza, sdraiata su questa mini sdraio, con la maxi pizza e il grande Styles» gli dico debolmente mostrandogli la lingua. Sorride e mi guarda «Va tutto bene?» gli chiedo «Certo» risponde ma non mi convince «Harry, è da stamattina che mi guardi come se fossi un agnello il giorno di Pasqua. Non farlo» il mio tono è basso ma un po' seccato da questo atteggiamento di pena nei miei confronti che è l'ultima cosa che voglio «Non lo sto facendo, è solo che.. » si ferma «Andiamo Harry. Guarda che non sono di vetro, non mi rompo mica. Che c'è? Parlami..» continuo a dire tranquilla mentre lo guardo «Scusa, non volevo farti sentire cosi e che non so cosa dire..» ammette giocando con i suoi anelli
«Non devi per forza dire qualcosa Harry. Va bene così» sorrido debolmente.
«Mia? Posso farti una domanda?» mi chiede dopo qualche secondo «Devi» rispondo
«Come fai a conviverci? Voglio dire, come fai ad affrontarlo? Non voglio costringerti a parlarne se non vuoi, voglio solo capire.
Come si fa a sopravvivere a un dolore simile? Come ne esci?
Sembri così forte..» dice debolmente.
Resto a guardarlo alcuni secondi, poi proietto lo sguardo di fronte a me, dove le luci iniziano e non finiscono, da dove arrivano i rumori ovattati della città che non dorme mai, che ci fanno da sottofondo.
«Facile non è mai stato.
Quando Matt è morto credevo di non farcela. Senza di lui mi sembrava impossibile anche respirare. Anzi, respirare era l'unica cosa che facevo. Respiravo ma non vivevo.
Ero priva di ogni emozione. Ero annullata.
I miei genitori non mi lasciavano mai da sola, non ero più autonoma, ero ritornata bambina.
Per molto tempo è stato così. Poi ho cominciato a essere arrabbiata. Con lui, col mondo e con me stessa. Poi triste. Poi mi sono sentita sola nel mondo. Poi il rifiuto, facevo di tutto pur di non pensarci, pur di non affrontare il dolore. Mi rifiutavo di farlo.
Dopo sei mesi, sono andata da lui, e gli ho parlato. È stato liberatorio. Mi sono sentita in colpa, perché il dolore si stava trasformando in sollievo e la paura in coraggio.
Ho alzato gli occhi, mi sono guardata intorno nel luogo dove mi trovavo, e ho visto che non ero da sola; c'era una donna in ginocchio che piangeva di fronte alla piccola foto su una lapide; più in là una coppia che portava dei fiori; e un ragazzo che pregava.
Ho iniziato a capire, a rendermi conto che la morte colpisce tutti, e il dolore per la perdita di qualcuno ci accomuna, prima o poi succede a tutti, di averci a che fare, è inevitabile. Non si possono voltare le spalle al dolore, per quanto sia dura bisogna andarci contro, affrontarlo, reagire. Non ci sono scorciatoie, il dolore, come la rabbia e il rifiuto, sono solo delle fasi, e bisogna attraversarle tutte. E va bene così, ne abbiamo tutti bisogno.
È impossibile dimenticare, e ricominciare a vivere è dura e ci vuole del tempo, ma si deve fare. Lo dovevo ai miei genitori, a me stessa e alla vita.
Lo so che sembravo arrabbiata e piena di rancore, non sempre riesco a gestirla al meglio, ma non è così. Non lo sono, non più almeno. Sono solo delusa da come sono andate le cose, da come lui mi abbia mentito, e da come è andato via per sempre.
Sei la prima persona con cui ne parlo.» mi giro a guardarlo
«Ma stai piangendo?» un sorriso debole lascia le mie labbra, Harry si asciuga subito gli occhi «Si ma In un modo fico» dice serio facendomi ridere «Un modo fico? Sei unico Styles» continuo a sorridere «Grazie.
Per avermene parlato intendo.
