♡52♡
"lasciami stare Carl"
"io volevo solo-"
"ho detto basta" dissi alzando la voce
mi alzai dal letto e scesi per prendere una boccata d'aria mentre misuravo la febbre, seduta sulle scale di casa
"quant'è?" chiese una voce dietro di me
"41.2"
"cazzo" disse Carl
"hai preso qualcosa?"
"Alexandria e a corto di medicine, non mi serve"
"Mad si che ti serve"
"ti ho detto di no" dissi alzandomi velocemente
persi l'equilibrio e caddi all'indietro
Carl mi prese da un fianco facendomi poggiare su di lui
"sto bene" dissi rientrando e ignorando la mia quasi caduta
"posso almeno restare qui?"
"ma a fare che?"
"a vedere se stai bene"
"va bene"
salì di nuovo in camera e mi sdraiai
carl si mise di fianco a me e mi prese la mano
ero troppo arrabbiata non ero pronta
tolsi la mano e mi girai dall'altro lato dando le spalle a Carl
il giorno dopo, stavo ancora peggio ma decisi di alzarmi
Carl non era a letto e questo mi fece essere ancora più triste
scesi in cucina
La cucina era silenziosa quando ci arrivai
mi appoggiai al lavandino, aprii il rubinetto e bevvi l'acqua fredda che mi dava un momentaneo sollievo
Mentre ero lì, sentii dei passi avvicinarsi
Mi girai lentamente e vidi Carl, seduto sul tavolo
"Ti prego, devi riposare" disse
"Sto solo prendendo dell'acqua" risposi seccamente
Carl si alzò dal tavolo e si avvicinò lentamente
"Ascolta, so che sei arrabbiata con me, e hai tutto il diritto di esserlo, ma non puoi combattere questa febbre da sola, lascia che ti aiuti"
"Non ho bisogno del tuo aiuto" risposi
Carl mi prese delicatamente per le spalle
"Sì, ne hai bisogno, e io ho bisogno di sapere che sei al sicuro, per favore, lascia che faccia almeno questo"
"Non capisci, Carl? Mi hai lasciata sola in quel posto orribile, come posso fidarmi di nuovo di te?"
"Non volevo metterti in pericolo, ero solo frustrato e preoccupato, non so come dimostrarti che mi dispiace"
"Dimostrarmi che ti dispiace? Dopo tutto quello che è successo, pensi che basti un semplice 'mi dispiace'?" La mia voce si alzò involontariamente
"Mi hai abbandonata cazzo"
Carl alzò la voce a sua volta
"E cosa avrei dovuto fare? Rimanere lì a discutere mentre eravamo in pericolo? Sto cercando di proteggerti dannazione"
la vista si fece sfocata, la febbre e lo stress erano troppo da sopportare
Cercai di rispondere, ma le parole si persero mentre tutto diventava nero
Mentre tutto diventava nero, sentii il corpo cedere e le gambe piegarsi sotto di me
L'ultima cosa che vidi fu Carl mentre mi afferrava al volo, impedendomi di cadere a terra
Quando riaprii gli occhi, mi ritrovai distesa sul divano, con Carl accanto a me
Mi sentivo debole, la testa ancora pulsava, e la febbre mi faceva tremare
"Ehi, stai bene? Mi hai fatto prendere un colpo" disse Carl con il viso a pochi centimetri dal mio
Mi girai lentamente verso di lui, il risentimento ancora bruciava dentro di me, ma ero troppo debole per gridare
"Stai zitto" mormorai
Carl aprì la bocca per rispondere, ma io lo fermai
"Ti prego, Carl, stai zitto" dissi chiudendo gli occhi
"Senti, devo spiegarti" iniziò lui, ma io lo interruppi di nuovo, più forte stavolta
"Stai zitto, Carl"
"Per favore, solo un momento per spiegare..."
"Zitto" gridai
Ogni volta che provava a parlare, lo fermavo, dopo la millesima volta, il silenzio finalmente calò tra noi
Carl mi guardava
il suo dolore era evidente, ma anche la mia rabbia lo era, eppure, in quel momento, qualcosa cambiò dentro di me, forse era la febbre, forse l'esaurimento, ma mi sentii improvvisamente sopraffatta da un'emozione diversa, senza pensarci due volte, mi sollevai e lo baciai
Il bacio era carico di rabbia, frustrazione e un disperato bisogno di riconnessione
Sentii Carl irrigidirsi per un attimo, sorpreso, ma poi rispose al bacio con la stessa intensità
Quando ci separammo, entrambi i nostri respiri erano pesanti
Lo guardai negli occhi, la mia rabbia e frustrazione non completamente svanite, ma mitigate dal bisogno di sentirmi vicina a lui
"Non pensare che questo risolva tutto" dissi con voce rotta
"Sono ancora arrabbiata, ma non posso fare a meno di volerti vicino"
Carl annuì
"Lo so, e farò tutto il possibile per riconquistare la tua fiducia."
