~ OC Psycho Society Roleplay ~

_-Lawless-_ finalmente ce l'ho fatta-
Ecco l'OC per il tuo roleplay~
Chiedo subito scusa dato che è piuttosto lungo, ma mi sono lasciata prendere la mano dato che sono in macchina da ore ;;

Se ci sono errori chiedo scusa~

Nome: Suehiro, più spesso identificato come un comune cognome giapponese.
Questo fatto porta molte persone a pensare che l'appellativo non sia altro che il nome della propria famiglia, a causa del fastidioso gioco tra il suo cognome e nome, che vengono scambiati data la loro diversa lunghezza.
A volte viene abbreviato in "Sue", almeno come invita gli altri a fare, ma mai in "Hiro" data la strana avversione che prova nei confronti di questo nome.

Cognome: Sada, dalla pronuncia decisa.
Non si lamenta quando le persone appena conosciute lo chiamano erroneamente in questo modo, a volte neanche le corregge, finendo per non dare troppa importanza alla cosa, pensando che non gli tocchi nemmeno farlo.

Nazionalità: È giapponese sia da parte di madre che di padre, com'è ben visibile dalle sue caratteristiche orientali, quali i lineamenti del viso o gli stessi comportamenti.

Età: Ha diciannove anni appena compiuti, nonostante sembri un ragazzo più che formato, sulla ventina.

Compleanno: Ha compiuto gli anni non molto tempo fa, senza ovviamente festeggiare date le sue condizioni.
È nato il 22 Settembre in una notte particolarmente fredda, al preciso scoccare della mezzanotte.

Prestavolto: (Saeran -MM)

Suehiro è un uomo di media statura, né troppo alto né troppo basso, con una muscolatura appena accennata e una pelle bianca come il latte.
La cosa che spicca di più riguardo il suo aspetto sono sicuramente gli occhi vispi, grandi e dalla forma allungata e sinuosa, di un azzurro tanto chiaro da sfiorare il verde acqua.
I suoi capelli sono inoltre singolari, dato il taglio e il loro colore, ovvero un bianco sporco e scolorito dalla tinta e delle ciocche tendenti al roseo, verso le punte.
Indossa sempre e comunque la sua giacca di pelle, dotata di cappuccio, e un collarino con cinghia al collo con cui si diverte a giocherellare, ogni qualvolta che gli capita a tiro.

Carattere: Suehiro è un ragazzo deviato, ovviamente, a causa del proprio reato e della sua sindrome.
Ha paura di sé stesso, una paura cieca dettata dalla pericolosità del potere che possiede e la certezza di non poter controllare le proprie azioni.
Ad un primo sguardo sembra un ragazzo mite, taciturno, sempre sulle sue, ma andando in profondità rivela opinioni completamente diverse e contrastanti, date dalla confusione presente nella sua mente malata.
In passato era sempre pronto ad aiutare la sua famiglia, a far di tutto per un sorriso e per tirarsi su; ma incontrare quell'individuo lo cambiò completamente, modificandolo dal classico sempliciotto ad un ragazzo formato, dallo sguardo tagliente e la portatura fiera.
Una chiara e pessima imitazione di ciò che quel qualcuno era.
Lo sguardo tagliente si perde in un mare di insicurezza, accompagnato ad una leggera balbuzie, come se le parole facessero fatica a prendere posto nella sua testa per essere organizzate in una frase di senso compiuto.
Senza una guida non sarebbe nient'altro che una tela bianca che aspetta di essere dipinta, sfigurata da graffi irrimediabili.
In breve, Suehiro non ha un carattere formato, ma è più un miscuglio di paure e comportamenti completamente diversi tra loro e, data questa instabilità, potrebbe trovarsi ad avere reazioni singolari o bisogni soffocanti in particolari situazioni.
Tiene un segreto ciò che gli viene ordinato, ma non cerca di nascondere la sua sindrome, andando continuamente alla ricerca della persona che a suo giudizio è quella che in quel momento controlla i suoi pensieri.

Sindrome: Soffre di una forma di "delirio" perenne, l'Inserzione del Pensiero.
Consiste nella credenza che i pensieri nella testa dell'individuo non siano i propri, ma provengano da un'altra persona conosciuta, che dunque esercita una condizione di controllo. Il delirio di inserzione del pensiero è spesso uno dei sintomi più frequenti nella schizofrenia.
Nel caso specifico di Suehiro, questa posizione di controllo cambia di persona a persona dopo un certo periodo, dipendendo solo da chi incontra e dal suo carattere.
A causa di questa forma di schizofrenia non ha una volontà ed è piegato a quella della persona scelta dalla sua instabile coscienza.
Non risponde alle sue azioni ed è fermamente convinto di non avere alcuna colpa per quanto riguarda ciò che fa, come se usasse come sottospecie di scusa la sua condizione, attuando ogni cosa che la mente malsana che si ritrova gli "ordina" di fare.