Sono contento che Betty ti abbia portato nella mia vita» confessa «In realtà mi ha portata nella tua piscina» dico cercando di alleggerire la situazione «Come fai a rovinare ogni momento romantico?» mi chiede «E da quando tu sei diventato una femminuccia?» lo prendo in giro «E da quando essere romantici è diventata una caratteristica esclusivamente femminile?» mi guarda scettico «siamo nel ventunesimo secolo Mia, ti facevo più sveglia» sorride furbamente poggiando la testa alla sua sdraio «Beh, se la metti così..» dico e mi fiondo su di lui scatenando una sincera risata «Sono abbastanza audace Styles?» comincio a sfotterlo «Mmmm ho visto di meglio» mi stuzzica «Brutto antipatico» gli pizzico i fianchi facendolo ridere e dimenare sotto di me, mi blocca le mani tra le sue e i miei occhi si specchiano nei suoi «E chi se lo aspettava..» dice più a se stesso che a me.
Gli do quel bacio che ardentemente desideravo da tutta la serata. Io lui e la città.
«Si. Decisamente mi piace» dice tra le mie labbra.
POV Harry
Al solo pensiero che tra poco più di un mese avrò talmente tanto da fare che prendere il sole sul divano sarà praticamente un miraggio, mi viene l'angoscia, l'ansia, la tachicardia e più di tutte, la voglia di non fare un cazzo.
Siamo tornati tre giorni fa da New York. E non ho fatto altro da allora.
Il mondo me lo ricorda ogni giorno, che sono sparito, anche mia mamma "Hai dimenticato la strada di casa Harold?" mi ha letteralmente fatto promettere di tornare a casa prima del lancio del disco. Avevo già in programma di farlo, non voglio comunque rimanere qui, per quanto ami questo posto, non è casa mia.
Ma il fatto che io voglia rilassarmi adesso, non è di certo un reato.
Ho lavorato talmente tanto al mio album, prima ancora al film, che effettivamente sono sparito per un bel po, ma ne avevo bisogno, dovevo stare con me stesso, ci tengo troppo. Sono finito in Giamaica. E chi cazzo mi trovava lì. Fantastico.
Ma per ora, voglio solo starmene spalmato su questo divano in piscina a prendere il sole come la Nutella sul pane.
Sto per entrare nel mondo dei sogni quando mi rendo conto che qualcuno mi sta tirando per un piede, sono due piccole mani che io conosco bene. Mia sta cercando di scollarmi dal divano, ci prova almeno, ma è tutto abbastanza inutile perché io non mi muovo di mezzo centimetro. «Ti serve qualcosa dolcezza?» poggio la testa sul palmo della mia mano guardandola divertito «Harry andiamo! Alzati da questo dannato divano, è tutto il giorno che stai qui! Sono più che sicura che c'è disegnata la Sacra Sindone li sopra.
E muoviti!» continua inutilmente
«Che brutta immagine.
Perché invece non ti sdrai qui vicino a me? Non preoccuparti se non c'è spazio, ti metto sotto di me e ottimizziamo» la prendo per la mano e le faccio l'occhiolino. Ma lei ritrae la mano e stronca sul nascere ogni mia fantasia di fare del sesso maleducato con lei proprio su questo divano quando dice «Sebbene l'idea di essere schiacciata sotto di te su quel divano che non vede luce da giorni sotto il sole cocente mi stuzzichi l' appetito, e non poco» commenta sarcastica «devo declinare l'invito e se non ti levi subito da lì ti giuro che chiamo Betty che sarà entusiasta di portarti via sulle spalle!» dice in tono minaccioso puntandomi l'indice contro «devo arredare questa dannata piscina per la festa di stasera e poi devo andare al corso. Vai a fonderti con i divani che hai in casa! C'è ne sono un'infinità, scegline uno e sta lì!» incrocia le braccia al petto e la sua espressione corrucciata mi rende impossibile trattenere una risata «Ah è così?
Beeeetttyyyyy!!» comincia a gridare e io scatto in piedi come se un granchio mi avesse appena pizzicato il culo portando una mano davanti la sua bocca. Reduce dall'ultima sbronza in cui Betty, con la delicatezza che l'ha sempre contraddistinta, mi ha letteralmente trascinato nella mia camera tirandomi per i piedi. Quella donna mi fa un po' paura.
«Ok ok vado.
Quanto sei acida» sussurro quest'ultima parte ma quando Mia fa scattare la testa nella mia direzione e mi guarda come se io fossi un cervo e lei un leone che sta per sbranarmi, mi rendo conto che c'è una piccola probabilità che lei possa avermi sentito. E infatti «Io sarei acida?
Ti ho solo chiesto di spostare il culo da un divano all'altro per permettere a me di fare il mio lavoro per te, per la tua stupidissima festa in piscina. Che poi che cazzo hai sempre da festeggiare? Beato te guarda!» gesticola come una cazzo di invasata. Ok mi sto scavando la fossa da solo, ma devo chiederglielo «Mia hai il ciclo?» Eccola all'attacco.
