Bianconiglio

Capitolo 8

No. Questo non va bene, è troppo lontano.

Questa è ancora peggio. Dovrei fare i salti mortali per arrivare in tempo al corso.

Sono seduta al solito tavolino del The Shell con un muffin in mano e il giornale degli annunci sotto al naso.
Trovare un nuovo appartamento si sta rivelando un impresa per niente facile; o sono troppo lontani dalla Villa e dal corso oppure per potermeli permettere dovrei vendere degli organi e non mi pare il caso.

Mentre l'idea di affittare un camper comincia a stuzzicare la mia fantasia e non poco, do un rapido sguardo all'orologio che segna le nove e un quarto.

«Oh no è tardissimo. Ciao Jane!» saluto rapidamente la cameriera e come un razzo corro fuori dal bar verso Villa Styles.
Non essendoci nemmeno l'ombra di un taxi, non mi resta che correre come se qualcuno mi stesse inseguendo.

Per fortuna sono vestita comoda. In realtà lo sono sempre. Un paio di short in jeans e una t-shirt grigia vanno benissimo in queste giornate afose.

Cinque minuti di corsa e un paio di Nike che potrebbero prendere fuoco da un momento all'altro dopo, sono davanti al cancello.

9:34 non è tardissimo.
È Betty ad accogliermi in casa «Dimmi che non sono in super ritardo» chiedo affannata, sta per rispondere ma qualcuno la batte sul tempo «in realtà si, di quattro minuti circa» Harry entra in cucina con addosso solo dei pantaloncini, un berretto e degli occhiali da sole. In casa.
Fa caldo a tutti da queste parti.
Ma perché è già sveglio?

«Sei scappata da un bar senza pagare?» mi chiede notando il mio affanno mente sorride alzando un angolo della bocca facendo spuntare una fossetta, "potresti smetterla di cercare appartamento e andare a vivere in quella fossetta" è il mio subconscio che parla.
Sta zitto e torna a poltrire.

Piuttosto noto che adesso è di nuovo simpatico.
Poco lunatico il giovane. «No. Mi sono resa conto di essere in ritardo e ho fatto una corsa. Di prima mattina. Dopo la colazione. È stata una grande idea» dico ironica

«Ottima idea» mi prende in giro «la piscina è sempre lì, se ti sbrighi finirai prima che il sole diventi troppo forte, dolcezza» dice con quel suo sorrisetto furbo.
Si sta beffando di me?
Guarda che so giocare anche io riccioli d'oro.

Mi avvicino e lo fisso diritto negli occhi, ora che ha levato gli occhiali «Accetto il suggerimento. È un piacere lavorare per te, Eric» con un sorriso più finto delle labbra delle Kardashian, mi volto facendo sbattere la mia chioma al suo braccio ma non prima di vedere sparire quel sorrisetto ebete dalla sua bella faccia «È Harry» dice tra i denti «Si quello che è» ribatto ma sono già fuori.

1 a 0 palla al cento pecora Dolly!

Ma la mia gioia di vivere dura uno starnuto quando raggiungo la zona piscina.
Ora, pàssino le bottiglie sparse a ogni angolo del giardino che circonda la piscina, accettiamo anche le sdraio ribaltate e i bicchieri galleggianti, ma come diavolo ci sono finiti i pesci dell'acquario nella piscina?

«Questo dovrebbe esserti utile» salto per lo spavento quando Harry compare alle mie spalle con un piccolo retino in mano.
«Tu vuoi prendermi in giro, non è vero?» sbuffo una risata sperando di essere vittima di una sorta di scherzo che a Harry piace fare alle nuove dipendenti.
Ma quando Harry rimane lì impalato con quel dannato retino ancora in mano e quello stupido sorriso, capisco che non scherza affatto
«Non dimenticate di azionare i depuratori dopo che tutti i pesci saranno al sicuro nel loro acquario. È tutto tuo»

«Ma che razza di animali buttano i pesci in piscina? E come mai sono ancora vivi? Il cloro non dovrebbe ucciderli?»

«Sciocca ragazza. In questa parte della piscina non c'è cloro. Infatti i pesci sono solo qui» mi indica una vasca staccata dalla piscina, più piccola ma comunque abbastanza grande.
«Non è colpa mia. Il mio amico ubriaco pensava di metterli a bagno maria e mangiarli dopo un improvvisa voglia di sushi.
Per fortuna sono ancora vivi. Ci tengo.
Buon lavoro» mi fa un occhiolino e sorride.

Ma è serio? Che razza di gente frequenta?
Ok Mia, lo stai facendo per il corso.
Hai bisogno di questo lavoro. Pensa ai soldi. Autocontrollo. Puoi farcela.