Passato: Nonostante sia giapponese, si è trasferito a New York da molto piccolo con sua madre e la sua sorellina, Kaoru, la luce dei suoi occhi, in una zona malfamata della grande città.
Si sentiva smarrito in quel luogo, così diverso dalla terra natia e pericoloso.
La madre era paranoica, spaventata dalla sola idea di mettere piede fuori casa, mentre dell'incolumità dei propri figli non le è mai importato, solo della propria. Affidava ai bambini qualunque tipo di mansione e li abbandonava a loro stessi.
Tutto il peso della famiglia ricadeva dunque sulle spalle di Suehiro, costretto ad impiegarsi in lavori part-time insostenibili, per mantenere quello squallido e cadente appartamento e continuare gli studi. Quella situazione era più che invivibile.
Eppure il sorriso di sua sorella gli riportava ogni voglia di lavorare, pur di vederla felice.
Fu proprio dopo una giornata massacrante di lavoro, dopo una litigata terribile con sua madre, che, fuggito com'era su un'altura della zona per osservare le malinconiche luci della città, che incontrò Hiro. La sua rovina.
Lui era un ragazzo slanciato, intrigante e dai modi di fare risoluti e sicuri, inoltre faceva parte della stessa comunità orientale di Suehiro, che non aveva mai visto qualcuno come lui.
Notte dopo notte si avvicinarono sempre di più, parlarono di qualunque cosa, delle proprie sventure e dei loro sogni.
Prima di anche solo accorgersene, Sue si innamorò di lui.
Non riuscì mai ad etichettarlo come un amore normale. Sentiva come di essere dipendente da lui, come se non avesse un'opinione o un'idea, ma che tutti i suoi pensieri non fossero altro che gli stessi di Hiro.
Da qui partì la sua terribile sindrome.
Purtroppo, Hiro non era solo un ragazzo esuberante e arrogante, ma anche un folle.
Era certo di sapere quale fosse la cura per tutti i mali di Suehiro, una cura puramente egoistica ed errata.
Notando come il suo disturbo si fosse affermato fino a diventare reale, decise di renderlo un vantaggio per far sì che si liberasse di sua madre con il potere; non curante dello stato di Suehiro dopo l'uccisione della figura genitoriale, passò subito alla seconda vittima. Kaoru.
Piegato alla volontà di Hiro fu costretto a farla soffrire fino alla morte, tra lacrime e grida.
Rimasero solo i due ragazzi, in un lago di sangue. Due assassini.
Hiro era sicuro di aver scelto il meglio per lui. Ora non avrebbe dovuto più lavorare tanto, avrebbero vissuto insieme per il resto della loro vita, bastandosi l'un l'altro.
Ma in realtà, così non aveva fatto altro che ucciderlo.

Reato: Come spiegato nel suo passato, il reato che ha commesso è tristemente ovvio.
Dopo aver ucciso sua sorella e aver lasciato in casa il corpo della madre, pensando per una delle pochissime e rarissime volte con la propria mente, decise di andare a costituirsi nonostante le proteste del ragazzo che finora aveva controllato le sue azioni.
Provava un peso, un dolore ancor più forte di quello che aveva afflitto Kaoru e che gli era, come ogni volta, tornato indietro.
Quello non era un 10, era un 20 bello tondo.
Hiro continuò ad ordinargli di tornare indietro, gridandogli che l'avrebbero ucciso, per spaventarlo e farlo tornare da sé, ma la verità è che morire o ammazzare non gli facevano più alcun effetto. Le uniche cose che gli erano rimaste non erano altro che il ricordo per la sua defunta sorella, e un odio incommensurabile per quel ragazzo.
Non riusciva a comprendere come una persona potesse essere così malvagia, così egoista.
Al culmine della sopportazione nei confronti del suo operato e della persona che lo aveva costretto a farlo, decise di togliere la vita anche ad Hiro, a sangue freddo.
Però, sapendo di non poter reggere altro dolore tanto da poi pagare il prezzo più caro per i suoi crimini, decise di ucciderlo picchiandolo a sangue con la prima cosa che gli capitò a tiro, ovvero una barra di ferro.
Gli diede colpi su colpi, affondandoli il più possibile, macchiandosi del suo sangue e beandosi delle grida di colui che era sicuro di amare.
Non appena non sentì più neanche un sibilo sommesso si caricò in braccio il cadavere di Kaoru e trascinò per il colletto della camicia quello di Hiro, fino alla stazione di polizia più vicina, costituendosi.

Potere: Il suo potere, come lui stesso ha deciso di chiamarlo, è "Itami", letteralmente dal giapponese "dolore".  Questo potere gli permette di infliggere sofferenza fisica ad un'altra persona semplicemente guardandola negli occhi per più di un secondo.
Questo dolore non ha limiti se non la stessa sopportazione di Suehiro, in quanto la stessa quantità che infligge viene riportata a lui, come un'arma a doppio taglio.
Di solito non usa molto facilmente un dolore che, su una scala da 1 a 10, va oltre il numero 3, ma sicuro di non poter controllare le proprie azioni potrebbe anche arrivare al 10, facendo e facendosi talmente tanto male da poter rimanere paralizzato per ore o minuti.

Orientamento sessuale: È bisessuale e disponibile ad una relazione, anche se non molto facilmente.
La verità è che nel corso della sua vita ha provato attrazione per chiunque l'abbia controllato; dopotutto come si può non amare colui o colei a cui appartengono i propri pensieri?
Sempre che quei pensieri non siano tanto malati da far venire il voltastomaco, come successo con Hiro, l'unica persona che abbia mai seriamente amato ed odiato.

Cosa ama/odia:
Ama qualunque genere di musica, i gatti, il suono del pianoforte, i film romantici nonostante l'imbarazzo di comunicarlo, il colore nero e i colori fluorescenti, assieme al suo unico e vecchio paio di cuffie.

Non odia principalmente nulla, dato che non può avere un'opinione propria e detestare qualcosa.

Segni particolari: Ha le unghia tinte di nero per motivi agli altri sconosciuti. Forse, un motivo per averlo fatto non ce l'ha nemmeno.

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