«Tutti uguali! Voi uomini siete tutti uguali! Una massa di idioti! Se una donna si arrabbia ed esprime il suo disappunto automaticamente vuol dire che ha il ciclo.» incrocio le braccia al petto e la guardo andare dall'altra parte della piscina mente continua a borbottare qualcosa da sola.
«Si ho il ciclo! Contento ora?» grida dall'altra parte della piscina e ritorna a sistemare i tavoli «Ecco, appunto» dico a me stesso e rientro in casa per preservare la mia integrità.
«Amico mio, quanto mi piacciono le tue feste.
Alla tua!» Niall fa toccare la sua birra con la mia prima di prendere entrambi due lunghi sorsi «So che ami particolarmente ubriacarti nella mia piscina. Faccio un sacco di feste per te amico» ridiamo entrambi «Carino da parte tua. Un altro brindisi a te» siamo seduti a bordo piscina con i piedi nell'acqua guardando un po' annoiati la festa intorno a noi approfittando del fatto che nessuno sembra voler parlare con noi per il momento «Come sta andando il nuovo album?» mi chiede, è sempre stato un argomento un po' spinoso per tutti noi, ma già sapevamo che sarebbe successo a tutti prima o poi perché era quello che volevamo in realtà «È completo. Ho voluto fare le cose con calma. Ho valutato un sacco di cose; la musica, le parole. Ci tengo un sacco e voglio che funzioni.
Mi sto cacando sotto in realtà» prendo un sorso della mia birra e sorrido ansioso «Funzionerà. Sei bravo in questo. Andrà bene e farai tanta strada Harry. Ne sono sicuro» mi da una piccola spinta sulla spalla e gli sorrido. «Anna è al tavolo dei cocktail se è lei che stai cercando da mezz'ora. Abbassa quel collo, sembri un cazzo di struzzo» Anna?
Ah si, Anna. Giusto. «Ho già visto Anna. Con quel mini vestito, chi non l'ha fatto?» la guardo «Però è sexy» anche lui la sta guardando, e lei lo sa «Lo è» ammetto.
I miei occhi continuano a vagare, fin quando non trovano quello che stavano cercando; Mia è dall'altra parte della piscina e sta parlando con due ragazze che non credo di aver mai visto , quindi sono amiche di Niall.
Non ho la più pallida idea di quello che sta dicendo ma ogni volta che parla lei, le ragazze che la ascoltano poi ridono, e viene da sorridere anche a me, come se riuscissi a sentire quello che sta raccontando e facesse ridere anche me. "Tu mi fai ridere così tanto Harry e io adoro ridere. Non prenderla come una frase fatta ma a me ridere piace davvero tanto, amo ridere tanto quanto amo il mare. E tu mi fai ridere." mi aveva detto una sera.
Mi piace quel vestito blu, mi piace come le sta.
«Aaaaaah! Ecco chi è la fortunata! La ragazza della piscina. Tu si che sei un buon gustaio» Niall mi guarda e alza le sopracciglia un paio di volte facendomi un sorriso furbo « Si chiama Mia, cazzone» gli do una piccola spinta con la spalla «Ee ti va di raccontarmi la storia romantica, come solo tu sai essere, di come la cara Mia ti abbia rubato il cuore, principe Harold?» poggia il mento sul suo palmo e sbatte gli occhi come una cazzo di principessina «allora? Ti ha già scritto una canzone che dice quanto tu sia stronzo e quanto lei sia diventata forte grazie a te che sei stato stronzo?» mi prende in giro «Sei così coglione» dico guardandolo e scuotendo la testa « Andiamo signorina, sono serio. Allora?» insiste «Non c'è niente da raccontare Niall. Ci piace passare del tempo insieme. Insomma non ho fatto progetti a lungo termine, mi piace e basta.
È forte» dico un po' in imbarazzo «È forte?» mi guarda ovviamene stranito «Niall che palle! Mi piace e io piaccio a lei. Che altro c'è da dire?
Non è niente di che..» chiaro, no?
«Quindi mi stai dicendo che ti piace?
No, perché non l'ho capito. Lo vuoi ripetere di nuovo?» ride lo stronzo «Che faccia da culo» continuiamo così, con lui che mi prende per il culo e io che gli pizzico le guance rendendole più rosse di quanto già non siano, come sempre.
