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la sera ci sarebbe stata una riunione quindi andammo in sala comune

Il brusio della sala comune si intensificava, e con esso la mia ansia

il mio respiro diventava sempre più affannoso, e cominciai a tremare in modo incontrollabile

Sentii la mia gamba sinistra battere nervosamente contro il pavimento mentre cercavo di sventolarmi con le mani, sperando di calmarmi

Carl se ne accorse immediatamente

Mi prese per mano e mi portò verso un angolo della stanza, cercando di farlo senza attirare troppa attenzione

"Ehi, guardami" disse Carl a bassa voce, mettendosi tra me e la folla

"Respira con me, ok? Inspira... espira... così, brava, con calma"

Seguii il suo ritmo, cercando di concentrarmi solo su di lui

Le sue parole e la sua presenza erano l'ancora di cui avevo bisogno

sentivo il suo respiro lento e costante, e cercai di sincronizzare il mio con il suo

"Non c'è nulla di cui aver paura, sei al sicuro, sono qui con te" continuò Carl, la sua voce un sussurro gentile che mi avvolgeva come una coperta calda

Dopo alcuni minuti, il mio respiro cominciò a stabilizzarsi e la mia vista a schiarirsi

Carl continuava a tenermi per mano, il suo sguardo fisso sul mio, ignorando tutto il resto intorno a noi

"Meglio?" chiese con un piccolo sorriso rassicurante

Annuii

"Sì, grazie, mi dispiace"

"Non c'è nulla di cui dispiacersi" rispose stringendomi la mano

"Ora stai bene, ed è tutto ciò che conta."

"Vieni qui" disse Carl, facendomi sedere su di lui per darmi ulteriore supporto

Mi abbracciò da dietro, tenendomi stretta contro di sé, e poggiò il mento sulla mia spalla, sentivo il suo respiro calmo e regolare contro il mio collo, e questo mi aiutava a mantenere la calma

Marco, non perse occasione per fare una battuta

"Carl, non è proprio il momento di fare i piccioncini, sai?"

Carl si voltò verso di lui

"Fatti i cazzi tuoi, Marco" disse

"E pensa ai tuoi problemi"

Marco alzò le mani in segno di resa, con un sorriso sul volto

"Ok, ok, calmati"

Carl mi strinse ancora più forte, ignorando Marco

La sua presenza mi dava un senso di sicurezza e conforto che nessun altro avrebbe potuto offrire

Restammo così per qualche minuto, fino a quando sentii che la mia ansia era passata del tutto

Alla fine della riunione, Rick ci diede il via libera per riposarci

Alla fine della riunione, Rick ci diede il via libera per riposarci

io e Carl uscimmo dalla sala comune e decidemmo di fare una passeggiata

Durante la passeggiata, Carl si fermò a parlare con alcuni membri del gruppo, e io mi ritrovai da sola

Marco si avvicinò con il suo solito sorrisetto ironico

"Ehi, stai bene? Non sembra che il tempo ti faccia bene, scommetto che dopo tutto questo stress avrai messo su qualche chilo"

"Non è il momento per battutine, Marco"

"Dai, non è una cosa così grave, magari dovresti controllarti, o Carl potrebbe avere difficoltà a sollevarti"

"Non vorrei che dovessi iniziare a fare dieta anche per lui, ehi, non è una critica, è solo una constatazione"

la mia rabbia esplose. Senza pensarci, gli tirai un pugno

Marco rimase sorpreso e si allontanò, guardandomi con incredulità

"Che c'è, non ti va bene la verità?"

"Ehi, che succede qui?"

"Nulla, Carl" dissi

"Solo una discussione"

Marco, dopo aver visto il pugno, si allontanò rapidamente, scrollandosi la polvere e facendo un gesto sprezzante

"Ok, ok, scusa, mi farò gli affari miei"

Tornammo a casa e, mentre Carl si dedicava ad alcune cose, io cercai urgentemente una bilancia

Trovai quella che avevo nel bagno e ci salii sopra, trattenendo il respiro mentre i numeri si stabilizzavano

Non ero sicura di come sentirmi riguardo al mio peso, e avevo bisogno di confermare se avevo davvero messo su peso

Quando Carl entrò in casa, mi trovò visibilmente turbata mentre cercavo di confrontarmi con la mia immagine allo specchio

Carl si avvicinò e mi abbracciò

"Ehi, cosa succede? Sei un po' tesa"

Mi sollevò in braccio per un momento, e io, in preda alla mia insicurezza, lo spinsi delicatamente

"Carl, per favore, posami, non voglio che tu faccia sforzi inutili"

lui mi posò delicatamente a terra

mi guardai allo specchio

"carl, e difficile quando sento queste cose, e difficile dubitare"

"ascolta io ti amo per quella che sei, poi non è vero che sei grassa, che sei ingrassata, o altro sei perfetta così come sei"

"va bene ti credo"

"ci vediamo un film?" chiese

"si"

si avvicinò a me

"ti fai prendere in braccio adesso?"