Prendo un lungo sospiro e afferro quel maledetto retino «sarà un gioco da ragazzi» tiro un sorriso fino alle orecchie.
Lo sento ridacchiate e sento i suoi occhi su di me mentre, con fare sicuro mi avvicino alla piscina ma in realtà non so da dove iniziare.
Ci metterò delle ore!

Mezz'ora dopo sono a metà dell'opera e Harry è rimasto lì seduto a guardarmi.
Ma non ha niente da fare? Un film da girare o una canzone da cantare? Una maglia ai ferri, niente?

Fortunatamente rientra in casa dopo dieci minuti. E dopo più di un ora, finalmente, prendo l'ultimo dannatissimo pesce. Vaffanculo tu, Ariel, Sebastian e pure Nemo!
Fa caldissimo.

«Tieni» Harry si palesa al mio fianco con una bevanda fresca in mano.
Lo guardo dal basso mentre sono seduta al bordo piscina «grazie» dico.
Ne avevo bisogno.

Con la coda dell'occhio, lo vedo mentre prende posto al mio fianco «Allora, perché sei qui?» mi chiede dopo alcuni secondi di silenzio.
«Per togliere i pesci dalla tua piscina» esclamo con finta confusione, so che non intendeva questo «Intendevo qui in America, Mia. Credo tu mi debba ancora una risposta» osserva.
In effetti è stata la prima domanda quando ci siamo incontrati la prima volta al bar.
«E tu perché sei qui? Guarda che le belle ville le abbiamo anche a Londra, sai?» lo prendo in giro «Hey! Te l'ho chiesto prima io» esclama
«Sei sempre così infantile?» gli chiedo sorridendo «Stai sviando la mia domanda. Non sarai fuggita di prigione?» chiede ridendo ma ritorna serio quando non riceve una mia risposta ma solo un espressione cupa.

«Non l'hai fatto vero?»
Non resisto quando la sua faccia intimorita mi fa scoppiare a ridere e il mio tentativo di fargli credere di essere un avanzo di galera in fuga, fallisce miseramente.

«Davvero sei uno spasso.
Giuro che dentro sto ridendo tantissimo» dice serissimo.

Finalmente smetto di ridere «Sono qui per un corso di fotografia» come previsto, mi guarda scettico «Guarda che i corsi di fotografia li abbiamo anche a Londra, sai?»
«La smetterai mai di usare le mie frasi contro di me?» chiedo
«Mmm no, non credo» ammette

Alzo gli occhi «Come hai detto tu, l'America è tutta un'altra storia e voglio capire se la mia, può essere scritta qui» dico mentre mi alzo e prendo un sacco nero dove metterò tutti i rifiuti, ho ancora un bel po da fare.
«Sei sempre così sfuggente?» mi chiede mentre segue i miei movimenti «Dipende» continuò a raccogliere bottiglie «da cosa?» insiste
«Sbaglio o mi avevi detto che avrei dovuto finire il mio lavoro entro..» guardo l'orologio «due minuti fa?»
«Si, beh, non avevo previsto i pesci» sto per rispondete quando Betty compare sulla soglia «Harold! Hulk e Superman sono qui per la pulizia giornaliera dell'acqua della piscina.
Sono venuti per i pesci!»

Cosa odono le mie orecchie?

«Non c'è bisogno Betty! Oggi ci ha pensato Mia. Era entusiasta all'idea di farlo e non ho voluto guastarle la volontà. Ringrazia e mandali via. Domani li pago!» urla Harry di rimando.

«Sono stata più di un'ora sotto il sole a togliere quei dannati pesci dalla tua piscina con un retino delle dimensioni della mia mano, quando tu paghi due persone che vengono apposta qui per farlo?
Ora, a parte l'assurdità dei pesci in acqua ogni mattina, a quale scopo farlo fare a me se non era compito mio?» dico tutto d'un fiato avvicinandomi molto lentamente a lui e sento che le amiche pazienza e calma stanno per rompere la loro relazione con me.

«Perché mi divertiva.
E perché mi hai chiamato Eric.
Io mi chiamo Harry!» dice e sembra quasi un bambino mentre lo fa!

Figlio di buona donna!
Mia pensa al lavoro. Corso. Soldi.
Conta fino a dieci. Lui in realtà è solo una fastidiosissima zanzara inutile e bastarda e anche se in questo momento vorresti solo sputare fuoco dalle narici per incenerirlo, aspirarlo, e poi buttare i resti nella bocca di una balena nell'oceano più scuro e profondo, non devi dargliela vinta a questa faccia di culo.