I miei occhi tornano su di lei dopo pochi secondi, non posso farne a meno. "Ti piace?" Mi ha chiesto Niall, cazzo se mi piace.
Sembra perfetta per stare in una canzone.
Non sarebbe la prima volta che scrivo di qualcuno, ma in ogni canzone ci sono sempre io. Lei mi fa venire voglia di scrivere una canzone che sia solo per lei, che parli di lei.
«Posso offrirti da bere o mi butterai direttamente in piscina?» mi siedo sullo sgabello sotto la piccola capanna di paglia allestita per la festa, e le passo uno dei due bicchieri che ho in mano, afferra il bicchiere e sorride alzando gli occhi al cielo «Grazie.
Scusa per stamattina, ero un tantino nervosa» dice «E adesso?» chiedo cauto «Anche. Ma posso controllarmi» ridiamo entrambi «Bella festa» dico dopo pochi secondi «La musica fa un po' schifo ma in compenso la compagnia non è male» fa tintinnare i nostri bicchieri «Concordo» sorrido guardando di fronte a me quando sento la risata di Niall anche da qui «Carino il tuo amico.
Spero non abbiate parlato solo di me stasera» la guardo «E tu cosa ne sai che parlavamo di te?»
«Sono una donna Styles. Io so tutto.
E poi ho nascosto microfoni e videocamere in varie parti della piscina, quindi so tutto quello che succede» dice serissima e quasi ci credo, e lei lo nota probabilmente per via della mia espressione pietrificata come se avessi appena visto la bambina di The Ring uscire dal mio televisore. Ho un brivido al solo pensiero, cazzo che brutta che è quella.
«Non credevo fossi un tale tontolone Styles!» mi tocca il naso con l'indice e comincia a ridere «Niall è venuto da me completamente ubriaco "Quindi sei tu la ragazza della piscina che tanto piace a quel cazzone?" mi ha detto, ma è andato via un secondo dopo dicendo che sentiva odore di pizza. E credo la stia ancora cercando» ride Mia. «Ci rimarrà malissimo quando scoprirà che non c'è nessuna pizza» rispondo «in ogni caso» continuo, ma vengo interrotto dalla suoneria del suo telefono.
Lo guarda ma devia la chiamata «Se devi rispondere fa pure» le dico guardandola «Oh no. Non è importante.» mi sorride «Ok» mi avvicino al suo viso, ho voglia di baciarla qui e ora, le carezzo un fianco avvicinandola a me «Mi piace questo vestito Mia» guardo le sue labbra «Mi piace che ancora ti ostini a mettere queste camicie orrende» sorride quasi attaccata alle mie labbra.
E rieccolo.
La suoneria di merda del suo telefono ci interrompe di nuovo «Dai rispondi» dico un po' infastidito ma cerco di nasconderlo e mi allontano di qualche passo «Scusami» mi dice e mi da le spalle «Logan». Logan? Ho sentito bene? È lui al telefono? Quel coglione? Faccio finta di niente guardandomi intorno ma tendo l'orecchio talmente tanto che Dumbo con le sue può solo farmi un applauso «Sono stata impegnata..» con me, stronzo «Sicuro. A venerdì allora..» scherza? Un appuntamento? La vedo tornare e rimetto l'orecchio a posto ma non ci riesco proprio a non dire niente «Era importante?» le chiedo con tono fintamente disinteressato «Oh, niente di importante.
Era Logan» guarda il suo bicchiere «Logan?» faccio un sorrisino e un espressione marmorea «Hmm già.
Tre giorni fa gli ho detto che l'avrei richiamato ma poi non l'ho fatto»
«Tre giorni fa?» la interrompo di scatto «Si. Mi ha scritto dei messaggi perché voleva parlarmi. In fondo sono sparita senza dirgli niente, glielo devo un confronto» dice, «No io non credo che quello che vuole da te sia un confronto! E poi perché non mi hai detto che vi eravate sentiti tre giorni fa?» chiedo duramente «Perché non è niente di importante Harry» risponde a tono.
«Dico, mi hai forse preso per un idiota Mia?
