Capitolo 1
Prima di iniziare, le presentazioni...
Sono Elisa Ferrwood, ho 22 anni e abito a New York, più precisamente alla Stark Tower o Avengers Tower, come preferite.
Dicevo? Ah sì...questa storia l'ho scritta per raccontarvi di un uomo speciale...che mi ha cambiato la vita.
Tony Stark!
Si...lo so, sembra strano, ma leggendo capirete perché dico così.
Quel mattino era iniziato un altro noioso giorno in una città movimentata come New York...strano no?
Le uniche cose che mettevano una nota di allegria a quelle giornate monotone erano i leggeri scalpitii che ricevevo da parte del piccolo Aron.
Esatto...ero incinta di cinque mesi e mezzo. Dovevo esserne felice, e lo ero...chi non lo sarebbe stato?
Ma lo sarei stata di più se il padre non fosse stato un bastardo che mi aveva lasciato appena saputa la notizia.
Come dicevo, quel giorno mi era uno dei tanti che vivevo andando al lavoro e tornando a casa quattro ore dopo.
Non era proprio casa mia, ma di mia sorella Serena, infatti, dopo aver saputo della mia situazione, non ebbe esitato un attimo ad ospitarmi, è di un anno più piccola di me, ed è la follia in persona, e in ogni momento è sempre pronta ad aiutarmi o a farmi ridere.
È sposata da due anni e mezzo con un ragazzo di Los Angeles, si chiama Jack ed ha una simpatia fuori dal normale. In poche parole mia sorella versione maschile.
Quel pomeriggio dovevo andare al Grimmauld Hospital per un controllo. Adoro quell'ospedale, i medici e le infermiere erano, e sono tutt'ora, estremamente gentili e simpatici.
Erano le sette e mezza ed ero sdraiata sul letto da qualche minuto, a fissare il soffitto, incapace di riaddormentarmi.
- Ok...basta! Vado a farmi un bagno! - mi decisi finalmente.
Così mi alzai, uscii dalla camera degli ospiti, che ormai era diventata la mia personale, e mi diressi verso il bagno.
Tanto non avevo di che preoccuparmi se facevo rumore, Serena ha sempre dormito come un ghiro, mentre Jack a quell'ora era già al lavoro.
Appena entrata in bagno mi diedi uno sguardo all'enorme specchio...un vero e proprio zombie.
Aprii l'acqua e nel mentre che aspettavo la vasca riempirsi, andai in camera mia e recuperai un t-shirt nera con scollo sulla spalla, dei leggins abbinati, un paio di scarpe eleganti ( regalatemi da mia sorella al mio ventesimo compleanno) e la mia fidata felpa degli AC/DC.
Tornai in bagno, spensi l'acqua, mi tolsi il pigiama e mi immersi per cinque minuti, cinque che poi diventarono venti.
Mentre mi stavo rilassando qualcuno bussò alla porta. Ovviamente era Sere.
- Elly aprimi! Muoviti scimmietta! - esclamò dall'altra parte della porta con il suo solito umorismo mattutino.
- Arrivo dammi il tempo di uscire dalla vasca! - le risposi uscendo lentamente dalla vasca e afferrando l'accappatoio.
Subito dopo aprii la porta a quella pigrona di mia sorella.
- Buongiorno ghiro in letargo...anche se siamo ormai a luglio! - la salutai io ridendo.
- Senti chi parla...quella che somiglia ad uno zombie di Call of Duty! - mi rispose lei a tono.
- Muoviti a vestirti che oggi abbiamo la visita! - mi ordinò immediatamente.
- Abbiamo?! Chi è quella incinta tu o io? O forse mi stai nascondendo qualcosa? - la punzecchiai.
- Ma va a quel paese! - rise lei mentre si lavava i denti.
Finalmente, dopo una buona colazione a base di cereali ci avviammo verso l'ospedale.
- Buongiorno dottor Lust! - salutai sorridente l'ostetrico più simpatico di tutto l'ospedale.
Era un uomo sulla quarantina, occhi castani, capelli neri, ma con qualche ciuffo grigio qua e là e un pizzetto da capretta che gli tirò ogni volta che lo vedo.
- Buongiorno Elisa! - replicò lui vedendomi - Come stai oggi? - mi chiese poi.
- Non mi posso lamentare se non per qualche leggero colpetto da parte di Aron! - risposi io sorridendo.
- Già scelto il nome? Come siamo veloci? - rise lui - ancora vogliosa di cioccolato? -
- Per quello non c'è bisogno che sia incinta! -
- Sono felice che tu sia così di buon umore! Seguimi! Te la riporto subito Serena! - informò mia sorella e subito dopo sparimmo nel reparto maternità.
Venti minuti dopo tornammo da mia sorella, che nel frattempo si era messa a parlare con delle infermiere dei vari sport che praticava, io le andai incontro con un sorriso a trentadue denti stampato in volto, come tutte le volte che ricevo buone notizie di Aron d'altronde.
- Allora? - chiese impaziente Sere.
- Sta bene, come sempre! - risposi sorridendo.
- Allora per festeggiare che ne dici di un bel gelato? - propose lei.
- E c'è bisogno di chiedermelo? -
In pochi minuti arrivammo al Carlo's, a parer mio la gelateria migliore di tutta New York. E il bello è che si trovava a pochi passi da casa nostra.