Apro gli occhi e lui è ancora lì «il lavoro mi aspetta» mi incammino verso le bottiglie.

Eppure a volte sembra così gentile.

POV Harry

«Il lavoro mi aspetta» finge un sorriso e comincia a raccogliere le bottiglie sparse in giro.
Di solito non mi comporto così. Nel senso, non ho mai avuto bisogno di indispettire una ragazza per ricevere la sua attenzione. Succede e basta. Io sono il miele e loro le api.
Ma lei no. Non cede. E questo mi spinge ancora di più ad attirare la sua attenzione e questo è l'unico modo che conosco, darle fastidio. Come facevo da piccolo quando le ragazze non mi filavano.

Per lei sono un normale ragazzo come tutti gli altri. Mi tratta come tutti gli altri.
In fondo é quello che ho sempre voluto.
Dagli altri.
Che palle.
O magari è lesbica. Potrebbe essere.

Per essere una sciocca di primo grado ha fatto un ottimo lavoro con la zona piscina.
È pulita e non ha causato danni irreparabili.

«Non ci avrei scommesso mezzo dollaro» la prendo in giro
«Non capisco perché mi hai assunta se pensi che riuscirei a incendiarti la piscina» chiede mentre si passa una mano sulla fronte sudata e per qualche motivo mi sembra il gesto più sexy del mondo.

«Tecnicamente ti ha assunto Betty, ma io ho bisogno di te per una piscina casta e linda e tu di me per il tuo corso.

Ci completiamo dolcezza» le faccio un occhiolino.

Un sonoro lamento lascia le sue labbra ma dopo compare un sorriso che tenta di nascondermi.
«Oh cavolo è tardissimo. Devo scappare» comincia ad agitarsi e a camminare avanti e indietro, da una parte all'altra come se non trovasse l'uscita.

Ma vuoi stare un secondo ferma? «Calmati Bianconiglio, mi fai venire il mal di mare!» ma dove le ha le batterie questa?
«Ho il corso! L'appuntamento per il nuovo appartamento!» dice mentre corre da una parte all altra cercando di chiudere i sacchi neri

«Ma puoi stare qui!» dico in un lampo
Finalmente si ferma «Qui dove?» si guarda un torno «qui in piscina. Cioè non proprio in piscina, nella casetta in piscina. Quella» dico ovvio indicandole la piccola dependance vetrata

«Siamo nel remake di The O.C e hai scordato di dirmelo?» chiede confusa

«Nel remake di che?» alzo un sopracciglio

«O.C. Orange Country. Ryan. Marissa. Seth?
No?

Nemmeno la sigla?» prende il mio silenzio come risposta «Oh andiamo è famosissima Nananananananana Californiaaaaaaaa! Here we caaaaaaaameeeee!
Niente?»

Comincio a ridere come non ci fosse un domani
«Tu la conoscevi vero?
Hai detto no solo per farmela cantare e ridere di me, vero?» la sua faccia arrabbiata mi fa ancora più ridere
«Oh davvero maturo mister Styles!» dice mentre fa per andare via.

Le vado incontro continuando a ridere «Ti prego non cantare mai più, sei così stonata!» continua a camminare
«Oh andiamo, stavo solo scherzando. Che permalosa» si ferma di botto e si gira sbattendo contro il mio torace.

È più bassa di me, ma non così tanto. La sua fronte arriva quasi alla mia bocca.

Non rido più. La sento respirare velocemente. Così vicina a me. Fissa i miei tatuaggi. Non parliamo. Alza una mano e con un dito inizia a tracciare le linee sulla mia pelle, davvero molto lentamente, quasi involontario, come se non controllasse i suoi movimenti. La lascio fare.

«Harry» la voce di Anna arriva dirotta alle mie orecchie.
Mia si risveglia dal suo apparente stato di trance e si allontana da me. Come se scottassi.
«Devo andare. Ci vediamo domani» e senza guardarmi, sparisce.

«Potresti almeno aspettare che io sia andata via prima di portare a casa un'altra delle tue troiette!» dice Anna mentre si accende una sigaretta.
«Non ti dispiace davvero. Tranquilla, il posto di troietta è solo tuo» la prendo in giro, so che non si offende facilmente.

Ma che cavolo è successo prima?
Ero convinto volesse strozzarmi, invece di mette a fare quel giochino con le dita.
Non capisco più niente.

Involontariamente, le mie mani sono sul tatuaggio della farfalla, dove pochi secondi fa erano le sue.

Ciao a tutti :)
Anche questo capitolo è finito! Un po' più lungo del solito!
Che ne pensate?
Che ve ne pare di Harry? E di Mia?
Commentate e se vi va, votate.
Al prossimo capitolo.
G.

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