Questa testa di cazzo, che tra l'altro hai anche baciato, ti scrive da tre giorni perché vuole uscire con te, e non ti sfiora nemmeno l'idea di dirmelo?» non voglio fare sceneggiate inutili, specie qui, ma devo rimanere concentrato per non perdere la calma «Harry non fare il bambino! Non è niente di così eclatante! Non è un appuntamento, vuole solo parlare! È solo un amico» sbuffa «Che tu hai baciato!» mi sta facendo incazzare «Questi non sono affari tuoi Harry perché quando l'ho baciato io e te non stavamo ancora insieme! Cresci un po'» Ok ora sono davvero incazzato «Perché adesso stiamo insieme?» faccio una risata sarcastica.
Ok forse questa potevo risparmiarmela ma è colpa sua! E forse anche un po' dell'alcol, ma soprattutto colpa sua. Non mi aspetto che faccia quello che voglio io e che si comporti secondo i miei criteri di atteggiamento, non sono suo padre, però che cazzo, quel pinguino l'ha baciata, non dovrebbe uscire con lui! Come fa a non capirlo? È davvero così stupida?
E poi non voglio. Vado in escandescenza al solo pensiero. Questo non toglie che la mia ultima affermazione confermi che sono una testa di cazzo, specialmente quando bevo.
«Ma vaffanculo Harry.» dice e va via lasciandomi li come un cazzone.
Bravo Harry.
POV Mia
«Quel brutto stronzo, testa di cazzo, coglione bastardo! Come osa? Come si permette? Con chi crede di parlare? Con una di quelle galline spelacchiate che gli girano intorno? Devi aver fumato qualcosa di pesante o di scaduto se pensi di potermi trattare così e dirmi quello che devo fare Harry Sonounostronzobastardo Styles!» ho praticamente messo a lucido la casetta in piscina a suon di parolacce.
Spaccone da quattro soldi.
Entro nella doccia cercando di trovare sollievo sotto il getto caldo dell'acqua, e dopo trenta minuti, direi che la virtù dei forti è tornata a farmi visita. Mi metto il solito pigiama arrangiato e asciugo i capelli cercando di dar loro un perché «Ok Mia, sei calma, puoi andare a dormire» dico all'immagine riflessa nello specchio. Ed è quello che faccio, respiro e vado a dormire.
Il suono della sveglia mi arriva diritto nel cervello e la botta che fa il mio ginocchio quando sbatte al comodino vicino a letto quando mi alzo, mi preannuncia che se il buon giorno si vede dal mattino, sarà proprio una giornata di merda.
Mi trascino nella cucina ancora vuota per una mega tazza di caffè rigenerante. Nemmeno Betty è qui, sono solo le 7.
Prendo la tazza e torno in camera, non credo dormirò più ormai. Stanotte ho dormito così poco ma ho pensato così tanto. Ho pensato a Harry, ovviamente. E sono arrivata alla conclusione che forse un po' lo capisco. Mi sono arrabbiata perché non volevo che si sentisse in diritto di dirmi cosa potevo fare e con chi potevo uscire, ma ripensandoci, non l'ha fatto. È stato un litigio stupido e credo che l'alcol non abbia aiutato.
Per oggi, forse, posso seppellire l'ascia di guerra.
Senza ulteriori indugi, vado in cucina e riempio un'altra tazza di caffè e raggiungo le scale che portano al piano superiore dove si trova la stanza di Harry. Sono agli ultimi scalini con uno stupido sorrisino in faccia, quando la porta della camera di Harry viene aperta e poi richiusa delicatamente; la ragazza che la prima volta avevo visto proprio in questa casa con addosso la camicia di Harry è adesso davanti ai miei occhi con un vestitino stropicciato addosso, i tacchi in mano e le lunghe gambe che la portano verso di me.
Quando mi vede lì impalata come una statua con una tazza di caffè amaro in mano si blocca e rimane un attimo a guardarmi. Poi fa un sorriso, un ghigno «Nottataccia» dice passandomi accanto con ancora addosso quel sorriso, e va via.
Rimango ferma lì, non so quanto sia passato. Fisso la porta della stanza di Harry.
Il sapore salato di una singola lacrima arriva all'angolo della mia bocca, e il fastidioso nodo nella mia gola, non si scioglie nemmeno con il calore di questo dannato caffè.
Ciao a tutti :)
Nuovo capitolo ❤️
Giuro che cercherò di aggiornare più velocemente da oggi in poi.
Grazie mille a chi legge :)
Spero vi piaccia anche questo nuovo capitolo.
Lasciate commenti e stellinate 😍😍
Al prossimo aggiornamento
G❤️
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