Io presi un gelato al cioccolato, caffè, e fragola mentre Sere uno alla fragola e lamponi.
Intanto che mangiavamo, ci incamminammo verso Central Park.
Arrivate al parco più bello d'America ci sedemmo su una delle panchine di fronte al laghetto e iniziammo a bisticciare sulla prima parola che avrebbe dovuto dire Aron...mamma o zia.
Per sviare il discorso le passai una cuffietta e misi "War Machine"
- Sicura che il rock faccia bene al piccolo? - mi chiese ad un certo punto.
- Si tranquilla, nostra cugina mi ha detto che lo renderà più intelligente - la rassicurai.
- Ho qualche dubbio se prende da te! - mi schernì lei.
- Ah...ah...ah...vedo che sei in vena di stupidità oggi! -
Uno squillo, però, interruppe il nostro momento di gioco. Era il cellulare di Serena...
- Scusa... rispondo e torno subito - mi disse per poi sparire tra gli alberi del parco.
Nel frattempo io iniziai a guardarmi intorno un annoiata, finché vidi degli anatroccoli che giocavano nel laghetto.
Decisi così di avvicinarmi lentamente, sia per non spaventarli che per via del pancione che non mi permetteva di fare movimenti veloci.
Mentre li guardavo con un sorriso a trentadue denti, qualcuno mi venne a sbattere contro.
Per fortuna non cadetti a terra, dato che mi aggrappai alla giacca dell'uomo che mi era venuto addosso.
Non lo guardai neanche in viso che...
- Ma è scemo?! La prossima volta stia attento a dove cammina! Poteva farmi del male! - esclamai infuriata, ma quando alzai lo sguardo e quell'uomo si tolse gli occhiali per vedermi meglio, mi persi in un bellissimo paio di occhi color nocciola, zittendomi.
Dopo quella che sembrava un'eternità l'uomo si decise a parlare.
- Forse anche te dovresti far attenzione a dove metti i piedi piccoletta! - disse sorridendo.
E che sorriso!
Elisa abbi buon senso! Sai cos'è successo l'ultima volta che ti sei innamorata!!
- Be'? Che fai li imbambolata? Almeno presentati! Sono Anthony Stark, ma chiamami pure...Tony! -
-... Tony! - finimmo la frase all'unisono, lui sorrise.
- Allora mi conosci! - disse più come un'affermazione che come domanda.
- Ovvio! Chi non conosce il grande Tony Stark?! - sorrisi io.
Dopo qualche secondo imbarazzante lui riprese la parola.
- E tu sei...? - chiese lui gesticolando con la mano per incitarmi a parlare.
- Oh! Elisa...Elisa Ferrwood! Ma tutti mi chiamano Elis o più semplicemente Elly! - mi presentai
- Bene...Elly...- marcò il mio nome - tuo marito non si preoccupa ogni volta che esci da sola? - chiese accigliato.
- M...marito? Io non sono mai stata sposata! - risposi tranquillamente.
- Allora perdona la mia insolenza ma dovresti iniziare a mangiare un po' di meno! -
...ok, un tantino arrogante.
- No, stia tranquillo signor Stark! Non ho mangiato troppo! Si, sono incinta ma è una lunga storia che di certo non racconterò a lei! - dissi fredda.
- Ehi ok! Non ti scaldare piccoletta! E poi il mio nome, come ti ripeto, è Tony e dammi del tu! "Lei" mi fa sentire vecchio! -
- Ho ventun'anni e il mio nome non è piccoletta! Perciò mi porti rispetto se vuole che io lo porti a lei! - esclamai senza tener conto della sua ultima frase.
- Scusa piccola Elly! - continuò a ridere.
Aah...quanto mi da sui nervi! Eppure è così bello!! Aspetta...che?? Ma che sei diventata scema??
- Elly eccomi! - sentii Serena dietro di me che mi chiamava.
Era ora! Ma dov'era finita?!
- Io vado! Ci sentiamo piccoletta! - mi salutò Tony, io lo ignorai e lui se andò con il sorriso sulle labbra.
- Ehi! Chi era quel tipo? - mi chiese Serena indicando Tony.
- Nessuno...mi ha solo chiesto che ora fosse! - mentì io.
Al tempo pensavo che se avessi detto che quello era Tony Stark, lei mi avrebbe sgridato per non avergli dato il mio numero.
Ma dopo ciò che ho scoperto su di lei, ho cambiato opinione.
Si lo so che vorreste sapere cosa ho scoperto, ma ogni cosa ha suo tempo.
- Chi era al telefono? - chiesi per cambiare discorso.
- Il mio capo...domani devo presentarmi presto al lavoro! - mi spiegò.
- È successo qualcosa? -
- No tranquilla! Una semplice riunione -
Mmh...questa ragazza non me la racconta giusta.
- Andiamo? Ho di nuovo voglia di cioccolato! - esclamai.
- Ancora?! - rise lei.
- Si! E taci! Chissà di cosa avrai voglia te quando sarai incinta! - risi a mia volta.
Salve Midgardiani, ho deciso di scrivere questa storia perché...bho non so il perché, so' cose a cui penso durante le lezioni dato che mi annoio, lo so...sono una studentessa modello!
Si, si, continua a crederci
Va bene...allora, bando alle cance...che ne pensate dell'inizio?
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