"se non peso"

"non pesi un cazzo" disse prendendomi con un braccio

andammo sul divano e mi posò mettendo le gambe sulle sue

scelsi un film d'amore

"ti prego devo vedere sta roba?" chiese Carl

"e bello"

"ci sono coppie che si sbaciucchiano, è vomitevole"

"anche noi lo facciamo"

"si ma noi possiamo"

iniziò il film e mi poggiai la testa sulla spalla di Carl che mi mise un braccio intorno alla spalla

a metà film mi addormentai con la testa sulla gamba di Carl e lui che mi accarezzava i capelli

La mattina successiva, mi svegliai con Carl

lui mi accarezzava i capelli

"Buongiorno dormigliona" disse

"Buongiorno," risposi

"Abbiamo qualcosa in programma per oggi?"

"Sì, Rick ha organizzato una spedizione per noi due, dobbiamo controllare una vecchia stazione di servizio a nord. Partiamo tra un'ora"

Mi alzai e mi vestì

andammo da Rick ci spiegò il piano

Partimmo poco dopo, camminando attraverso il sentiero che si snodava tra gli alberi fitti

Dopo un'ora raggiungemmo una vecchia stazione di servizio abbandonata

Entrammo con cautela, controllando ogni angolo per assicurarci che fosse sicuro

Il luogo era buio e polveroso, con un'atmosfera inquietante che aumentava la mia ansia

"Controlliamo l'interno e poi ci dividiamo per un attimo" suggerì Carl

"Dobbiamo fare in fretta"

"Perché sembri così arrabbiato?" chiesi

"Non sono arrabbiato" rispose Carl senza guardarmi

"Sono solo preoccupato, questa spedizione è più pericolosa di quanto pensassi"

"Non sembra solo preoccupazione"

"C'è qualcos'altro, vero?"

Carl si fermò e mi guardò con uno sguardo serio

"È che mi sento responsabile per te, se ti succedesse qualcosa, non me lo perdonerei mai"

"Non devi sentire tutto questo peso su di te" dissi cercando di rassicurarlo

"Siamo una squadra, siamo qui per proteggerci a vicenda"

"Lo so" rispose Carl

"Ma è difficile non sentire la pressione"

"Non sono un peso morto,Carl, posso difendermi"

"Non è quello che intendevo" disse lui, alzando la voce

"Ma ti comporti come se volessi dimostrarmi qualcosa, non è una gara"

ma che ho detto?

"Mi sembra che tu non mi dia abbastanza fiducia" risposi sentendo le lacrime agli occhi

"Sai cosa?" Carl disse

"Forse hai ragione, forse non mi fido abbastanza di te, ma è difficile fidarsi quando ogni volta che ci troviamo in una situazione pericolosa, sembri dimenticare tutto quello che abbiamo imparato, e ti impanichi subito"

"È sempre colpa mia, vero?"

"Forse dovresti smettere di pensare di dovermi proteggere tutto il tempo, non sono una bambina"

"Non ho tempo per questo adesso"

Preso dalla rabbia, Carl uscì dalla stazione, lasciandomi sola

Cercai di chiamarlo, ma lui non si volt

Il senso di abbandono mi colpì duramente

Non sapevo la strada per tornare e il posto era sconosciuto

Mentre cercavo di raccogliere i miei pensieri e calmarmi, sentii un rumore inquietante provenire dall'esterno

Gli zombie stavano invadendo la stazione

Il panico mi colpì

Mi nascosi dietro una vecchia cassa, cercando di pianificare una via di fuga

Gli zombie si avvicinavano, i loro gemiti riempivano l'aria

dovevo trovare un'uscita, e in fretta

Guardando intorno, vidi una finestra semi-aperta sul retro della stazione

Doveva essere la mia via di fuga

Strisciando silenziosamente, mi avvicinai alla finestra, cercando di non fare rumore

Gli zombie erano ovunque, ma sembravano non avermi ancora notata

Riuscii ad aprire la finestra abbastanza da passare e mi arrampicai fuori

Una volta fuori, iniziai a correre, senza sapere esattamente dove andare

Mi sentivo persa e spaventata, ma dovevo allontanarmi il più possibile dalla stazione

Mentre il sole iniziava a tramontare, mi resi conto che non sarei riuscita a tornare a Alexandria prima che facesse buio

Decisi di trovare un posto sicuro per passare la notte

Mi rifugiai in un piccolo capanno abbandonato, cercando di rimanere il più silenziosa possibile

La notte era lunga e fredda, e ogni rumore esterno mi faceva sobbalzare,

Il giorno successivo, ripresi il mio cammino non appena il sole sorse

Il freddo della notte precedente mi aveva lasciata intirizzita, e camminavo lentamente, cercando di scaldarmi

Dopo qualche ora, vidi una figura familiare in lontananza

Era Car

Mi sentii sopraffatta da un misto di sollievo e rabbia

Lui mi vide e corse verso di me

"Dio, sei viva" esclamò abbracciandomi stretta

"Sono così dispiaciuto"

Mi staccai dall'abbraccio e, presa dalla rabbia, gli tirai uno schiaffo

"Come hai potuto lasciarmi sola a morire?" urlai

"Non puoi semplicemente andartene così"

Carl rimase in silenzio, visibilmente sconvolto

Poi notò quanto ero fredda e intirizzita dal freddo della notte

Senza dire una parola, si tolse la felpa e provò a mettermela sulle spalle

"Prendi, sei congelata" disse con voce preoccupata.

