La Promessa
"Jack, passa!". "Tieni!".
La palla le arrivò perfettamente sui piedi e Ygritte iniziò a correre verso la porta difesa da Mark. Dribblò con facilità sia Nathan che Sam, arrivando di fronte al portiere.
"Preparati!". "Non riuscirai a segnare!".
"Ghiaccio ardente!".
La palla si ricoprì di ghiaccio e subito dopo di fiamme, sfrecciando velocemente verso la porta.
"Mano di luce!". Tuttavia non bastò quella tecnica a fermare il tiro, che si insaccò in rete con una potenza sovrumana.
La squadra era ammutolita e fissava Ygritte. Lei alzò gli occhi al cielo. "Che avete da guardare?".
Mark le si avvicinò e le porse la mano.
"Ti va di entrare in squadra?". "No".
La faccia del ragazzo era a metà fra l'incredulo, il triste e il rassegnato.
"Mi spiace, Mark. Ho fatto una promessa e intendo mantenerla".
Poi se ne andò. Sì, aveva fatto una promessa e non aveva intenzione di romperla.
"No!! Io non lo accetto!". "Io nemmeno! Non puoi andartene!". "Claude, Bryce, mi dispiace! Ma io... Io non posso decidere. Mia zia mi porterà con lei domani". Ygritte aveva le lacrime agli occhi.
Claude scosse la testa. "Non voglio! Avevi promesso che avremmo giocato sempre insieme! Solo noi! Io, te, Bryce, Jordan, Dave, Xavier e Isabelle!".
La bambina lo prese per le spalle. "È quello che intendo fare. Non entrerò in nessuna squadra senza di voi. Continuerò ad allenarmi, ma senza di voi non giocherò mai più".
La torre era sempre silenziosa. Non c'era mai nessuno a quell'ora. Ygritte sedette sulla ringhiera di metallo, con le gambe che penzolavano nel vuoto, ma non aveva paura.
Non aveva mai avuto paura di nulla, almeno da quando erano morti i suoi. Aveva capito che la paura vera si provava poche volte nella vita, ma quando arrivava davvero poi tutto il resto sembrava niente.
"Ehi, che ci fai qui tutta sola?". A Ygritte non servì nemmeno voltarsi. "Ciao Axel". "Non mi hai risposto. Potresti cadere se stai ancora così".
Sbuffò e saltò giù per atterrare accanto al bomber di fuoco della Raimon.
"Rompiscatole di un porcospino". "Ehi! Ho una dignità!".
La ragazza rise. "Ne dubito. Quei capelli l'hanno fatta calare di tanti tanti punti".
Axel la guardò malissimo. Poi le sorrise, e la ragazza sentì una strana sensazione nel petto. Era da tanto che qualcuno non le sorrideva, escludendo Celia.
Axel... Perché mi fai questo effetto?
Quando tornò a casa trovò Celia con un ragazzo con i capelli rasta e un paio di occhialini azzurri.
"Ygritte! Lui è mio fratello Jude". "Ehm... Ciao Jude". "Ciao. Sei la sorella adottiva di Celia, quindi". Annuì decisa. Quel tizio le era familiare, ma non ricordava perché.
Me la svigno in camera mia e iniziò a riflettere. Jude le era familiare... ma perché?
"Ehi...". "Porca...! Celia! Mi hai fatto prendere un colpo". "Stai pensando a Jude, vero? Ho visto la faccia che hai fatto". Ygritte annuì. "È familiare, anche se non so perché".
Sua sorella cambiò subito argomento, capendo quanto Ygritte fosse a disagio. "Perché non vuoi entrare in squadra? Anche Mark ti ha fatto la proposta, perché rifiuti sempre?". "Ho fatto una promessa. Ho detto ai miei amici dell'orfanotrofio che non avrei mai giocato in una squadra che non fosse la loro" disse La ragazza sdraiandosi sul letto.
"Allora perché non diventi menager? Se stai troppo tempo lontana dal calcio non...". "Ci devo pensare".
Celia sorrise. "So che farai la scelta giusta, sorellina".
Poi se ne andò e la lasciò da sola. Prese il cellulare e notò alcuni messaggi che non aveva ancora letto, per forza! Sua madre le aveva confiscato il cellulare per un mese dopo una delle sue ultime bravate che includeva uno scoiattolo e un accendino. Ne aveva ricevuto 1 da Lina, 1 da Astram Schiller e 2 da un numero sconosciuto.
Lina:
Ciao, Ygritte. Come va? I tuoi genitori ti trattano bene? Qui non è lo stesso senza di te. Ai ragazzi manchi molto. Comunque, sappi che sto per farti una bella sorpresa, quindi preparati!!
Ygritte:
Ciao sorellona! Sto molto bene, i miei genitori e la mia sorella adottiva sono fantastici, ma voi mi mancate comunque un sacco. Isabelle e Xavier come stanno?
Che sorpresa è? Lo sai che mi fai paura!.
Poi guardò quello di Astram.
Ciao Ygritte, come va? Ho creato una scuola di calcio, ti va di entrare a farne parte?
Ygritte:
Ciao, papà! Sto molto bene, grazie. Per quanto riguarda la scuola... Per ora non mi sento di accettare. Ti farò sapere presto. Ciao.
Poi guardò gli ultimi due messaggi.
Ciao, Ygritte!! So che ti ricordi di me, lupa solitaria! Ti pensiamo sempre, sia io che la tua Piccola Meteora. Ci manchi tanto!
Ci manchi, Ygritte. Ricorda che io ti aspetterò. Presto ci rivedremo, sorellina.
No... La Piccola Meteora... XAVIER!
E c'era una sola persona che la chiamava Lupa Solitaria...
Ygritte:
ISABELLE!!!! Ciao, sorellina!!! Mi manchi tantissimo, ti penso sempre! Non c'è giorno in cui io non speri di rivedere te e Xavier!! Spero anche io che ci rincontreremo! Un bacio e un abbraccio!!
Si asciugò una piccola lacrima che le si era formata all'angolo dell'occhio e tirò fuori da sotto il letto una piccola scatolina verde. Dentro c'erano due braccialetti: uno aveva due sassolini viola e azzurri, l'altro li aveva viola e verdi. Ygritte si guardò il polso, dove a un filo di spago erano appesi un sassolino azzurro e uno verde.
"Isabelle... Xavier... Un giorno vi darò il nostro regalo, ve lo prometto".
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