Non risposi, troppo stanca per continuare a litigare, mi appoggiai di nuovo sul divano, chiudendo gli occhi e cercando di riposare
Ma la febbre non accennava a diminuire, e il malessere cresceva dentro di me
Dopo qualche minuto, mi resi conto che la nausea stava diventando insopportabile
Mi alzai lentamente, barcollando leggermente, e mi diressi verso il bagno
Arrivata in bagno, chiusi la porta dietro di me e mi appoggiai al lavandino, cercando di calmarmi, ma la nausea ebbe la meglio e vomitai nel lavandino, il mio corpo tremava per lo sforzo e la febbre
Dopo aver risciacquato la bocca, mi guardai allo specchio
Vedevo una persona diversa: occhi cerchiati, viso pallido, la stanchezza e il dolore erano chiaramente visibili
La vista di me stessa in quello stato scatenò un crollo emotivo, iniziai a piangere, prima piano, poi sempre più forte, finché i singhiozzi non scossero tutto il mio corpo
Sentii la porta del bagno aprirsi e Carl entrò preoccupato
"Mad, cosa c'è che non va? Cosa posso fare?" chiese avvicinandosi a me
"Carl, lasciami stare" mormorai tra i singhiozzi, ma lui non si mosse, mi prese delicatamente per le spalle, cercando di calmarmi, la sua presenza, invece di confortarmi, fece crescere la mia rabbia e frustrazione
"Carl, te ne devi andare" gridai, mentre cercavo di liberarmi dalla sua presa, ma lui non mi lasciò andare
"Non posso lasciarti sola in questo stato, Mad, non posso" disse
La mia rabbia esplose e iniziai a colpirlo al petto con i pugni, le lacrime scendevano copiosamente
"Mi hai lasciata sola in quel posto orribile, mi hai abbandonata, come posso fidarmi di nuovo di te?" gridai, ogni parola accompagnata da un colpo
Carl rimase immobile, lasciando che lo colpissi, il dolore nei suoi occhi era evidente
"Mi dispiace, Mad, mi dispiace così tanto" ripeté
Dopo alcuni istanti, la mia rabbia iniziò a svanire, ma non completamente, continuai a colpirlo, seppure con minore intensità, mentre le lacrime continuavano a scorrere, ogni colpo era un’espressione della mia frustrazione, del mio dolore
Alla fine, esausta, smisi di colpirlo, le mie forze esaurite
Carl mi avvolse con le sue braccia, tenendomi stretta a sé, mon opposi resistenza, anzi, mi aggrappai a lui, piangendo sul suo petto
Le gambe mi cedettero per la rabbia e la stanchezza, ma Carl mi sostenne, abbracciandomi ancora più stretta
"Non so cosa fare, Mad, mi dispiace così tanto" sussurrò
Continuai a piangere, le lacrime scendendo copiosamente mentre mi aggrappavo a Carl, cercando conforto nel suo abbraccio
Le sue braccia mi stringevano con delicatezza, offrendomi un calore che non sentivo da tempo, Carl mi accarezzò i capelli con dolcezza, cercando di calmarmi, poi mi baciò la fronte
"Sono qui con te" ripeté
"Mi dispiace tanto, Mad, sono qui con te"
Le lacrime lentamente si esaurirono, e la mia respirazione divenne più regolare
Rimasi ancora un po' tra le braccia di Carl, sentendo il suo cuore battere contro il mio petto, alla fine, mi staccai leggermente da lui, asciugandomi gli occhi con il dorso della mano
"Scusa, Carl" mormorai
"Non avrei dovuto colpirti"
"Non devi scusarti, Mad, capisco perché l’hai fatto, e mi dispiace davvero per tutto"
Ci guardammo negli occhi per un momento, e poi io abbassai lo sguardo, sentendo un’ondata di vergogna per quello che avevo fatto
"È solo che... ero così arrabbiata, così ferita, non sapevo come altro esprimere quello che sentivo"
"Lo so" disse Carl, accarezzandomi i capelli
"E hai tutto il diritto di essere arrabbiata, ho fatto un errore, un grosso errore, ma sono qui ora, e voglio fare tutto il possibile per rimediare"
"Grazie"
Carl mi aiutò a rialzarmi e mi accompagnò di nuovo sul divano
Mi sedetti con un sospiro pesante, sentendo ancora il corpo tremare per la febbre e la stanchezza
Carl si sedette accanto a me, tenendomi la mano
Mentre parlavamo, notai dei piccoli lividi sul suo petto, nei punti dove lo avevo colpito
Con delicatezza, posai la mano su uno di essi, sentendo il calore della sua pelle sotto la mia fredda
"Carl, hai dei lividi" dissi piano, sentendo un'altra ondata di colpa
Lui scrollò le spalle, minimizzando
"Non importa, Mad, non fa niente"
Ma io non potevo ignorarlo, con delicatezza, gli tolsi la maglia, scoprendo il suo petto
Vidi i segni dei miei pugni, piccoli lividi che punteggiavano la sua pelle
Mi sentii terribilmente in colpa
"Sono così dispiaciuta" sussurrai, sfiorando con le dita i lividi
"Non volevo farti del male"
Carl prese la mia mano, portandola alle sue labbra e baciandola
"Non preoccuparti, Mad, guariranno, l'importante è che stiamo cercando di capire le cose, insieme"
"Grazie per essere qui"
"Sempre" rispose lui
"Non ti lascerò mai più sola"
Mi accarezzò i capelli, poi mi baciò la fronte, ripetendo ancora una volta
"Sono qui con te, mi dispiace"
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