"No" risposi rifiutando la felpa

"Non ho bisogno né del tuo aiuto né della tua stupida felpa"

"Non essere testarda" insistette Carl

"Almeno copriti"

"Ho detto no" ribattei lanciandogli la felpa addosso.

Senza aggiungere altro, iniziai a camminare verso Alexandria

Carl mi seguì

Appena tornata a casa, la rabbia e la frustrazione esplosero dentro di me

Mi avvicinai a un muro e, senza pensarci due volte, cominciai a colpirlo con tutta la forza che avevo

Il dolore alle nocche aumentava con ogni pugno, ma non mi fermavo

Solo quando vidi il sangue sulle mie mani mi resi conto di ciò che stavo facendo

Respiravo affannosamente, e il dolore fisico si mescolava con quello emotivo

Andai in bagno e cercai di pulire le ferite

Presi una benda e fasciai le nocche sanguinanti, cercando di non pensare a quanto fossi arrabbiata e delusa

La notte trascorse inquieta, e dormii poco, tormentata dai ricordi di quello che era successo

Il giorno dopo, evitai Carl

Non avevo intenzione di parlare con lui, non ancora

Mi dedicai a varie attività per distrarmi,anche se iniziavo a non stare bene

non riuscivo a togliere dalla mente la scena della nostra litigata e del suo abbandono

Mentre camminavo lungo una delle strade di Alexandria, persa nei miei pensieri, incrociai Carl

Lui mi vide immediatamente e si avvicinò, il volto teso di preoccupazione

"Possiamo parlare?" chiese

Lo ignorai, continuando a camminare. Ma lui non si diede per vinto e mi seguì finché non gli concessi attenzione

"Ho visto le tue mani" disse Carl osservando le mie nocche bendate

"Cosa hai fatto?"

"Non è affar tuo," risposi freddamente continuando a camminare

Carl mi afferrò delicatamente per un braccio, costringendomi a fermarmi

"Per favore, parlami, so di aver sbagliato, non voglio che tu stia male per colpa mia"

Lo guardai

"Hai detto bene, hai sbagliato, ora lascia che mi occupi delle mie cose e fatti i cazzi tuoi, Carl"

Lui rimase in silenzio per un momento, il dolore evidente sul suo volto

"Non voglio perderti," disse infine la sua voce tremante

"Non così" continuò

"Avresti dovuto pensarci prima di lasciarmi sola" ribattei, liberandomi dalla sua presa e allontanandomi

Carl non cercò di fermarmi questa volta

Lo sentii restare immobile mentre mi allontanavo, e il peso delle sue parole mi seguiva come un'ombra

Non sapevo se saremmo mai riusciti a superare questo momento, ma per ora, avevo bisogno di spazio e tempo per guarire, da sola

La rabbia e la tensione accumulate mi avevano lasciato esausta, e dopo la notte trascorsa al freddo, il mio corpo cominciò a cedere

Nei giorni seguenti, iniziai a sentirmi sempre più debole, la gola mi bruciava, e una febbre insistente mi costrinse a letto

Nonostante i miei sforzi per nasconderlo, gli altri membri della comunità si accorsero del mio stato e cercarono di aiutarmi come potevano

Carl, in particolare, sembrava ancora più preoccupato

Lo vedevo spesso da lontano, mentre cercava di avvicinarsi senza sembrare invadente

Una sera, mentre cercavo di dormire nonostante i brividi, sentii un lieve bussare alla porta

Ignorai il suono, troppo stanca per alzarmi

Il bussare continuò, insistente, finché non sentii la porta aprirsi lentamente

Carl entrò nella stanza

"Per favore, lasciami in pace" mormorai senza nemmeno aprire gli occhi

"Non posso" rispose lui, avvicinandosi al letto

"Non posso lasciarti così"

Sentii il materasso affondare leggermente mentre si sedeva accanto a me

Aprii gli occhi e lo guardai, troppo debole per protestare

Carl mi osservava con un misto di colpa e determinazione

"Mi sento terribilmente in colpa" disse

"So che è colpa mia se stai così, non avrei dovuto lasciarti sola"

Non risposi

Carl prese un respiro profondo cercando di trovare le parole giuste

"Mi dispiace" continuò

"Non riesco a smettere di pensare a quanto sono stato stupido, ti ho messo in pericolo e ora sei qui, malata, a causa mia"

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